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OCCIDENTE E ORIENTE NEI SECOLI XII E XIII - Le crociate. Caratteri generali

storia



OCCIDENTE E ORIENTE NEI SECOLI XII E XIII


Occidente e Oriente

Dopo il 1000, marinai, mercanti, monaci, pellegrini, cavalieri cominciarono a riannodare contatti con le altre popolazioni mediterranee; tali incontri avvennero all'insegna dell'incomprensione reciproca, dell'ostilità e della guerra.

All'aprirsi del II millennio tre società, tre religioni, tre culture si affacciavano e si confrontavano nel Mediterraneo: quella dell'Occidente europeo, quella bizantina e quella musulmana.

L'Europa presentava il livello più basso di benessere e di cultura e gli Occidentali erano considerati come barbari, in opposizione al lusso e alla ricchezza di Costantinopoli, di Damasco e di Baghdad, ma aveva un dinamismo e una carica d'aggressività che le avrebbero assicurato il successo.

I Bizantini non avevano combattuto guerre di conquista e non avevano fatto ricorso al confronto militare. Un'aristocrazia forte e invadente, una piccola proprietà indifesa e impoverita, i cerimoniali, una burocrazia puntigliosa e una cultura astrusa erano segnali di un esaurimento dell'organismo imperiale.

Per l'Islam, che comprendeva zone vastissime dalla Persia alla Spagna, l'epoca dell'unità politica e religiosa e della jihad (guerra santa) contro gli infedeli era trascorsa, lasciando il posto ad una proliferazione di poteri e di sette.



Oltre le terre sul Mediterraneo, si stendevano enormi territori sconosciuti.

Nel '200, lungo le vie dell'Asia, si mossero alcuni viaggiatori europei, mentre sull'Europa si ripercuotevano le vic 929f53j ende del popolo dei Mongoli.


I Regni franchi d'Oriente, l'Islam e Bisanzio

La prima crociata aveva portato alla conquista di Gerusalemme e alla formazione, in Siria e in Palestina, di piccoli Stati retti da principi latini, tra cui il Regno di Gerusalemme, la Contea di Edessa, il Principato di Antiochia e la Contea di Tripoli.

In questi territori furono portate istituzioni ed usanze tipiche dell'Europa feudale, e accadde che i signorotti cristiani si combattessero tra loro e si alleassero con i signori musulmani della regione per conservare e ingrandire i propri possedimenti; sembrava che ogni città obbedisse ad un padrone diverso.

I Franchi d'Oltremare formavano uno strato di popolazione cristiana occidentale sopra una massa di popolazione indigena; la minoranza dominante viveva concentrata in poche città in prossimità della costa, avendo dinnanzi il mondo islamico.

Per la minoranza franca, i musulmani furono nemici implacabili e i Bizantini furono alleati prudenti e poco affidabili.

Nel mondo islamico esistevano fratture profonde: in Spagna, Africa, Egitto, Persia e nelle regioni centrali dell'Asia esistevano dinastie indipendenti e rivali, che compromettevano anche l'unità religiosa.

Intorno alla metà dell'XI secolo le vittorie ottenute sugli Arabi dai Turchi Selgiuchidi avevano portato all'istituzione della figura del sultano, in cui era concentrato il potere politico e militare, lasciando al califfo solo la preminenza religiosa.

Non si era ricomposta la frattura con l'Egitto, sotto la dominazione della dinastia araba sciita dei Fatimidi, che approfittarono della disgregazione del sultanato selgiuchide per occupare, nel 1098, la Palestina e Gerusalemme.

Nella seconda metà dell'XI secolo, l'Impero bizantino si scontrò in Occidente col dinamismo dei Normanni e ad Oriente con l'offensiva dei Turchi Selgiuchidi.

Nel 1071 i Normanni conquistarono Bari e si avviarono all'espulsione dei Bizantini dall'Italia Meridionale, mentre i Turchi distrussero l'esercito imperiale e si spinsero nella penisola anatolica.

L'Impero Bizantino fece leva sulla burocrazia, sulla coscienza della sua popolazione, sul prestigio della sua Chiesa e sulla posizione della sua capitale.

Costantinopoli era imprendibile e vi affluivano i maggiori mercati che ne facevano la città più ricca del tempo.

L'avvento degli imperatori della dinastia dei Comneni significò l'affermazione della grande aristocrazia agraria e l'emarginazione dei ceti mercantili più intraprendenti; conseguenza di questo furono gli accordi tra Alessio Comneno e Venezia nel 1082.

Agli inizi del XII secolo, Bisanzio aveva superato il momento più grave; ma l'Impero si sgretolò ancora, sotto i colpi dei Turchi ad Oriente e dei Bulgari e degli Slavi ad Occidente.

L'epilogo si ebbe nel 1204, con la presa della capitale da parte dei cristiani partecipanti alla quarta crociata.


Le crociate. Caratteri generali

Nell'XI secolo era nato l'Ordine cavalleresco degli Ospedalieri, che offriva un ospizio ai pellegrini a Gerusalemme; dopo la conquista della città, l'Ordine assunse funzioni militari.

Un altro Ordine religioso - militare importante fu quello dei Templari, sorto nel XII secolo per la difesa contro i musulmani e che ebbe la sua sede presso il Tempio di Gerusalemme.



Ebbero un forte rilievo militare e divennero una potenza economica e finanziaria, custodendo i tesori affidai loro dai principi; per questo si attirarono invidie e accuse, fino alla fine decretata loro da Filippo il Bello agli inizi del '300.

I mercanti italiani si erano tenuti alla larga da un coinvolgimento nella prima spedizione crociata in Terra Santa, ma il successo militare cristiano accelerò la presenza delle città marinare in Oriente: nel X e XI secolo Pisa e Genova conquistarono una supremazia marittima sul Mediterraneo occidentale, e Venezia controllava l'Adriatico e aveva una posizione egemone nel commercio verso l'Egeo e Costantinopoli.

Dopo il successo della prima crociata, la difesa della Terra Santa e la lotta contro i musulmani rimasero le idee dominanti nell'Europa cristiana; il martirio e la crociata erano le due facce dell'impossibilità di accettare la coesistenza di una fede diversa: dove i cristiani erano la maggioranza o avevano il potere, non ci poteva essere posto per gli infedeli.

I Franchi d'Oltremare dovevano pervenire ad un modus vivendi con le popolazioni musulmane e improntare la loro dominazione a caratteri di relativa tolleranza; l'esiguità demografica del popolamento latino rendeva indispensabile l'apporto umano, militare ed economico dei correligionari europei che, quando partivano per la Terra Santa, lo facevano per spirito di crociata, con intolleranza e fanatismo verso la popolazione indigena, trattata da infedele.

Questo flusso crociato fu un cordone che unì il Levante all'Europa; i pellegrini armati che giungevano in Terra Santa, in spedizioni organizzate indette dal papa o in gruppi confusi, erano animati dai più svariati sentimenti, ma tutti volevano combattere.

Le crociate ebbero significato positivo per l'Occidente, perché alleggerirono la pressione di una nobiltà eccessiva e perché ampliarono gli orizzonti dei suoi abitanti: le crociate abituarono l'Europa a santificare l'uso della violenza contro i "diversi".

Esse fallirono nel loro scopo di difendere ed estendere la presenza cristiana in Oriente consentì all'Islam di entrare in Europa, grazie all'indebolimento di Bisanzio; inoltre favorirono l'occupazione ottomana del Sud - Est europeo. Sul piano culturale, i risultati delle crociate furono inesistenti.

Portarono ad una maggior attenzione ai problemi igienici e sanitari, a nuove cognizioni mediche, a nuovi prodotti alimentari, a nuove tecniche edilizie e a nuove forme di culto.


La storia delle crociate

Vi fu un primo periodo, successivo alla conquista di Gerusalemme, in cui si ebbero l'espansione e il consolidamento delle posizioni latine per merito di Baldovino, conte d'Edessa e re di Gerusalemme.

Questo periodo giunse fino al quarto decennio del XII secolo, quando affiorarono i segni della ripresa musulmana e l'unità cristiana cominciò a lasciare il posto a rivalità e particolarismi.

Il secondo periodo fu caratterizzato dalla controffensiva islamica, con la riconquista di Edessa nel 1144.

Ad essa, seguì la seconda crociata, predicata da San Bernardo di Chiaravalle, in cui i successi arabi toccarono il culmine quando il sultano Salah ad - Din (il "Saladino"), ricostituita l'unità araba, inferse ai cristiani la sconfitta a Hittin, nel 1187.

Essa aprì ai musulmani la strada per la riconquista di Gerusalemme, avvenuta il 21 ottobre del 1187; il tracollo degli Stati cristiani fu arrestato dalla difesa di Tiro, dovuta a un gruppo di cavalieri e a Corrado del Monferrato.

Fu allestita una terza crociata, cui aderirono Federico I Barbarossa, che morì annegato prima di aver raggiunto la meta, il re di Francia Filippo II Augusto e il re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone.

Essi conquistarono la città di San Giovanni d'Acri e stipularono con Salah ad - Din una tregua; seguì una fase di confusi episodi militari e di fragili tregue che non alterarono gli equilibri in Terra Santa.

Durante la quarta crociata, i crociati si impegnarono in cambio del trasporto via mare a conquistare Zara e Costantinopoli per riunificate la cristianità d'Oriente e Occidente e di porre sul trono bizantino sovrani disposti a collaborare, la città fu conquistata nel 1204 e fu sottoposta a saccheggio.



L'Impero Latino d'Oriente, fondato dai conquistatori, sopravvisse fino al 1261 e la riunificazione delle Chiese non ebbe seguito; definitivo fu l'indebolimento dell'Impero Bizantino, baluardo dell'Europa contro l'Oriente; solo Venezia trasse vantaggi, stabilendosi lungo le rotte dell'Egeo.

Tra il XII e il XIII secolo, il mondo arabo attraversò una crisi, per la quale Gerusalemme fu riperduta dagli Arabi tra il 1229 e il 1244 a seguito degli accordi tra Federico II e le autorità musulmane del luogo.

Per l'Islam, una grave minaccia si profilava ad Oriente con l'avanzata dei Mongoli; Baghdad cadde nelle loro mani nel 1258.

In Egitto si insediò la linea di sultani dei Mamelucchi, schiavi che salirono al potere nel 1250 e ci restarono fino agli inizi del '500, alla conquista degli Ottomani.

Furono questi soldati, divenuti sultani, che fermarono le orde mongole ad Ain - Jalud nel 1260, provocando la conversione dei Mongoli all'Islam che fu salvo.

La quinta, la sesta e la settima crociata non sortirono alcun esito, nonostante l'impegno del re di Francia Luigi IX che nel 1270 perse la vita sul litorale tunisino.

Con la caduta della roccaforte dei Templari di San Giovanni d'Acri e con la loro cacciata dall'Oriente, si chiuse il colonialismo nel Vicino Oriente.

Altre crociate furono combattute contro i pagani del Nord Europa, contro i Mori in Spagna, contro gli eretici all'interno della cristianità e contro i nemici politici del Papato.


Nuovi orizzonti geografici. I viaggi di religione, d'ambasceria e di mercatura tra il XIII e il XIV secolo

I Mongoli erano una popolazione nomade dell'Asia centrale e settentrionale; agli inizi del '200 assunsero grande potenza con Temujin, che unì le tribù in una confederazione che riconobbe in lui il Gengis Khan e che dilagò verso la Cina e verso le città carovaniere di Samarcanda e Buchara.

L'avanzata dei Mongoli (o Tartari) proseguì in Persia, Armenia, nei principati russi al di qua degli Urali e nel califfato abbaside di Baghdad, sottomettendo il territorio dalla Mesopotamia fino alle coste cinesi del Pacifico.

L'Impero mongolo aprì nuove prospettive ai mercanti, cui si dischiudevano le vie dell'oro e delle spezie, ed ai missionari cristiani.

Nell'opera di predicazione del Vangelo, si distinsero Francescani e Domenicani, tra cui Giovanni da Pian del Carpine, che visitò le regioni dell'Impero mongolo.

Un altro motivo che stimolava la cristianità verso il mondo mongolo era la speranza di stringere, con il Gengis Khan, un'alleanza contro i musulmani.

In questo periodo si collocò la vicenda della famiglia di marcanti veneziani Polo; dal 1261 al 1269, Niccolò e Matteo arrivarono in Cina, alla corte di Khubilay Khan e, tornati in Europa, ripartirono verso l'Oriente nel 1271 con il figlio di Niccolò, Marco, che descrisse la sua esperienza nel Milione.

Numerosi viaggiatori ripresero le strade del Catai, dell'India, della Persia, unendo intenti commerciali, missionari e diplomatici.

Nella meta del '300, la crisi economica in Occidente, lo smembramento dell'Impero mongolo, la restaurazione in Cina della dinastia Ming, i disordini in Asia centrale, interrotti per poco tempo da Tamerlano, la potenza degli Ottomani, segnarono la conclusione di questa vicenda.







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