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ALESSANDRO BARICCO - Novecento

italiano



ALESSANDRO BARICCO

Novecento

AUTORE: Alessandro Baricco

TITOLO: Novecento

GENERE LETTERARIO: testo teatrale sotto forma di monologo

EPOCA: Tutto ha inizio nel 1927 e dura per circa dieci anni

LUOGHI: La nave passeggeri Virginiam

PERSONAGGI PRINCIPALI: Narratore (trombettista che suona a bordo del Virgi 737c22h niam e miglior amico di Novecento), Danny Boodman (marinaio che trovò Novecento quando venne abbandonato a bordo della nave, ancora in fasce), Danny Boodman T.D. Lemon Novecento (protagonista, il grande pianista che non scese mai dal Virginiam), Jelly Roll Morton (pianista che sfidò Novecento), Neil O'Connor (marinaio che alla fine avverte il narratore che la nave sta per essere abbattuta e Novecento non voleva scendere).



TRAMA IN BREVE: Nel Gennaio del 1927 il narratore viene ingaggiato a suonare la sua tromba sul Virginiam. Su quella nave passeggeri vi era una band musicale, fra questi c'era un grande pianista che era Novecento. Quest'uomo era stato trovato da un marinaio nella terza classe. Era un bambino appena nato e lui lo accudì e gli assegnò un nome Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Quel bambino diventò grande e non scese mai da quella nave. Era un grande con il pianoforte, tanto che quando un pianista di fama mondiale come Jelly Roll Morton quando seppe della sua bravura, s'imbarcò subito su quella nave per conoscerlo. Lo sfidò, voleva confrontarsi, vedere chi sapeva toccare meglio quei tasti bianconeri. Morton venne umiliato dalla bellezza della musica di Novecento. Un giorno un passeggero gli narrò che era un contadino rimasto nullatenente che aveva lavorato la terra per tutta la vita, e quando si mise in viaggio notò il mare: non l'aveva mai visto prima. Il contadino rimase impietrito quella volta, quell'immenso prato d'acqua gli diede una marea di significati. Così Novecento decise di provare. Voleva scendere a New York ma quando scese il terzo scalino non vide quello che voleva. La terra era troppo grande, non poteva scegliere uno spazio dove poter vivere, così tornò indietro. Il narratore decise poi di scendere da quella nave per farsi una vita, e così fece. Un bel giorno arrivò una lettera di Neil O'Connor il quale diceva che a causa della guerra la nave non poteva più essere usata e l'avrebbero affondata facendola esplodere, però Novecento era sempre lì. Lui non voleva scendere così il trombettista andò lì, su quella nave per parlargli. Novecento gli disse di lasciarlo stare e che lui sarebbe andato in paradiso, dove forse non lo conoscevano nemmeno. Chiese al narratore di andarsene che lui sarebbe passato ad una vita migliore con la sua nave.

GIUDIZIO PERSONALE: Personalmente questo è un ottimo libro. Sinceramente non so dare una spiegazione ma alla lettura di questo monologo mi sono venuti i brividi. Vedere una persona che, nonostante tutto, non scende per tutta la sua vita dalla nave, soltanto immaginando come possa essere il mondo al di fuori di una nave, inoltre decidere di esplodere con lei. Consiglio questo libro a chiunque perché è scorrevole e facile da comprendere, inoltre fa riflettere su tutte le cose e le stranezze della vita. Non sono un critico, ma se dovessi dare un voto a questo libro sarebbe 9.







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