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L'Italia giolittiana

storia



L'Italia giolittiana



ULTIMI ANNI '800 periodo di crisi politico-istituzionale

evoluzione del regime liberale verso la democrazia




MARZO 1896 caduta di Crispi - insuccessi coloniali



Ritorno al potere di RUDINì: 1°-tornare ad una interpretazione dello statuto che lasciasse alle Camere solo i compiti legislativi e quindi concentrare il potere nelle mani del Re (Sonnino); 2- colpire ogni forma di protesta sociale.




-MOTI PER IL PANE: l'aumento del prezzo del pane (provocato da un cattivo raccolto e da blocco delle importazioni dagli USA),scatenò una serie di manifestazioni popolari a cui Rudinì rispose con uno stato d'assedio. Ma questa repressione raggiunse il culmine a Milano



FATTI DI MILANO: 8-9 maggio1898

Le truppe del generale Beccarsi spararono contro la folla,provocando 500 feriti e 100 morti.




Lo scontro poi si trasferì nelle aule parlamentari:

-PELLOUX presentò dei provvedimenti che limitavano il diritto di sciopero e le libertà di stampa e di associazione; a ciò, i gruppi di estrema sinistra risposero con l'ostruzionismo che consisteva nel prolungare a lungo le discussioni, paralizzando l'azione della maggioranza (questo durò quasi un anno). Poi Pelloux decise di sciogliere la Camera.




-LE ELEZIONI DEL 1900: Giugno 1900,lo schieramento governativo perse parecchi seggi mentre ne guadagnarono le opposizioni, in particolare i socialisti con 33 deputati. il presidente del consiglio preferì dimettersi. Il suo successore fu GIUSEPPE SARACCO,così Umberto I prese atto del fallimento della politica repressiva di cui era sostenitore.




-UCCISIONE DI UMBERTO I 29 luglio 1900 Umberto I viene ucciso per mano di un  anarchico,Gaetano Cresci, venuto dagli USA per vendicare le vittime di Milano del '98.




GOVERNO SARACCO: fase di distensione nella vita politica buon andamento dell'economia.



Il nuovo re VITTORIO EMANUELE III assecondò l'affermazione delle forze progressiste.

Quando il governo Saracco fu costretto a dimettersi per non aver saputo affrontare uno sciopero di lavoratori di Genova, il re pensò di affidare il governo a ZANARDELLI che a sua volta ,affidò il ministero degli interni a GIOVANNI GIOLITTI.



-RIFORME ZANARDELLI-GIOLITTI: furono estese le norme, varate nel 1886 con Depretis, limitando il lavoro minorile e femminile nell'industria; fu migliorata la legislazione di Rudinì relativa alle assicurazioni (volontarie) per la vecchiaia e a quelle (obbligatorie) per gli infortuni sul lavoro.



-CONSIGLIO SUPERIORE DEL LAVORO: organo consultivo per la legislazione sociale.


-MUNICIPALIZZAZIONE: esercizio diretto di servizi pubblici come l'elettricità, il gas, i trasporti. ecc!



Giolitti mantenne una linea di neutralità nelle vertenze del settore privato, purché non degenerassero in manifestazioni violente crebbero le organizzazioni sindacali, operaie e contadine; si ricostruirono le Camere del lavoro.



FEDERTERRA:socializzazione della terra;

aumento dei salari;

riduzione orari di lavoro;

istituzione di uffici di collocamento.



N.B: Brusca impennata degli scioperi

che portò ad un rialzo dei salari che

durò per tutto il primo quindicennio del secolo.



GENERALE SVILUPPO ECONOMICO












DECOLLO INDUSTRIALE E PROGRESSO CIVILE: negli ultimi anni dell'ottocento l'Italia conobbe il suo  primo decollo industriale. Ci fu la costruzione di una rete ferroviaria, la creazione dell'industria siderurgica, il riordinamento del sistema bancario, lo sviluppo dell'industria tessile, chimica e meccanica e di quella elettrica. Tutto ciò portò ad un aumento del reddito pro-capite ed in seguito ad un miglioramento del tenore di vita anche grazie ai progressi dell'igiene. Nonostante ciò però permaneva il problema dell'analfabetismo; si assistette anche all'emigrazione verso l'estero.



LA QUESTIONE MERIDIONALE: gli effetti del progresso economico si fecero sentire nelle zone già sviluppate e soprattutto nel TRIANGOLO INDUSTRIALE Milano-Torino-Genova

Si accentuò così il divario tra NORD e SUD. Anche l'agricoltura si sviluppò più al Nord mentre al Sud era favoreggiata anche dalle condizioni climatiche e dalla povertà dei terreni. Da questa situazione del Sud derivavano i maggiori problemi della società: l'analfabetismo, la disgregazione sociale, la sottomissione della piccola e media borghesia agli interessi della grande proprietà terriera.


GOVERNO GIOLITTI: In questa condizione, si esercitò al governo l'azione di GIOLITTI, chiamato alla guida nel novembre del 1903, dopo le dimissioni di Zanardelli. Giolitti cercò di portare avanti l'esperimento liberal-progressista avviato dal ministero precedente e di allargarne le basi offrendo un posto al progressista Filippo Turati. Ma quest'ultimo rifiutò l'incarico e Giolitti si ritrovò a formare un governo orientato nel centro e aperto alla partecipazione di conservatori. Nel 1904, furono attuate le prime importanti leggi speciali per il Mezzogiorno : quelle per la Basilicata e per Napoli che incoraggiavano la modernizzazione dell'agricoltura e lo sviluppo industriale. Altro progetto importante di Giolitti, fu quello del 1905, relativo alla statalizzazione delle ferrovie; il progetto incontrò opposizioni sia da destra sia da sinistra, Giolitti si dimise lasciando la guida del governo ad ALESSANDRO FORTIS che governò per meno di un anno, il tempo necessario per mettere in atto la legge sulle ferrovie. E vita ancora più breve ebbe il ministero successivo, quello di Sidney Sonnino.

Nel maggio 1906, Giolitti ritornò alla guida del governo e vi restò per 3 anni e mezzo; a giugno, realizzò la conversione della rendita, ovvero la riduzione del tasso d'interesse versato dallo Stato ai possessori di titoli del debito pubblico. Però nel 1907 si ebbe una grave crisi che fu superata in tempi brevi grazie all'intervento della Banca d'Italia. L'anno seguente riprese anche la crescita e l'atteggiamento degli industriali (Confindustria) si fece più duro verso gli operai,e questo frenò l'azione riformatrice del governo.

Nel dicembre 1909, Giolitti attuò una ritirata strategica, aprendo la strada ad un secondo governo Sonnino, seguito da un governo LUTTAZZI che avviò tra l'altro,anche una riforma scolastica.

Nel 1911, Giolitti ritornò poi al governo con un programma orientato a sinistra, il cui punto più importante era quello di estendere il diritto di voto a tutti i cittadini che avessero 30 anni.


-Suffragio universale maschile.

-Istituzione di un monopolio statale delle assicurazioni sulla vita.



Punto più alto del riformismo di Giolitti






la politica estera italiana subisce una "correzione di rotta", viene attenuata la linea filotedesca seguita nel decennio precedente. Migliorarono anche i rapporti con la Francia che portarono, nel 1898, alla firma di un trattato di commercio che poneva fine alla

<<guerra doganale>> iniziata 10 anni prima e, nel 1902, l'Italia otteneva il riconoscimento dei suoi diritti di proprietà sulla Libia,lasciando libertà sul Marocco alla Francia. Ma questa scelta non piacque ai tedeschi, mentre agli italiani non piacque il modo in cui

l'Austria-Ungheria,con la Germania, procedette unilateralmente all'annessione della

Bosnia-Erzegovina. Quest'episodio determinò un clima di malumori e favorì allo sviluppo di una riscossa nazionale, dove la scoperta delle vecchie rivendicazioni sul Trentino e la Venezia Giulia si mescolava alle richieste  di una energica affermazione in campo coloniale. In questo periodo si affermò un movimento nazionalista che si diede una struttura organizzativa con la fondazione dell'Associazione nazionalista italiana. Nacque così,una campagna in favore della conquista della Libia. in questa campagna i nazionalisti trovarono alleati  nei gruppi cattolico-moderati legati alla finanza vaticana e al Banco di Roma. Entrambi i gruppi spinsero l'Italia verso la via dell'intervento. Però la spinta decisiva venne dalle vicende della politica internazionale, dagli sviluppi della seconda crisi marocchina del 1911


LA GUERRA ITALO-TURCA: quando fu chiaro che la Francia voleva imporre il suo protettorato sul Marocco, il governo italiano ritenne opportuno far valere gli accordi del '02, e così nel settembre 1911, inviò sulle coste libiche un contingente che si scontrò con l'Impero Turco. La guerra fu molto lunga e difficile e per venire a capo della resistenza l'Italia fece rafforzare il corpo di spedizione ed estese il teatro di guerra anche al Mar Egeo occupando Rodi e l'isola del Dodecanneso. Solo nell'ottobre 1912 i turchi acconsentirono a firmare la pace di Losanna che servì solo a far cessare la resistenza araba, e da qui gli italiani mantennero l'occupazione di Rodi e del Dodecanneso.

Ma poi la conquista della Libia si rivelò un pessimo affare ("scatolone di sabbia"): Salvemini che faceva parte dell'opposizione la considera un a conquista inutile perché terra deserta.



Crisi del sistema giolittiano: nel maggio 1914 ,Giolitti diede definitivamente le dimissioni, indicando al Re come suo successore, Antonio Salandra



SETTIMANA ROSSA: giugno 1914,la morte di tre dimostranti in uno scontro con la forza pubblica in una manifestazione ad Ancona provocò un'ondata di scioperi e agitazioni ovunque. Nelle Marche e in Romagna, la protesta assunse un carattere insurrezionale, ma l'agitazione si risolse in pochi giorni. Gli echi di questa settimana non erano ancora spariti che lo scoppio della grande guerra misero all'oscuro il giolittismo che entrò in crisi mettendo in luce, invece, il tentativo politico di democratizzazione della società e il tentativo di sviluppo economico che però non fronteggiavano le tensioni create della nascente società di massa.







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