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IL ROMANTICISMO EUROPEO - La complessità del romanticismo

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IL ROMANTICISMO EUROPEO


La complessità del romanticismo

Il termine romanticismo indica un grande contenitore culturale al quale sono confluite buona parte delle produzioni letterarie dell'Ottocento. Essendo queste in gran numero, chiaramente tra di loro presentano delle differenze, ma le accomuna la cosiddetta "aria di famiglia".

L'origine del termina "romantico"e dei suoi contenuti

L'origine del termine romanticismo risale alla produzione di romanzi cortesi, e stava ad indicare la lingua volgare. Poi nel corso del 600 questo termine passò ad indicare non più un fatto linguistico, ma un contenuto narrativo che accomunava i romanzi cortesi, tanto che rappresentava ciò che ora definiremmo romanzesco, inverosimile. Nel corso del 700 a questo termine si affiancarono altri due significati: in Inghilterra, s'inserì il senso di comunione e fusione con la natura; mentre in Francia, si aggiunse l'aspetto della sensibilità nelle stesse relazioni umane.  Alla fine del 700, invece, in Inghilterra si diffuse la poesia sepolcrale, con lo svilupparsi dello Sturm und Drang, fenomeno per il quale si ricorda soprattutto l'opera di Goethe, i dolori del giovane Werther; successivamente ricordiamo il successo dei canti di Ossian, che invece sottolinevano il gusto del barbarico e del primitivo. Il Romanticismo non si può definire il contrario dell'Illuminismo, 646b13g in quanto si forma proprio dentro il pensiero illuminista. Le differenza che li separano, derivano dal punto di vista dei contenuti.



Il punto di svolta: l'età napoleonica

La generazione romantica nasce da un periodi di delusioni e sconfitte sottomolti punti di vista. Innanzitutto sotto l'aspetto politico, in quanto i concetti di libertà, uguaglianza e fraternità della Rivoluzione sono stati abbandonati; Napoleone non ha liberato popoli, bensì ha sostituito la dominazione francese a quella dei precedenti oppressori. È vero che la ragione e i diritti rendono uguali, ma gli individui e i popoli sono frutto della propria storia, dell'insieme di lingua, tradizioni, che li rende differenti come singoli e come popoli. Abbiamo quindi una diversa concezione della storia. L'Illuminismo l'aveva concepita come lineare e tesa al progresso; mentre il Romanticismo dice che sia un processo continuo, in cui momenti di sviluppo e decadenza si determinano l'un l'altro. Una diversa concezione si ha anche per la definizione della natura umana. La prima illuministica, è pessimistica, in quanto è rivolta alla considerazione sul fatto che l'uomo non può essere educato; la seconda, invece, punta sull'analisi della sfera sentimentale e passionale dell'animo umano. Ed è proprio questo il punto di svolta, lì dove il Romanticismo si sviluppa. L'età napoleonica, con le delusioni che ha portato, è stato solo un periodo di transazione; infatti proprio le domande che la storia ha posto agli uomini di cultura che si sono ritrovati in queste condizioni, ha determinato un diverso orientamento delle riflessioni, in modo tale che il mondo delle passioni e del sentimento, che nel periodo illuministico era solo da accompagnamento alla ragione, diventa ora il nucleo centrale del lavoro artistico e della riflessione filosofica.

La nuova realtà

Nell'800 avvengono molti cambiamenti nella società, che coinvolgono profondamente gli intellettuali. Questi hanno ora un pubblico chiaramente più ampio, con caratteristiche diverse, da dover conquistare. Anche l'intellettuale cambia, in quanto è sempre meno di origine aristocratica, e sempre più borghese, quindi deve lavorare per vivere. Questo problema è quindi stato analizzato diversamente dai vari intellettuali: alcuni hanno messo a disposizione della patria la loro cultura, altri diventano osservatori critici della società borghese, altri rifiutano la nuova organizzazione e si gettano in una crudele analisi della natura umana, tanto da essere definiti "maledetti"

I fondatori del Romanticismo

Il romanticismo nasce in Germani, dove si costituisce una rivista formata dai più importanti personaggi di questa cultura, e tra cui ricordiamo Shlegel. Egli infatti racconta nella sua opera più importante, Corso di letteratura drammatica, le percezioni della novità di cui i moderni romantici si sentivano portatori.

Shlegel: L'analisi di Shlegel si basa sulla distinzione tra antichi e moderni, che è sia una diversità tra pagani e cristiani, sia tra mediterranei e nordici. Infatti gli antichi vivevano nel pieno della natura e della vita terrena; mentre i moderni, sono figli del cristianesimo, di un sentimento religioso, dominato dalla scissione tra vita terrena ed eterna, tra finito ed infinito, tra uomo e Dio. I moderni sono pieni di rimpianti per il paradiso perduto e sono quindi colpiti dalla malinconia. La malinconia è un sentimento complesso nel quale sotto il dominio di una generale tristezza, affluiscono altre sensazioni simili. Le affermazioni di Shlegel sono importanti in quanto riconoscono la dimensione di infelicità dei moderni, e la frattura del romanticismo con il classico.

Shiller: Il tutto prende spunto da un saggio di Shiller, Poesia ingenua e poesia sentimentale, che al contrario di Shlegel non differenzia i moderni dagli antichi per motivi religiosi, ma per un diverso rapporto con la natura. La distinzione tra antichi e moderni, per Shiller, si basa sulla differenza tra naturale e artificiale. Gli antichi sono immersi nella natura, anzi sono la natura, e quindi la loro poesia è definita "ingenua", ovvero spontanea, naturale. I moderni, invece, di fronte ad un oggetto naturale, si sentono pervasi da un'onda di sentimenti di nostalgia,malinconia, in quanto sono figli della cultura e quindi vengono definiti artificiali. Secondo Shiller, perciò, l'uomo moderno può tendere ma non raggiungere l'armoniosità, infatti questa pace è infinitamente irrealizzabile; quindi anche se non viene trattato il sentimento religioso, si torna comunque a parlare di infinito.

Novalis: un discepolo di questi personaggi è stato Novalis, il quale invece ritiene falsa la distinzione fatta da questi ed infatti si occupa di poesia alla ricerca dell'armonica ricomposizione tra uomo e natura, tra l'Io e il mondo. Ciò  è raccontato nell'opera Frammenti, che nella sua brevità parla delle diverse funzioni che svolge la poesia. In primo luogo la poesia, secondo Novalis, è l'unica forma di conoscenza dell'assoluto, essa infatti riesce a compiere operazioni logicamente impossibili. In secondo luogo, la poesia è il momento in cui il soggetto e l'oggetto si fondono in un tutt'uno.

Abbiamo detto che oltre che in Germania, il Romanticismo si sviluppa in Inghilterra. Quest'ultima, però, sappiamo che non ha vissuto alcuna delusione politica, in quanto essa era già libera dall'assolutismo; semmai vi è un accostamento del sentimento al senso comune, ed il senso comune sta a rappresentare le persone normali, semplici. Infatti il Romanticismo inglese costituisce l'altra faccia del romanticismo, quella della semplicità. Quindi mentre quello tedesco punta all'assoluto e all'eccezionale, quello inglese ricerca il valore del sentimento nella normalità.

Wordsworth: nell'opera Ballate liriche, Wordsworth, dimostra che la natura non risiede nell'eccezionale, bensì  nel quotidiano, non nei poeti, ma nella vita umile e rurale. Quindi anche il linguaggio deve adeguarsi, deve essere semplice e comprensibili, all'opposto di ciò che invece accade nelle opere di Novalis.

Anche se forme completamente diverse, queste due anime del Romanticismo si riferiscono entrambe allo stesso concetto: la nostalgia dell'ingenuità degli antichi e dei primitivi, quindi per il paradiso perduto.

I contenuti comuni

Il primo aspetto comune a tutto il genere del Romanticismo è la percezione della modernità. Questo concetto era stato affrontato anche dagli illuministi, ma in questo caso si centrava solo sulle nuove conoscenze scientifiche. Invece i romantici insistono sulla modernità della sensibilità. L'elemento fondamentale che viene individuato in questo concetto di modernità, è il sentimento. Questo termine è molto vago e contiene diversi significati. In senso letterale indica la capacità dell'individuo di provare emozioni, però si possono individuare due articolazioni successive: l'interiorità e il senso di appartenenza ad un popolo.

Il tema dell'interiorità: il sentimento diventa lo strumento di acceso agli strati più profondi dell'Io. Nel profondo dell'interiorità si trovano le oscure zone dell'animo umano, ma allo stesso tempo si possono trovare sentimenti irrazionali e indirizzati ad una dimensione lirica. In primo luogo si ha la tensione verso l'infinito, verso il ricongiungimento dell'Io con la totalità dell'essere; questa tensione nasce dal desiderio e dalla mancanza, si può desiderare solo ciò di cui si sente l'assenza.  Questa tensione si trasforma spesso nel sentimento dell'inappagamento, che né la ragione né i sensi possono sanare; perciò scatta la funzione dell'immaginazione alla ricerca fantastica di ciò che il reale non può offrire. Dall'immaginazione nasce quindi un nuovo sentimento, quello della fuga e del sogno fantastico verso realtà inesistenti. Ecco allora il rimpianto e la nostalgia dell'infanzia, o comunque di età nelle quali si era ingenui e autentici.

Il tema del popolo: l'altra parte del sentimento riguarda la parte dello storicismo; questo da un lato è una filosofia della storia di tipo continuo, retta da un susseguirsi di cause ed effetti, quindi è impossibile cancellare dei periodi; dall'altro lato, è un modello di conoscenza, un modo cioè per spiegare un dato fenomeno attraverso la sua genesi, la sua storia. In fondo ogni singolo ha un'interiorità unica, ma una sua parte almeno è condivisa con gli altri individui dello stesso popolo. Questo mito viene visto sotto due diversi aspetti: da una parte come la dimensione del primitivo, perciò il popolo diventa il simbolo della naturalità; dall'altra parte come soggetto politico, portatore di una propria identità storica che ha il diritto di essere riconosciuta in forma di nazione o Stato. Infine vi è un altro modo di guardare al popolo, ovvero in modo realistico, e quasi dal punto di vista sociologico. Esso appare allora come lo strato più basso, oggetto di oppressione, abbruttito da processi di industrializzazione. Anche questo però fa parte del romanticismo, in quanto rappresenta il sentimento dell'ingiustizia.





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