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La Siberia - POPOLAMENTO, CLIMA, TERRITORIO

generale



La Siberia


La Siberia è la maggior regione geografica della Repubblica Russa. Nel senso tradizionale del termine, la Siberia si stende dagli Urali all'Oceano Pacifico, tra il Mar Glaciale Artico a nord e i margini montuosi dell'alta Asia a sud. Alcuni autori, invece, considerano la Siberia in senso più stretto escludendo le regioni della costa pacifica. La descrizione che segue riguarda la Siberia nel senso più ampio della parola.

POPOLAMENTO

La Siberia si presenta, in complesso, come un paese nuovo, quasi spopolato prima del XVIII sec. Genti mongole avevano occupato le terre migliori del Sud, ai margini degli altipiani mongoli dell'Asia centrale; nei bacini dell'Ussuri e del basso Amur si erano insediate piccole collettività coreane, mentre le regioni subartiche erano attraversate da tribù nomadi di popolazioni paleoartiche (Samoiedi o Nenetz, Jacuti, Coriachi, ecc.), che però non superavano poche decine di migliaia. L'insediamento a opera dei Russi ebbe inizio nel XVIII sec., spesso sotto forma di deportazione. Le prime grandi ondate immigratorie seguirono la costruzione della ferrovia transiberiana, negli ultimi anni del XIX sec. e nei primi del XX, e la popolazione rimase ammassata nell 939e41j e zone meridionali; a nord del circolo polare artico la Siberia è scarsamente popolata.

CLIMA

La maggior parte della Siberia si trova a latitudini piuttosto elevate e risente inoltre in gran parte della continentalità. Nella Siberia centrale si trova il "polo freddo", cioè la regione in cui vengono registrate le temperature più basse del mondo: la medie di Gennaio sono infatti di -48 °C, -52 °C con punte anche di -68 °C. durante l'estate, nella Siberia settentrionale e orientale le temperature medie sono inferiori a 15 °C e lungo la costa, la tundra ricopre le zone dove la temperatura media è inferiore ai 10 °C. la Siberia è una regione arida, su cui cadono meno di 550 mm di precipitazioni all'anno, a eccezione del margine montuoso meridionale e delle regioni costiere dell'Oceano Pacifico: in Kamciatka si registra, ogni anno, oltre 1 m di precipitazioni, soprattutto nevose.



TERRITORIO

La Siberia occidentale è costituita quasi esclusivamente da una vastissima pianura, molto più uniforme di quella russa. Dal 65° parallelo fino alla costa settentrionale della penisola di Jamal, per oltre 2.000 km, non si incontra un'unica altura superiore ai 100 metri d'altura. Le acque scorrono con molta difficoltà, dato che a primavera il disgelo si svolge da monte verso valle lungo corsi d'acqua diretti da sud verso nord. La grande pianura della Siberia occidentale è limitata, a ovest, dalla catena degli Urali e a est dalla vallata dello Jenisei, che segue il margine occidentale degli altipiani della Siberia centrale. Ma lo Jenisei quasi non contribuisce alla pulizia della pianura, poiché tutti i suoi affluenti più importanti vengono da est. La Siberia occidentale corrisponde, fondamentalmente, al bacino idrografico dell'Ob e del suo grande affluente Irtys. A partire dalle tundre della costa artica e della penisola di Jamal, paludose durante l'estate, si susseguono, per una lunghezza di 1.500 chilometri, foreste e pantani. Tutta una serie di fattorie cooperative d'allevamento e di cantieri forestali segue le vallate dell'Ob e dell'Irtys, prima della loro confluenza. A sud, avvicinandosi al confine del Kazakistan, la foresta è sostituita dalla steppa nel senso russo della parola: si trovano quindi terreni coltivati a grano, barbabietole da zucchero e lino, e zone d'allevamento del bestiame, da Tobol'sk e Kurgan fino a Novosibirsk. Dal 1950 i terreni incolti sono stati dissodati meccanicamente. Kurgan è il principale centro regionale per la produzione di materiale agricolo; a Rubtzovsk vengono fabbricati trattori. La regione più animata e più popolata della Siberia occidentale è il Kuzbass, sul fiume Tom, dove si trovano giacimenti di carbone, di ferro e di altri metalli. Le principali città di questa regione industriale sono i centri minerari e metallurgici: Novokuznetzk, Kemerovo, ecc. la metropoli regionale è Novosibirsk. L'industria ha raggiunto anche al città di Tiumen, Omsk e Tomsk, divenute le basi per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del medio bacino dell'Ob (raffinazione del petrolio e petrolchimica).

La Siberia centrale è la zona tra la vallata dello Jenisei e le montagne che delimitano, a est, il bacino della Lena; vi si possono distinguere tre grandi complessi. Gli altipiani tra lo Jenisei e la Lena corrispondono, all'incirca, alla zona di stabilità strutturale dello scudo siberiano; la loro altezza si aggira, in genere, sui 500 m, tranne nella zona nordoccidentale, ma il clima è già rigido. Questi altipiani sono ricoperti dalla tipica foresta di conifere. Le principali vie di comunicazione sono costituite dalle vallate degli affluenti di destra dello Jenisei, che sono, da nord verso sud, la Tunguska Inferiore, la Tunguska Pietrosa e l'Angara, emissario del lago Bajkal. L'unico polo di attività economica è rappresentato dal complesso metallurgico di Norilsk, che lavora vari metalli non ferrosi come rame, nichel, platino, cobalto, collegato con il porto di Dudinka. Al nord gli altipiani della Siberia centrale dominano una vasta pianura bagnata dal Chatanga, che li separa dai monti Byrranga, formanti lo scheletro della penisola di Tajmyr. A nord di questa penisola l'arcipelago della Severnaja Zemlja si spinge fin oltre l'80° parallelo. Il secondo complesso della Siberia centrale è formato dal bacino medio e inferiore della Lena, grande conca nel cui centro si trova la Jacuzia, che si spinge poi anche nella Siberia orientale. La foresta lascia talvolta il posto a colture di grano e a pascoli nella regione della confluenza della Lena e dell'Aldan, intorno a Jakutsk. Infine, la zona più interessante della Siberia centrale dal punto di vista umano è rappresentata dagli altipiani fagliati che circondano la fossa del lago Bajkal e dai bacini sedimentari situati lungo le sponde dell'estremità meridionale del lago. L'agricoltura gode di un clima migliore di quello delle regioni più a nord. Si possono ricollegare a questa regione i bacini di Krasnojarsk e di Minusinsk, situati più ad ovest, sull'alto Jenisei, dove, oltre al frumento e alla carne, si producono anche lino di ottima qualità, canapa e barbabietole da zucchero. La presenza di carbone e di minerali metallici ha dato vita alle industrie metallurgiche di Krasnojarsk, Irkutsk e Ulan-Ude e l'energia idroelettrica a bassissimo costo fornita dai poderosi impianti sullo Jenisei e sull'Angara alimenta importanti complessi elettrometallurgici ed elettrochimici.



La Siberia orientale è una regione montuosa; le catene ripiegate sono tanto più giovani quanto più ci si avvicina alla costa del Pacifico, sulle cui sponde si registrano anche le maggiori altezze. Vi si può distinguere anzitutto un insieme di archi montuosi, che occupano l'Asia nordorientale attorno alle pianure dell'Indigirka e del Kolyma, ai margini del mare della Siberia Orientale: monti di Verchojansk, Cerskij e del Kolyma. È una zona ricca di giacimenti minerari, ma abitata solo da piccole comunità di autoctoni. Un secondo gruppo corrisponde al grande arco dei monti Coriachi e della Kamciatka, che domina lo stretto di Bering e l'Oceano Pacifico e in cui si trovano vulcani ancora attivi, come il Kljucevsk. Lungo le coste della Kamciatka e lungo la costa occidentale del mare di Ochotsk è attiva la pesca e in numerosi centri costieri sono sviluppate le industrie conserviere: Anadyr, Apuka, Tiliciki, Palana, Petropavlovsk, Kichcik, Ust'- Bol'seretzk, Magadan, Ochotsk. Nel bacino superiore dell'Amur, a monte di Blagovescensk, si stendono gli aguzzi monti Stanovoj e Jablonovi, montagne antiche, ringiovanite da sollevamenti terziari locali. Nella regione si trovano numerose miniere, che rappresentano la ricchezza industriale delle zone di Cita e Nercinsk. L'ultima zona, infine, è costituita da diversi settori: i bacini del medio Amur; il Territorio del Litorale, il cui centro è costituito dal bacino di Chabarovsk e che comprende il solco Ussuri - basso Amur e la catena dei Sichote Alin' tra il solco citato e il mar del Giappone; infine, la grande isola di Sakhalin. L'interesse della regione marittima dipende da due fattori: anzitutto dalla posizione geografica, dato che è il versante normalmente accessibile della Repubblica Russa sull'Oceano Pacifico; in secondo luogo, dalle ricchezze minerarie: carbone della regione di Vladivostok e Aleksandrovsk - Sakhalinskij, petrolio nella zona settentrionale dell'isola di Sakhalin, minerali di ferro e altri minerali non ferriferi nel settore meridionale della catena dei Sichote Alin', oro in tutta la catena. Lungo le coste è attiva la pesca, mentre in tutta la Siberia orientale è molto diffusa la caccia, soprattutto agli animali da pelliccia.

PREISTORIA

Sotto il profilo preistorico la Siberia si può dividere in due grandi territori, separati dal corso del fiume Jenisei. Mentre la zona siberiana occidentale ha gravitato per lo più nell'orbita delle culture europee, nei territori siberiani orientali si sono invece succedute civiltà autoctone: le più importanti del paleolitico sono quelle di Afontova Gora, con industria litica molto arcaica, e dell'Angara, fiorita attorno al lago Bajkal, di cui sono rimasti resti di villaggi di capanne molto accurate, armi e utensili in pietra, osso e avorio e oggetti ornamentali tra cui statuette femminili. Dei tempi successivi sono notevoli i resti di insediamenti mesolitici lungo il corso del Lena e neolitici, fioriti soprattutto nella zona del lago Bajkal, dove hanno preso vigore varie correnti culturali tra le quali quelle di Jakovo, Serovo e Kitoj, con produzione vascolare a fondo conico o rotondo. Sono venute alla luce anche varie sculture e incisioni rupestri zoomorfe di elevato livello artistico. Tra le culture più recenti rilevante quella di Glaskovo, di cui sono tipici gli oggetti di giada.



STORIA

Sebbene fin dall'XI sec. cacciatori di pellicce e mercanti di Novgorod ne avessero frequentato le regioni occidentali intrattenendo attivi scambi con le popolazioni indigene, la Siberia si aprì alla colonizzazione russa soltanto nel XVI sec., quando l'annessione dei canati di Kazan e di Astrachan permise ai Moscoviti di spingersi oltre l'Ural e d'insediarsi stabilmente nei territori fino ad allora esclusivo dominio dei Tartari. In questo periodo e in concomitanza con le esplorazioni lungo il litorale artico dell'inglese Chancellor e dell'olandese Barents, truppe cosacche, per impulso degli Stroganov di Novgorod, penetrarono nel cuore del paese e vi stabilirono gli avamposti di Tjumen e Pojarkov, Atlasov, ecc., fu completato il sistema di basi russe nella Siberia centrale e venne raggiunto il litorale del Pacifico, fino alla Kamciatka. Più laboriosa fu la conquista dei territori meridionali, ai confini della Persia e dell'India, e soprattutto di quelli sudorientali, ai margini dell'Impero Cinese, che vennero a poco a poco annessi alla Russia con i trattati di Nercinsk, Kjachta, Aigun e Pechino. Lo sfruttamento del ricco territorio siberiano venne esercitato fin dall'inizio direttamente dallo Stato e si valse in larga misura di contadini sfuggiti alla servitù della gleba durante i disordini nei sec. XVI e XVII, di condannati politici e di criminali comuni. In seguito ai moti politico - sociali e alle severe repressioni del XVIII sec., quest'ultima forma di popolamento divenne prevalente, meritando alla Siberia la triste fama di colonia penale per eccellenza, in parte mantenuta anche dopo l'abolizione della deportazione nel 1889. Di pari passo con la colonizzazione si sviluppò un'intensa attività di esplorazioni scientifiche, iniziata nel XVIII sec. con Bering, seguita a partire dalla seconda metà del XIX sec. dall'apertura di grandi vie di comunicazione marittime e terrestri (Transaraliana, Transcaspiana, Transiberiana). Tali iniziative, unitamente al rapido incremento demografico della popolazione russa a cavallo dei sec. XIX e XX e alla politica di colonizzazione sistematica inaugurata dal ministro Stolypin, diedero luogo nel primo quindicennio del XX sec. a un'imponente emigrazione verso la Siberia, che fu all'origine della grande valorizzazione economica della regione dei decenni successivi sotto il regime sovietico. Dopo la Rivoluzione d'ottobre, la Siberia divenne uno dei centri delle forze controrivoluzionarie, che vi ebbero i loro principali punti d'appoggio a Omsk e a Vladivostok, dove contingenti alleati avanzarono lungo la Transiberiana per garantire il rimpatrio delle truppe ceche rimaste in Russia. Repressa la controrivoluzione, la Siberia fu integrata all'URSS, che, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, le ascrisse grande importanza strategica sia per la relativa prossimità al continente americano e per la contiguità con la Cina, sia per la possibilità di tenervi esperimenti nucleari.







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