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ELEMENTI PARATESTUALI: "IL GIORNO DELLA CIVETTA" (1961) di Leonardo Sciascia

italiano



RELAZIONE

ELEMENTI PARATESTUALI: "IL GIORNO DELLA CIVETTA" (1961) di Leonardo Sciascia.


STRUTTURA E TRAMA: La storia può essere divisa in otto parti:


1. Nella prima pagina del libro viene descritto l'omicidio di Salvatore Colasberna.

2. La polizia interroga i testimoni ma ness 626c24g uno sa niente.(OMERTA')

3.Compare un nuovo personaggio,Parrinieddu,il confidente, che dalle circostante è costretto a convivere con la Mafia e con lo Stato.

4.Un possibile testimone dell' omicidio, Paolo Nicolosi, scompare. La moglie sostiene che lui aveva parlato di due spari e detto un soprannome: Zicchinetti. La polizia scopre che egli è Marchica, un ex carcerato con numerosi precedenti penali.

5.Il confidente viene ucciso, ma prima riesce a mandare delle lettere al capitano in cui ci sono i nomidi due mafiosi :Pizzico e Don Arena.



6.Pizzuco, Marchica e don Arena vengono arrestati e interrogati. Presto però la polizia dovrà rilasciare Marchica perché ha un alibi.

7.La polizia rilascia anche gli altri 2 sospetti e Bellodi decide di non occuparsi più del caso.

8.Un giorno il capitano incontra dei suoi vecchi amici a Parma con io quali discute amareggiato della Sicilia e alla fine decise di ritornarci per difendere la sua patria dalla mafia.


L' autore ha deciso di far coincidere il rapporto fabula-intreccio, infatti l' ordine è cronologico, tuttavia in alcune parti troviamo dei flashback come quello a pag42. a proposito della sparizione di Nicolosi vengono ricostruite le circostanze dell'uccisione di Colasberna e la fuga dell'assassino e a pag. 56. Presentazione di Marchica e delle sue malefatte. Dal rapporto si deduce di quante protezioni gode Marchica.



TEMPO: l' autore non vuole precisare gli anni in cui è ambientata la vicenda, ma si intuisce dopo il 1955, ci dice invece che incomincia il 16 gennaio alle 6.30 e finisce nel 1972. Quindi la durata è di circa 17 anni.

L'ordine è cronologico.

Ritmo narrativo:questo romanzo è caratterizzato dall' avere alcuni sommari, durante i flashback, poche ellissi e molte digressioni (specie di paesaggi). La tecnica più usata è la scena, nei vari dialoghi e interrogatori. Da ciò possiamo dedurre che il ritmo è molto lento, anche se qualche volta viene velocizzata da sommari ed ellissi


SPAZIO: L' autore ha dato molta importanza alla descrizione dei luoghi. Le digressioni

sono ampie , dettagliate e occupano molto spazio nel testo. Troviamo ad esempio descrizioni di Parma, del comando, dei vari viaggi di Bellodi, ecc.

Le 3 principali città dove si svolge la vicenda sono Roma, Palermo e Parma. L' autore nomina anche 3 paesi siciliani, ma solo le loro iniziali: B., C., S.. Altri luoghi nominati dall' autore sono: p.za Garibaldi, Montecitorio, il commissariato di polizia, i luoghi degli interrogatori, la fermata del pullman.


PERSONAGGI:

I personaggi sono descritti mediamente per le loro caratteristiche esteriori, per il loro ruolo nel romanzo e le sensazioni, la psicologia, degli stessi viene fuori poco a poco, con il susseguirsi di avvenimenti e di dialoghi.

Personaggi principali: capitano Bellodi (protagonista), il confidente Parinieddu, i 3 fratelli Colasberna, Diego Marchica, Nicolosi, Don Arena, Pizzuco, Dibella.

Personaggi secondari: il bigliettaio, l' autista, il maresciallo, il tabaccaio, Scarantino, la moglie di

Nicolosi, ministro Pella, Nenni, Fanfani, Brescianella.

La presentazione è indiretta, in quanto l' autore ci lascia intuire come sono i personaggi da quello che fanno o dicono.




NARRATORE E FOCALIZZAZIONE:


IL punto di vista è a focalizzazione zero, conseguentemente il narratore è esterno alla storia (racconta in terza persona)e onnisciente, infatti Sciascia riporta ciò che pensano i personaggi e si sposta da un luogo all'altro.



LINGUA E STILE:

Lo stile è leggero e piacevole alla lettura. Infatti si succedono rapidamente, alternandosi a scene dialogate. I momenti di riflessione e le rare descrizioni segnano una pausa nella narrazione, per esprimere lo stato d'animo dei personaggi. Molto dinamica è la descrizione dei personaggi minori, soprattutto per l'uso di un linguaggio parlato, di un gergo familiare, di esclamazioni popolari. Accanto a questo linguaggio c'è il regi-stro raffinato e colto di Bellodi, il registro popolare dei Carabinieri, fatto di periodi brevi e paratattici, il linguaggio burocratico delle schede segnaletiche, i discorsi oscuri dei mafiosi, per cui la espressività del romanzo è molto variegata. L'uso del dialetto è legato a modi di dire, a vocaboli che sono capaci di esprimere una intera cultura, come ad esempio il termine "ingiuria", usato al posto di soprannome,itemerata per indicare un rimprovero, loica che significa logica, sentore per indicare un informazione vaga, ecc.

La costruzione paratattica prevale su quella ipotattica, con effetto di velocizzare la narrazione, che si fa così più intensa e piena di suspense.


MESSAGGIO: La conclusione ottimista, dopo tante sconfitte e tanto pessimismo che Sciascia ha disseminato nel romanzo, mi fa dedurre che la lezione che l'autore ha voluto darci, é una lezione di

impegno civile e di alta moralità.


CONTESTO:

L'autore de "il giorno della civetta", Leonardo Sciascia, fu un importante scrittore appartenente al neorealismo, movimento letterario che tendeva a rappresentare la realtà, soprattutto del meridione, in modo realistico, con i suoi problemi e le sue ingiustizie.

Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto nel 1921. Insegna nelle scuole elementari fino al 1957 e da questa esperienza trae lo spunto per il primo romanzo, Le parrocchie di Regalpietra (1956), che rappresenta con realismo aggressivo le contraddizioni più stridenti della società siciliana. Dopo i racconti Gli zii di Sicilia (1958) e i romanzi Il consiglio d'Egitto (1963) e Morte dell'inquisitore (1964), Sciascia affronta il tema della mafia in alcune tra le sue opere più mature: Il giorno della civetta (1961), L'onorevole (1965) e A ciascuno il suo (1966). Il procedimento di romanzo giallo caratterizza anche Il contesto (1971) e Todo modo. A La scomparsa di Majorana fanno seguito I pugnalatori (1976), Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia (1977) I Pamphlet, L'affaire Moro (1978) Nero su Nero e il libro-intervista La Sicilia come metafora, Kermesse (1982) raccolta di storie incentrate sui detti siciliani, La sentenza memorabile (1983) la raccolta saggistica Cruciverba (1983) e il repertorio di locuzioni siciliane Occhio di capra (1984). Del 1988 è il romanzo Il cavaliere e la morte, seguito da Una storia semplice (1989). A Sciascia si devono anche acuti saggi letterari (Pirandello e la Sicilia, 1961; La corda pazza, 1971) e tre testi teatrali riuniti in volume nel 1976: L'onorevole - Recitazione della controversia liparitana - I mafiosi. Muore nel 1989 a Agrigento. È una delle grandi figure del Novecento italiano e europeo.





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