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Persiani - Sette contro Tebe - Supplici

greco



Persiani

Dramma più antico, messo in scena nel 472 come 2°tragedia di una tetralogia.

Serse, re di Persia e figlio del defunto Dario, parte in spedizione contro la Grecia, lasciando in patria i dignitari Persiani (il coro) la madre e regina atossa, sconvolta da macabre visioni notturne. Attravers 131g61b o un messo giunge la notizia della sconfitta persiana. Serse è tra i pochi superstiti, e in scena si attende il suo arrivo. La regina Atossa offre libagioni per i morti evocando lo spirito di Dario, mentre il coro intona il canto funebre. Lo spettro di dario appare e attribuendo la colpa della sconfitta alla tracotanza ('ùbris) di Serse, che andando contro natura ha osato aggiogare lo stretto di mare chiamato Elle con un ponte di navi. Dario predice nuove disgrazie ed esorta Serse ad essere meno presuntuoso. Mentre il coro piange la sconfitta, arriva serse disperato che, insieme al coro, da vita al canto funebre finale (qrhnos)


Sette contro Tebe

Terza tragedia della tetralogia Laio/Edipo sfinge rappresentata nel 467



Il genos dei Labdacidi e quindi la colpa fanno da sfondo a questa tragedia. Edipo predice ai due figli, Eteocle, re di Tebe, e Polinice, che si uccideranno in battaglia. Polinice, che nel frattempo è alleato di Argo, si presta ad espugnare Tebe con degli eroi argivi: sono sette, uno per ogni porta della città. Eteocle prepara anch'esso i guerrieri più valorosi e si dispongono nelle porte, ma giunto di fronte all'ultima porta trova di fronte ad esso il fratello e comprende che la maledizione sta per compiersi. Il coro ricorda la colpa della stirpe mentre ariva l'annuncio che i due fratelli si sono uccisi; ma la polis è salva. Le due sorelle, Ismene e Antigone li compiangono. L'ultima scena è probabilmnte stata ripresa dall'Antigone di Sofocle: i magistrati decidono di lasciare insepolto Polinice, ma Antigone si oppone all'autorità della polis.


Supplici

Prima tragedia della tetralogia Egizi/Danaidi amimone rappresentata nel 463

Inquesta tragedia alla ubris degli Egizi si contrappone il pudore aidws delle Danaidi. La storia narra che danao ed Egitto, fratelli, hanno avuto  l'uno 50 figlie l'altro 50 figli. Gli Egizi decidono di sposare le cugine, che dopo averli rifiutati fuggono col padre ad Argo. Ma Pelasgo, il re, ha paura che la sua protezione causi la guerra contro gli Egizi, e un suo rifiuto la furia di Zeus,protettore delle danaidi. Esse minacciano di suicidarsi se non sarà loro concesso asilo, Pelasgo accetta, respingendo un araldo egiziano che tenta di rapirle. Nel finale il coro si divide in due parti: una inneggia alla castità, l'altra sarebbe invece favorevole alle nozze.


Orestea Agamennone, Coefore, Eumeidi, Proteo Dionisie del 458

In questa tatralogia trovano spazio tutti i temi del teatro eschileo.

Coefore

Oreste arriva ad Ago con l'amico Pilade deciso a vendicare la morte del padre Agamennone. Depone una ciocca di capelli sulla tomba del padre, e per questo, e dalle impronte, viene riconosciuto dalla sorella Elettra (anagnorisis) e dopo essersi ricongiunti tramano la vendetta. Oreste, fingendosi uno straniero, entra nella reggia e colpisce a morte Egisto, del quale si odono le urla. Oreste raggiunge la madre per ucciderla, e dopo aver avuto un'ultima esitazione dopo che ella gli mostra il seno al quale lo ha allattato supplicandolo, lui la uccide. La giustizia è dalla parte di Oreste, ma anche lui si è macchiato della stessa sorte e fugge nel tempio di apollo a delfi, dal quale deve fuggire in seguito ad una visione delle erinni, orribili furie vendicatrici dei matricidi.

Eumenidi

Ancora nel santuario di Delfi, dove lo circondano assopite le Erinni. Per liberarsi della loro persecuzione, apollo lo invita ad andare ad Atene. Ma il fantasma di Clitemestra risveglia le erinni e Oreste è costretto a fuggire. Ad atene, inginocchiato di fronte alla statua di pallade,implora aiuto: le erinni lo hanno raggiunto e compiono attorno a lui una danza selvaggia; ma atena appare, ferma e serena, e le convince a rimettere ogni decisione al tribunale di Atene, l'Aeropago, cui ella stessa presiede. Alla fine del dibattito 8che vede accusatrici le erinni, difensore, testimone e coimputato Apollo) con il voto determinante di pallade si ha parità di voti e perciò assoluzione. Le erinni minacciano ogni sorta di mali per l'Attica, ma atena le calma, promettendo loro eterni onori nella città di Atene. Una solenne processione con le fiaccole scorta le dee ormai divenute eumenidi 8le benevole) nell'antro sotterraneo dove verranno venerate.


Prometeo incatenato liberato/portatore di fuoco. Problema della ubris

Prometeo ha rapito il fuoco agli dei per donarlo ai mortali. Sui monti della scizia, Efesto, aiutato da Cratos e Bia, ha incatenato Prometeo a una rupe, secondo il volere di Zeus. Confortato nella sventura dal coro di Oceanine, Prometeo vede arrivare Oceano (che tenta invano di riconciliarlo col signore degli dei), Io, preda del delirio e dall'assillo a cui l'ha condannata Era, Ermes, che vuole conoscere il segreto della rovina di Zeus, profetata da Prometeo. Egli non si piega e, condividendo la sorte con le oceanine, viene inghiottito nelle viscere della terra.






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