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AUSTRALIA
Geografia
L'Australia è uno Stato dell'emisfero australe. Ė bagnata dall'Oceano Indiano a Ovest e a Sud e dall'Oceano Pacifico a Nord e a Est. Mari minori sono quelli di Timor (tra L'Australia e l'isola di Timor), degli Arafura, dei Coralli e di Tasman che la separa dalla Nuova Zelanda. L'Australia ha una superficie di ca. 7.700.000 km2, la più grande isola del mondo è estesa per 3153 km da N a S e per 4006 km da W a E, con le sue vaste e compatte superfici si oppone al frammentato mondo insulare da cui è circondata sia a N (gli arcipelaghi che fanno da ponte verso l'Asia) sia a E (gli archi insulari del Pacifico). La sua occupazione e il suo popolamento, praticamente iniziati nel secolo scorso, sono fondamentalmente opera degli Inglesi, con successivi apporti di altri gruppi europei, soprattutto di Italiani. L'assenza di contrasti con le popolazioni originarie, rimaste sino a oggi immerse in una loro inerme e remota preistoria, la vastità degli spazi, l'omogeneità razziale fermamente difesa dagli immigrati sono tutti fattori che hanno contribuito alla grande ascesa dell'Australia: non più semplice terra di colonizzazione soggetta agli interessi della Gran Bretagna, è oggi nazione destinata a svolgere un ruolo sempre più decisivo nel sud-oriente del globo e, nonostante una popolazione di meno di 17 milioni di ab., riveste enorme importanza, perché costituisce un Paese moderno, di matrice europea, nella vasta area compresa tra l'Asia meridionale e le isole del Pacifico.
Geomorfologia
La conformazione dell'Australia è estremamente semplice. Al vasto corpo centrale e occidentale si oppone per ca. 3000 km da N a S la fascia di rilievi chiamata unitariamente Grande Catena Divisoria, dalle forme dolci e costituita da una successione di altopiani (tablelands e highlands). Solo nell'estrema sezione meridionale il rilievo è più vigoroso, formando le cosiddette Alpi Australiane, che nel m. Kosciusko (2230 m) raggiungono la massima altitudine dell'Australia; relativamente elevati sono anche i vicini Monti Azzurri (Blue Mountains), dove affiorano importanti giacimenti carboniferi. Il resto dell'Australia presenta linee prevalentemente 454f55e orizzontali; Al centro dell'Australia si trovano i m. Macdonnell e Musgrave, alti in media 1500 m, i quali dominano le ampie depressioni chiuse a E dalla Grande Catena Divisoria. A W si elevano i m. Hamersley e altri lievi altopiani delimitanti il bacino costiero di Perth e verso l'interno, il Deserto Gibson e la Nullarbor Plain. A N infine gli altopiani di Kimberley (936 m) e di Arnhem chiudono verso l'interno altre depressioni. Le coste, che si sviluppano per oltre 19.000 km, presentano forme varie: sono rettilinee e a falesia in corrispondenza dei bacini sedimentari (p. es. lungo la Gran Baia Australiana, che corrisponde al limite attuale della regressione marina), articolate a N dove si alternano frammentazioni insulari (specie lungo le coste dei mari di Timor e degli Arafura) e insenature profonde, come il golfo di Carpentaria, chiuso dalla pronunciata penisola di Capo York. A E la morfologia costiera è determinata dal vicino rilievo, specie nella parte meridionale, dove si aprono alcune belle baie; la costa nord-orientale, bagnata dai mari tropicali, è preceduta e protetta dalla Grande Barriera Corallina (Great Barrier Reef) lunga 2000 km, esempio unico al mondo per la vastità e singolarità dell'ambiente costruito dalle concrezioni coralligene fino a 200 km di distanza dal litorale.
Il clima
L'Australia è compresa quasi per intero nella fascia tropicale australe e contraddistinta perciò in genere da clima di tipo continentale caldo, arido e con forti escursioni termiche; tuttavia vi si possono individuare differenze da zona a zona, per il notevole sviluppo latitudinale e per la presenza della Grande Catena Divisoria. Diverse sono anche le manifestazioni climatiche nell'arco annuale, in relazione agli spostamenti stagionali del fronte intertropicale. In base a questi si ha, durante l'inverno australe (da giugno a settembre), la formazione di masse d'aria anticicloniche continentali che interessano anche il nord, mentre nel sud si ha l'invasione delle masse d'aria marittime polari (cui si collegano i venti occidentali, i westerlies); durante l'estate australe si verifica invece la penetrazione dell'aria calda e umida proveniente dalla fascia equatoriale, responsabile dei cosiddetti "monsoni" australiani che investono il nord del Paese. L'aria marittima tropicale non penetra tuttavia nell'interno, anche a causa dell'ostacolo costituito dalla Grande Catena Divisoria, per cui tutta la parte a W della catena resta estranea a una circolazione umida, con conseguente generale aridità. Si possono così riconoscere diverse zone climatiche. In tutta la facciata settentrionale e nord-orientale si ha un clima umido, con variazioni termiche non rilevanti (la media è di 24º C) e con precipitazioni, prevalentemente estive, ovunque superiori ai 1200 mm annui; nella facciata sud-orientale si ha un clima subtropicale umido, con poco più di 1000 mm annui di precipitazioni, più uniformemente distribuite nel corso dell'anno, che nell'estremo SE dell'Australia e in Tasmania assume i caratteri del clima temperato umido fresco (od oceanico), a causa dei forti influssi marittimi e anche della corrente marina circumpolare; nell'Australia sud-occidentale il clima subtropicale è caratterizzato da una lunga estate siccitosa, con piogge invernali, mentre il resto dell'Australia presenta un clima nettamente arido, con precipitazioni che passano dai 100 mm e anche meno della zona del l. Eyre ai 500 mm delle aree periferiche sett. e orientali. Le temperature variano alquanto da S a N, con medie di gennaio rispettivamente di 24º C e 18º C e medie di luglio di 16º C e 10º C. Nella sezione arida dell'Australia forti sono i contrasti termici: nella parte più interna si hanno medie in gennaio di 30º C e in luglio raramente superiori ai 10º C (ad Alice Springs si sono registrati valori di +45º C e di -5º C); forti sono anche le escursioni giornaliere.
L'idrografia
Alla generale aridità di tutta l'ampia sezione centrale e occidentale si connette la povertà dell'idrografia. Gli unici fiumi sono alimentati dalla fascia montagnosa orientale e da quella settentrionale; i fiumi del versante esterno sono però molto brevi data la vicinanza dei rilievi alla costa; quelli diretti verso l'interno hanno invece uno sviluppo maggiore. Il principale corso d'acqua dell'Australia è il Murray, che nasce dalle Alpi Australiane, con un bacino assai esteso (910.000 km2) che comprende anche quello del suo affluente Darling, lungo 2720 km, ma con una portata povera e un regime molto irregolare. Il Murray, che è lungo 2575 km, è invece relativamente ricco d'acqua e il suo regime, oggi in parte controllato da sbarramenti nella parte superiore del bacino, più regolare; esso alimenta così una vasta regione agricola, che sfrutta le sue acque per l'irrigazione. A N del bacino del Murray si stende il Grande Bacino Artesiano una vasta depressione in cui affiorano numerose falde acquifere che si raccolgono ai piedi della Grande Catena Divisoria. Il bacino è attraversato da corsi d'acqua a regime temporaneo (creeks), che si perdono in laghi salati, tra cui il più esteso è l'Eyre (9583 km2). Tutta la parte occidentale, poverissima di precipitazioni e morfologicamente pianeggiante, manca anche di fiumi temporanei.
La flora e la fauna
Dal punto di vista floristico l'Australia ospita specie caratteristiche e uniche, risultato di adattamenti specifici nonché di lunghi isolamenti rispetto ad altre aree continentali. Tra le specie arboree più diffuse e caratteristiche c'è l'eucalipto, che si presenta in un gran numero di varietà. Le associazioni vegetali sono legate al clima tropicale, però esse variano alquanto in rapporto alla piovosità: nella fascia piovosa orientale e settentrionale vi è una foresta tropicale pluviale frangiata sulla costa dalle mangrovie; sui rilievi, e progressivamente, passando verso S, sino in Tasmania, si ha la foresta temperata australe, ricca di specie ma dominata da diversi eucalipti tra cui alcuni giganteschi, come l'Eucalyptus regnans, che raggiunge anche i 100 m. Sul versante interno della Grande Catena Divisoria incomincia il regno delle foreste rade, delle savane con forme sempre più povere di alberi; tra questi predominano gli eucalipti, le acacie e le casuarine. Su ampi spazi si hanno zone a prateria (il cosiddetto bush), disseminate di solitarie acacie. La formazione più estesa è rappresentata però dallo scrub, steppa arbustiva e cespugliosa, con specie diverse, acacie spinose, ecc. Nelle zone meridionali che hanno un clima vicino a quello mediterraneo si ritrova una specie di macchia e, nelle aree più piovose, una tipica foresta di eucalipti (jarrah). L'originalità del manto vegetale corrisponde a quella del mondo animale, che ospita un numero limitato di mammiferi, nessuno dei quali rintracciabile però in altri continenti. Le specie più diffuse appartengono ai marsupiali tra cui predominano il canguro e il koala. Unico animale aggressivo è il dingo. Numerosi sono i rettili e gli uccelli tra cui i corridori come l'emù, altro animale simile al porcospino è l'echidna; l'Australia, inoltre, è l'unico posto dove i cammelli sono liberi nel deserto. L'equilibrio biologico del continente non è oggi più quello originario, almeno nelle zone esterne dove la colonizzazione ha introdotto specie animali diverse, tra cui i conigli, che nelle steppe si sono riprodotti in gran numero, diventando un vero e proprio flagello.
Lo Stato
L'Australia costituisce uno Stato federale nell'ambito del Commonwealth britannico; lo compongono sei Stati federati: Australia Occidentale, Australia meridionale, Queensland, Nuovo Galles del Sud, Victoria e l'isola di Tasmania, oltre al Territorio del Nord e al Distretto Federale in cui è situata la capitale, Canberra. L'Australia possiede inoltre gran parte dei territori dell'Antartide. In base alla Costituzione promulgata nel 1901, capo dello Stato è il sovrano del Regno Unito che è rappresentato da un governatore generale. Il potere esecutivo è esercitato dal Consiglio esecutivo federale, presieduto dal primo ministro e responsabile dinanzi al Parlamento federale, che detiene il potere legislativo e si compone del Senato e della Camera dei rappresentanti, i cui membri sono eletti a suffragio diretto, rispettivamente per 6 e 3 anni. Ciascuno Stato ha un proprio Parlamento e un proprio governo (è invece amministrato direttamente dal governo centrale il Territorio del Nord); sono di competenza statale le norme concernenti l'istruzione, la sanità, la pubblica sicurezza, i trasporti, l'agricoltura, i lavori pubblici, ecc., mentre dipendono dal potere federale la politica estera, la difesa, l'emissione monetaria, i servizi sociali, la marina, ecc. L'Australia, che, compresa la Tasmania, si estende su un territorio di 7.682.300 km2, ha una popolazione di circa 16.468.000 ab.; la lingua ufficiale è l'inglese e la religione professata dalla maggior parte della popolazione è la protestante (4 milioni ca. sono i cattolici).
Popolamento: le origini
L'Australia non ha dato fino ad oggi resti fossili di Ominidi presapiens; rari sono anche i reperti ossei anteriori al III millennio a. C., nonostante si siano moltiplicate le scoperte di siti preistorici con notevoli corredi d'industria litica, il più antico dei quali risale a ca. 36.000 anni fa (lago Mungo, nel Territorio del Nord). Dallo studio comparato dei reperti litici e dei crani fossili, è stata avanzata l'ipotesi che gli aborigeni Australiani derivino, per metamorfismo regionale, dagli Homo sapiens sapiens dell'Insulindia (analogie morfologiche con i reperti di Wadjack, Giava, Niah, Borneo): secondo alcuni studiosi si ebbero flussi migratori di genti nomadi dedite alla caccia, pesca e raccolta, che avvennero in tre fasi, anche via mare, dall'isola di Timor verso le coste di nordovest e dalla Nuova Guinea verso la Terra di Arnhem e la Penisola di Yorke. Altri ritengono che si sia trattato di un'unica migrazione attraverso la Nuova Guinea verso le regioni settentrionali dell'Australia, verificatasi durante la fase finale della glaciazione Würm (ca. 40.000 anni fa). In ogni caso, le trasformazioni climatico-ambientali e la topografia del continente non favorirono nè insediamenti stabili nè l'elaborazione di tecniche agricole; così pure, le caratteristiche morfologiche del tipo umano australiano hanno subito lievi modifiche, come testimoniano dei reperti risalenti a 15.000 e 9 000 anni fa, comparati con quelli degli aborigeni attuali e dei Tasmaniani (oggi estinti). La diffusione di queste genti nell'Australia fu lenta e frammentaria. Il rinvenimento di numerosi siti abitati fin nel cuore del continente (in epoca preistorica ancora ricco di vegetazione e di animali), nei quali è presente una notevole industria litica con minime variazioni locali, l'identica organizzazione delle strutture socio-culturali e religiose fanno pensare che le numerose "orde" derivino da una sola stirpe o, quantomeno, che si sia affermato il modello culturale e di vita di un solo gruppo dominante. Particolarmente importanti, in proposito, sono risultate le indagini nei siti di recente scoperta nel Territorio del Nord nel Sud-Est e nel Queensland. La frammentazione dei gruppi e l'esiguo numero di abitanti (gli aborigeni non superarono mai le 600.000 unità) in rapporto agli ambienti abitabili favorirono la staticità del modo di vivere nomade, di cacciatori-raccoglitori: alla fine del sec. XVIII le popolazioni autoctone avevano ancora a disposizione vasti territori fertili, pur essendo concentrate nelle regioni orientali (soprattutto nel Sud-Est) e settentrionali del continente, e in poche altre zone. L'impatto con i colonizzatori bianchi fu distruttivo, non solo per gli eccidi perpetrati ma soprattutto per le profonde e rapide trasformazioni conseguenti l'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento e poi dello sfruttamento minerario. Agli inizi del sec. XX gli aborigeni (compresi i meticci) erano ridotti a circa 50.000 unità, ma, a partire dagli anni Cinquanta, si è andata verficando una ripresa demografica, grazie soprattutto ai provvedimenti statali in loro favore. Nel 1977 venne istituita una grande riserva nel Territorio del Nord in cui risiedono i superstiti di 300 dei 500 gruppi censiti all'inizio di questo secolo; altre riserve sono state create, dal 1985, nel Nuovo Galles del Sud (abitate in prevalenza da meticci) e più di recente una ventina di riserve sono in funzione nel Queensland (penisola di Capo York), nella Terra di Arnhem e in qualche altro Stato. Al censimento del 1989 risultavano circa 80.000 aborigeni (di cui meno della metà puri) "autonomi", cioè esclusi i meticci che si sono integrati al modo di vita dei bianchi e che in gran parte risiedono ai margini delle grandi metropoli australiane.
Popolamento: i primi coloni
Scoperta dai Portoghesi, "riscoperta" dagli Olandesi, l'Australia fu popolata dagli Inglesi: si trattò però inizialmente di forzati, cioè ergastolani rinchiusi in colonie penali. La prima di tali colonie fu fondata a Sydney nel 1788; altri luoghi di pena furono creati poi a Port Moreton (Queensland), ad Albany, Perth, Melbourne, ecc. Ma già all'inizio del secolo scorso cominciarono ad affluire i primi coloni liberi, che crearono ranches o stations stagionali per l'allevamento. Si trattò quindi, inizialmente, di allevatori (squatters), non di agricoltori; questi ultimi giunsero successivamente, soprattutto con la diffusione della coltura della canna da zucchero. Furono occupate solo le zone costiere, mentre l'interno restò a lungo inesplorato; in particolare si ebbero insediamenti intorno ai porti, da cui partivano alla volta della Gran Bretagna i prodotti della pastorizia e dell'agricoltura.
Immigrazione e demografia
La grande immigrazione ebbe inizio alla metà del secolo scorso con un ritmo annuale di ca. 100.000 individui, quasi tutti provenienti dalla Gran Bretagna. Lo sfruttamento minerario, iniziatosi con la scoperta di giacimenti auriferi, accrebbe l'ondata immigratoria. Nel 1880 la popolazione, quasi interamente bianca, era salita a 2,2 milioni; gli aborigeni nel frattempo erano fortemente diminuiti, in seguito sia all'eliminazione da parte dei bianchi sia alle malattie contratte dai nuovi venuti. Nel 1900 la popolazione era già di 3,7 milioni, per la maggior parte stanziata nel Nuovo Galles del Sud e nel Victoria: questa dislocazione intorno ad alcuni grandi centri portuali fu successivamente all'origine della divisione in diversi Stati. L'immigrazione di Italiani cominciò piuttosto tardi, con la richiesta di manodopera che non fosse di colore; oggi essi formano la comunità più numerosa (ca. 290 mila individui), ma rilevanti sono pure quelle di Greci, Olandesi, Tedeschi e Siriani. Gli Italiani si sono tradizionalmente insediati in aree agricole: nelle piantagioni di canna da zucchero della costa settentrionale del Queensland, nei territori rurali dell'Australia sud-occid., soprattutto presso Perth, e nei territori a economia mista, rurale e urbana, nei pressi di Sydney e di Melbourne. A partire dagli anni Cinquanta questo schema cambia ed è l'industrializzazione ad attirare la manodopera italiana, che trova occupazione nelle industrie pesanti delle maggiori aree metropolitane: in particolare in quella di Melbourne, dove oggi vive più di un terzo di tutti gli Italiani immigrati in Australia. Agli apporti dall'esterno si aggiunsero nel frattempo quelli dovuti all'incremento naturale; l'aumento demografico ha inoltre ricevuto un notevole impulso dall'ondata immigratoria seguita alla II guerra mondiale, che ha suscitato nuovi sviluppi economici dell'Australia: l'incremento annuo è oggi dell'1,4%, in parte dovuto alla crescita naturale e in parte all'immigrazione. La popolazione, di 18.000.000 di abitanti, ha una densità di 2 ab./km2; la distribuzione è però molto ineguale, con massime concentrazioni (densità superiori anche ai 50 ab./km2) intorno ai grandi centri urbani: Brisbane, Sydney, Adelaide, Melbourne, ossia nella grande fascia esterna (la cosiddetta Australia "utile") dal clima meno arido. Sensibili mutamenti si sono verificati anche in città periferiche rispetto al tradizionale baricentro del Sud-Est: così, per es., la popolazione di Perth è passata da 550.000 ab. nel 1966 a oltre un milione di ab. e un incremento analogo ha avuto Darwin, capitale del Territorio del Nord. Inoltre, nel territorio sud-orientale dell'Australia si stanno coagulando due piccole megalopoli. La prima lungo le coste del Nuovo Galles del Sud; l'area centrale è costituita da Sydney, mentre due ali sono rappresentate da Newcastle, a nord, e da Wollongong, a sud; in mezzo a queste due ali si sta ampliando lungo la costa un fitto tessuto di centri intermedi. La seconda megalopoli si sta formando tra Melbourne e Adelaide, lungo le strade e la ferrovia che collegano le due città e con diramazioni lungo le direttrici costiere, tra la Baia di Port Phillip e il Golfo di San Vincenzo. L'interno non manca comunque di risorse: la sua penetrazione procede ovviamente a rilento, anche perché l'organizzazione territoriale avviene in spontanea funzione dell'economia capitalistica, non dirigistica. Nell'interno vi sono aree minerarie e zone pioniere dedite soprattutto all'allevamento (grandi e organizzati ranches); assai importante è il ruolo svolto dalle ferrovie nella nascita di nuovi centri. Benché nelle zone esterne agricole non manchino né villaggi né farms isolate, la popolazione ormai vive per quasi l'86% nelle città; tra esse i grandi aggregati di Sydney e Melbourne ospitano complessivamente oltre 6 milioni di abitanti. Sydney, metropoli di stampo americano fitta di grattacieli, è il massimo porto, centro finanziario e industriale su cui gravita tutta una serie di altre città industriali. Melbourne, valorizzata soprattutto in passato, ha un volto più conservatore, però è attivissimo centro commerciale. Centri portuali sono anche Brisbane, Adelaide, Perth, le tre altre maggiori città, e sempre sulla costa sono Wollongong, Newcastle, Townsville, Rockhampton, ecc., sbocchi di zone minerarie o agricole. Hobart è importante in quanto capitale della Tasmania; Canberra è infine l'accogliente capitale federale.
Folclore: gli europei
In questo continente coesistono un folclore europeo e uno aborigeno. Il più vistoso è indubbiamente quello di origine europea. La storia della colonizzazione inglese ha assunto aspetti tali da determinare nello stesso tempo un'adesione a tradizioni di vita inglese e un'avversione per l'originaria madrepatria. Lingua, usi e costumi, feste, passioni sportive sono sostanzialmente inglesi, anche se hanno subito alcune modificazioni più o meno accentuate. Certi aspetti della sistemazione urbanistica, i locali pubblici (pubs per gli uomini, clubs per le donne), un certo tipo di emancipazione femminile, fenomeni e situazioni che si riscontrano principalmente fra gli abitanti delle città richiamano nettamente l'Inghilterra. Nelle campagne, dove nonostante ogni modernità sussiste il mito dell'allevatore (molto simile al cow-boy nordamericano) con la sua atmosfera pionieristica, si è instaurato un sistema di vita che per certi lati richiama quello degli Stati Uniti d'America, forse per una certa somiglianza del processo di colonizzazione. Le piccole città rurali (non si trovano in Australia villaggi e paesi veri e propri) hanno quindi elaborato un tipo di folclore di origine recente, che impronta ormai la loro vita come una vera e propria tradizione. Lotterie nazionali e corse di cavalli riflettono forse un'originaria sete di ricchezza manifestatasi nella "corsa all'oro", che anche in Australia ha avuto i suoi momenti da epopea. Avvenimento nazionale è l'annuale Melbourne Cup, la più importante corsa di cavalli australiana; ma le manifestazioni ippiche nel Paese si contano a centinaia. Numerosissime sono pure le manifestazioni simili ai rodei americani, dove si esibiscono gli spericolati buckjumpers, domatori di puledri selvaggi. Il folclore sportivo è il terzo elemento di questo quadro: notevolmente praticati sono il nuoto, il tennis, il cricket, il rugby e il golf. Altre attività sportive entrate nelle tradizioni australiane sono il pugilato e il surfing, sport balneare nel quale l'Australia è stata per anni la nazione-guida. Su ogni spiaggia si svolgono annualmente competizioni di surf, tanto popolari da essere entrate nell'iconografia della pubblicità turistica.
Folclore: gli aborigeni
Il folclore aborigeno è assai limitato; la storia degli Australiani originari si è conclusa con la creazione di riserve (centro e coste nord-occidentali), dove si conservano, nonostante la vicinanza di una civiltà industriale assai evoluta, tradizioni primitive innestate su condizioni di vita estremamente disagiate. Accade sempre più spesso che gli aborigeni dividano la loro esistenza fra vita tribale e vita nelle città. La cultura di queste genti è a un livello totemico e si manifesta in cerimonie con danze caratteristiche (come la "danza del gabbiano"), eseguite oggi anche come spettacolo per turisti. Persistono l'uso delle pitture corporali e la pratica di riti iniziatici (prove di coraggio). Oggetti tipici di queste genti sono il celebre boomerang, il propulsore detto woomora e la cjuringa, strumento magico custodito da ogni tribù e consistente in una paletta ovale che viene legata a una corda e fatta girare vorticosamente perché emetta un sibilo caratteristico.
Codroipo, 20 maggio 2001
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