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PRIMA GUERRA MONDIALE

storia



PRIMA GUERRA MONDIALE


ESPANSIONE ECONOMICA della GERMANIA = Dopo un periodo lungo di tranquillità tra le nazioni europee, nel 1914 l'Europa si affaccia alla prima guerra di dimensioni mondiali.

L'inizio del conflitto è stato causato da tensioni diplomatiche, contrasti per il controllo di regioni strategiche o di colonie e rivalità economiche tra le potenze europee. A favorire questa tensione è stata l'ascesa economica della Germania, che con la sua impetuosa e veloce industrializzazione era riuscita a minacciare due grandi Imperi coloniali come la Francia e la Gran Bretagna.

Arrivando con ritardo rispetto alle altre potenze, la Germania nella seconda metà dell'Ottocento era stata protagonista di una rivoluzione industriale.

Per soddisfare le proprie esigenze finanziarie ed industriali minacciate da crisi di sovrapproduzione si era buttata in ritardo anche se in ritardo rispetto alle altre potenze, alla ricerca di domini coloniali. A ciò aveva buttato al vento importanti progetti di espansione come la ferrovia Berlino-Baghdad, che avrebbe portato capitali e imprese tedesche fino in Oriente. L'entrata della Germania nei Balcani e in Medio Oriente portava una minaccia per gli interessi economica della Russia e della Gran Bretagna che operavano nella stessa zona.

CORSA al RIARMO = La politica di espansione e dominio mondiale, portata avanti dal Kaiser Guglielmo 2 (1888-1918), per affermare la potenza finanziaria  e industriale della Germania, aveva aumentato le rivalità con le altre potenze europee, portando ad una corsa alle armi.



ALLEANZE MILITARI = Allo stesso tempo della corsa e l'aumento delle armi, si afferma la creazione di forti alleanze militari, infatti nel 1882 Germania, Austria-Ungheria e Italia avevano stipulato tra loro la Triplice Alleanza, e nel 1907, Russia, Inghilterra e Francia avevano firmato la Triplice Intesa. Inoltre queste alleanze avevano diviso l'Europa in due blocchi contrapposti.

ATTENTATO a SARAJEVO = Le tensioni tra le rivalità Europee, esplodono nei mesi di giugno e l 323d37d uglio 1914, portando alle nazioni ad entrare in guerra. L'evento che fa scatenare la guerra è l'assassinio dell'erede al trono d'Austria, Francesco Ferdinando e della moglie, avvenuta a Sarajevo il 28 giugno 1914, a opera di uno studente bosniaco.

L'attentato suscita la reazione del governo austriaco che il 23 luglio invia alla Serbia un ultimatum nel quale chiede di poter collaborare all'inchiesta sull'attentato e alla repressione del movimento irredentista.

Il governo di Belgrado assicurato l'aiuto della Russia, rifiuta l'ultimatum per cui il 28 luglio l'Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia.

GUERRA MONDIALE = La Russia porta le proprie truppe sul confine occidentale provocando un'istantanea reazione dei tedeschi, che il primo agosto dichiarano guerra ai russi.

Lo stesso giorno anche la Francia muove le sue forze armate, a ciò la Germania risponde con una dichiarazione di guerra il 3 agosto. Nel frattempo, anche l'Inghilterra dichiara guerra alla Germania il 4 agosto, mentre l'Italia, non viene consultata dalle alleate e dichiara la propria neutralità.

In poche settimane il conflitto il conflitto si allarga diventando mondiale; perché il 23 agosto il Giappone si schiera dalla parte delle potenze dell'Intesa, mentre la Turchia entra in guerra il 1°novembre, a fianco degli imperi centrali. Nell'anno successivo l'Italia si schiera con l'Intesa nel maggio 1915, mentre la Bulgaria si affianca alla Triplice alleanza nell'ottobre 1915. Nel marzo 1916 è la volta del Portogallo, nell'agosto della Romania, nell'aprile 1917 dagli Stati Uniti, nel giugno della Grecia, nell'agosto della Cina.

ATTEGGIAMENTO dei SOCIALISTI = Le grandi riserve arrivano dai socialisti che, nel Congresso di Basilea della seconda Internazionale(1912) avevano dichiarato "guerra alla guerra", capitalista ed imperialista; nel conflitto il proletariato avrebbe combattuto e perso la vita per tutelare gli interessi della borghesia imprenditoriale e finanziaria.

I partiti socialisti di Germania, Inghilterra, Austria e Francia danno il loro voto a favore dei finanziamenti per la guerra decidendo di sospendere la conflittualità sociale nell'interesse superiore della patria e dell'unità nazionale e di sostenere i governi in guerra. Diverso è l'atteggiamento del partito socialista italiano e da quello bolscevico russo che rifiutano la logica dell' "unione sacra" e persistono nel loro rifiuto della guerra.

L'INCERTEZZA dell'ITALIA = Il trattato della Triplice Alleanza, non prevedeva l'intervento delle nazioni alleate, cioè in caso di guerra, prima di fare qualcosa, avrebbero dovuto consultarsi e siccome l'Austria dichiara guerra alla Serbia, lasciando l'Italia all'oscuro di tutto, il 3 agosto 1914, il governo italiano, dichiara la neutralità dell'Italia.

Questa decisione, consente al governo di prendere tempo e di valutare in sede diplomatica e politica i vantaggi e svantaggi dell'intervento. La revoca della neutralità e l'intervento accanto all'Austria diviene l'occasione per una riapertura delle trattative sul cedere all'Italia delle regioni che mancano al completare l'unità nazionale con il Trentino, l'Alto Adige, il Friuli, il Venezia Giulia, la Dalmazia e l'Istria.

La stessa trattativa poteva essere ottenuto tramite un'alleanza con le potenze dell'Intesa: in cambio del suo intervento l'Italia avrebbe potuto chiedere che in caso di vittoria, le venissero date le regioni mancanti. L'opinione pubblica italiana si vede divisa sia di entrare in guerra sia sulla scelta delle potenze cui allearsi, e infine l'Italia, proclama l'intervento in guerra a fianco della Francia e dell'Inghilterra, che sono nazioni più aperte ai principi dei liberali e democratici.

PATTO di LONDRA = Patto in cui Calandra e Sonnino ottengono in cambio dell'intervento militare italiano a fianco dell'Intesa la promessa dei territori austriaci dell'Alto Adige, del Trentino, di Trimestre e dell'intera penisola istriana e di alcune isole adriatiche.

L'accordo viene stipulato a Londra il 26 aprile 1915, senza che lo sappia il resto del governo e del parlamento, in cui molti deputati sono neutralisti.

NEUTRALISTI = Tra i neutralisti c'è Giolitti, che giudica l'Italia impreparata militarmente ed economicamente ad una guerra che si profila costosa in termini di mezzi e uomini.

Una posizione neutralista viene presa oltre che dai giolittiani, anche dai socialisti e dai cattolici.

I cattolici respingono la guerra, in nome della pace e della concordia fra i popoli. I socialisti condannano la guerra capitalista e imperialista rifacendosi ai principi della Seconda Internazionale.

- DEFINIZIONE = Chi sostiene al necessità del neutralismo o della neutralità del proprio paese, cioè che non parteggia per nessuno dei contendenti.

INTERVENTISTI = Agguerrito è il fronte degli interventisti che ottengono il consenso, sia nella stampa sia negli intellettuali (tra i quali Benedetto Croce, Einaudi).

I più convinti sostenitori dell'intervento sono i nazionalisti che vedono nella guerra l'occasione per l'Italia far vedere la propria forza e potenza. Inoltre gli interventisti acquistano Benito Mussolino, socialista radicale e inizialmente risoluto avversario del fronte dell'intervento.

Aderiscono assieme agli interventisti anche gli industriali e gli imprenditori.

- DEFINIZIONE = Chi sostiene l'interventismo cioè l'atteggiamento di chi propugna l'intervento di uno Stato in una guerra già in atto tra gli altri Stati.  

<<RADIOSE GIORNATE>> di MAGGIO = Durante le <<radiose giontae>> di maggio, la retorica interventista, utilizza da politici e intellettuali come Gabriele D'Annunzio, crea nell'opinione pubblica un movimento favorevole al conflitto che condiziona il parlamento, chiamato a ratificare gli accordi di Londra.

L'INTERVENTO dell'ITALIA = Il parlamento nella seduta del 20 maggio approva con il solo voto contrario dei socialisti la concessione di pieni poteri al governo che il 24 maggio 1915 dichiara guerra all'Austria-Ungheria e muove le forze armate in direzione del fronte orientale.

L'INTERVENTO degli U.S.A. = Dopo lo scontro navale del maggio 1916 in cui la flotta inglese e tedesca si erano scontrate in Danimarca, lo stato maggiore tedesco, inizia una guerra sottomarina, con lo scopo di isolare la Gran Bretagna e impedire che arrivino i rinforzi degli Stati Uniti.

Ma davanti all'offensiva tedesca, gli Stati Uniti, già scosso dall'affondamento del transatlantico inglese Lusitania, in cui erano presenti 140 cittadini americani, rompe le righe e il 6 aprile 1917 dichiara guerra alla Germania.

DELUSIONE e PROTESTA = Il prolungarsi della guerra spegne l'entusiasmo con cui era stato dichiarato il conflitto; comincia la stanchezza, la delusione dei soldati e delle popolazioni civili in cui si diffonde il desiderio di concludere il conflitto.

Negli eserciti si verifica la stanchezza e il rifiuto della guerra:nell'aprile e maggio, di conseguenza alla offensiva lanciata dal generale francese Nivelle, si assiste a più di 40.000 casi di ammutinamento. Anche nella flotta tedesca del Baltico inizia la protesta: esasperati per la scarsità del cibo i marinai protestano contro gli alti ufficiali, reclamando la pace. Per fronteggiare una serie di provvedimenti per dare fiducia e a risollevare i soldati: a cui promettono che alla fine della guerra, verranno concessi aumenti salariali agli operai, terre ai contadini, pensioni e riconoscimenti ai militari. Tuttavia, questi metodi non si riveleranno efficaci perché la dura vita di trincea, la nostalgia alla vita civile, la severa disciplina militare, le sofferenze morali e fisiche, la tensione continua, per molti soldati spinge alla disobbedienza alla diserzione, alla rivolta, all'abbandono del posto di combattimento e l'ammutinamento.

da CAPORETTO al PIAVE = Nell'ottobre 1917 le truppe austro-tedesche provano una nuova offensiva sull'Isonzo, in cui le linee italiane cedono: nella ritirata a Caporetto i soldati arretrano fino al Piave, lasciando ai nemici una parte di territorio italiano; quasi 300.000 soldati sono fatti prigionieri dagli austro-tedeschi che si impossessano anche di armi, munizioni e altro materiale bellico.

Il generale Luigi Cadorna, che ritiene responsabili della sconfitta i suoi soldati e viene tolto dall'incarico e sostituito dal generale Armando Diaz.

SOCIALISTI e la PROPAGANDA = In alcuni deputati del partito socialdemocratico vengono espulsi per aver rifiutato di aver dato il voto alla proposta di nuovi finanziamenti per la guerra; allora fondano l'USPD(partito indipendente) intorno a cui si raccoglieranno i pacifisti della sinistra moderata.

La sinistra rivoluzionaria, si schiera contro la guerra capitalista, dando sostegno agli scioperi e alle manifestazioni contro, il governo, nella speranza che possa ridare slancio a iniziative rivoluzionarie. Anche il partito laburista inglese , le federazioni sindacali francesi, il partito socialista italiano, danno il loro sostegno di propaganda contro la guerra.

APPELLO del PAPA = Il papa condanna la guerra definendola un'inutile strage, ma prospetta soluzioni sia alle violazioni territoriali prodotte dalla guerra.

PROGRAMMA di WILSON = Consiste in 14 punti, che il presidente statunitense Wilson propone nel gennaio 1918come base delle trattative di pace.

In questo programma il presidente delinea i principi generali da seguire per garantire la pace, cioè la libertà di navigazione, la riduzione degli armamenti, l'abbassamento delle barriere doganali e ciò presenta proposte per quanto riguarda l'assetto territoriale da dare all'Europa.

RIVOLUZIONE di FEBBRAIO = In un periodo di tensione e disagio maturano le proteste dei lavoratori delle fabbriche, e dei contadini delle campagne.

Uno di questi moti di protesta, si trasforma in un movimento popolare, in cui partecipano anche i soldati.

La rivolta arriva al massimo il 28 febbraio 1917 con la creazione di un soviet (Consiglio) formato da rappresentanti di operai e soldati. Invece in altre città e paesi si formano soviet dei lavoratori e dei soldati, mentre a Pietrogrado si forma, un governo provvisorio presieduto dal principe.

Così si formano due fronti del potere: il governo provvisorio e i soviet.

GOVERNO PROVVISORIO = Si propone di portare la Russia verso un regime parlamentare e costituzionale, senza abbandonare gli impegni bellici presi con le altre potenze dell'Intesa.

SOVIET = Appoggiano temporaneamente il governo provvisorio, orientandone l'attività in direzione delle prime riforme, come la diminuzione dell'orario di lavoro e l'amnistia per i condannati politici.

LENIN = Decisivo per l'esito della rivoluzione è il rientro dell'esilio di Lenin. Nell'aprile 1917, da poco arrivato a Pietrogrado, propone al gruppo bolscevico di togliere l'appoggio al governo, responsabile della continuazione della guerra capitalista e imperialista, e di procedere alla rivoluzione ferma alla prima fase, che ha consegnato il Paese alle forze borghesi verso la seconda fase, che darà il potere ai lavoratori.

"TESI di APRILE" = Nelle sue Tesi di Aprile egli presenta un piano, in cui sono presenti due obiettivi principali: la diffusione delle masse del progetto rivoluzionario portando il paese verso un regime costituzionale - parlamentare; la radicale trasformazione dell'assetto della nazione abolendo la polizia, l'esercito, la burocrazia, la nazionalizzazione delle terre, la fusione gli istituti di credito.

FALLITO COLPO di KORNILOV = I fallimenti militari in Galizia, rafforzano l'opposizione e in particolare quella bolscevica, promotrice di grandi scioperi e manifestazioni.

Contro i bolscevichi si scatena la repressione del governo: un'imponente dimostrazione, dispersa a Pietrogrado dai cosacchi provoca circa 400 morti e feriti. Molti bolscevichi vengono arrestati e costretti ad andarsene all'estero (in cui Lenin si rifugia in Finlandia).

Sempre più numerosi cittadini simpatizzano o militano per i bolscevichi, mentre perdono credito sia i monscevichi che socialisti rivoluzionari. Il successo dei seguaci di Lenin aumenta nel settembre, in cui la Guardia Rossa composta in prevalenza da bolscevichi fa fallire il tentativo del generale Kornilov, comandante dell'esercito, per prendere il potere.

RIVOLUZIONE di OTTOBRE = Lenin convinto che sia arrivato il momento buono della ripresa della rivoluzione rientra dall'esilio finlandese e nella riunione del comitato centrale bolscevico del 23 ottobre impone la linea rivoluzionaria.

La rivolta scoppia il 25 ottobre, in cui reparti della Guardia Rossa, marinai della flotta del Baltico e delle truppe di Pietrogrado si impossessano della capitale.

Impossessato del Palazzo d'Inverno i rivoluzionari arrestato i membri del governo provvisorio e formano un nuovo governo in cui Lenin ne è presidente.

BOLSCHEVICHI e POTERE = Nel gennaio 1918 si aprono i lavori dell'Assemblea costituente: i bolscevichi, in minoranza rispetto ai socialisti rivoluzionari, nella riunione del 6 gennaio impongono con un atto di forza lo scioglimento dell'Assemblea, riconoscendo la rappresentanza popolare solo ai soviet e la direzione politica al partito. Preso il potere, i bolscevichi si velocizzano a governare la Russia senza l'aiuto delle altre forze politiche e dell'elitè di funzionari ufficiali, intellettuali, imprenditori che a migliaia iniziano a lasciare la nazione unendosi alla schiera di aristocratici che emigrano negli altri Stati Europei.

PACE di BREST - LITOVSK = L'offensiva avvenuta nel febbraio dai tedeschi, che approfittano delle difficoltà del governo sovietico, travolgendo la Russia, costringendo il governo a lasciare Pietrogrado, per andare a Mosca, e a chiedere la pace.

Sottoscritto il 3 marzo a Brest - Litovsk, il trattato obbliga gravi condizioni alla Russia che deve cedere le regioni balcaniche, alla Finlandia, alla Polonia e all'Ucraina.

GUERRA CIVILE = La guerra civile, combattuta dal governo bolscevico contro la nazionalità in lotta per l'autonomia e contro le forze controrivoluzionarie, sostenute da reparti delle potenze dell'Intesa, inviati in Russia per combattere la rivoluzione socialista.

TERZA INTERNAZIONALE = Contro un altro nemico, il diffondersi in tuitta Europa della socialdemocrazia, Lenin progetta la Terza Internazionale, che si apre a Mosca nel marzo 1919: l'abbandono degli ideali rivoluzionari, potrebbe impedire l'allargarsi della rivoluzione della Russia al resto del mondo.

Ai rappresentanti dei partiti operai di ogni nazione, si chiede di prendere la comune denominazione di partito "comunista" e di rompere ogni alleanza con le correnti riformiste.

OFFENSIVA dell'INTESA e resa degli IMPERI CENTRALI = Il contrattacco con le forze dell'Intesa ha successo: dopo la sconfitta tedesca nella battaglia di Amiens, il nuovo governo di coalizione democratica formatosi in Germania decise ad aprire le trattative per la pace.

CRISI interna della GERMANIA = La Germania è attraversata da una grave crisi interna: la flotta concentrata a Kiel si ammutina; gli operai e i soldati si uniscono ai marinai ed eleggono un consiglio rivoluzionario simile ai soviet russi.

L'atteggiamento cauto e riformista dei capi della socialdemocrazia tedesca è contraria a uno sbocco rivoluzionario e favorevole a una democratizzazione del Paese; per questo essi non esitano ad affrontare con la forza le frange estremiste del movimento operaio, in particolare i rivoluzionari della Lega di Spartaco che ai primi di gennaio del 1919 tentano di spingere la popolazione berlinese a rovesciare il governo.

CONFERENZA di PARIGI e OBIETTIVI dei VINCITORI = Il 18 gennaio 1919 si aprono a Versailles le conferenze di pace. Preverrà la linea più cauta di questi ultimi è la Germania le regioni prossime alla riva sinistra del Reno.

Accesa sarà anche la discussione relativa alle annessioni richieste dall'Italia. Nonostante l'atteggiamento assai fermo della delegazione italiana, Fiume però connessa all'Italia.

D'ANNUNZIO occupa FIUME = Nel settembre 1919 Gabriele D'Annunzio occupa Fiume con alcuni reparti di ribelli e di volontari. Per quindici mesi la città sarà sottoposta a una "reggenza" sostenuta da militari, intellettuali, giovani, nazionalisti desiderosi di riscattare l'Italia dall'umiliazione di Versailles.

SOCIETA' delle NAZIONI = Il Patto della società delle nazioni prevede l'istituzione di un'organizzazione internazionale avente come scopo prioritario la soluzione pacifica delle controversie internazionali e la collaborazione di tutti gli Stati membri in vista del mantenimento della pace.

L'organizzazione si dimostrerà però inadeguata all'alto compito affidato.




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