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PARAVENTI E TENDE

storia



PARAVENTI E TENDE


La casa giapponese è così aperta che si è dovuto rifornirla di una quantità di paramenti mobili, di schermi di bambù, di tramezze ecc., elementi a cui è stata dedicata molta inventiva e una dose infinita di talento artistico. I byobu, o paramenti pieghevoli, sono troppo noti per concedere loro più che un breve cenno. Sono composti da diversi pannelli o pieghe con entrambe le superfici rivestite di carta robusta. Una sottile cornice di legno forma il telaio esterno, che può essere liscio o laccato. Le pieghe finali hanno sia gli angoli, sia altre par 131b15b ti del telaio, decorati di placche cesellate. Lungo l'interno del telaio corre una fascia damascata di larghezza variabile, che termina con una sottile fettuccia di broccato, che a sua volta incornicia il pannello o la zona destinata ad accogliere l'opera dell'artista. Ogni piega o pannello può contenere un diverso dipinto; oppure, come capita nella maggior parte dei casi, l'intera superficie del paravento è occupata da un unico paesaggio o da una composizione ininterrotta. Molti grandi artisti del Giappone hanno affidato le loro opere migliori a paramenti come questi, e alcuni sono considerati di valore inestimabile.




I sontuosi paramenti coperti di spesse lamine d'oro, ormai reperibili con gran difficoltà, sono meraviglie di pittura decorativa. Sulla pagina anteriore ci può essere un ampio paesaggio, mentre la pagina posteriore può essere semplicemente una superficie dorata uniforme, o recare, schizzato con poche pennellate nere, un bambù, un pino o altro. Mi è stato riferito che molti paraventi antichi avevano la lamina d'oro così massiccia  che spesso era stato commesso il delitto di distruggerli per recuperare l'oro che ne incrostava le superfici. Il paravento dorato a sei pannelli è indiscutibilmente la più sontuosa suppellettile della casa che sia mai stata concepita a scopo ornamentale, e non esiste di certo un altro arredo in cui entrino in gioco un così gran numero di arti decorative. La cornice preziosamente laccata, le montature in metallo cesellato, il bordo in broccato d'oro, la vasta superficie riservata al pennello dell'artista (quando sono dipinte ambedue le facce di un paravento a sei pannelli, si ottiene una superficie alta quasi cinque piedi e lunga ventiquattro) contribuiscono ad accrescere la sfarzosità della decorazione. La spessa lamina d'oro che ricopre il paravento ammorbidisce i riflessi ed emette una luce dal tono caldo e radioso. Ed essendo regolabile può esibire i suoi dipinti con qualsiasi luce. Naturalmente stiamo parlando dei paraventi antichi in vero oro, che sono a coppie. Chi possieda la coppia può considerarsi eccezionalmente fortunato.

La coppia di paraventi, quando non viene adoperata, è riposta in un sacco di seta e chiusa in una cassa di legno lunga e stretta. E questa, come altre suppellettili della casa, tipo scrittoi e cassettiere, è munita di lunghe maniglie di ferro pendenti, che quando sono rigirate all'insù sporgono dal piano superiore, formando dei comodi passanti in cui si può infilare un bastone, e così, in caso di incendio, possono essere trasportate agevolmente a spalla. Il paravento è provvisto di congegni che impediscono ai pannelli posti alle estremità di oscillare al vento, quando rimane aperto. Questi congegni si possono presentare come una forma metallica che crea un ostacolo, o come un grosso fermo di ceramica, munito di una fessura per infilarvi la base del paravento. In certe ricorrenze festive c'è l'usanza di mettere in mostra i pannelli lasciando aperte le case situate lungo le strade principali; e a Kyoto, in queste occasioni, si può passeggiare per strade e ammirare una magnifica esposizione di queste incantevoli suppellettili. A Kyoto, e forse in altre zone più meridionali, si trova un paravento particolare, che ha dei pannelli di giunco e bambù tagliati a strisce sottili e inseriti nelle pagine. Quando è aperto, lascia passare un bel po' di luce e di aria, e può servire per l'estate.

Davanti al furo, o braciere, che si usa per far bollire l'acqua del tè, è posato un basso paravento a due pieghe, detto furosaki byobu. Serve per riparare dal vento il furo e per impedire che la cenere si sparga nella stanza. A volte questi paraventi sono formati da un telaio rigido in legno, con le ali ad angolo retto e i pannelli di giunco; nell'angolo è fissata una piccola mensola, su cui si possono appoggiare gli utensili che si adoperano per preparare il tè.

Nel genkan, o ingresso tradizionale si trova un massiccio pannello di legno con una spessa cornice, sostenuto da due piedistalli trasversali: si chiama tsuitate, e fa parte dell'arredo dell'ingresso. Spesso ha sontuose decorazioni in lacca d'oro, e generalmente è molto più basso dei paraventi normali. Lo si trova rappresentato spesso nei vecchi libri illustrati giapponesi. Si trovano tsuitate in miniatura, fatti di ceramica o di porcellana, da mettere davanti alla pietra di inchiostro per non schizzare i tatami quando la si sfrega. Un altro tipo di tsuitate ha il piedistallo con dei montanti che tengono in posizione verticale uno schermo rivestito di carta robusta o un pannello.




Quando gli shoji sono stati rimossi e la stanza viene inondata dalla luce e dall'aria, ci si ripara dal sole con tende fatte di listelli di bambù o di giunco; di solito queste sono appese appena sotto il bordo della tettoia supplementare o hisashi, oppure appena fuori dalla stanza. Si possono arrotolare e legare, oppure tenere srotolate fino all'altezza desiderata. Possono essere senza ornamenti o avere raffinati disegni di rampicanti o di zucche, oppure motivi decorativi tradizionali. Questi disegni vengono creati disponendo i nodi del bambù in modo da formare linee serpeggianti o altri motivi oppure praticando delle tacche squadrate sui bordi inferiori dei sottili listelli di bambù. In questo caso l'ombra che è nella stanza crea lo sfondo necessario per mettere in evidenza il disegno.


Le tende si chiamano noren; se sono di bambù, sudare. Nei libri illustrati spesso si trova rappresentato come un sipario. È formato da un piedistallo laccato su cui poggiano due bacchette verticali che a loro volta sostengono un bastone trasversale, simile a certi a certi portasciugamani, dal quale pende un drappo di stoffa, abbastanza lungo da sfiorare il pavimento. Nei vani delle porte e nei corridoi si trova spesso uno schermo o una tenda formata da una frangia di corde in cui sono infilate, come perline, delle piccole sezioni di bambù intervallate da semi neri. Le tende di stoffa si adoperano per l'apertura che immette nella cucina e anche per chiudere le nicchie che fungono da armadi a muro. La stoffa presenta ogni tanto dei tagli che formano una serie di lunghe falde. In questo modo non si mette a ondeggiare al primo soffio di vento, e quando si entra nella stanza si può vedere davanti ai negozi giapponesi, perché non svolazza con vento normale.

Indubbiamente esistono molti altri tipi di paraventi e di tende oltre a quelli elencati, ma la maggior parte di quelli descritti sono i più comuni, che si vedono abitualmente.







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