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Le Successioni - I rapporti trasmissibili a causa di morte

diritto



Le Successioni

I rapporti trasmissibili a causa di morte

Alla morte di una persona alcuni suoi diritti e alcune sue obbligazioni si estinguono; mentre altri diritti e altre obbligazioni si trasmettono ai suoi successori; fatto analogo accade anche per i contratti.

Si estinguono i diritti e gli obblighi non patrimoniali: è il caso degli obblighi familiari, i diritti della personalità; (quelli strettamente inerenti alla persona del loro titolare). Per contro, i diritti patrimoniali assoluti (la proprietà e gli altri diritti reali di godimento e le garanzie reali) si trasmettono ai suoi successori, salvo quei diritti reali che non possono durare oltre la vita del loro primo titolare (usufrutto, uso, abitazione). Ugualmente si trasmettono le correlative situazioni passive: morto il proprietario di un bene gravato dal diritto reale o dall'onere reale altrui, questo sarà esercitato dal suo titolare nei confronti del successore del defunto.



Sempre per regola generale, si trasmettono ai successori i diritti patrimoniali relativi (le sue obbligazioni).

Per quanto riguarda i contratti essi, in linea generale, non si estinguono e il successore del contraente defunto subentra nell'esercizio dei diritti e nell'adempimento delle obbligazioni derivanti dal contratto. Qui sono sottoposti anche i contratti aventi carattere personale.

Alla regola della successione nei contratti del defunto sono sottratti i tali contratti: quelli che obbligavano il defunto ad una prestazione di fare, inesigibile a carico degli eredi (non vale se il defunto è imprenditore); i contratti che riflettevano propensioni del tutto personali del contraente defunto (partecipazione al contratto di associazione, società di persone implicante responsabilità illimitata).


L'eredità e le diverse forme della successione

L'insieme dei rapporti giuridici che, alla morte della persone, si trasmettono ai suoi successori prende il nome di patrimonio, o asse ereditario, o eredità. La successione si apre al momento della morte: il momento nel quale il patrimonio perde il proprio titolare, il momento rispetto al quale si stabilisce chi ha diritto di succedere, il momento al quale retroagiranno gli effetti dell'accettazione 313c26d dell'eredità; si apre nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto.

La morte di una persona fa sì che il patrimonio del defunto perda il suo titolare, ma non determina ancora, di per sé sola, la sua trasmissione ai successori: gli eredi hanno un termine per accettare l'eredità. Di per sé la morte del soggetto produce solo una situazione giuridica (delazione dell'eredità): il suo patrimonio è destinato alla successione, ma ancora non si sa chi succederà.

La delazione può assumere tre forme (art.457):

Successione testamentaria: se l'ereditando aveva fatto testamento l'eredità si devolve alla persona o alle persone indicate nel testamento.

Successione legittima: se l'ereditando non aveva fatto alcun testamento, l'eredità si devolve ai suoi parenti indicati dalla legge e nell'ordine di questa stabilito; il principio è che il patrimonio del defunto vada ai membri della sua famiglia, non oltre il sesto grado di parentela.

Successione necessaria: se l'ereditando aveva fatto testamento trascurando determinati parenti alla quale la legge riconosce il diritto di succedergli una data quota ereditaria; oppure se, morto senza testamento, aveva in vita donato i suoi beni in misura tale da ledere il diritto di successione dei parenti. In tali casi i parenti possono fare valere l'azione di riduzione delle disposizioni testamentarie e delle donazioni, così da concorrere nella successione.




Capacità a succedere

Non tutti coloro che sono chiamati alla successione possono succedere; perché succedano occorre che siano capaci di succedere: in tal caso può trattarsi sia di persone giuridiche che di persone fisiche. Inoltre, sono capaci di succedere non soltanto le persone già nate al tempo in cui si apre la successione, ma anche quelle che a quel tempo siano solo concepite.

Occorre anche che gli eredi in questione non siano indegni: indegni di succedere sono le persone che hanno commesso gravi reati nel confronto del defunto o dei suoi parenti e chi ha falsificato o indotto all'inganno il testamento o il testatore.


L'accettazione dell'eredità e la separazione dei beni

Il momento della delazione coincide con quello dell'apertura della successione, ossia della morte della persona della cui successione si tratta, come già detto.

Vi è poi un altro lato della vicenda dato dall'atteggiamento che assumono i chiamati alla successione: l'accettazione che produrrà, poi, i suoi effetti retroattivamente, dal momento dell'apertura della successione.

Prima dell'accettazione il chiamato alla successione può, a tutela dei beni ereditari, esercitare le azioni possessorie, anche se non è nel possesso dei beni; e può compiere atti conservativi e di amministrazione temporanea.

L'accettazione è necessaria solo per l'acquisto dell'eredità: i legati si acquistano immediatamente, senza bisogno di accettazione (basta che il legatario chieda all'erede la consegna del bene legatogli dal testatore, conseguendone la proprietà).

L'erede ha 10 anni di tempo per accettare, decorrenti dal giorno di apertura della successione; l'accettazione può essere espressa (dovuta ad un atto pubblico o scrittura privata) o tacita (quando l'erede si comporta di fatto come tale, compiendo un atto che presupponga necessariamente la sua volontà di accettare).

L'accettazione può essere impugnata per violenza o per dolo, ma non per errore.

Si ha accettazione non pura e semplice quando l'erede ricorre al beneficio d'inventario (entro 3 mesi): il patrimonio del defunto diverrà suo ma restando separato dagli altri suoi beni. L'erede prima che sia decorso il termine per accettare, può rinunciare all'eredità (atto unilaterale); nonostante la rinuncia l'erede conserva per dieci anni dall'apertura della successione il diritto di accettare l'eredità, ma potrà esercitarlo solo se altri eredi non abbiano già preso il suo posto.

Tramite la petizione di eredità l'erede chiede l'accertamento della sua qualità di erede e, quindi, la consegna dei beni ereditari.


La divisione ereditaria

Alla divisione del patrimonio ereditario si può pervenire in tre modi:

Divisione amichevole: è fatta col consenso di tutti i coeredi ed è un contratto sottoposto a tutte le cause di invalidità ed inefficacia dei contratti;

Divisione giudiziale: se i coeredi non son d'accordo sull'opportunità o sul modo di attuare la divisione, possono richiederla all'autorità giudiziaria. Il giudice istruttore dirige le operazioni divisionali, provvedendo alla determinazione dell'attivo e del passivo dell'eredità, disponendo la vendita di beni per il pagamento dei debiti ereditari e procedendo alla formazione delle porzioni da assegnare ai singoli condividenti.

Divisione fatta dal testatore: questi forma le porzioni da assegnare a ciascun erede.

La divisione ha effetto retroattivo: i beni assegnati ad ogni condividente si considerano a lui appartenenti dal giorno in cui si è aperta la successione.


Se i coeredi sono discendenti del defunto (figli, nipoti), nell'assegnare a ciascuno la sua porzione si tiene conto delle donazioni che egli abbia ricevuto dal defunto: è la collazione, che mira ad evitare disparità di trattamento tra gli eredi che già abbiano ricevuto dall'ereditando ancora in vita. La collazione giova solo ai discendenti e al coniuge del defunto.

Ci può essere la collazione in natura (il coerede rendo in natura il bene che in vita gli era stato donato dal defunto), oppure la collazione per imputazione (il coerede trattiene il bene donatogli, ma  detrae dalla sua quota ereditaria il valore del bene in questione, determinato al momento dell'apertura della successione).

Successione per Legge

La successione per legge può essere successione legittima (operante in mancanza di testamento) oppure successione necessaria (operante in presenza di un testamento o altri atti di liberalità che però abbiano precluso i diritti riservati dalla legge ai legittimari). Il fondamento si trova nel rapporto di famiglia che unisce l'ereditando e gli eredi; il rapporto familiare  assunto in senso molto ristretto nella successione necessaria (coniuge, ascendenti, discendenti), è assunto in senso più esteso nella successione legittima (parenti fino al sesto grado).


La successione legittima

Se la persona muore senza aver effettuato un testamento, o questo è nullo o annullato, i beni ereditari andranno ai parenti secondo un ordine di successione stabilito dalla legge:

Figli, legittimi o naturali o adottivi in parti uguali;

Coniuge: metà del patrimonio o un terzo se concorre con i figli;

Se non vi sono figli, due terzi vanno al coniuge e il terzo restante a genitori, fratelli e sorelle;

Se nessuno di costoro sia sopravvissuto i beni vanno ai parenti a cominciare dal grado più prossimo e fino al sesto.

Quando non vi sono parenti entro il sesto grado, i beni vanno allo Stato; esso li acquista senza bisogno di accettazione, ma risponde dei debiti ereditari solo entro il valore dei beni ereditati.


La successione necessaria

Se l'ereditando ha un coniuge o discendenti/ascendenti, una quota dell'eredità è riservata per legge a costoro, anche contro l'espressa volontà del defunto. Tale quota è detta riserva o legittima; mentre il resto del patrimonio ereditario si dà il nome di disponibile. La riserva può arrivare a coprire sino ai ¾ del patrimonio ereditario.

È riservata la metà del patrimonio ereditario al coniuge e l'altra metà al figlio discendente. In mancanza di figli, il patrimonio ereditario spetta agli ascendenti del morto per la quota di un terzo.

La quota disponibile e la riserva si calcolano detraendo dal valore del patrimonio relitto i debiti, ma aggiungendovi le donazioni elargite dal testatore in vita, secondo le già citate regole sulla collazione.

Tuttavia, il testamento è, in sé, perfettamente valido, e troverà piena attuazioni se i legittimari rinunciassero al loro diritto (o non lo facessero valere entro 10 anni).

Al legittimario che non abbia ricevuto nulla, o meno di quanto gli spetta per legge, compete l'azione di riduzione: ha diritto di conseguire dagli eredi testamentari o legittimi la quota che gli è dovuta, e la consegue chiedendo la riduzione delle quote degli eredi legittimi. La quota di riserva deve essere diminuita dalle donazioni di cui il legittimario avesse già beneficiato, fino al punto di fargli perdere il diritto alla successione se egli aveva già ricevuto, per donazione, beni di valore pari alla legittima.



La Successione Testamentaria

Testamento

L'art. 587 dà la nozione di testamento: esso è un atto revocabile col quale, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, taluno dispone di tutte le proprie sostanze o di parte di esse.

Il testamento è dunque un atto giuridico unilaterale: consiste nella sola dichiarazione di volontà del testatore ed è destinato a produrre effetti, dopo la morte di questo, come sua individuale dichiarazione di volontà; necessaria la capacità di agire: i minori e gli interdetti non possono farlo.

È un atto revocabile, in qualsiasi momento. Può essere revocato in modo espresso con un atto pubblico oppure con dichiarazione di revoca contenuta in un nuovo testamento; può essere revocato in modo tacito: distruggendo quel dato testamento, oppure formando un nuovo testamento il cui contenuto risulta incompatibile con quello precedentemente formato. Tra più testamenti della stessa persona vale l'ultimo.

Il testamento è un atto a causa di morte (mortis causa): non esprime solo il concetto per cui il testamento è un atto che produce effetti soltanto dal momento della morte del suo autore; la morte qui attiene alla causa dell'atto, avendo la funzione di regolare la successione del testatore.

Infine il testamento si presenta come un atto di liberalità.


Col testamento si dispone di tutte o di parte delle proprie sostanze: è valido il testamento con il quale il testatore si limiti a disporre di una frazione soltanto della quota disponibile oppure di singoli e determinati beni (in tal caso la successione testamentaria coincide con la legittima).

Il testamento è un atto formale e per essere valido deve essere redatto in una delle forme seguenti:

Testamento olografo: è scritto, datato e firmato di pugno del testatore;

Testamento pubblico: è scritto dal notaio dopo che il testatore gli ha esposto le sue ultime volontà davanti a due testimoni;

Testamento segreto: è scritto in un qualunque foglio di carta; il testatore in persona, davanti a due testimoni, consegna il foglio in busta chiusa ad un notaio che provvede alle varie formalità.

Testamento internazionale: non si riferisce ad uno specifico articolo del Codice Civile, ma ad una legge (n.387 del 29/11/1990): porta in evidenza la possibilità di redigere un testamento "di origine pubblica" fatto da un cittadino la cui nazionalità è diversa rispetto al paese nel quale si va a trovare. Può essere fatto il testamento utilizzando quella norma di testamento all'interno del paese in cui si trovano che sia quella più facile da identificare come costruita secondo le norme di legge. In Italia quello più garantista ad esempio risulta quello pubblico: uno straniero tramite il pubblico ufficiale italiano effettua il testamento.

Vi sono i testamenti (in disaccordo dal codice civile) redatti in determinate condizioni di attività (guerre, navi)


Testamento olografo e segreto devono essere pubblicati dinnanzi ad un notaio subito dopo l'apertura della successione.


Un testamento può contenere anche disposizioni non patrimoniali (come riconoscimento di figli naturali, la riabilitazione dell'indegno a succedere). Non si fa luogo alla successione legittima se non quando manca, in tutto o in parte, quella testamentaria.









Sostituzioni e Accrescimento

La devoluzione successiva si attua, nel caso che un erede non possa o non voglia accettare, nell'ordine seguente:

Per sostituzione: il testatore indica una o più persone (i sostituiti) destinate a succedere nell'ipotesi che l'istituito erede o legatario non possa o non voglia succedere.

Per rappresentazione (quando possibile): nel caso in cui una persona non voglia o non possa succedere, subentrano i discendenti (legittimi o naturali); ha luogo in linea retta (in favore dei discendenti dei figli) e in linea collaterale (solo per fratelli/sorelle);

Per accrescimento (se ne sussistono i presupposti e non è escluso dal testatore): se più persone sono stati istituite eredi congiuntamente e nell'universalità di beni o per quote uguali, la quota dell'erede o la porzione del legatario che non può o non vuole succedere si devolve agli altri.

Successione legittima


Invalidità testamento

L'invalidità del testamento può assumere due forme: annullabilità e nullità.


Il motivo illecito rende nulla la disposizione se risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre; i difetti di forma producono nullità solo se rendono incerta l'autenticità della disposizione (specie per i testamenti olografi). L'azione di nullità può essere esercitata da qualunque interessato ed è imprescrittibile.

Le cause di annullabilità sono di triplice ordine:

a)  Per difetti di forma, tali da non comportare la nullità del testamento;

b) Per incapacità di disporre: è annullabile il testamento del minore o dell'interdetto, dell'incapace naturale (chi si trova nella redazione incapace di intendere e di volere);

c)  Annullabilità per vizi della volontà: per errore, per violenza, per dolo.

L'azione di annullamento che spetta a qualsiasi interessato si prescrive nel termine di cinque anni, decorrenti dalla data di esecuzione del testamento (per il caso di incapacità) o dalla data di scoperta di vizi del volere.


Cronoprogramma della successione:

Art. 456 Apertura della successione La successione si apre al momento della morte (Cod. Civ. 4, 58 e seguenti), nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto (Cod. Civ. 43, 45).  La valutazione del patrimonio del defunto è data nel momento del decesso. È la data corrispondente alla valorizzazione dei beni.

Art. 457 Delazione dell'eredità

L'eredità si devolve per legge o per testamento.

Non si fa luogo alla successione legittima se non quando manca, in tutto o in parte, quella testamentaria.

Le disposizioni testamentarie non possono pregiudicare i diritti che la legge riserva ai legittimari.

Individuare i soggetti che vengono identificati come eredi: Art. 460 Poteri del chiamato prima dell'accettazione

Il chiamato all'eredità può esercitare le azioni possessorie (Cod. Civ.1168 e seguenti) a tutela dei beni ereditari, senza bisogno di materiale apprensione (Cod. Civ.1146).

Egli inoltre può compiere atti conservativi (Cod. Proc. Civ. 670) di vigilanza e di amministrazione temporanea (Cod. Civ. 486), e può farsi autorizzare dall'autorità giudiziaria a vendere i beni che non si possono conservare o la cui conservazione importa grave dispendio (Cod. Proc. Civ. 747, 748).

Non può il chiamato compiere gli atti indicati nei commi precedenti, quando si è provveduto alla nomina di un curatore dell'eredità a norma dell'art. 528.

Accettazione successione: Art. 459 Acquisto dell'eredità

L'eredità si acquista con l'accettazione. L'effetto dell'accettazione risale al momento nel quale si è aperta la successione. La legge non obbliga gli eredi ad ereditare, occorre l'accettazione di questa affinché sia valida (l'accettazione è un documento, è un'azione giuridica). Ovviamente vengono accettati sia valori positivi del patrimonio che valori negativi del patrimonio. Richiedendo il beneficio dell'inventario si può verificare se si ha il beneficio o meno dell'eredità, valutando le positività e negatività.





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