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Repubblica democratica del Congo

geografia



Repubblica democratica del Congo Stato situato nell'Africa centrale, confina a nord con la Repubblica Centrafricana e il Sudan, a est con l'Uganda, il Ruanda, il Burundi e il lago Tanganica che lo separa dalla Tanzania, a sud con lo Zambia e a sud-ovest con l'Angola, a ovest con l'enclave angolana di Cabinda e con la Repubblica del Congo. L'estrema propaggine occidentale del paese è uno stretto cuneo che sbocca sull'Atlantico lungo 40 km di costa. Il paese si chiamò Congo Belga fino al 1960, anno in cui raggiunse l'indipendenza proclamando la Repubblica democratica del Congo; nel 1971 cambiò il nome in Zaire e nel 1997 ha assunto la denominazione di Repubblica democratica del Congo. Ha una superficie di 2.345.409 km e la sua capitale è Kinshasa



Ricca e molto diversificata si presenta la vegetazione: palme da olio e alberi della gomma sono molto diffusi, così come banani e palme da cocco. Numerose sono le specie di piante da legname pregiato, tra cui teak, ebano, cedro africano, mogano, iroko.

Particolarmente varia e abbondante è la 515c26f fauna, con presenza di leoni, elefanti, leopardi, scimpanzé, gorilla, giraffe, ippopotami, zebre, bufali e varie specie di rettili e di uccelli; numerosissimi gli insetti, molti dei quali portatori di malattie endemiche come la mosca tsè-tsè e la zanzara anopheles, che trasmette la malaria

Risorse naturali

Il Congo-Zaire possiede ingenti risorse minerarie, soprattutto giacimenti di cobalto (il 65% delle riserve mondiali), rame, uranio, oro e diamanti. La presenza di varie zone climatiche permette una produzione agricola estremamente diversificata, con estensive risorse forestali. Il fiume Congo e i suoi affluenti formano una vasta rete navigabile, che costituisce un notevole potenziale idroelettrico.

Con uno dei tassi di crescita demografica più alti di tutta l'Africa, il Congo-Zaire ha una popolazione di 42.545.000 abitanti (censimento del 1994) con una densità di 18 unità per km , distribuiti soprattutto lungo il basso corso del fiume Congo e nelle alteterre orientali.

La popolazione del paese, in maggioranza occupata nell'agricoltura, comprende più di 200 gruppi etnici, per l'80% di lingua bantù. Gruppi di origine sudanese vivono al nord; nilotici pigmei e altre etnie sono presenti in varie zone del paese. I più numerosi sono i kuba, i bakongo, i mongo (tutti bantù) e i mangbetu-sandé (camitici). Ridotto è il numero degli europei rimasti.

Nel paese si parlano più di 200 dialetti e quattro lingue, lo swahili nell'est, il kikongo nell'area tra la capitale e la costa, lo tshiluba al sud, il lingala lungo il Congo. Il francese è la lingua ufficiale.

Circa il 75% della popolazione è cristiana, soprattutto di fede cattolica, ma numerosi sono anche i protestanti; diffusi sono i culti animistici e sette che professano forme di sincretismo religioso.

L'istruzione è obbligatoria dai 6 ai 14 anni di età. Kinshasa, Lubumbashi e Kisangani sono sedi di università e dei principali musei del paese.

Per approfondimenti sull'arte e l'architettura del Congo-Zaire, vedi Arte e architettura africana

Suddivisioni amministrative e città principali

Il Congo-Zaire è suddiviso in 11 regioni amministrative: Bandundu, Equateur, Kasai orientale, Kasai occidentale, Kinshasa, Kivu settentrionale, Kivu meridionale, Maniema, Shaba, Alto Zaire, Basso Zaire. Capitale e città principale è Kinshasa, ex Léopoldville (4.655.000 abitanti secondo il censimento del 1994); altri centri importanti sono Lubumbashi, ex Elisabethville, capoluogo dello Shaba, e Kisangani, ex Stanleyville, centro fluviale dell'interno. Tra le città minori si annoverano Bukavu, Matadi, Mbandaka e Boma, ex capitale sia dello Stato indipendente del Congo sia del Congo Belga.

Estese risorse agricole, minerarie ed energetiche fanno del Congo-Zaire uno dei paesi potenzialmente più ricchi dell'Africa, ma gli avvenimenti che si sono susseguiti dopo la conquista dell'indipendenza nel 1960 hanno avuto come conseguenza una crescita economica estremamente limitata, ulteriormente ridotta all'inizio degli anni Novanta a causa di un tasso d'inflazione altissimo e di un deficit incolmabile, aggravato dall'eccedenza delle importazioni, di un prodotto interno lordo in costante caduta e di una produzione mineraria in declino. Nel 1994 la Banca mondiale dichiarò il paese insolvente e il Congo-Zaire fu estromesso dal Fondo monetario internazionale

Circa tre quarti della forza lavoro è impiegata nell'agricoltura, settore che copre un terzo del PIL. Vaste aree del bacino del Congo sono fertili, ma solo il 3% delle aree coltivabili sono sfruttate. I prodotti principali sono batata, manioca, canna da zucchero, mais, miglio, banane, arachidi, riso, caffè, semi e fibra di cotone, caucciù. Dopo la nazionalizzazione di molte imprese agricole gestite da stranieri, la produzione si è circoscritta al fabbisogno interno.

L'allevamento, non molto esteso, di bovini, caprini, ovini, suini e pollame viene praticato nelle zone più elevate, meno infestate dalla mosca tsè-tsè. Il patrimonio forestale, soprattutto per le essenze pregiate, è poco sfruttato, e altrettanto modesta è la pesca, finalizzata all'autoconsumo della popolazione.



La ricchezza del paese si fonda principalmente sulle risorse minerarie, soprattutto cobalto e diamanti ad uso industriale (dei quali il Congo-Zaire è il maggiore esportatore), rame e rottami di ferro; vengono estratti inoltre uranio, stagno, oro, argento, zinco, manganese, tungsteno e cadmio. Riserve di petrolio al largo della costa vengono sfruttate già dal 1975. L'industria è monopolizzata dal settore di trasformazione dei prodotti minerari: derivati del petrolio, cemento, acido solforico. Vi sono inoltre manifatture di tabacco, di prodotti alimentari, birra, calzature, tessili.

Il rame è il principale prodotto delle esportazioni, coprendo più della metà del volume totale, seguito da diamanti, cobalto, petrolio grezzo e caffè. I maggiori partner commerciali del Congo-Zaire sono Belgio, Stati Uniti, Germania, Francia e Italia.

L'unità monetaria del paese è il nuovo zaire, introdotto al tasso di 1 nuovo zaire per 3 milioni di vecchi zaire dopo la pesante crisi economica sfociata agli inizi degli anni Novanta in una crescita del tasso d'inflazione al 4000%.

Comunicazioni e trasporti

Con 5254 km di rete ferroviaria, sono garantite le comunicazioni all'interno del paese e il collegamento con il porto di Benguela in Angola e con altri paesi a est e a sud. La rete stradale, che si estende per 146.500 km, versa in condizioni precarie, contribuendo al declino dell'agricoltura. Le acque interne, soprattutto fluviali, sono estesamente usate come vie di comunicazione e coprono in totale 13.700 km. Il Congo è navigabile dalla foce a Matadi (134 km): da qui per arrivare alla capitale si procede per ferrovia; dopo Kinshasa si riprende via fiume per altri 1600 km. I porti principali sono Matadi e Boma, lungo il basso Congo, e Banana, alla foce. Nel paese ci sono cinque aeroporti internazionali e una compagnia di bandiera.

La Costituzione del 1978 dotò il paese di un sistema di governo presidenziale fortemente centralizzato, basato su un regime a partito unico. Nel 1990 un'ondata di malcontento popolare per le disastrose condizioni dell'economia, aggravate da una corruzione diffusa nella classe politica e nella burocrazia, e per gli abusi dei diritti umani, costrinse il presidente Mobutu Sese Seko (al potere dal 1965) ad annunciare una fase di transizione verso un sistema multipartitico: i partiti di opposizione furono legalizzati e nel luglio del 1991 fu indetta una Conferenza nazionale che avrebbe dovuto decidere sul futuro politico della nazione. Le pretese di Mobutu di ampliare i suoi poteri innescarono tuttavia un conflitto: la Conferenza nazionale chiuse i suoi lavori con lo scioglimento dell'Assemblea nazionale, l'organo legislativo, sostituita da un Alto consiglio della repubblica (HCR) formato da 435 membri. La tensione tra quest'ultima istituzione, dominata dall'opposizione, e Mobutu diedero luogo nel 1993 alla formazione di due governi rivali. Nel 1994 fu costituito un Parlamento di transizione, composto da membri dell'HCR e membri dell'ex Assemblea, che stabilì un periodo di 15 mesi come durata del processo di transizione alla democrazia, durante il quale si sarebbero indette nuove elezioni e un referendum costituzionale. Tali scadenze sono state posticipate al 1997, e ulteriormente affidate a data da destinarsi dopo gli ultimi avvenimenti che hanno visto la fine del regime di Mobutu, durato più di trent'anni.




"Repubblica democratica del Congo," Enciclopedia® Microsoft® Encarta © 1993-1997 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.


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