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La freccia d'oro

italiano



La freccia d'oro

C'era una volta un bambino di nome Ciccio, che viveva con i genitori in una casetta nel bosco. Un giorno essi andarono a fare compere e lasciarono Ciccio a casa, da solo, e gli dissero di non addentrarsi troppo nel bosco; Ciccio, però, vide una farfalla molto colorata e fantasiosa e la inseguì, fino a quando si accorse di essersi perso. Allora, preso dalla disperazione, Cicc 242h73c io iniziò a correre per trovare la via di casa; corri corri arrivò ad una casetta piccola e molto carina, fatta di pietre e rami di castagno. Ciccio bussò e, apertasi la porta, vide un ometto alto più o meno come lui, che lo fece entrare. Esso era il mago Orone, il mago più forte della regione, il quale, dopo aver saputo da Ciccio l'accaduto, gli disse che avrebbe potuto aiutarlo a trovare la via di casa se avesse superato tre prove, ma se ne avesse sbagliata anche una sola, sarebbe diventato il suo schiavo a vita. Ciccio accettò la sfida, anche se molto impaurito. La prima consisteva nel trovare un ago un un mucchio di fieno e Ciccio, disperato, non sapeva proprio come fare; poi, all'improvviso, apparve la farfalla che Ciccio aveva rincorso prima di perdersi ed essa gli regalò una freccia d'oro, che poteva trasformarsi in qualunque cosa. Così Ciccio trasformò la freccia in una calamita con la quale trovò facilmente l'ago. Nella seconda prova invece, Ciccio doveva riuscire a spostare un masso enorme, così enorme che non sarebbe riuscito mai a spostarlo, nemmeno con l'aiuto di trecento uomini; fortunatamente si ricordò della freccia d'oro, aguzzò l'ingegno e tramutò la freccia in un enorme bue che, con la sua incredibile forza, spostò il masso. Il mago si congratulò con Ciccio, ma gli disse che doveva ancora superare una prova, l'ultima, che prevedeva uno scontro tra il mago e Ciccio. Ciccio, sapeva di non potere nulla contro il più grande mago della regione, ma doveva batterlo per riuscire a tornare a casa. Così si armò di coraggio e lanciò il primo attacco al mago, trasformando la freccia in un'aquila, il mago rispose trasformandosi in un fucile, Ciccio allora contrattaccò con un tappo di sughero per tappare la canna del fucile e il mago pensò bene di bruciare i tappi con una fiamma. I due continuarono così per diverso tempo, ma alla fine il mago smise di combattere: smise perché aveva capito che Ciccio era davvero forte e decise che la terza prova era superata. Così il mago gli indicò la via di casa, Ciccio tornò alla sua abitazione senza essere sgridato dai genitori e tutti vissero felici e contenti.








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