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Théodore Géricault - Biografia, La zattera della Medusa

storia dell arte



Théodore Géricault

Biografia

Jean-Louis-André-Théodore Géricault nasce a Rouen il 26 settembre 1791. Nel 1796 la famiglia si stabilisce a Parigi, dove Théodore compie gli studi presso il Lycée Impérial. Nel 1808 entra come allievo nello studio di Carle Vernet; dopo due anni, decide di entrare nell'atelier di Guérin. Nel 1812 frequenta l'Ecole des Beaux-Arts, e partecipa al Salon con il quadro L'ufficiale dei cavalleggeri della Guardia imperiale alla carica. Théodore decide di partire per l'Italia dove si trattiene dall'autunno del 1816 all'autunno dell'anno successivo; al suo 111b11b ritorno Parigi si dedica alla litografia con soggetti d'ispirazione militare e scene di vita romana. Fra il 1818 e il 1819 lavora alla grande tela della Zattera della Medusa che, esposta al Salon, suscita reazioni contrastanti. Durante un soggiorno londinese pubblica una serie di litografie dal titolo Various Subjects Drawn from Life and on Stone Alla fine del 1822 ritorna definitivamente a Parigi. Nonostante le precarie condizioni di salute, l'artista realizza numerose litografie e inizia la serie dei ritratti di alienati, per il dottor Etienne-Jean Georget (1822). Ormai immobilizzato, Géricault prepara i disegni per alcuni quadri e illustra le opere poetiche di Byron (1823). Muore il 26 gennaio 1824, a trentadue anni, nella sua casa parigina. Al Salon di quell'anno sono esposti, come gesto d'omaggio, due dei suoi ultimi dipinti, Fucina di paese e Garzone che dà l'avena a un cavallo




La zattera della Medusa 1819, olio su tela, 491x716, Parigi - museo del Louvre

Il quadro prende spunto da un fatto di cronaca successo nel 1816: l'affondamento della nave francese Medusa. Gli occupanti della nave si rifugiarono su una zattera che rimase abbandonata alle onde del mare per diverse settimane. Gli sfortunati vissero un'esperienza terribile che condusse alla morte la gran parte di loro. Solo una quindicina di uomini furono tratti in salvo da una nave di passaggio, dopo che su quella zattera era avvenuto di tutto, anche fenomeni di cannibalismo. L'episodio colpì molto l'immaginazione di Gericault che si mise al lavoro per la realizzazione di quest'opera.

Il quadro è costruito secondo il classico sviluppo piramidale. Nel quadro le piramidi sono in realtà due ed esprimono due direzioni che s'incrociano tra loro opponendosi. La prima piramide parte dall'uomo morto in basso a sinistra ed ha il vertice nell'uomo che, di spalle, sta agitando un panno. È la direzione umana cha va dalla disperazione, di coloro che sono morti, alla speranza di chi ha ancora la forza di agitarsi con la speranza di essere visto da qualcuno che vada a salvarli. La seconda piramide parte dalle onde del mare per giungere all'albero che sorregge la vela. Questa è la direzione del mare che spinge in direzione opposta rispetto alla direzione delle speranze umane. È proprio la tensione visibile tra queste due forze opposte a dare un primo tratto drammatico alla scena.

Nei primi studi, preliminari alla realizzazione del quadro, Gericault mise una nave all'orizzonte nella direzione in cui guarda l'uomo che agita il panno. La presenza della nave all'orizzonte dava la sensazione del lieto fine. Comportava lo scioglimento della tensione psicologica. Nella stesura definitiva la nave all'orizzonte scompare, per aumentare il senso del phatos.



In quest'opera, di altissima tensione drammatica, Gericault usa più riferimenti alla storia dell'arte. L'atmosfera e i contrasti luministici rimandano inevitabilmente a Caravaggio. Anche il braccio abbandonato nell'acqua, dell'uomo morto in basso a sinistra, è copiato da Caravaggio. Le figure hanno una tensione muscolare, e una torsione, che rimandano immediatamente a Michelangelo. In basso a destra, un cadavere riverso è coperto da un drappo, elemento che richiama il lenzuolo funebre degli antichi.

Il ragazzo morto e del padre che lo sorregge, sembrano due statue greche. Da notare il particolare del ragazzo che, benché nudo, ha le calze arrotolate ai piedi. Questo particolare, di crudo realismo, sgombera il campo da qualsiasi lettura mitologica o idealizzata. Quelle calze, così comuni e banali, danno il senso tragico della umanità violata, ossia della morte vera che spegne le persone vere in carne ed ossa.Il padre, con un manto rosso e dallo sguardo pensoso, è simile ad un eroe omerico nella sua dignità.






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