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EUMENIDI - STORIA

greco















STORIA


La scena è collocata a Delfi, presso il santuario di Apollo. All'interno le Erinni sono addormentate intorno ad Oreste. Dopo aver purificato ritualmente il suo protetto, il dio lo manda ad Atene sotto la scorta di E 646g67g rmes.

Qui la scena cambia sede, ed è ambientata nella città dell'Attica, presso un simulacro di Atena. Aggrappato alla statua della dea, oreste invoca aiuto contro le Erinni che lo hanno inseguito e raggiunto dopo essere state svegliate e aizzate alla caccia del matricida dall'ombra di Clitemnestra.



Per ridimere la contesa che investe anche il mondo divino, Atena istituisce il tribunale civico dell'Aeropago, costituito da dodici cittadini insigni, a cui affida l'incarico di emettere la sentenza su Oreste e in futuro su ogni altro imputato di delitti di sangue. Davanti al tribuanle presieduto da Atena, si svolge un vero e proprio processo: l'accusa è sostenuta dalle Erinni, espressione dell'antichissima giustizia tribale che vuole la condanna del matricida, mentre la difesa è rappresentata da Apollo che difende Oreste, esecutore di un atto teso a restaurare l'ordine culturale e sociale sovvertito da Clitemnestra. I voti dei giudici sono in parità, quindi interviene Atena che si schiera a favore dell'imputato. Oreste viene così assolto.

Le Erinni minacciano di colpire Atene con ogni sorta di mali, ma Atena le persuade a desistere da ogni ritorsione, promettendo loro onori speciali e culto particolare nella città.





APPROFONDIMENTO



  • Il mito delle Erinni
  • La riforma dell'Aeropago
  • L'Aeropago nelle Eumenidi
  • La preghiera della Pizia
  • La riconciliazione tra le Erinni e Atene



  • IL MITO DELLE ERINNI

Sono dee violente, nate da gocce di sangue, delle quali la mutilazione di Urano impregnò la terra. Quindi appartengono alle più antiche divinità del pantheon ellenico, e non riconoscono l'autorità degli dei della più giovane generazione. Dapprima sono in numero indeterminato, poi il loro numero si precisa, come i loro nomi. Se ne conoscono principalemte tre: Aletto, Tisifone e Megera. Sono raffigurate come geni alati, i cui capelli sono intrecciati di serpenti; tengono in mano torce o fruste. Quando si impadroniscono di una vittima, la fanno impazzire, torturandola in tutte le maniere. Fin dai poemi omerici, la loro funzione essenziale è la vendetta del crimine. Sono loro a causare le disgrazie delle famiglia di Agamennone in seguito al sacrificio di Ifigenia: loro spingono Clitemnestra ad uccidere il marito, poi viene punita per mano del figlio che verrà perseguitato per aver commesso l'assassinio della madre. Esse proibivano agli indivni di rivelare troppo precisamente il futuro e di trarre così l'uomo fuori dal suo stato di incertezza rendendolo troppo simile alla divinità. Naturalmente una delle loro funzioni essenziali è quella di castigare il criminale, non soltanto l'assano volontario, ma in maniera generale l'omicidio. Generalmente l'uccisore è bandito dalla sua città ed erra di luogo in luogo finchè qualcuno non consente di purificarlo dal suo crimine. Spesso è fatto impazzire dalle Erinni. Queste vengono poi concepite come divinità dei castighi infernali, man mano che si stabilisce la credenza nell'aldilà. E' possibile che questa concezione abbia subìto l'influenza della religione etrusca, che si compiaceva di mettere nel mondo infernale esseri mostruosi che torturavano i morti.


  • LA RIFORMA DELL'AEROPAGO

La riforma dell'Aeropago risale al 462 a.C., è un momento essenziale dell'evoluzione democratica di Atene. Era un consiglio di 150/200 membri che mantenevano a vita la carica e che aveva un ruolo di controllo nell'operato dei magistrati e di tutela delle istituzioni. Con la nuova riforma di Efialte, all'Aeropago restò il ruolo di tribunale per i delitti di sangue, omicidio volontario, per cui era prevista la morte, e ferite inferte con proposito di uccidere, per cui era previsto il bando e la confisca dei beni. Gli altri compiti furono dati alla Bulè, all'Eliea e all'Ecclesia. Fin dal V secolo i conservatori mirarono ad un ritorno alla "costituzione dei padri". Isocrate in particolare propose con l'Areopagitico di restituire all'Aeropago la sua funzione di controllo della vita cittadina, inoltre avrebbe dovuto avviare un'educazione che rendesse uomo di governo solo chi ne avesse capacità e mezzi. Di fatto l'Aeropago non riacquistò mai le sue prerogative, anche se ebbe qualche peso nella vita pubblica nel periodo seguente la sconfitta di Cheronea nel 338 a.C., quando indagò su coloro che avevano tradito o che si erano mostrati vili.  


  • L'AEROPAGO NELLE EUMENIDI

Davanti ai giudici scelti da Atena si svolge il processo di Oreste. L'imputato ammette il suo delitto, ma chiama testimone Apollo, che gli ha imposto il matricidio. Il contrasto è ora tra il dio, che afferma la preminenza dei doveri nei confronti del padre, e le Erinni, che consoderano di primaria importanza il legame di sangue tra il figlio e la madre. Prima che i giudici diano il verdetto, Atena si rivolge a tutto il popolo con un discorso etico-politico. Alla fine i giurati votano e assolvono Oreste con parità di voti più l voto di Atena: questo è segno della difficoltà della causa, ma anche che Eschilo non voleva che nessuna delle due parti divine in contrasto fosse umiliata. Nella nuova realtà che egli annuncia, le posizioni di Apollo e delle Eumenidi devono integrarsi come Zeus ha sempre voluto.


  • LA PREGHIERA DELLA PIZIA

Qui Agostino Masaracchia vede prefigurata l'azione drammatica e la conclusione della tragedia. Nell'elenco della Pizia, sono presenti divinità sia olimpiche che preolimpiche, tutte approdate ad una situazione di concordia e collaborazione. La crisi generata in questo cosmo armonico dal matricidio di Oreste apre una lacerazione che sarà composta nel cosrso della tragedia per iniziativa di Atena e del tribunale dell'Aeropago. L'enfasi posta sul carattere pacifico della successione di Apollo, anticipa e prefigura la pacifica conclusione della tragedia. La narrazione di come Apollo si sia insediato a Delfi passando per Atene, anticipa il ruolo decisivo della città nella soluzione del conflitto divino.  Si può ancora notare che Zeus è posto in una posizione sopraelevata. Quando Apollo prende possesso nella sede, è Zeus che gli attiribuisce la capacità oracolare. E Zeus rappresenta la più alta divinità invocata dalla Pizia: si tratta del dio ujistoV, a sottolineare la sua superiorità su tutti, e teleioV, ad indicare che egli porta a compimento la vicenda. Oreste ha ucciso la madre per ordine di Apollo, il quale non ha fatto altro che eseguire la volontà di Zeus. Quindi, essendo Zeus la più alta divinità, e avendo lui stesso commissionato l'omicidio di Clitemnestra, oreste viene considerato innocente.




LA RICONCILIZIONE TRA LE ERINNI E ATENE

Una volta che Oreste si è allontanato, le Erinni, irate per vedersi sfuggire la preda, minaccio di riversare la propria collera sugli abitanti dell'Attica. Atena, dopo averle convinte che il verdetto a parità di voti ha interpretato il volere di Zeus, offre a loro un asilo nella città di Atene che, profetizza, crescerà in gloria nel tempo e saprà onorarle degnamente. E' notevole che Atena però ricordi più volte i poteri punitivi delle Erinni. La temibilità delle dee infernali non deve essere dimenticata con il loro divenire eujroneV, anzi, esse sarà costitutiva della nuova felicità. Il poeta ha così dimostrato ai suoi concittadini che i contrasti del mondo mitico si sono armonizzati e come le forze che di per sé sono distruttive siano divenute elementi del vivere ordinato della società.




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