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PROPERZIO - La vita, Elegie

latino




La vita

50-46 a.C.: Sesto Properzio nasce in Umbria, probabilmente ad Assisi

La sua famiglia, che apparteneva al ceto abbiente,soffrì moltissimo quando le guerre civili investirono l'Umbria: un congiunto del poeta morì in guerra, e i beni familiari furono in part espropriati. Il ricordo doloroso di questa esperienza lasciò un segno profondo 222j92c nella sensibilità umana e politica di Properzio.



La madre (il padre gli era morto prematuramente)lo mandò a Roma con l'intenzione di avviarlo alla carriera di avvocato. Ma qui Properzio, anziché impegnarsi nella formazione retorica, cominciò a frequentare i raffinati circoli mondani e letterari della capitale

28 a.C.: pubblica il suo primo libro di elegie d'amore, il quale ha per tema dominante la relazione con una donna soprannominata Cinzia (dal nome del monte Cinto a Delo, luogo sacro ad Apollo, dio della poesia), e il cui vero nome, secondo Apuleio era Hostia.

Dopo questa pubblicazione fu ammesso nel circolo di Mecenate dove poté conoscere i poeti contemporanei (tra cui Virgilio e Ovidio).

22 a.C.: pubblica il II e il III libro delle elegie.

La redazione del IV libro lo tenne impegnato negli ultimi anni della sua vita

20-19 a.C.: muore Cinzia

16 a.C.: muore anche Properzio


Elegie

I libro. Composto da 22 elegie, è chiamato, nei codici che tramandarono il testo, Monobiblos: già questo titolo (dal greco monos = "solo" e biblion = "libro") pone in evidenza l'unitarietà del soggetto, dato che si tratta di un libro completamente incentrato sull'amore. La vicenda sentimentale di Properzio e Cinzia costituisce dunque il centro poetico del libro, ma compaiono a ravvivarlo diversi altri personaggi come Gallo, Tullo, Pontico, amici-rivali ai quali Properzio rivolge l'accusa di volerlo allontanare da Cinzia, offre consigli sul modo di comportarsi con lei. Qui Cinzia ci appare come una di quelle giovani donne eleganti, raffinate, spregiudicate, che facevano una vita di brillanti mantenute nel bel mondo di Roma.

II libro. Costituito da 34 componimenti, compare per la prima volta il nome di mecenate; a lui il poeta si rivolge in modo garbato, ma anche risoluto, con una recusatio: se fosse un poeta epico - afferma infatti Properzio - canterebbe senz'altro le imprese di Augusto e i meriti di Mecenate; tuttavia, il sentimento per Cinzia condiziona completamente la sua ispirazione. In questo libro, Cinzia resta centrale, ma aumentano le confessioni di Properzio agli amici, le considerazioni di innamorato felice.

III libro. Composto da 25 elegie, il tema amoroso di dirada, mentre si infittiscono i motivi celebrativi o più genericamente legati al regime, che testimoniano il cammino del poeta verso quella che è stata definita una "difficile integrazione"; la scelta della poesia elegiaca è ancora ribadita, ma è chiaro che la relazione con Cinzia non prevede più completa dedizione e che è prossimo il discidium, ossia il distacco definitivo. In paticolare, nella 23a elegia il poeta lamenta che le sue tavolette, sulle quali erano scritti i versi d'amore, siano andate perdute: l'espediente ha il senso di un addio all'amore e alla poesia.

IV libro: Costituito da 11 elegie che conservano un ricordo tenue di Cinzia, che ha ceduto il posto ad argomenti solenni di impronta callimachea. Con le cosiddette "elegie romane", di carattere eziologico, si spiegano le origini di miti e culti della tradizione romana e italica (si narra, ad esempio, la storia di Tarpea, quella del tempio di Apollo Palatino o del culto dell'Ara Massima; in questo modo Properzio si adegua alla richiesta di Mecenate e del principe. Solo due elegie (7 e 8) ripropongono la figura di Cinzia: il discidum si è ormai attuato.

L'amore assoluto: l'amore è presentato da Properzio come un valore esistenziale assoluto, tale da riempire completamente la vita: sostituisce la carriera politica o militare, cioè le normali attività di chi, come il poeta, proviene da una famiglia ricca e socialmente elevata; ma è anche una necessità come il cibo e come il sonno. Esso è inoltre l'unica alternativa possibile nei confronti di una realtà storica che spinge alla fuga.





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