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LA PRIMA GUERRA MONDIALE - Le tensioni prebelliche

storia



LA PRIMA GUERRA MONDIALE


Le tensioni prebelliche

  • Il conflitto che contrappone Austria e Russia, entrambe interessate all'espansione verso i Balcani; l'Austria aveva già ottenuto il protettorato sulla Bosnia (ex Jugoslavia); la Russia ambiva ad aprirsi uno sbocco sul mediterraneo.
  • Tensione tra Germania e Inghilterra; la Germania stava diventando una grande potenza navale mettendo in discussione l'egemonia inglese sui mari.
  • Conflitto tra Francia e Germania; la Germania aveva conquistato nel 1871, durante la guerra franco-prussiana, due regioni francesi (l'Alsazia e la Lorena). In Francia si era così sviluppato un sentimento di "Revanche" (rivincita).
  • L'area balcanica (ex Jugoslavia) era attraversata da profonde tensioni; la popolazione slava, che abitava questo territorio, ambiva a costituire un grande Stato serbo che comprendesse tutti gli Slavi del Sud; tale aspirazione entrava però in conflitto con il desiderio dell'Austria di estendersi nella penisola balcanica.



Le alleanze prebelliche

  • Triplice Alleanza (1882) → comprende Germania, Impero austro-ungarico e Italia.
  • Duplice Intesa (1894) → comprende Francia e Russia.


Il 28 giugno 1914 uno studente serbo-bosniaco uccide Francesco Ferdinando (arciduca ed erede del trono d'Austria) e 757b11h la moglie, mentre stavano attraversando la città di Sarajevo (capitale della Bosnia). L'attentatore faceva parte di un'organizzazione irredentista che aveva il desiderio di una grande Serbia e non volevano stranieri sul suolo Bosniaco.


Questo assassinio provoca la reazione dell'Austria che, intravedendo un occasione politica d'espansione, invia un duro ultimatum alla Serbia; tuttavia la Serbia non accetta l'ultimatum (forte del sostegno che gli ha garantito la Russia) poiché una delle clausole prevedeva che funzionari austriaci prendano parte alle indagini sul suolo serbo per trovare i colpevoli dell'assassinio. Quindi il 28 luglio 1914 l'Austria dichiarò guerra alla Serbia e di conseguenza:

  • Russia → mobilita le sue truppe in aiuto alla Serbia (in modo che l'Austria non ostacoli la sua aspirazione ad avere uno sbocco sul mar mediterraneo);
  • Germania → la mobilitazione dell'esercito russo (anche sul confine con la Germania) fu interpretato dal governo tedesco come un atto di ostilità; viene quindi inviato un ultimatum alla Russia e non ottenendo alcuna risposta, i tedeschi entrano in guerra a fianco dell'Austria;
  • Francia → legata alla Russia da un trattato di alleanza militare, mobilita le proprie forze armate il giorno stesso dell'entrata in guerra della Germania.

Il 3 agosto la Germania risponde con un ultimatum e con la successiva dichiarazione di guerra alla Francia; l'iniziativa del governo tedesco fece precipitare la situazione (la Germania da tempo soffriva di un complesso di accerchiamento, si sentiva soffocata nelle sue ambizioni internazionali); dunque la Germania decide di attaccare immediatamente la Francia (la strategia tedesca si basava sulla rapidità e sulla sorpresa, non ammetteva la possibilità di lasciare l'iniziativa in mano agli avversari); quindi il disegno strategico prevedeva una guerra su 2 fronti: in poche settimane doveva essere messa fuori combattimento la Francia e quindi il grosso delle forze tedesche sarebbe stato impiegato sul fronte russo.

Per rendere l'attacco alla Francia più breve, i tedeschi decisero di invadere il Belgio (Stato neutrale riconosciuto da un trattato internazionale firmato anche dalla Germania); la violazione della neutralità belga scosse l'opinione pubblica europea e soprattutto determinò l'entrata in guerra della Gran Bretagna (5 agosto).


In queste prime fasi tutti i governi sottovalutarono la gravità dello scontro, infatti si pensava che una guerra avrebbe contribuito a soffocare i contrasti sociali; inizialmente le forze pacifiste trovarono scarso appoggio nell'opinione pubblica, mobilitata a sostegno della causa nazionale (inizialmente il patriottismo fu molto forte); anche i partiti socialisti (i cui ideali erano il pacifismo e l'internazionalismo) non seppero o vollero sottrarsi al patriottismo (al clima di unione sacra).


Grazie ai moderni mezzi di trasporto e alla leva obbligatoria, gli Stati poterono schierare rapidamente eserciti di proporzioni gigantesche (la Germina inviò sul confine francese un milione e mezzo di uomini, mentre la Francia gliene contrappose più di un milione); questi eserciti erano forniti di armi di concezione moderna: fucili a ripetizione, cannoni e mitragliatrici automatiche (armi potenti e maneggevoli). La strategia militare era quella di una guerra di movimento (fondata sulla manovra offensiva, su rapidi spostamenti in vista di pochi e risolutivi scontri).


Dunque, inizialmente, i tedeschi ottennero una serie di notevoli successi sia sul fronte occidentale con la Francia (ai primi di settembre le truppe tedesche erano a pochi chilometri da Parigi, lungo il corso della Marna, determinando la fuga del governo e della popolazione da Parigi) che sul fronte orientale con la Russia. Tuttavia, il 6 settembre, i francesi lanciarono un furioso contrattacco costringendo i tedeschi, dopo violenti scontri, a ripiegare su una linea più arretrata. Con l'arresto dell'offensiva lungo la Marna il progetto tedesco di guerra rapida era completamente fallito (alla fine di novembre gli eserciti combattevano in trincee improvvisate, su un fronte lungo 750 chilometri, dal Mare del Nord al confine svizzero).

In questo modo iniziava un nuovo tipo di guerra: la guerra di logoramento (o di usura), che vedeva due schieramenti immobili affrontarsi in una serie di violenti scontri (separati da lunghe pause). In questo tipo di guerra non era decisivo l'iniziale superiorità militare degli Imperi centrali, ma era decisivo il ruolo dell'Inghilterra (disponeva di una forte flotta navale e aveva grandi risorse dall'impero coloniale) e della Russia (disponeva di grandi quantità di uomini).


Molti paesi che temevano le conseguenze della guerra o volevano conquistare nuovi territori decisero di entrare in guerra:

  • Giappone → dichiara guerra alla Germania (per impadronirsi dei possedimenti tedeschi in Estremo Oriente);
  • Turchia → interviene a favore dell'Austria e della Germania (in quanto è avversa alla Serbia);
  • Bulgaria →interviene a favore dell'Austria e della Germania;
  • Portogallo, Grecia e Romania → intervengono in aiuto della Serbia e della Francia;
  • Stati Uniti → intervengono (aprile 1917) in favore dell'Intesa (vengono seguiti anche dal Brasile, dalla Cina e da altre repubbliche sudamericane).

Considerando l'estensione del conflitto anche agli imperi coloniali, la guerra assunse sempre più un carattere mondiale (coinvolgendo tutti i 5 continenti).


Inizialmente l'Italia si era dichiarata Stato neutrale, poiché non era ancora pronta militarmente e la Triplice Alleanza prevedeva l'entrata in guerra solo nel caso in cui uno degli Stati alleati venga attaccato. Questa decisione presa dal governo, presieduto da Antonio Salandra, trovava favorevoli tutte le forze politiche.

Tuttavia si apre un grande dibattito su come intervenire e con chi intervenire; viene scartata la possibilità di entrare in guerra in aiuto dell'Austria (l'opinione pubblica nutriva forti sentimenti antiaustriaci) e si inizia a prendere in considerazione l'idea opposta, quella di una guerra contro l'Austria, che avrebbe consentito il completamento dell'unificazione nazionale con l'annessione di Trento, di Trieste, dell'Istria e della costa Dalmata e che avrebbe consentito di aiutare la causa delle "nazionalità oppresse" (e della democrazia, che si pensava potesse essere minacciata nel caso di una vittoria degli Imperi centrali).

Gli interventisti erano:

Liberali conservatori → (Salandra, Sonnino e il Re) temono che non partecipare alla guerra avrebbe compromesso la posizione internazionale dell'Italia;

Irredentisti → (Mazziniani, Democratici di Battisti e Repubblicani) vogliono riconquistare le terre irredente (Trento, l'Istria e la Dalmazia).

Sindacalisti rivoluzionari → sperano che la guerra porti una rivoluzione sociale;

Nazionalisti → (estrema Destra) vogliono uno Stato forte e maggior prestigio internazionale;

Socialisti rivoluzionari → sperano in una rivoluzione sociale derivante dal caos della guerra;

Gli intellettuali di maggior prestigio come Einaudi, Salvemini e D'annunzio;

I neutralisti (maggior parte del Parlamento) erano:

Liberali giolittiani → non ritiene il paese preparato ad affrontare la guerra; pensano che si possano ottenere, dagli Imperi centrali, i territori rivendicati come compenso per la sua neutralità; 

Chiesa → tutto il mondo cattolico italiano è contro la guerra (anche il nuovo Papa Benedetto XV);

Socialisti riformisti → (Turati) credono di poter raggiungere una rivoluzione sociale senza la guerra (il direttore dell' "Avanti" Benito Mussolini si schierò, con un'improvvisa conversione, a favore dell'intervento, diventando un nazionalista e fondando il giornale interventista di sinistra "Il Popolo d'Italia").


Intanto i capi del governo (Sonnino e Salandra) allacciarono contatti con l'Intesa e (con il consenso del Re) si recano segretamente in Inghilterra per accettare le proposte e firmare quindi il Patto di Londra (26 aprile 1915); le clausole prevedevano che l'Italia avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, i territori rivendicati.

Ora restava da superare l'opposizione della maggioranza neutralista del Parlamento (Giolitti chiede di proseguire le contrattazioni con l'Austria costringendo Salandra a dare le dimissioni); il Re non accetta le sue dimissioni e richiama D'Annunzio in Italia (in cambio verranno saldati i suoi numerosi debiti) chiedendogli di sollecitare le masse popolari per mettere sotto pressione il Governo; è così che nascono numerose manifestazioni di piazza (le radiose giornate) e il 20 maggio 1915, il Parlamento, costretto a scegliere fra l'adesione alla guerra e il voto contrario (che, sconfessando il Governo e il Re, avrebbe causato una crisi istituzionale), approvò, con il solo voto contrario dei socialisti, la concessione dei pieni poteri al Governo che, il 23 maggio, dichiarava guerra all'Austria.


All'entrata in guerra l'Italia pensa in una guerra abbastanza rapida. Sul confine orientale, le forze austriache si concentrarono lungo il corso dell'Isonzo e sulle alture del Carso; contro queste truppe l'esercito italiano comandato dal generale Luigi Cadorna (i cui violenti metodi vennero pesantemente criticati) sferrò nel 1915 quattro offensive (le Battaglie dell'Isonzo) senza raccogliere alcun successo; l'Italia subì gravi perdite di uomini (250.000) e alla fine dell'anno si trovava a combattere sulle stesse posizioni su cui era schierato a giugno.

All'inizio del 1916 i tedeschi attaccarono inutilmente la piazzaforte francese di Verdun, mentre gli Inglesi tentarono una controffensiva sul fiume Somme; questi violenti scontri determinarono uno spaventoso e inutile massacro.


Intanto sul fronte italiano, nel giugno 1916, l'esercito austriaco sferrò un violento attacco (tentando di penetrare nel territorio italiano dal trentino) chiamato Strafexpedition (spedizione punitiva contro il vecchio alleato, ora traditore); l'Italia, colta di sorpresa, riuscì faticosamente a respingere l'offensiva (cadde prigioniero degli austriaci e venne ucciso Cesare Battisti); in seguito al contraccolpo psicologico avuto nel Paese, il governo Calandra dovette dimettersi e fu sostituito da un ministero di coalizione nazionale presieduto da Paolo Boselli (comprendeva tutte le forze politiche esclusi i socialisti).


Nel giugno 1916 i russi lanciarono un'offensiva contro i tedeschi per recuperare i territori perduti l'anno prima; i successi russi determinarono l'entrata in guerra della Romania a fianco dell'Intesa, ma la Germania conquistò immediatamente i territori rumeni (che disponevano di risorse minerarie e agricole); questo evento non riuscì a riequilibrare la situazione in favore degli Imperi centrali, infatti l'Intesa era superiore economicamente e l'Alleanza subiva le conseguenze del blocco navale attuato dall'Inghilterra nel Mare del Nord.


La guerra fu caratterizzata dalle trincee: un fossato scavato nel terreno come rifugio dal nemico (inizialmente erano intese come rifugi provvisori, ma con lo stabilizzarsi delle posizioni divennero la sede permanente dei reparti di prima linea e vennero dotate di ripari, protette da filo spinato e da mitragliatrici). La vita in queste trincee era monotona, rischiosa  e logorava i militari nel corpo e nella mente (che potevano rimanere in prima linea, senza cambi, anche per settimane); inoltre le condizioni igieniche erano pessime (non c'era l'acqua corrente: non si potevano lavare e cambiare).

Invece gli assalti avvenivano nelle prime ore del mattino e venivano anticipati dal fuoco di preparazione (che doveva servire per indebolire il nemico e invece annullava l'effetto sorpresa) ; i soldati uscivano dalle trincee e si gettavano nei varchi della difesa nemica (dovevano superare il fuoco di sbarramento e i tiratori nemici), se entravano nelle trincee di prima linea, avrebbero dovuto superare i reparti di seconda linea e di riserva.


I militari vivevano la guerra in due diversi modi:

  • Rassegnazione → i soldati semplici (soprattutto quelli di origine contadina) non avevano un'idea precisa sui motivi della guerra (veniva considerata come qualcosa che doveva capitare per forza);
  • Entusiasmo → i reparti speciali (truppe d'assalto (Sturmtruppen) tedesche e gli Arditi italiani) impiegati in azioni ad alto rischio, avevano una visione eroica e avventurosa della guerra.

Per gli altri militari, la guerra era una necessità, si doveva combattere per un senso di solidarietà con i propri compagni e perché erano costretti dalla presenza di un apparato repressivo che puniva ogni forma di insubordinazione.

Tuttavia vi erano alcuni episodi di rifiuto alla guerra: diserzione individuale, autolesionismo (mutilazioni volontarie in modo da essere scartati dall'esercito); i rifiuti collettivi furono meno frequenti e consistevano nella ribellione collettiva (scioperi o ammutinamenti), si verificarono in maggior numero col prolungarsi della guerra.


Le nuove tecnologie utilizzate in guerra furono:

  • Artiglierie pesanti, fucili a ripetizione e mitragliatrici;
  • Armi chimiche → micidiali, venivano indirizzati gas verso le trincee per soffocare il nemico;
  • Aeronautica e aviazione → nel 1903, gli ingegneri americani Wright erano riusciti a far volare un aereo per la prima volta; da allora non erano stati fatti molti progressi, ma durante la guerra la produzione di aerei subì un notevole incremento e furono creati mezzi sempre più veloci, ma non tanto affidabili da essere utilizzati sistematicamente in battaglia; venivano utilizzati per la ricognizione o per la "caccia" (azione contro aerei e obiettivi mobili nemici);
  • Radiofonia → il miglioramento delle telecomunicazioni via radio e via filo permise di coordinare i movimenti delle truppe su fronti vastissimi;
  • Mezzi motorizzati → il loro uso massiccio consentiva di spostare rapidamente le truppe dalle retrovie al fronte; i mezzi più importanti furono:

- Carro armato → i primi mezzi corazzati furono le autoblindo (autocarri ricoperti da piastre d'acciaio e muniti di mitragliatrici: potevano muoversi solo su strada); successivamente le ruote furono sostituite dai cingoli, permettendo di attraversare qualsiasi terreno; sperimentati dagli inglesi nel 1916, furono impiegati in modo massiccio e con buon successo nel 1917 (anche se i comandi alleati non si convinsero circa l'utilità dei mezzi corazzati, che avrebbero potuto rappresentare un'arma vincente);

- Sottomarino → nuova macchina bellica sperimentata in questi anni, si dimostrò molto efficace; venne utilizzata soprattutto dai tedeschi per attaccare le navi nemiche e mercantili che portavano rifornimenti ai porti dell'Intesa; causò gravi problemi politici e morali (ostacolando gli interessi commerciali degli U.S.A.), poiché nel maggio 1915 un sottomarino tedesco affondò il transatlantico inglese Lusitania (che trasportava anche cittadini americani); le proteste statunitensi furono così energiche da convincere i tedeschi a sospendere la guerra sottomarina indiscriminata;


Durante la guerra, le industrie belliche subirono uno sviluppo imponente (al di fuori di qualsiasi mercato, poiché il cliente era lo Stato); si verificò una riorganizzazione dell'apparato produttivo, controllato direttamente dallo Stato insieme ai

proprietari delle industrie (che ebbero notevoli guadagni → pescecani); interi settori dell'industria vennero posti sotto il controllo dei poteri pubblici.

Per quanto riguarda l'agricoltura, lo Stato attuò delle requisizioni dei prodotti e stabilì i prezzi dei prodotti (razionamento).


L'unico organo politico attivo è il governo (non si convoca il parlamento, non adatto alle esigenze di rapidità e segretezza nelle decisioni imposte dalla guerra); inoltre i governi furono investiti di nuove attribuzioni, e per questo vennero potenziati gli organi esecutivi (con l'aumento della burocrazia), rispetto agli organi rappresentativi.

In questi periodi, il governo dovette collaborare a stretto contatto con lo Stato Maggiore (alti comandi dell'esercito, che avevano potere assoluto nell'ambito della conduzione della guerra e potevano influire pesantemente le scelte dei politici); in Germania il potere si concentrò nelle mani dello stato maggiore Hindenburg, in Francia il potere era esercitato dal governo di unione nazionale presieduto da Clemenceau, e in Gran Bretagna il potere spettava al gabinetto di guerra di David Lloyd George (in tutti i casi, mezzi come le censura e la sorveglianza sui cittadini sospetti, vennero usati per combattere i nemici interni).

Di notevole importanza fu la propaganda, strumento essenziale per la mobilitazione dei cittadini (per sollevare il morale dei cittadini e dei militari).

















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