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PROGETTO UMANITAS - Il mosaico

storia dell arte



PROGETTO UMANITAS

Percorso n.2

Relazione sull'esperienza del 9 e 10/03/1999


Il mosaico

Il mosaico è l'insieme di vari piccoli pezzi di pietra (o vetro) tagliati in forma quadrangolare e piuttosto regolare che si accostano per formare bellissime figure, questa tecnica è utilizzata per il decoro di pareti e pavimenti.

Il mosaico nasce in Grecia nel IV secolo a.C. circa. I primi mosaici non erano creati con tessere ben levigate ma con semplici ciottoli che a seconda delle sfumature di colore erano disposti in modo ordinato per 545e41f creare delle figure spesso stupende, con curate sfumature ed ombre.

Il mosaico si sviluppa durante tutta l'età ellenistica (IV secolo-31a.C.).

In epoca romana era suddiviso in Pavimenta (o Opus) Sectilia, usato per pavimentazioni utilizzava una tecnica di disposizione delle tessere molto rozza e quasi casuale, e Pavimenta (o Opus) Tessellata, usato anch'esso per la pavimentazione era costituito da disegni formati da tessere ben allineate; il termine mosaico era utilizzato unicamente per le decorazioni parietali. Un altro tipo di mosaico, di grandissimo effetto, era il così detto vermiculum costituito da minuscole tessere che componevano disegni del tutto simili a quelli dipinti.



In Italia il mosaico si sviluppa in primo luogo in Sicilia, che facendo parte della Magna Grecia aveva stretti contatti con il mondo ellenico.

Il mosaico non era però il solo tipo di pavimentazione antica, infatti, i primi pavimenti erano in terra battuta, poi nacquero gli Opus Signinus costituiti da malta formata principalmente da cocciopesto e calce e decorato da tessere solitamente bianche per formare disegni, infine si svilupparono i laterizi lastricati di mattoni disposti a lisca di pesce.

Quando si vuole creare un mosaico bisogna formare una base per poggiare le tessere, questa è solitamente composta da quattro strati costituiti da malta formata con del legante (calce) e degli inerti (ciottoli e materiali di recupero). Il primo strato, lo statutum, è formato da malta creata unendo a tre parti di grossi ciottoli e cocci rotti due di calce e amalgamando il tutto con acqua, il secondo strato, il rudus, è costituito da malta formata da una parte di rena, una parte di cocciopesto, una parte di breccia e due parti di calce, il terzo strato, il nucleos, è formato da una malta costituita da due parti di polvere di marmo una parte di polvere di coccio e due di calce, il quarto strato, il sovranucleos, il più nobile è composto da una malta bianca di tre parti di polvere di marmo e due di calce.

Sopra il terzo strato ancora umido sono poggiate le tessere formando i disegni desiderati, dopo la posa è necessario riempire gli interstizi tra le tessere con la malta del quarto strato più diluita.


Il mosaico di S. Elisabetta

Il mosaico di S. Elisabetta si trova nel dipartimento di Chimica dell'Università di Perugia, il suo stato prima del restauro, risalente a solo due anni fa, e quello odierno non sono molto dissimili, infatti, infiltrazioni d'acqua e la gran quantità di smog presenti nella zona in cui è ubicato rovinano terribilmente il mosaico che dovrebbe essere ripulito almeno una volta ogni sei mesi.

Questo non è possibile visti l'estensione del mosaico, il fatto che per ripulire la superficie occorre prima spazzare e poi pulire ogni pezzetto con spugne e spazzolini da denti e che ci sono solo due persone che si stanno occupando del restauro.

L'unica soluzione sarebbe proteggere il mosaico dagli agenti esterni umani apportando delle modifiche al luogo dove si trova ma questo è compito dell'Università e non della sovrintendenza che sta curando il restauro.

La condizione generale del mosaico di S. Elisabetta è disastrosa:

Batteri e funghi causati dall'umidità creano macchie ovunque, le tessere sono per lo più scheggiate o mancanti ed è sempre ricoperto da uno strato di sporcizia e smog.

Per restaurare il mosaico è necessario pulire bene la parte da restaurare prima a secco con una piccola scopa, poi pulire con spugne umide e spazzolini, quindi bagnare con acqua ossigenata a 130 volumi che ha un'azione battericida. Quindi si devono eliminare i sali superficiali applicando sulla superficie del mosaico della cellulosa pura bagnata con acqua distillata che evaporando lascerà tutti i sali che ricoprono le tessere sulla carta, dopo di che si riempiono gli spazi lasciati dalla malta o dalle schegge di tessera saltate con della malta del quarto tipo diluita.

Il mosaico è stato rinvenuto agli inizi del secolo grazie alla frana del terreno che lo ricopriva e che costituiva l'orto della chiesa di S. Elisabetta.

Quando dopo la frana si intravide un pezzo di mosaico si creò una società che riportò alla luce circa la metà del mosaico e che ne restaurò con il metodo del rifacimento inventato e delle colate di cemento (entrambi sbagliatissimi perché inadatti e irreversibili) moltissime parti. Quando pochi anni dopo si riprese a scavare i nuovi pezzi portati alla luce furono restaurati con delle semplici tessere bianche con un metodo più moderno e adatto. Il mosaico però era stato già restaurato in epoca romana sostituendo le tessere mancanti con pezzi di marmi preziosi.

Questo stupendo mosaico che decorava le terme dell'Augusta Perusia raffigura Orfeo intento a suonare la lira e circondato da molti animali anche feroci e selvaggi.

Orfeo è raffigurato nudo (come si addice agli eroi) ed è seduto su un albero di alloro (simbolo di Apollo).


La figura di Orfeo

Orfeo è una figura mitologica un abile cantore e un coraggioso eroe.

È figlio della musa Calliope e di un cacciatore della Tracia, Eagro che vive in una terra considerata ai margini della civiltà e situata più a nord della Macedonia e dell'Olimpo, aveva anche un figlio Museo (dedicato alle muse).

È chiamato dagli Argonauti e da Giasone ad affrontare l'impresa della conquista del vello d'oro. Orfeo, infatti, aveva il potere di far muovere tutti gli esseri animati e non con il suono della sua lira.

La lira di Orfeo, infatti, era quella creata da Ermes con il guscio di una testuggine (tartarucos guardiano del tartaro) e i tendini dei buoi di suo fratello Apollo cui l'aveva poi regalata per farsi perdonare il furto dei buoi stessi. Da Apollo la lira era poi passata in mano di Anfione che l'aveva donata ad Orfeo.

Orfeo intraprende anche l'impresa della liberazione di Euridice (alcuni antropologi sostengono che sia un altro nome per Proserpina) ma dopo il suo tragico fallimento si ritira dalla vita pubblica e insegna tutto ciò che ha imparato sull'aldilà come una nuova religione a dei giovani della Tracia. Orfeo crea una nuova religione mistetica (in cui c'è un'altra vita dopo la morte) secondo la quale vi erano due dei Dioniso, il più importante era stato divorato ancora in fasce dai Titani e Zeus per punirli li aveva inceneriti, dalle ceneri dei Titani Zeus creò l'uomo che quindi aveva in sé sia la crudeltà dei Titani sia la natura divina di Dioniso.

Orfeo fu però assassinato dalle donne della Tracia (o dalle Baccanti) che lo ritenevano un esempio negativo per i giovani dato che non aveva più amato nessuna donna dopo Euridice ed era seguito da molti giovani che intraprendevano la sua strada. Fu ucciso e fatto a pezzi e la sua testa fu inchiodata alla magica lira di Ermes e buttata in un fiume. La lira raggiunse infine l'isola di Lesbo dove fu raccolta da Saffo che riuscì addirittura a parlare con la testa dell'eroe.

Alcuni dei simboli di Orfeo sono: naturalmente la lira, il cappello frigio (che simboleggia le sue origini in una zona selvaggia), l'albero di alloro (sacro ad Apollo poiché vi si era trasformata Dafne per sfuggire al suo corteggiamento) e vari animali feroci fra cui il serpente.

Proposte per l'adattamento dell'ambiente in cui è situato il mosaico

Dopo la prima fase del restauro nel 1997 nacque la necessità di risanare l'ambiente circostante il mosaico per poterlo conservare.

Riassumendo le cause del degrado del mosaico sono:

a)    La presenza di una strada molto trafficata a diretto contatto con il mosaico.

b)    L'effetto del sole che batte a picco su varie parti del mosaico in molte ore del giorno facendo dilatare le tessere

c) Il terreno sottostante al mosaico interessato da falde acquifere

d)   La presenza di cunicoli sotto al mosaico.

È stato quindi commissionato dal rettore dell'università prof. Calzoni un progetto di risanamento realizzato dalle facoltà di ingegneria e geologia.

Fra i fautori del progetto vi era anche il dott. Francesco Asdrubali che ci ha illustrato il progetto, questo prevede una copertura con lastre di vetro ad una certa altezza dal mosaico, un oscuramento della vetrata esposta a sud che separa parte del mosaico dalla strada, un impianto di condizionamento che faccia rimanere costanti temperatura e umidità a contatto del mosaico.

La temperatura e l'umidità, infatti, oscillano pericolosamente nel giro di poche decine di minuti, ogni giorno la temperatura aumenta di 10°C in mezz'ora e l'umidità oscilla tra il 95% della notte e della mattina e il 30% delle ore pomeridiane nelle zone in cui batte il sole.

Il costo dell'opera di risanamento ammonta a circa 500.000.000, una cifra non molto elevata se si pensa che ogni anno il lavoro di restauro costa alla sovrintendenza circa 200.000.000.


Marta Polenzani




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