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SCHEDA LIBRO DE "LA CHIMERA"

generale




SCHEDA LIBRO DE "LA CHIMERA"


Titolo: La Chimera

Autore: Sebastiano Vassalli

Tipo di libro: romanzo storico (perché è stato tratto da un vero manoscritto che ha testimoniato il processo della strega)

Vassalli, Sebastiano. Scrittore (Genova 1941) . Dopo aver esordito con il Gruppo'63, ha pubblicato prose sperimentali (Narcisso , 1968; Tempo di màssacro , 1970; Il millennio che muore , 1972), raccolte di poesia informale (Disfaso , 1968; La poesia oggi , 1971) e prove narrative (L'arrivo della lozione , 1976; Abitare il vento , 1980; Mareblu , 1982), dove l'uso di un linguaggio ironico e fortemente espressivo è lo strumento di un'aspra condanna della società di massa. Vassalli è tornato a forme letterarie più tradizionali con La notte della cometa (1984), biografia romanzata del poeta D. Campana. L'alcova elettrica (1986) ricostruisce il processo per offesa al pubblico pudore contro i futuristi fiorentini. La chimera (1990), storia tragica di Antonia, strega di Zardino, villaggio padano del Seicento, diventa il pretesto per alludere ai mali contemporanei. Fra le altre opere di Vassalli sono da segnalare Il Cigno (1993), che prende spunto da un omicidio di mafia verificatosi a Palermo alla fine del 1800, e Cuore di pietra (1996), romanzo incentrato su una casa.



Ambientazione:

Il romanzo si svolge per intero nella provincia novarese, a Zardino, che ora non esiste più, probabilmente è stato cancellato dalle pestilenze, dalle guerre o da incendi. In ogni modo Zardino era un piccolo borgo abitato da contadini, circondato da campi di grano turco e dalle risaie, ed è dominato da due collinette formatesi con i sedimenti del Sesia che scorreva a poche centinaia di metri, ed era soprannominato dagli abitanti di Zardino "il dosso dei ceppi rossi" o "il dosso dell'albera", dove le dicerie di paese affermavano che avvenissero i sabba, in pratica dove erano effettuati riti satanici dalle streghe possedute dal demonio.

Il romanzo si colloca tra il XVI e il XVII secolo, in piena dominazione spagnola. L'autore inizia con la nascita d'Antonia, il 17 gennaio del 1590, e termina il romanzo il 20 agosto del 1610, quando morì Antonia.


Riassunto:

Antonia, orfanella abbandonata nei pressi del convento di S. Michele a Novara, cresce tra le suore e le loro numerose funzioni religiose, la rigida disciplina del convento e la dottrina cattolica. Come tutte le abbandonate del convento, è destinata ad essere "adottata" da un visitatore qualsiasi; all'età di dieci anni, Antonia è infatti presa in custodia dai due coniugi Nidasio, provenienti dalla "bassa" novarese, e precisamente da Zardino. Il suo arrivo al paese è fonte di voci e pettegolezzi delle comari, che si scandalizzano per la diversità della bambina e per la sua inutilità nella campagna. In realtà Antonia cresce molto bella ed intelligente, suscitando l'invidia di buona parte del paese. Nel frattempo la città di Novara è segnata da avvenimenti importanti: tra questi spicca il vescovado di Carlo Bascapè, uomo dai grandi ideali, inimicatosi con la Roma cattolica e corrotta del tempo e per questo confinato a Novara; nella sua nuova diocesi cambia radicalmente la vita dei fedeli, costringendoli ad una fede più sincera, meno scaramantica ed esteriore. Inoltre fa sostituire i molti preti e parroci corrotti , che si occupavano di usura, attività illecite e non caste. Le sue riforme raggiungono anche Zardino: il vecchio parroco Don Michele è infatti sostituito dal giovane ambizioso Don Teresio, che abitua i paesani a frequenti cerimonie ed offerte in denaro. Antonia viene presto scacciata dall'ambiente della chiesa per aver riso del vescovo Bascapè in visita a Zardino. Da quel momento tiene spesso in pubblico discorsi sull'inutilità dei preti e delle loro "favole" su paradiso ed inferno, atte solo a rubare dei soldi alla povera gente. Inoltre rifiuta proposte di matrimonio di nobili ricchi, ricoprendosi dell'accusa di superbia da parte del paese. Quest'accusa è resa più forte quando Antonia si fa ritrarre da un pittore nelle vesti della Madonna del Soccorso. All'età di diciannove anni la ragazza si innamora di Gasparo. Egli riunisce squadre di risaroli da portare a Zardino. I due si incontrano di notte di nascosto nei pressi del "dosso dell'albera" (collina con un castagno dove si pensava che le streghe si incontrassero col diavolo), e lui la inganna con grandi promesse. Antonia viene sorpresa più volte dai "Fratelli Cristiani" i vigili urbani dell'epoca, che impedivano fughe notturne ai risaroli, che la riportano a casa con la forza. Tutte questi comportamenti misteriosi della giovane alimentano le voci che ella sia una strega e che di notte partecipi ai "sabba" (incontri col diavolo). Antonia si vede così dapprima evitata dalla gente, poi isolata, poi ancora offesa. Infine Don Teresio la denuncia al Tribunale ecclesiastico di Novara, presieduto dall'inquisitore Manini; egli si interessa con grande fervore al caso per ridare l'indipendenza e l'importanza perduta al Tribunale, approfittando dell'assenza di Bascapè che si era recato a Roma. Vengono interrogati molti testimoni, che confermano la colpevolezza della "strega"; gli unici a raccontare la storia d'amore tra Antonia e il camminante sono l'amica Teresina, i genitori adottivi e il camparo Pietro Maffiolo. Questa storia, giudicata troppo semplice ed evidente, è però scartata. L'imputata viene così arrestata e torturata brutalmente perché confessi le sue colpe: stremata dal dolore ella afferma che di notte si incontrava con qualcuno che poteva anche essere un diavolo; Antonia viene quindi imprigionata nello scantinato del Tribunale, poi rinchiusa in una torre. Infine viene bruciata viva sopra al dosso dell'albera, issata su una pira di legni ricavati dal castagno "maledetto".


Personaggi: Antonia, la protagonista (a tutto tondo perché si evolve e cambia le sue idee); i coniugi Nidasio (piatti, caratterizzati da una grande bontà d'animo); le comari (piatti, caratterizzati dai pettegolezzi e dalle malignità); il Vescovo Bascapè (a tutto tondo perché prima vuole cambiare la chiesa e poi si rassegna e si rende conto che è impossibile); don Teresio (piatto, caratterizzato dalle sue prediche apocalittiche e dalle continue richieste di donazioni); don Michele (piatto, caratterizzato dalle sue attività illecite); l'inquisitore Manini (piatto, caratterizzato dalla sua ambizione e freddezza); il boia Bernardo Sasso (piatto, caratterizzato dalla pietà e dalla devozione al lavoro); Biagio lo scemo (piatto, caratterizzato dalla stupidità e dall'amore incontrollato per Antonia); Gasparo (piatto, caratterizzato dal senso di libertà e dalle "promesse da marinaio"). Tutti i personaggi, compresa la protagonista, sono però in secondo piano rispetto alla vicenda, che non è particolarmente romanzata: in tal modo l'autore riesce a creare un quadro della situazione nel '600. 


Commento:

La Chimera si ispira ad un manoscritto, il quale è la fonte degli elementi storici sui quali è basato il romanzo.Ha la religione come tema dominante, anche se nella Chimera è vista come strumento di potere e arricchimento dei parroci.

Il libro è abbastanza chiaro, e le descrizioni dei personaggi sono molto ben fatte.

Secondo me il titolo ha un valore simbolico, poiché ogni personaggio del racconto ha una sua chimera, vale a dire un sogno irrealizzabile, un'utopia, che molto spesso è legata al suo modo di porsi rispetto alla religione e alle sue autorità.

In conclusione la Chimera è un romanzo storico perché è stato tratto da un manoscritto, il quale ha testimoniato il processo della strega.








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