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La società medievale dopo il Mille

storia



La società medievale dopo il Mille


La nuova forza delle città. L'incremento demografico dopo l'anno Mille portò alla formazione di nuovi centri urbani e alla rinnovazione delle antiche città del tempo. All'interno della città convivevano persone di diverse estrazione sociale tra cui contadini, che non hanno trovato lavoro nelle campagne perché c'era troppa manodopera, piccoli proprietari terrieri, che si sottrassero ai vincoli dei grandi proprietari, e altri come notai, giudici, medici e piccoli artigiani. Tutte queste persone costituivano una nuova classe sociale: la borghesia in cui fanno parte coloro che, non essendo nobili, traevano la loro prosperità lavorando e avevano nella città il proprio ambiente naturale. Inevitabilmente, in Italia specialmente, si crearono delle città come degli organismi autonomi, come le antiche città-stato, e presero il nome di comuni.

Il comune da associazione privata a istituzione pubblica. Gli abitanti della città iniziarono ad organizzarsi per difendere i propri diritti contro le istituzioni feudali. I primi passi li fece l'aristocrazia che sentì il bisogno di unire tutti i membri sotto un giuramento e di sottoscrivere delle norme per tutelare gli interessi comuni. Visto che all'intero della città mancava un'organizzazione interna ci pensò subito la chiesa, come aveva fatto già in passato, non solo nel campo spirituale, ma anche politico. Il vescovo era la persona che assumeva il ruolo centrale che insieme ad altre persone parlavano dei problemi della città; questa fu la prima sorta di parlamento Col passare del tempo il potere del vescovo andava affievolendo e il comune, da associazione privata, divenne istituzione pubblica dove richiedeva sempre di più la partecipazione di tutti i cittadini.



Il comune e il mondo feudale:una coesistenza difficile. Il nemico principale del comune era il feudalesimo; mentre questo era agricolo, militare, verticale (cioè fondato sulla gerarchia), il comune era cittadino, mercantile e orizzontale (perchè metteva tutti sullo stesso piano). Anche in campo militare è diverso 838c21i : mentre nel feudalesimo l'arma vincente era la cavalleria, costituita da una classe di professionisti di guerra,nel comune era la fanteria, formata da cittadini che si adoperano per il bene comune. Proprio per queste differenze ci furono molti contrasti tra questi due mondi. Il feudalesimo stava perdendo colpi in gran parte dell'Europa dove i grandi proprietari terrieri ritennero opportuno unirsi al comune; ma questo non portò alla scomparsa definitiva del mondo feudale perché dove l'aristocrazia militare persisteva, specialmente nei territori di confine, il comune era debole.

La città "principio ideale della storia italiana". I comuni si svilupparono all'inizio del XI e l'inizio del XII; il vero fulcro della loro nascita fu l'Italia centro settentrionale ma si svilupparono anche in Francia e Germania. Dunque questo grande fenomeno fu italiano: questo cambiamento portò un divario tra il Nord e il Sud Italia; il settentrione si andava popolando di queste piccole città stato che nel meridione venivano represse dai normanni, il popolo che governava tutta questa zona. In Italia il comune si sviluppò più che altrove perché anche se c'era il feudalesimo, in Italia esistevano già dei centri urbani risalenti a epoca romana dove in gran parte dell'Europa non esistevano; inoltre l'imperatore tedesco, che governava il territorio, non aveva un controllo effettivo di tutto il territorio così questo facilitò lo sviluppo delle autonomie locali.

Il comune e l'affermazione del ceto mercantile. Alla fine degli scontri all'interno del comune, nelle città si affermò una nuova classe nata dalla fusione dei ceti mercantili più agiati del mondo feudale. Ad accrescere il loro peso politico furono le "arti" cioè le corporazioni che raggruppavano tutti coloro che erano impiegati nello stesso settore produttivo. Le arti organizzavano il lavoro all'interno del comune e ognuno non poteva intraprendere nessun lavoro se non era affiliato ad un'arte. Le arti divennero importanti organi di pressione politica. Quindi bisogna pensare che i comuni non si possono paragonare alle città-stato greche ma ad un conglomerato di poteri minori.

Il regno dei normanni in Sicilia e nel Mezzogiorno. Nell'Italia meridionale si stanziarono il popolo dei normanni che formarono uno dei regni più solidi d'Europa. I normanni si stanziarono attorno al secolo XI dove il papa Niccolò II aveva incoronato Roberto il Guiscardo duca di Puglia e Calabria mentre il fratello, Ruggero d'Altavilla, divenne Gran Conte di Sicilia. Quando il figlio venne incoronato re di Sicilia prese sotto il suo controllo anche il resto del meridione che era rimasto senza eredi diretti. Il regno dei normanni fu una delle principali potenze di tutto il Mediterraneo. Con Ruggiero II si affermò uno stato forte che conservava le istituzioni feudali ed egli stesso ereditò dagli arabi una struttura amministrativa ben organizzata. Il regno godette di un periodo di grande splendore con un forte esercito e una forte marina e, grazie a queste, i re normanni lanciarono una politica espansionistica: i loro obiettivi furono le coste dell'Africa e i Balcani ma quello che importava di più era conquistare Constantinopoli e sedere sul trono dell'impero d'Oriente.

Federico Barbarossa. Se i comuni si sono sviluppati è grazie alla debolezza dell'impero. In quel tempo l'impero era diviso tra i duchi di Baviera, detti "guelfi", e i duchi di Svevia, detti "ghibellini". Questo periodo di crisi finì con l'ascesa al trono di Federico Barbarossa che riportò l'impero alla normalità. Federico poté contare sull'appoggio della grande feudalità tedesca quindi fu eletto re di Germania senza contrasti. Ora l'obiettivo d Federico era l'Italia dove i comuni si erano sviluppati e avevano preso grande autonomia.

Il Barbarossa scese subito in Italia e si presentò come sovrano legittimo venuto a restaurare pace e giustizia; all'inizio il papato guardò bene la discesa di Barbarossa, sperando in lui un aiuto contro i cittadini romani che avevano reso Roma autonoma, grazie ad Arnaldo da Brescia. Barbarossa non tradì la chiesa: arrivò a Roma, catturò Arnaldo e ristabilì il potere del papa; in compenso venne eletto imperatore. Questa alleanza fu provvisoria fino a quando la Chiesa si alleò con i normanni per contrastare lo strapotere di Federico.

Così Barbarossa dovette riscendere in Italia. Il regno dei normanni era troppo impegnativo per lui così decise di reprimere prima i comuni dell'Italia settentrionale. Dopo aver sottomesso alcuni comuni, tra cui Milano, convocò una riunione a Roncaglia dove rivendicava tutti quei diritti che gli erano stati tolti dai comuni infatti gli negò qualsiasi forma di riconoscimento legale, dichiarò nulli i patti giurati all'inizio dell'istituzione comunale e alle città fu vietato l'alleanza tra loro.

Le pretese di Barbarossa trovarono opposizione nel nuovo papa, Alessandro III, che si alleò con i comuni contro l'imperatore. Tra impero e papato iniziò una lunghissima lotta cha all'inizio sembrava a favore di Barbarossa: il papa esiliò ma i comuni continuavano la lotta. Milano fu bloccata dall'esercito imperiale e dopo due anni d'assedio dovette arrendersi per fame; Barbarossa trattò molto male il comune infatti: saccheggiò la città, abbatté le mura e deportò i cittadini in alcuni borghi poco distanti da Milano. Anche se Barbarossa avesse avuto molte vittorie, non poteva contrastare il processo politico dei comuni; quando tornò in Germania numerose città venete e lombarde si unirono per contrastare Federico e ricostruire Milano, quest'associazione venne chiamata Lega Lombarda.

La Lega Lombarda non fu un moto di indipendenza italiano ma solo una rivendicazione delle autonomie cittadine negate. Federico dovette scendere per la quinta volta in Italia sperando di avere una vittoria decisiva ma, quando tentò di espugnare Alessandria, venne respinto e questo non fu l'unico insuccesso. Infine si risolse di affrontare la Lega a Legnano. Dopo aver messo in fuga le guardie nemiche, la cavalleria venne bloccata dal muro di lance della fanteria; nella mischia i cavalieri tedeschi vennero massacrati mentre Barbarossa scomparì nella nebbia e fu dato per morto ma dopo tre giorni ricomparve, evitando la cattura. Dopo anni di tregua venne stipulata la pace di Costanza dove ai comuni veniva riconosciuta la facoltà di eleggere i propri magistrati, erigere fortificazioni e costruire leghe; in cambio riconoscevano l'autorità dell'imperatore e gli giuravano fedeltà. Questo editto sembrava una concessione dell'imperatore ai comuni, ma, in realtà, era la vittoria dei comuni e la sconfitta dell'impero.

La cristianità alla riconquista del Mediterraneo. Mentre i comuni si riaffermavano nella penisola, il Mediterraneo ritornava sotto il controllo dei cristiani, infatti, fino a quando i Bizantini non riconquistassero Creta, il Mediterraneo era avvolto da un lago arabo che si era esteso. Questo colpo sulla supremazia araba favorì i ponti che si erano spezzati tra l'Europa e l'Oriente e favorì lo sviluppo di alcune città italiane. Quelle che ebbero più rapporti con il resto del Mediterraneo furono: Amalfi, Genova, Pisa, e Venezia.

Amalfi: un primo ponte fra Oriente e Occidente. Al momento dell'invasione longobarda, Amalfi era rimasta sotto il controllo dell'impero bizantino, ma nel secolo IX divenne autonoma. La sua autonomia le permise di stringere rapporti con gli arabi: i mercanti amalfitani potevano entrare negli empori arabi delle regioni europee. I contributi di Amalfi alla navigazione furono le Tavole Amalfitane, il primo codice che regola il diritto navigazione, e l'adozione della bussola. Il ruolo di Amalfi è documentato dallo sviluppo di un'importantissima università si medicina a Salerno, dove la medicina rinacque nell'Occidente dopo secoli di declino. Amalfi declinò rapidamente con l'ascesa dei normanni e il colpo di grazia lo diede Pisa quando conquistò tutta la navigazione del Mediteraneo.

Pisa e lo scontro con gli arabi. Pisa, a differenza di Amalfi, si scontrò con gli arabi con la sua potente flotta. Pisa pose le sue basi in Corsica e si imbatté negli arabi sulle coste dell'Algeria e li sconfisse; inoltre ebbe una seconda vittoria vicino Palermo e ebbe il dominio delle isole Baleari. Parte dei tesori conquistati venne usata per costruire il duomo, costruito in circa 55 anni. Nella sua espansione Pisa si dovette scontrare con Genova: la lotta tra genovesi e pisani durò a lungo e terminò con la sconfitta dei pisani, che cedette il campo alla forte rivale.

L'affermazione di Genova. Genova era di origine antica, sicuramente preromana. Il suo nome significa porta aperta sul mare. A causa della povertà dell'entroterra i genovesi trasformarono la propria economia da agricola a mercantile. In seguito le crociate offrirono a Genova d'insediarsi sulle coste della Siria; i genovesi, in rivalità con i veneziani, costruirono empori in tutto il Mediterraneo orientale fino alla Crimea. I buoni rapporti con Pisa si guastarono con la spartizione del territorio della Sardegna; la vittoria toccò a Genova che divenne la padrona del mar Tirreno. Con la decadenza dell'impero bizantino toccò l'apice del proprio potere tra i secoli XIII e XIV.

Una nuova grande potenza: Venezia. Tra le repubbliche Venezia fu la vera dominatrice del Mediterraneo. La nascita di Venezia risale alla discesa degli unni in Italia che costrinsero molti abitanti a rifugiarsi nella laguna. Alcuni studi dimostrarono che la laguna era abitata in epoca romana e che era accresciuta la popolazione con la discesa dei longobardi. Gli insediamenti che si erano formati nella laguna elessero il loro primo governatore, il doge; giuridicamente, le popolazioni della laguna erano soggette all'imperatore, ma, essendo l'autorità di Bisanzio lontana dai territori, fu sin dall'inizio un'entità politica autonoma. Tra le isole, il centro importante fu l'isola di Rialto, dove sorse Venezia. Già nel secolo IX deteneva il commercio della seta, ma, attorno all' XI secolo, ebbe il momento di massimo splendore: in quei anni l'impero bizantino era sotto attacco dei normanni così chiese aiuto alla potente flotta in cambio di privilegi grazie ai quali Venezia ebbe il monopolio del commercio di seta, olio, spezie e profumi. Gli imperatori cercarono di lamitare i privilegi di Venezia ma invano.

La cultura nelle città. Durante l'Alto Medioevo la cultura rispondeva alle esigenze religiose. Le culle del sapere erano i monasteri che simboleggiavano la lontananza della cultura dalla società. Dal secolo XI abbiamo la nascita delle cattedrali che sovrasta l'intera città e questa era circondata da edifici pubblici e scuole. Le scuole "cattedrali" furono l'embrione di una realtà nuova, destinata a lasciare una traccia permanente nella vita culturale europea: l'università.

La nascita delle università in Europa. L'università era divenuta come i mestieri e le arti che andava crescendo in Europa. Gli universitari, i maestri e gli studenti avevano dei privilegi corporativi, tra cui l'autonomia giuridica e il diritto di sciopero. Uno statuto definiva  l'organizzazione dell'università, i tempi e il numero delle lezioni, i titoli validi per l'insegnamento e i testi da studiare. All'interno dell'università esistevano quattro facoltà: le arti, che servivano per una formazione di base, la medicina e il diritto, considerate facoltà "lucrative", e la teologia, che coronava il corso di studi.






Le crociate


Lo "spirito delle crociate". Il fenomeno delle crociate comprende due secoli di storia europea, dalla fine dell'XI alla fine del XIII. Le cause delle crociate sono molto complesse; per molti aspetti le crociate furono un' evento che coinvolse tutti non solo i soldati, ma tutte le popolazioni che si riversarono dall'Europa ai luoghi santi. Il cosiddetto "spirito delle crociate" comprendeva molte componenti: certo un buon grado di zelo religioso, ma che si univa ed altri aspetti economici e politici: il desiderio dei feudatari minori di trovare una proprietà lavatagli nella propria patria, l'aspirazione delle masse di cercare fortune oltre mare, il desiderio di avventura dei normanni, l'espansionismo commerciale delle repubbliche marinare.

Le crociate fra entusiasmo religioso e interessi terreni. Dire che le crociate furono solo per spirito religioso è inesatto: infatti, in Oriente non trovarono solo guerre e sangue, ma anche una terra in cui insediarsi e porti su cui commerciare ed arricchirsi. L'aspetto economico e politico era solo una piccolissima parte perché, in effetti, l'idea di liberare il sepolcro di Cristo era così radicata nella mentalità della gente da poter influenzare ogni aspetto della vita civile. La Chiesa seppe mobilitare bene le sue truppe, non solo contro gli infedeli, ma anche contro i movimenti ereticali europei. I grandi signori feudali partivano per le crociate dopo aver pronunciato il voto di sacrificarsi per la difesa della Terrasanta, in cambio la Chiesa concedeva la remissione dei peccati e in caso di morte durante la guerra, il paradiso. Inoltre vi furono alcune crociate spontanee che facevano partecipanti il popolo che partiva senza organizzazione e senza armi; vi furono le crociate dei poveri, di pastorelli e di bambini, il risultato fu tragico.

La crociata, un fenomeno europeo. Il clima psicologico che tenne vivo per due anni il sogno di difendere i luoghi santi si spiega all'interno di una mentalità piena di esaltazione religiosa, di politica, alle quali i predicatori proiettavano un'aspirazione alla felicità che gli era stata negata. Per i miseri Gerusalemme era un mito: la città celeste, il luogo in cui era morto Cristo; un luogo ignoto, ma che doveva essere raggiunto. In Terrasanta si recavano persone di ogni categoria sociale: feudatari francesi o normanni, marinai italiani, contadini, mercanti, prelati e monaci.

Le conseguenze culturali ed economiche delle crociate. Oltre ai risultati politici, le crociate rappresentarono un fenomeno di grande importanza nella storia medievale. Le crociate favorirono con una grande impresa l'identità della società europea. Per i crociati il mondo islamico era "l'altro": gente lontana, che parlava un'altra lingua, che praticava un'altra religione; questi motivi portavano a pensare ai popoli europei di esseri i "giusti": quelli della vera fede. Il confronto con l'Oriente no portò solo distruzione, ma contribuì ad allargare gli orizzonti al mondo europeo. Ancora più significativi furono i risultati economici; le crociate consentirono ai mercanti d'Europa di stabilirsi in Oriente e determinarono non solo l'arricchimento dei singoli, ma anche quello dei grandi centri commerciali d'Europa, specialmente d'Italia. Inoltre le crociate ebbero l'effetto di sconvolgere l'equilibrio nel Vicino Oriente che si era stabilito da anni; infatti portò alla distruzione dell'impero bizantino. Così, sgretolato il potente impero, i turchi ebbero via libera e si insediarono in tutto il Mediterraneo orientale e avrebbero minacciato l'intera Europa.

L'avanzata dei turchi e la crisi dell'impero bizantino. Il principale terreno di scontro fra l'Europa e il mondo musulmano fu la Palestina, dove si trovava Gerusalemme. La causa immediata delle spedizioni fu l'indebolimento dell'impero bizantino, causato dalla pressione esercitata dai Turchi che prima conquistarono Baghdad e poi dilagarono in tutta l'Asia Minore. L'impero bizantino era la potenza determinante della regione ma il grande impero era fortemente indebolito; la corruzione politica e l'indebolimento dell'esercito favorirono l'incursione dei turchi. Per alcuni anni le fortificazioni ressero ma, essendo le incursioni dei turchi sempre più forti, costrinsero l'imperatore stesso a reprimere l'invasione. In un primo tempo riuscì a contrastarli ma in seguito, essendosi spinto troppo verso l'Asia Minore, l'esercito venne annientato e l'imperatore cadde prigioniero. Dopo essere stato liberato con un riscatto, l'imperatore cercò di riacquistare il trono ma cadde sotto una congiura. In seguito scoppiò la guerra civile così i turchi ne approfittarono per impadronirsi di tutta l'Asia Minore e la Siria.

Nuovi protagonisti: i normanni e Venezia. L'impero bizantino sembrò sul punto di scomparire: mentre i turchi premevano da oriente, in Italia meridionale persero i domini che vennero acquistati dai normanni. Il nuovo imperatore era costretto a cercare alleati, così chiese aiuto a Venezia che, solo formalmente, era suddita di Bisanzio. Respinti i normanni, l'imperatore dovette fronteggiare i turchi a Costantinopoli; qui gli assalti dei nemici furono invani, grazie alle imponenti mura della città, così i turchi si dovettero ritirare con gravissime perdite. L'incubo sembrava terminato, ma stava iniziando l'incursione dei crociati.

L'appello alla crociata di Urbano II e la "crociata dei pezzenti". Nel tentativo di fermare i turchi, l'imperatore cercò di allearsi con il papa cedendogli in cambio la ricomposizione dello scisma d'Oriente: esso si era verificato quando il patriarca aveva proclamato la separazione dalla chiesa di Roma. Il papa Urbano II poté così realizzare due obiettivi: riconquistare la città santa e ricondurre la Chiesa d'Oriente sotto il controllo di Roma. Così il papa esortò tutta la cristianità a liberare dagli infedeli il Santo Sepolcro. L'esortazione ebbe un grandissimo effetto: si organizzarono eserciti da tutta Europa e non solo: oltre alle spedizioni ufficiali, che se ne contavano solo otto, ci fu un'aggregazione spontanea di persone da tutta Europa verso la Palestina, dette crociata "popolare". Il primo tentativo di conquista della Terrasanta da un moto spontaneo venne chiamata "crociata dei pezzenti", formata da pellegrini, donne e bambini; tutte queste persone vennero uccise dai turchi e le donne e bambini resi schiavi, prima di arrivare a Costantinopoli.

La riconquista di Gerusalemme. La prima crociata comprendeva il fiore dell'alta feudalità francese e normanna; questa crociata era affiancata dal legato del papa, un vescovo guerriero che fu una delle anime della spedizione. La vittoria della prima crociata si deve in parte all'imperatore che si era fatto carico delle guide che servivano ai crociati per muoversi in un territorio a loro sconosciuto, in cambio di questi voleva la restituzione delle terre cadute in mano turca. Giunti alla sponda turca, i crociati assediarono la città di Nicea e i cittadini, per evitare il saccheggio, preferirono arrendersi e così la città torno all'impero. Un'altra vittoria si ebbe nella città di Dorileo dove per la prima volta si fronteggiarono i crociati con i turchi. Tra mille vicissitudini arrivarono alla città di Antiochia, alle porte della Terrasanta. L'assedio fu lungo e terribile: attacchi turchi, epidemie. I crociati che si erano impadroniti della città  vennero assediati da un altro esercito turco e, con un'ultima carica, respinsero i nemici. Infine conquistarono Gerusalemme. I crociati entrarono in città e, spinti dalla battaglia, massacrarono tutti i musulmani; questa strage pesò poi sui rapporti tra cristiani e musulmani in Terrasanta.




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