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Superficie:
71.759 Km.............Superficie: 301.336 Km²(dati
Italia) Indice di sviluppo umano : 0,275 (173° posto nel Human Development Report 2002 di UNDP) Natalità : Mortalità Infantile : 14,68% (2003) Analfabeti : Debito Estero : 1,5 billion $ (2002) |
Repubblica
indipendente dell'Africa occidentale; confina a nord e a est con la Guinea, a
sud-est con la Liberia, mentre a ovest e a sud-ovest si affaccia all'oceano
Atlantico 848d36i .
La pianura occupa circa i due terzi del territorio e si allarga in una fascia
che scorre parallelamente alla costa.
Alle spalle della pianura si innalza un modesto altopiano, dal quale emergono
alcuni massicci più elevati (altezza massima 1.948 m nel monte Loma). Le coste
sono basse e assai articolate, presentano lagune e baie e sono fronteggiate da
isolotti. Numerosi i fiumi che si gettano nell'Atlantico, come il Rokel,
il Taia, il Sewa e il Moa; nell'altopiano si aprono invece bacini come quello
di Kenema.
Il clima, tropicale, presenta temperature elevate durante tutto il corso
dell'anno con una stagione estiva piovosa e una invernale più asciutta,
dominata dai venti continentali di nord-est.
La Sierra Leone si colloca tra i più popolosi paesi dell'Africa: la maggior
parte della popolazione si concentra nella fascia costiera e collinare del
paese.
Etnicamente la popolazione è assai diversificata; prevalgono i popoli sudanesi,
che si sono sovrapposti in successive andate alle tribù preesistenti.
Freetown è la capitale; dotata di un importante porto, è sede anche del più
antico istituto universitario dell'Africa occidentale, il Fourah Baj College,
fondato nel 1827. Tra gli altri centri importanti si annoverano Koindu, Bo, Port
Loko, Kenema, Makeni. La maggioranza della popolazione (70%) vive tuttavia in
villaggi isolati.
La Sierra Leone si presenta come uno dei più poveri paesi africani, anche se
non mancano numerose risorse minerarie (diamanti, minerali di ferro, bauxite). Ciò
è dovuto principalmente al fatto che società straniere sfruttano i giacimenti
minerari, pagando al governo somme del tutto insufficienti a promuovere
investimenti.
Anche l'agricoltura di sussistenza, realizzata con tecniche arretrate e su
piccoli appezzamenti, è insufficiente al fabbisogno interno (manioca, mais,
riso, sorgo e miglio).
Numerose sono le colture industriali, soprattutto la palma da olio (nella zona
pianeggiante), il caffè e il cacao (nella zona collinosa). Sono presenti anche
prodotti ortofrutticoli (agrumi, pomodori), piante tessili e zenzero.
Di scarsa rilevanza è l'allevamento del bestiame e limitato è il settore della
pesca, nonostante la ricchezza delle acque costiere; manca infatti
un'organizzazione dell'attività peschereccia e conserviera.
Principale risorsa del sottosuolo sono i diamanti: il governo si è assicurato
il controllo e la commercializzazione del prodotto attraverso l'Ente di Stato
Diminco (Diamond Mining Company). Abbastanza ricchi sono anche i giacimenti di
ferro e bauxite.
L'industria è scarsissima: di un certo rilievo è solo la raffineria di petrolio
di Kissy, presso la capitale, accanto ad alcuni stabilimenti di trasformazione
dei prodotti agricoli e forestali. Sono in progetto impianti metallurgici per
la lavorazione della bauxite.
STORIA Il portoghese Pedro de Sintra scopre nel 1462 la penisola che
domina allora il regno Sapes, e gli assegna il suo nome attuale (montagna
del leone=Serra Lyoa). Nel XVI sec. guerrieri di origine mandé, provenienti
dall'interno del paese, invadono la regione e forniscono di schiavi i negrieri
europei. Nel XVII sec. i commercianti britannici sostituiscono i portoghesi.
Nel 1787, a seguito di numerose campagne antischiaviste, il governo britannico
crea Freetown per i primi schiavi liberati della Nuova Inghilterra e delle
Antille. Nel 1808 la Sierra Leone diventa colonia della corona. Per tutto il
XIX sec., l'interno del paese costituisce un protettorato, entità
amministrativa distinta dalla colonia, mentre la frontiera viene fissata con la
Liberia e la Guinea. Nel 1924 la Sierra Leone riceve la costituzione.
Nel 1947 si ha una seconda costituzione che entra in vigore nel 1951. Nel 1961
la Sierra Leone diventa indipendente all'interno del Commonwealth. Dopo dieci
anni di stabilità politica, nel 1971, è proclamata repubblica. Il suo
presidente, allo stesso tempo primo ministro, è Siaka Stevens che instaura nel
1978 un sistema di partito unico. Nel 1985 il generale Joseph Momoh succede a
S. Stevens, dimissionario.
GUERRA CIVILE
Ottenuta l'indipendenza dalla Corona Inglese nel 1961, il paese muove i primi passi tra la crescente corruzione del governo e le lotte per il controllo delle miniere di diamanti, bauxite, ferro e rutilio, di cui è ricco il territorio.
La
già grave situazione socio-economica del paese si è ulteriormente aggravata con
la guerra civile che ha avuto
luogo dal 1991 al 2002, quando la guerra in corso in
Liberia sconfinò nel paese innescando tensioni interne latenti e gli
interessi economici legati alle compagnie di diamanti. Infatti la Sierra Leone dispone d'enormi
risorse: giacimenti di diamanti,
d'oro, di bauxite e di rutilio; ha un territorio
che permetterebbe colture diversificate (caffè e cacao nel sud, tabacco e
arachidi al nord) e un mare
molto pescoso, oltre ai vantaggi del porto naturale di
Freetown, protetto dalla penisola su cui sorge la capitale.
Eppure la maggior parte della popolazione è estremamente povera.
La situazione infatti degenera in lotta armata nel 1991, quando dalla vicina
Liberia un gruppo di ribelli riuniti nel Fronte Unito Rivoluzionario (RUF),appoggiato
dalla Liberia del presidente Taylor e dal Burkina Faso, famigerato per la
pratica delle amputazioni di gambe, braccia, orecchie e naso (30mila persone le
hanno subite), recluta giovani e diseredati per combattere contro la corruzione
dell'ONU.. Nel 1992 nonostante la transizione democratica avviata nel 1991, il
generale Momoh viene rovesciato da un colpo militare. Il nuovo potere, sotto la
guida del capitano Valentine Strasser, deve far fronte a una ribellione che si
sviluppa nell'est del paese, alla frontiera con la Liberia. Nel 1996 il
capitano Strasser è deposto da un colpo di stato militare. Nel giugno del 1997
la situazione politica interna della Sierra Leone precipita e i marine
statunitensi sono costretti a portare in salvo gli stranieri durante gli
scontri a fuoco nella capitale. Donne e bambini sono stati oggetto di orribili
violenze e abusi, migliaia di giovanissimi tra i 4 e i 16 anni sono stati
arruolati come bambini-soldato (nel
2000 il 30% dei combattenti avrà meno di 15 anni), marchiati a
fuoco con le sigle dei gruppi ribelli, drogati e costretti a uccidere, mutilare
e commettere abusi sessuali.
Il 90% delle bambine rapite
dai ribelli sono state violentate, molte di esse sono poi
state uccise o ridotte in schiavitù.
Nel febbraio del 1998 le forze dell'ECOMOG (comunità economica dell'Africa
occidentale) assumono il controllo della capitale; in marzo il presidente
Kabbah, espulso nel 1997, ritorna e riprende il potere. A difendere la capitale
Freetown e la popolazione civile dalle violenze del RUF, che controlla le
miniere di dimanti della parte est del Paese, c'è un massiccio contingente ONU,
formato in gran parte da soldati Nigeriani, dispiegato a protezione della
tregua del luglio '99. Tregua che il RUF ha rotto nel maggio del 2000,
riprendendo le ostilità contro il governo di Freetown e rapendo 500 caschi blu.
Già nel 2002 il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha
proposto una sostanziale riduzione della presenza di Caschi Blu in Sierra
Leone. Il contingente di pace, che conta 17.000 uomini dovrebbe essere ridotto
di 6000 unità entro fine anno, ed entro la fine del 2004 dovrebbe arrivare a
non più di 5000 persone. Per giustificare la proposta di riduzione delle truppe
(che dovrebbe essere discussa dal Consiglio di Sicurezza) Kofi Annan ha
sottolineato i progressi fatti registrare dal processo di pace nel paese,
culminato con le elezioni che si sono tenute nel maggio 2003. Ciononostante, la
situazione resta instabile e proprio per questa ragione il Segretario dell'ONU
ha precisato che il programma di ritiro sarà graduale: in particolare,
bisognerà testare la possibilità del governo locale di garantire la sicurezza
nelle zone più a rischio, come il confine con la Liberia e le regioni
diamantifere.
Oggi,
nonostante i progressi in termini di stabilità politica interna e d'assistenza
umanitaria alla popolazione, le
condizioni di vita restano molto gravi e la
popolazione della Sierra Leone non
ha accesso ai servizi di base.
Il conflitto ha intaccato gravemente la capacità delle famiglie di
soddisfare i bisogni primari, quali un'alimentazione adeguata, l'accesso
all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitarie.
Le donne e i bambini sono le vittime principali della povertà in cui versa il
paese, come tragicamente dimostrano i tassi
di mortalità, tra i più alti al mondo nonostante la riduzione
della mortalità infantile negli ultimi anni che, dal 2001 è passata da 316
bambini morti ogni 1.000 nati vivi al dato attuale di 283 decessi prima del 5°
anno di vita.
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