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Crisi economica del 1300 e peste

storia



Crisi economica del 1300 e peste

La crisi del 1300 dà una spallata al sistema feudale. I motivi di tale crisi sono strutturali: si arrivò al limite della capacità del sistema feudale. Fino al 1300 l'agricoltura era la base dell'economia. Arriva però a dei limiti strutturali: l'agricoltura non può più produrre. Non ci sono tecnologie, terreni, non c'è cibo per tutti. La proprietà terriera rimane in mano ad una classe (latifondisti) poco produttiva, non investe. Secondo la legge di Malthus (che dura fino al 1700): storicamente è sempre successo che la popolazione cresce in proporzione geometrica, le risorse (soprattutto alimentari) crescono in proporzione aritmetica. La popolazione aumenta quindi molto di più delle risorse alimentari. Finché però c'è equilibrio tutto va bene. I fattori contingenti della crisi, che sarebbe esplosa comunque, sono: clima (raffreddamento), guerre (dei Cent'anni, e varie), peste peste bubbonica, batterio che si trasmette attraverso la pelliccia dei topi. I primi focolai ci furono in Asia, Mongolia dove ci sono attivi mercanti (commercio con oriente aperto). I topi viaggiano con le navi e quindi nel 1347 (attraverso navi genovesi) ci fu la diffusione in Europa. Caffa, piccola colonia/scalo commerciale genovese in Crimea, fu assediata dai Mongoli nel 1347. nel campo dei Mongoli c'era la peste, e visto che non riuscivano a vincere, catapultarono i cadaveri infetti all'interno della città. La peste si sarebbe comunque diffusa, ma però proprio l 252h71c e navi partenti da Caffa diffusero la peste. Questa si estese molto velocemente: nel 1348 era diffusa in tutta Europa PANDEMIA. C'erano due tipi di peste: quella bubbonica (vd. Decameron) dopo 6 giorni compaiono i bubboni e la morte arriva dopo pochi giorni - e quella polmonare è ancora più letale e basta respirare per trasmetterla. La peste in generale fu molto devastante perché non c'erano rimedi. Si pensava fosse un castigo di Dio. Questo allontanava la terapia: non c'era la cultura per ricercare medicine. Capirono poi per esperienza che bisognava evitare il contatto. Si diffusero paure collettive, isterismo, pessimismo, cinismo, un carpe diem orrendo. C'era un movimento di flagellanti; per loro bisognava calmare la collera di Dio. Inizia la caccia agli ebrei, che venivano considerati gli uccisori di Cristo. La peste colpiva maggiormente i ceti più poveri e le città, e fu curata dalla fine del 1700.



Conseguenze della crisi del 1300

È una crisi globale: inevitabile e dà l'ultima spallata al feudalesimo.

  • Crollo demografico: riduzione di manodopera, si alza il costo del lavoro, riduzione della produzione e dei consumi.
  • Crisi irreversibile dell'economia feudale (danneggiata anche da guerre e saccheggi). Si basava sul lavoro dei contadini, che si ribellano: i contratti cambiano. I signori hanno meno reddito. L'economia feudale era poi caratterizzata dalla proprietà terriera dei nobili che non attuavano innovazioni tecnologiche e facevano calare di valore la terra. I feudatari erano dunque costretti a vendere ai borghesi, che facevano più investimenti. La terra riprenderà a produrre. I feudatari perdono così potere economico (non più la classe più ricca) e ruolo militare in relazione alle nuove tecnologie belliche. Si usa di più la fanteria che cavalleria, che perde prestigio. I feudatari diventano condottieri, perdono potere culturale. Si ritrovano in Stati nazionali. Si mettono dunque a disposizione dei sovrani che li pagano.
  • Crisi dell'economia commerciale e manifatturiera (rivolte di operai): sono crollati i consumi, c'è una crisi dei mercati, meno manodopera, fallimento di banche.
  • Crisi culturali: crisi del geocentrismo, non solo Dio al centro ma anche l'uomo. Il mondo cambia, ci sono nuovi valori, nasce il fascino per la vita.

epoca moderna (1492-1789)

Ripresa economica

  • L'agricoltura è in ripresa. Le terre vengono acquistate dai borghesi, che modernizzano gli impianti (no al sud Italia), rendono le colture più intensive, specializzate e destinate anche a manifatture. Ci sono bonifiche, allevamenti. C'è una diversa gestione dei contratti (mezzadria). L'aumento della produzione alimentare fa aumentare i profitti, e quindi gli investimenti in denaro, che furono un'innovazione.
  • La ripresa agricola corrisponde a quella demografica. Cresce la natalità: più braccia e più bocche. C'è quindi più richiesta di consumi, che incentiva le manifatture e i commerci.
  • C'è richiesta di tessuti, beni di lusso, enorme sviluppo dell'edilizia, sviluppo della metallurgia, produzioni di armi e vetro, orologi meccanici, tipografie stampa. Il commercio si riapre in tutta l'Europa e anche nel nuovo mondo.

Ci sono innovazioni tecnologiche fondamentali:

  • Armi da fuoco, artiglieria e polvere da sparo (conosciuta in Cina per i fuochi d'artificio). Diminuisce l'importanza della cavalleria feudale, già colpita dal punto di vista economico. All'inizio le armi erano ingombranti e pericolose per chi le usava, ma avevano un grande effetto psicologico. Verranno poi perfezionate nei primi del 1400. Cambia la struttura delle città: le alte mura erano facilmente abbattibili e vengono sostituite con bastioni molto larghi e bassi.
  • Stampa: a metà del 1400 vengono inventati i caratteri mobili Gutenberg. Prima c'erano gli amanuensi che copiavano a mano, ma interpolavano i testi antichi, modificandone l'idea. La stampa comunque abbatte i costi di mercato e fa sì che ci sia una maggior circolazione di libri e quindi di idee. C'è una maggior possibilità di confronto. La cultura non si accontenta più di verità dogmatiche. C'è anche uno sviluppo scientifico: il sapere ha adesso una finalità pratica, non è più chiuso nei conventi. Sapere è potere.

Strutture politiche

Non c'è più l'impero universale. Sono già emersi e rafforzati gli Stati Nazionali (Francia, Inghilterra, Spagna). In Italia ci sono le signorie. Viene consolidato il modello di Federico II. Ci sono gli stati assoluti: c'è un accentramento di potere sul sovrano, vengono combattute le autonomie locali, feudali e la Chiesa. È necessaria la burocrazia e la forza militare, che prima dipendeva dai feudatari, mentre adesso gli eserciti dipendono dai sovrani. I sovrani hanno bisogno di soldi: c'è un inasprimento fiscale (pesante fiscalismo di Stato che tocca i contadini), vengono confiscate terre dei feudatari e della Chiesa. C'è manipolazione di monete, prestiti da banche. Vengono distinte le imposte dirette e indirette. Le prime sono sui beni di una persona mentre le seconde sono su tutti i generi di necessità. Gli stati assoluti presuppongono poi dei sudditi e non dei cittadini. Vengono unificate le legislazioni e quindi vengono sottomessi tutti alle stesse leggi. Non si hanno più diritti e partecipazione politica. Gli Stati moderni (nazionali) hanno comunque bisogno di consenso da parte dei borghesi, dei feudatari (hanno dei privilegi fiscali, no tasse, cariche onorifiche), degli intellettuali (ospitati nelle corti che diventano sedi culturali). Inizia l'idea che il potere si debba vedere bello, grandioso, magnifico. Lo stato moderno si caratterizza perché esercita la sovranità su un territorio preciso e su un popolo nazionale, che si distingue per una lingua comune, per uniformità legislativa, per continuità dinastica. C'è pericolo però di nazionalismo, di considerare la propria nazione la più forte. Questo può portare a guerre tra Stati nazionali per avere l'una sull'altra più potere.

Gli stati italiani restano ancora liberi nel 1400. possono venir considerati cinque grandi stati: Milano, Venezia, lo Stato pontificio, Napoli e Firenze. A questi vanno aggiunti i Gonzaga a Mantova, gli Scaligeri a Verona e gli Estense a Ferrara, che però verranno tutti inglobati da stati più grandi. In Italia proprio grazie al fatto che non ci sia un Stato unitario, c'è un grandissimo sviluppo artistico. Più sovrani promuovono lo sviluppo artistico. Il problema però è che ci hanno invaso tutti. Fummo infatti molto deboli militarmente. Nel 1400 non abbiamo ancora perso l'autonomia, però non andiamo d'accordo fra di noi. Durante i conflitti fra Stati alla fine vengono coinvolti tutti. C'è una politica dell'equilibrio, non si vuole cambiare situazione. Nel 1454 c'è la pace di Lodi: nessun stato deve modificare equilibri; vengono definiti i confini. Lorenzo il Magnifico, fu un protagonista (1369 - 1492) della politica italiana. Dopo la morte di Lorenzo, le mire degli altri Stati vengono sull'Italia. Nel 1494 Carlo VIII re di Francia, attraversa tutta l'Italia fino a Napoli. Tutti gli stati italiani si alleano. Questo dimostra come l'Italia sia una preda facilissima. Nel 1500 i francesi a Milano e gli spagnoli a Napoli. Gli francesi e gli spagnoli con il trattato di Granada decidono di spartirseli. Nel 1559 l'Italia va sotto la Spagna, fino al 1713 quando arrivano gli austriaci fino al 1861. L'Europa nel 1400 viene chiusa ad est. Nel 1453 cade l'impero romano d'Oriente Istanbul

Consolidamento Stati Nazionali e Impero

Inghilterra (guerra delle due rose fino a Enrico VIII)

Dopo i problemi per la perdita dei possedimenti francesi, e per rivolte in Galles e Scozia ci fu il problema all'interno della stessa famiglia reale. I duchi di York rifiutavano obbedienza a Enrico VI Lancaster. I primi erano diretti discendenti dei Plantageneti ed accusavano Enrico di essere un usurpatore. La guerra durò trent'anni e alla fine vinsero i Tudor, che portarono la pace. Si formò una nuova classe di dirigenti, burocrati.

Spagna (matrimonio, unificazione religiosa, ebrei)

Spagna nel XIV sec. è ancora divisa nel regno di Castiglia e nel regno d'Aragona e nel regno moro di Granada. Nel 1479 Ferdinando ed Isabella, eredi delle corone di Aragona e di Castiglia si unirono in matrimonio, unendo anche la Spagna. Venne poi conquistata Granada. Fu introdotto il tribunale dell'inquisizione e furono espulsi in massa gli ebrei: o battesimo o espulsione.

Impero (ridotto, multietnico)

Gli imperatori della casa di Lussemburgo (vd. Carlo IV, Venceslao, Sigismondo) resero l'impero ereditario e fecero un importante politica matrimoniale. La corona non aveva né amministrazione né finanze. C'era una continua lotta fra principi e in campagna dilagava la guerra contadina. Sigismondo diede in eredità l'impero e la successione imperiale al genero Alberto II di Asburgo. Il nipote di quest'ultimo, Massimiliano sposerà prima Maria di Borgogna (Fiandre) e poi Biancamaria Sforza (Milano). Filippo, figlio di Massimiliano e Maria sposerà Giovanna, figlia di Ferdinando e Isabella di Spagna. L'impero riesce ad unificare Spagna, Paesi Bassi, parte germanica più Milano. La Francia si sente accerchiata (Francesco I). Parte così la guerra franco asburgica che parte appena Carlo V diventa imperatore.

Rinascimento

Si divide in umanesimo (che è il periodo del 1400) e in Rinascimento in senso stretto (fino 1530). Il primo è una fase di preparazione, mentre il secondo è l'umanesimo portato a compimento. Durante il rinascimento tutto si rinnova e si trasforma a nuova vita rispetto il medioevo. Il rinascimento ha dunque un profondo senso di rinascita, nel senso di far rinascere ciò (cultura greco-latina, classica) che era stato nascosto durante il buio medievale. Umanesimo deriva da humanitas, humanae litterae: studi sull'umanità; vengono ripresi i classici.

Caratteri principali:

  • Antropocentrismo: non è più teocentrismo, come nel medioevo; l'uomo è al centro, viene valorizzato in tutta la sua umanità, nella sua capacità di fare. Viene esaltato il concetto di uomo faber, non solo che contempla, ma che fa anche. Si approfondisce il concetto di libertà e responsabilità, di attività e progettualità. L'uomo deve essere artefice di sé stesso e del suo mondo. Pico della Mirandola racconta che Dio diede una forma, un'essenza ad ogni essere creato, tranne all'uomo. A quest'ultimo non dà nessuna forma determinata perché si dovrà formare da solo, si dovrà fare da sé. L'uomo è dunque un essere indeterminato. La mia essenza è quella che io vorrò farmi. Nel momento che ti innalzi, ti porti dietro il mondo. Non hai solo la responsabilità di te stesso ma anche del mondo in cui vivi. Il modello degli uomini del rinascimento è l'artista. Uomo è microcosmo, deve essere sviluppato nella sua integralità.
  • Valorizzazione dell'esistenza terrena: non più comptentus mundi;
  • Valorizzazione di tutti i valori umani terreni: come la ragione e la conoscenza; viene un po' subordinata la fede, che viene distinta dalla ragione.
  • Esaltazione dell'esperienza dei sensi:contro il mondo greco e cristiano
  • Esaltazione della bellezza, dell'edonismo: della fisicità del corpo, della giovinezza, del sesso, dell'arte e dei valori estetici;
  • Nuovo modello di sapere: la sapienza deve avere delle ripercussioni pratiche; sapere è potere, si trasforma in operatività.
  • Laicizzazione del sapere: il sapere non è più coordinato dalla teologia; ogni ambito diventa autonomo e si slega dalla teologia. In modo particolare l'arte e la scrittura non hanno più fini religiosi. Divengono autonome anche la politica, la scienza, la fisica (conoscenza della natura). È un sapere nuovo, progressivo.
  • Nuova visione della natura: creata su un modello meccanicistico e deterministico;
  • Rivoluzione astronomica: eliocentrismo; non c'è più il modello aristotelico e tolemaico. Siamo nell'infinito, il sapere è aperto, non dogmatico.
  • Studio del mondo classico, degli antichi: la maggior parte dei testi è andata perduta e il resto è stato praticamente tutto interpolato dagli amanuensi. Bisogna salvare il salvabile. Attraverso la filologia (studio dei testi antichi per restaurarli) bisogna accertarsi che il testo sia autentico e cercare di trovare il significato originale. È famoso il falso del documento di Costantino, scoperto da Lorenzo Valla. In questo documento si diceva che Costantino aveva detto al Papa di governare su Roma e sull'Italia.

Gli intellettuali umanisti vivono nelle corti signorili (diverse da quelle feudali; sono centri di cultura e di politica, centri di potere), hanno una mentalità aperta, laica, legata a valori terreni, sono finanziati dai Signori, che li mantengono per far sì che celebrino il potere politico, che si deve presentare in grande, ammantato di fascino. Gli artisti non sono quindi sempre liberissimi. Hanno come valori la laicizzazione del potere, l'antropocentrismo e l'uomo faber. Il fenomeno delle corti è ambivalente.

Tesi su continuità medioevo e rinascimento

  • Burckhardt: storico della seconda metà dell'800 che afferma la netta discontinuità tra rinascimento e medioevo, che sarebbero dunque nettamente distaccati.
  • Burdach: (1919), non può non esserci continuità; nei secoli medioevali c'è stata una preparazione, degli eventi che preparano a rinascimento. Come per esempio i comuni che permettono l'emergere della classe borghese.
  • Lopez: storico di metà 1900, secondo il quale il rinascimento è stato uno splendido fenomeno, ma però bisogna sottolineare che il rinascimento è stato un fenomeno per pochi. Era tutto molto bello nelle corti, ma al di fuori c'era povertà.
  • Burke: afferma continuità; le premesse del rinascimento si possono trovare nell'XI sec.



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