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Gli ordinamenti di giustizia
Il Compagni, dopo aver narrato la guerra contro Arezzo, torna a parlare degli scontri di classe a Firenze tra i magnati (nobili) e i piccoli artigiani, i quali venivano offesi dagli 747b14h aristocratici insuperbiti.
Tra i mercanti e i cittadini il popolo elesse Giano della Bella come loro capo e guida.
Inoltre aggiunsero all'ufficio dei Priori il Gonfaloniere di Giustizia, con la stessa autorità degli altri, e una milizia di fanti popolari con il compito di soddisfare ogni richiesta del Gonfaloniere.
Vennero emanate delle leggi, chiamate Ordini di Giustizia, contro i nobili che maltrattavano i popolani: i componenti di una famiglia erano tenuti a dare garanzie reciproche, per la prova giuridica di un' offesa ricevuta bastavano due testimoni che attestassero l'accaduto seguendo la voce pubblica, tutti coloro che avevano o avevano avuto in famiglia un cavaliere venivano definiti Grandi e non potevano né coprire cariche importanti come il Gonfaloniere di Giustizia, né far parte della Signoria e degli uffici a lei connessi.
Infine il popolo ordinò che i vecchi priori, con altre autorità aggiunte, eleggessero i nuovi priori.
Questi ordinamenti di giustizia sono stati emanati in contrasto alla classe nobile e a pieno sostegno del popolo, dando maggior autorità e potere ai propri esponenti.
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