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TESTO ESPOSITIVO SU ROMA

storia



TESTO ESPOSITIVO SU ROMA


In questo testo vengono descritti argomenti riguardanti Roma durante il passaggio dalla monarchia alla repubblica e dei due secoli successivi, il V e IV secolo a.C.


Le fonti.


La principale fonte di informazioni sull'antica c 636e44g ittà di Roma è il noto storico Tito Livio. Nacque a Padova nel 59a.C. e divenne famoso fin da quando iniziò ad occuparsi della grande opera storica, nel 25a.c. che lo impegno fino al 17d.c., la data della sua morte. L' opera, intitolata "Ab Urbe Condita (dalla fondazione della città) era composta da 142 libri che narravano la le vicende di Roma, dalla venuta di Enea fino al tempo di Livio stesso. Il testo venne pubblicato a gruppi di cinque o dieci libri per volta, ciò contribuì a determinarne la dispersione, infatti oggi ne possediamo solamente 35. Tutte le altre informazioni ci sono giunte grazie all'archeologia, con i ritrovamenti di svariati testi e documenti.


Politica interna.


L' ultimo dei sette re di Roma fu Tarquinio il Superbo, che venne cacciato dai patrizi, i nobili proprietari terrieri, per i suoi atteggiamenti tirannici, e in questa occasione, a Roma si passò dalla monarchia alla repubblica. Il governo nel periodo di Roma repubblicana non era presieduto da un solo uomo ma da due magistrati:i consoli. Essere magistrati a Roma significava ricoprire una carica politica; le caratteristiche della magistratura erano la collegialità, l'elettività, la gratuità e la temporaneità. I diversi poteri politici a Roma erano divisi all'interno di sei magistrature, i cui membri erano eletti da tre diverse assemblee. L'assemblea della plebe, fu costituita nel 494a.C., in seguito alla secessione dell'Aventino (il momento in cui i plebei, in segno di protesta contro i patrizi, e per ottenere più privilegi, si ritirarono sull'Aventino, fermando l'economia della città) ed è composta da tutti i plebei della città. Ad essa spettava il compito di eleggere i dieci tribuni della plebe, che dovevano curare gli interessi del popolo esercitando il diritto di veto sulle leggi, che potevano compromettere la libertà dei cittadini. La seconda assemblea, è costituita dai comizi tributi, cioè tutta la popolazione divisa nelle quattro tribù urbane, create da Servio Tullio nel 509a.C. Questa assemblea eleggeva i questori che avevano il compito di amministrare le finanze dello stato e gli edili curuli che avevano la responsabilità del mantenimento urbano della città, dei rifornimenti alimentari e dei giochi pubblici. Infine la terza assemblea è composta dai comizi centuriati, ovvero la popolazione suddivisa per censo e ripartita in 193 centurie. Si votava per centurie per eleggere i censori, magistrati che ogni cinque anni si occupavano del censimento della popolazione, per valutarne la ricchezza e dividerla nelle cinque classi(i censori erano obbligatoriamente ex-consoli), per nominare i pretori che detenevano il potere giudiziario e infine per assegnare la carica ai consoli, a cui spettava il potere militare. Tutte le magistrature erano rielette ogni anno. Un'altro organo di governo, distaccato dalle magistrature, era il senato, composto dai ricchi patrizi e da tutti gli ex consoli. I cittadini più ricchi, dopo aver dimostrato il proprio valore esercitando le cariche minori, potevano ambire al cursus honorum( il corso degli onori), ossia la carriera politica che comprendeva obbligatoriamente in successione la questura, la pretura ed infine il consolato.









Politica estera


Gli Etruschi, secondo il filosofo greco Dionigi di Alicarnasso, sarebbero un popolo che non si fuse mai con altre popolazioni, instaurato fin dall' antichità nell'Etruria, un territorio formato dalle odierne: Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Roma entrò in contatto con gli etruschi durante il periodo nel quale fu governata dai Tarquini, cioè gli ultimi tre re di Roma: Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo, e fin dalla nascita della città. Roma dovette affrontare questo popolo nel 386 a.C. nella guerra di Veio, città etrusca posizionata sulla sponda settentrionale del Tevere. Anche un popolo celtico, che dai romani vennero chiamati galli, si scontrò con la grande e potente città laziale. I galli sono nati nel bacino tra il Danubio e il Reno, poi dilagatosi in Spagna, in Francia e, attraverso il canale della Manica, in Inghilterra. Alcune tribù galliche d'Oltralpe si erano insediate nel Nord Italia già a partire dal V secolo a.C., tra questi i senoni della costa adriatica marchigiana. Durante l'anno 387 a.C. i senoni, dopo aver saccheggiato la città di Chiusi, assediarono Roma, ma Furio Camillo, condottiero romano, riuscì a respingere, secondo la leggenda, l'attacco dell'esercito di Brenno, condottiero celtico. Livio narra che la città fu presa, a eccezione del Campidoglio, e dovette pagare un forte riscatto per ottenere l'allontanamento dei nemici. Inoltre durante le trattative per stabilire il prezzo della liberazione Brenno, pronunciò la frase, divenuta celebre, "Vae victis" ("Guai ai vinti").


I romani ebbero un conflitto anche con i latini, ma più precisamente con Albalonga. La città situata sui colli Albani e fondata, secondo la leggenda, da Ascanio (figlio di Enea), fu per lungo tempo la guida della Lega Latina e fu distrutta nel VII secolo a.C. dai romani, al tempo di Tullo Ostilio, il leggendario terzo re di Roma. Secondo la leggenda durante la guerra, per evitare un eccessivo spargimento di sangue, dai due eserciti furono scelti tre gemelli di pari forze, gli Orazi (rappresentanti di Roma) e i Curiazi (rappresentanti di Albalonga) che combatterono tra di loro in una battaglia dal cui esito si sarebbe saputo quale città avrebbe prevalso. I tre Curiazi rimasero feriti,ma vivi, mentre due Orazi morirono e rimase un solo fratello che grazie alla sua furbizia attirò uno ad uno i fratelli Curiazi e li sconfisse uccidendoli. Così Albalonga, secondo la leggenda, fu conquistata da Roma.


Economia


L'economia romana era basata sugli schiavi e non poteva fare a meno di loro: erano infatti schiavi i lavoratori agricoli dei possedimenti terrieri dei patrizi, ove si producevano vino e olio; e spesso erano prigionieri anche i prigionieri delle botteghe artigiane di proprietà dei cavalieri o i marinai che portavano oltremare le loro merci; ma nondimeno erano servi i dotti precettori greci o orientali che curavano l'educazione dei giovani aristocratici. Dovendo dunque sintetizzare il quadro    socio-economico di Roma, si ebbe un'attività agricola, nelle mani dei patrizi, e una serie di attività imprenditoriali, gestite dai cavalieri: in entrambi i casi ci si avvalse preferibilmente di manodopera di schiavi, mentre i ceti inferiori andarono sempre più a rinvigorire i ranghi dell'esercito. Nell' economia romana esisteva il concetto di clienti, con il quale venivano indicati gli uomini liberi, ma in gravi condizioni economiche, che venivano affidati ad un patrizio, che li aiutava economicamente, in cambio di una totale fedeltà e di svariati servizi anche in campo militare ed in seguito anche in ambito elettorale, poiché dovevano obbligatoriamente votare il patrono (patrizio) o il suo prescelto.







Cultura


Il mondo della donna era la casa, nella quale passava il tempo a tessere, e se ricca a farsi bella aiutata dalle schiave. L'ideale femminile romano era di una moglie fedele, abile, saggia padrona di casa, dedita alle occupazione domestiche. La donna non partecipava alla vita pubblica, né testimoniava in tribunale, non esercitava nessuna attività commerciale e professionale e doveva sempre avere un tutore.

Mos maiorum è un'espressione latina, traducibile letteralmente come "il costume degli antenati", con cui si indicava nell'antica Roma l'insieme di idee, valori, credenze religiose e usanze ricevute in eredità dalle generazioni precedenti. Esempi di valori del mos maiorum sono la pietas (il rispetto del destino, degli dei, della famiglia e della patria), la devozione religiosa, la frugalitas (la parsimonia), la semplicità nel tenore di vita, la patientia (la sopportazione del dolore), la fortitudo (la forza d'animo), la pudicizia e la virtus (il coraggio).

Nella società romana esistevano due tipi di religioni: quella pubblica in cui erano celebrati gli dei simili a quelli greci (Giove, Giunone, Nettuno, Minerva, Apollo, Diana, Venere, Mercurio, Cerere, Bacco, Vulcano, Marte)e quella privata in cui si onoravano i Mani (gli spiriti degli antenati), i Lari (gli spiriti protettori della casa in quanto edificio) e i Penati (le divinità protettrici del nucleo familiare). La cultura romana fu molto influenzata dagli etruschi che lasciarono molteplici tracce:come le toghe, i fasci, gli anelli e i seggi, che accompagnarono tutta la storia romana. Sono notevoli anche gli influssi etruschi sulla religione di Roma (si pensi soprattutto ai riti divinatori esaminando il fegato delle vittime sacrificali, il volo degli uccelli, i fulmini e il modo di beccare delle galline nel pollaio sacro). E non mancarono influenze etrusche nel campo dell'architettura, se è vero che sotto il regno di Servio Tullio sarebbe sorto sul colle capitolino un tempio di tipo etrusco, in mattoni, dedicato a Giove, Giunone e Minerva.


Da questi argomenti, è possibile capire l' importanza di Roma e i rapporti con gli altri popoli, che la renderanno nei secoli avvenire la capitale dell' impero più potente del mondo.




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