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Il viaggio di Renzo, dalle vie di Milano alle rive dell'Adda

italiano



Il viaggio di Renzo, dalle vie di Milano alle rive dell'Adda, è stato anche interpretato in chiave psicologica, come riscoperta da parte del protagonista della propria dimensione umana e delle motivazioni profonde della propri 919h71j a vita. (traccia del tema).




Dopo aver lasciato le due donne, Agnese e Lucia, nel convento di Monza, Manzoni torna a narrare le vicende del povero Renzo che nel frattempo è indirizzato a Milano dal padre Bonaventura, il quale, raccomandato da Fra Cristoforo, avrebbe dovuto occuparsi del nostro "montanaro".

Noi sappiamo che Renzo non arriverà mai a parlare col padre Bonaventura per una serie di guai e inconvenienti che riassumeremo velocemente qui di seguito: Renzo lascia Monza l'11 novembre, giunge a Milano e si reca dal padre Bonaventura; strada facendo vede della farina e del pane in terra e capisce che la città è in rivolta contro i fornai. Giunto al convento gli viene risposto che padre Bonaventura è assente così, spinto dalla curiosità e attratto dai tumulti cittadini, decide di andare a vedere cosa stia succedendo in città.


A questo punto Renzo entra in scena, vede la folla che grida slogans contro i fornai, contro gli accaparratori di grano, contro il vicario di provvisione accusato di difendere gli uni e gli altri; si incendiano forni e si ruba pane, poi Renzo partecipa volontariamente al movimento della moltitudine per evitare però spargimenti di sangue ed alla vista di un vecchio che vuol crocifiggere il vicario, Renzo prende la parola rischiando di essere scambiato per una spia, ma l'arrivo di Don Ferrer lo salva. Quest'ultimo è giunto per salvare il vicario facendo però credere al popolo di condurre il vicario in prigione; qui Renzo diventa partigiano di Ferrer scortando la carrozza fin fuori dalla folla.




Il nostro giovane, stanco, chiede ad uno sconosciuto (che in realtà è una spia della polizia) un'osteria dove poter mangiare e riposare. Si fermano alla prima locanda che incontrano, frequentata da rivoltosi, giocatori d'azzardo e ladruncoli, qui Renzo cadrà nel degrado più totale e finirà con l'ubriacarsi. Così verrà svegliato in piena notte dalla polizia venuto ad arrestarlo ma in strada per la via del palazzo gi giustizia verrà liberato dalla folla.

Qui parte la fuga di Renzo verso le rive dell'Adda, attraverso le campagne, facendo una breve sosta in un'altra locanda. Conosciamo qui un Renzo più maturo, un Renzo che appare preoccupato di non dare nell'occhio e non chiedere informazioni a persone sospette; procede a zig-zag non costeggiando la strada principale.

Incontra qui l'anziana donna che lo indirizza in una locanda dove però giunge un mercante venuto da Milano che raccontando i tumulti accenna ad un ricercato dalla polizia, Renzo si riconosce nella descrizione e si affretta a lasciare l'osteria.

Analizzando meglio questo nucleo narrativo possiamo approfondire due figure: l'oste e il mercante.

L'oste, in tutte le locande, appare come la voce della curiosità maliziosa,; il mercante ha un carattere individuale ben marcato ma è un uomo d'ordine che concilia il rispetto per la legge e le autorità con la vocazione forcaiola a risolvere i contrasti sociali attraverso la forza, l'intervento della polizia, le condanne a morte.

Siamo nella notte del 12 novembre quando Renzo lascia Gorgonzola per dirigersi verso l'Adda. Il nostro personaggio attraversa una landa desolata e un bosco che evoca in lui terrori infantili: essa è dunque caratterizzata da paura e terrore, è il momento culminante dello spaesamento, l'ansia diventa angoscia, orrore indefinito. Renzo vi si addentra con ribrezzo, ritornano ora gli echi delle selve incantate delle favole, gli alberi assumono forme strane, deformi, mostruose.ma.finalmente il giovane "montanaro" riconosce la voce dell'Adda, il ritrovamento d'un amico, d'un fratello, d'un salvatore.



È la rinascita di Renzo che esce da un mondo cupo e lugubre per riscoprirsi salvo, pieno di energia e tante voglia di vivere.

A questo punto, riacquistata la fiducia in sé e la speranza, passa la notte in una capanna su un albero, la mattina seguente un pescatore lo traghetterà sulla riva opposta, nella Repubblica di Venezia dove Renzo giungerà a casa del cugino Bartolo che gli assicura aiuto e lavoro. A questo punto Renzo può illudersi che i guai siano finiti e che presto potrà riunirsi ad Agnese e Lucia.

La figura del pescatore, anche se non è di vitale importanza nella storia, ha un grande spessore psicologico perché viene associato a Caronte della "Divina Commedia" che navigando tra le anime dei morti ne pescava alcune per portarle in Paradiso, e infatti così Renzo evaso dal suo inferno, dal suo terribile viaggio viene tratto in salvo, "posto nel Paradiso", pronto forse a rinascere per una nuova vita e in futuro legarsi con Lucia er vivere la sua favola d'amore.






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