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I LONGOBARDI A BENEVENTO

storia dell arte



I LONGOBARDI A BENEVENTO


La dominazione longobarda dura all'incirca due secoli senza tuttavia mai riuscire ad interessare completamente tutta la penisola italiana. Accanto ai Longobardi, durante tutto questo periodo, persiste un'Italia romana o, come viene piu' spesso definita, bizantina. Al loro arrivo nel mezzogiorno d'Italia i Longobardi creano due Ducati di estrema importanza: il Ducato di Spoleto e quello di Benevento. La città di Benevento p 212b16c er circa 500 anni resta capitale del regno longobardo nell'Italia meridionale. Il suo Ducato rappresenta in tutti questi anni un organismo indipendente ed è certamente il piu' vasto ed il piu' ricco Ducato meridionale. Proprio nel meridione infatti, prima della calata longobarda, vi è una grande varietà di forme di vita e di cultura. Ed è il grande merito longobardo è senz'altro quello di riunire quest'immenso territorio in una entità politica che sopravviverà nel tempo al dominio dei loro confratelli settentrionali. Anzi, quando il regno longobardo del Nord viene distrutto dai Franchi di Carlo Magno, il Ducato di Benevento non solo rimane ancora in vita, ma per l'occasione si autopromuove a Principato. Esso subisce, proprio in virtu' di questa opportunità, una vera e propria migrazione di profughi che dal nord si portano, nonostante il vano tentativo di Carlo Magno che tenta di arginare l'esodo, verso la longobardia minore: segno della floridezza e della solidità di questo stato.

Fondatore del Ducato meridionale è Zottone, nominato Duca personalmente da Autari, terzo Re dei Longobardi dopo Alboino ed Arduino, artefice e responsabile diretto della distruzione dell'abbazia di Montecassino. Forse, soprattutto per questo motivo, egli viene sovente descritto come uomo "rapace e crudele".



Autari, che nel 589 discende nell'Italia meridionale giungendo fino a Reggio Calabria, occupa strada facendo anche il Sannio ed il circondario di Benevento. La città viene affidata a Zottone, uno dei suoi generali, con il compito di governare la recente conquista.

Tutto ciò dimostra in modo inequivocabile come il primo incontro delle nostre popolazioni con il germanesimo non è propriamente cordiale; ma si manifesta piuttosto come uno scontro che solo successivamente conduce ad una pacifica sistemazione territoriale attraverso un costante progresso politico.

I Longobardi giunti nel meridione non sono sostanzialmente diversi da quelli che hanno invaso l'Italia settentrionale. Sono anche loro dei guerrieri e si comportano anche loro come dei selvaggi; come tali perseverano nella loro idolatria e nelle loro primitive supersistizioni. Solamente in un secondo momento la conversione al cristianesimo e l'inserimento nella società meridionale porta ad una forte integrazione del popolo nordico con gli indigeni del sud ed alla creazione di un regno meridionale ben distinto e separato da quello dell'Italia settentrionale.

I Longobardi assumono così la consapevolezza dell'indipendenza e dell'autonomia politica. La prova dell'integrazione  e dell'autonomia beneventana è data proprio dall'invasione franca dell'Italia settentrionale. I meridionali non accettano l'invasione; al contrario resistono e combattono tenacemente per rimanere Longobardi e per non piegarsi alla dominazione dei Franchi. Per ciò che riguarda l'organizzazione politica dei Longobardi si potrebbero individuare in essi alcuni elementi embrionali del sistema politico feudale. I Longobardi suddividono il regno in grandi circoscrizioni territoriali: i Ducati, il cui governo viene affidato a dei capi definiti latinamente: "Duces". All'interno del proprio territorio il Dux rappresenta un vero e proprio piccolo re, ed impersona l'unica autorità politica riconosciuta. Il Ducato è frazionato ulteriormente in Distretti o Gastaldati ciascuno retto da un Gastaldo. Questo personaggio svolge le mansioni di un pubblico funzionario ed ha il compito di amministrare le terre possedute dalla corona.




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