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Agostino (Tagaste, Numidia 354 - Ippona 430), filosofo e santo

storia



Agostino (Tagaste, Numidia 354 - Ippona 430), filosofo e santo, uno dei più eminenti padri e dottori della Chiesa.


Negli anni della sua giovinezza Agostino si dedicò all'insegnamento della retorica e della filosofia nella scuola di Roma.

In seguito, divenuto vescovo di Ippona, Agostino lottò contro le dottrine eretiche dei donatisti e dei pelagiani, elaborando le sue dottrine sul peccato originale, la grazia divina e la predestinazione. Le sue opere, dalle Confessioni alla Città di Dio, segnano tappe fondamentali della meditazione cristiana e della riflessione filosofica occidentale.

Tra il IV e il V secolo, sant'Agostino istituì le regole del battesimo infantile nella Chiesa cattolica, sostenendo che gli individui sono naturalmente predisposti al peccato sin dalla nascita e che, in quanto discendenti di 131j93b Adamo ed Eva, portano in sé la macchia del peccato originale.


s. Agostino: Il problema del male




La lettura giovanile dell' Ortensio di Cicerone , come già accennato , pone davanti agli occhi di Agostino l' ideale di una vita filosofica ; tuttavia , egli avverte di non avere in sè forze sufficienti per realizzare il modello del sapiente stoico , che disprezza i piaceri e le ricchezze . Sin dall' inizio egli si pone l' interrogativo : perchè facciamo il male ? La sua adesione al manicheismo Religione sorta nel III sec. d. C. in ambiente iranico a opera di Mani, che sosteneva la coesistenza e il conflitto dei due principi del bene e del male) é legata alla convinzione di poter trovare in esso la risposta a questa domanda . Esso ,riconosce l' esistenza reale di un principio del male , dal quale dipendono le nostre azioni cattive ; ma il manicheismo é permeato anche dal desiderio di essere liberati dal male e di tornare al regno della luce . I manichei parlano di due principi in lotta tra loro : ma se il principio delle tenebre non può esercitare un' azione o addirittura danneggiare il principio della luce , ha significato parlare di una lotta tra essi ? Se Dio trova contrapposto a sè un principio del male , é segno che egli ne subisce l' azione , ma come é possibile che Dio subisca mutamenti e addirittura soffra ? Dio , se é bene perfetto , deve essere immutabile e incorruttibile . Per Agostino la divinità é unica , incorporea e incorruttibile . Ma se Dio é bene ed é l' unico principio , creatore di tutte le cose , il male fisico e il male morale , i dolori e le colpe , derivano anch' essi da Dio ?  Il male non é altro che mancanza , non essere , come la cecità é rispetto alla vista . Dunque quello che sarà chiamato male metafisico non esiste propriamente , secondo Agostino . Agostino nega una vera e propria realtà del male. Ciò che singolarmente preso può apparire male , infatti , visto nell' insieme ordinato delle cose si configura come bene . Resta da chiarire in che cosa consistano allora le sofferenza e i dolori , ossia il male fisico e le azioni malvage , ossia il male morale . Quando l' anima compie il male , non passa da un bene a un' entità che sia di per sè un male , in quanto , come si é visto , il male non ha propriamente realtà . L' azione malvagia consiste , invece , nel dirigersi dalla volontà del bene eterno a un bene temporale , nell' amare un bene che é inferiore al Sommo Bene come se fosse il Sommo Bene . In ciò consiste il peccato : esso é male , e non l' oggetto che , peccando , é amato . E' la volontà umana che , peccando , rende male ciò che di per sè non è male : in essa é dunque l' origine del male , non in Dio . Orientandosi verso ciò che é inferiore a Dio , la volontà malvagia si oppone a Dio . E' quanto fanno gli angeli ribelli a Dio , i demoni e gli uomini .

Se l' uomo non fosse libero di agire , come si potrebbe definire buona o cattiva una sua azione ? se l' uomo usa male la sua libertà , ossia la usa per peccare , ciò non dipende da Dio . Ma come é possibile ciò con la prescienza Cognizione che Dio ha del futuro)propria di Dio ? Si potrebbe , infatti , obiettare che , in quanto presciente , Dio sappia che l' uomo peccherà e dunque é necessario che l' uomo pecchi : ma se é necessario , allora il peccare non é un atto libero . Agostino risponde che Dio prevede la nostra azione , ma la prevede come dovuta alla nostra volontà . Questa non potrebbe essere propriamente volontà , se non fosse in nostro potere ; ma essa é in nostro potere , se noi siamo liberi , dunque Dio prevede la volontà come in nostro potere e pertanto la sua prescienza non ci sottrae la libertà .




s. Agostino: il pensiero politico, le due città.

L'occasione che indusse s. Agostino a scrivere un'opera così impegnativa fu un vero fatto storico, che ebbe un vastissimo eco in tutto l'Impero: il sacco di Roma del 410, ad opera dei Visigoti.

Ai pagani il sacco di Roma del 410 appare una punizione degli dei per aver consentito l' affermazione della religione cristiana nell' impero . Per Agostino la colpa della razza umana nel suo insieme spiega e giustifica ogni tribolazione , ma scrivendo De civitati Dei " la Città di Dio " egli vuole anche mostrare la superiorità del cristianesimo rispetto a tutte le istituzioni e le forme di cultura puramente umana . Al centro é il tema della provvidenza divina : é Dio che fa nascere e perire gli imperi . E' convinto che la vicenda della vera Chiesa non sia e non possa essere condizionata dalle vicende umane e travolta con esse in un sol destino . Per dimostrarlo egli elabora una teologia della storia . Questa non deve essere confusa con una filosofia della storia , che tenti di individuare un significato immanente ai fatti storici . Il significato degli eventi storici é invece dato dalla struttura teologica sottesa al loro avvicendarsi . Tale struttura é ritmata dai momenti salienti della creazione del mondo , del peccato originale , dell' incarnazione di Cristo e del giudizio finale : le vicende storiche dipendono , quindi , dall' ordinamento voluto da Dio . All' interno di tale ordinamento anche il negativo può trasformarsi in positivo . In tal modo , l' intero corso della storia può essere concepito carico di significati , che il credente può cogliere soltanto parzialmente , perchè il significato globale é noto solo a Dio . Passato , presente e futuro sono in gran parte per l' uomo opachi . Tuttavia é possibile , secondo Agostino , individuare il filo che percorre l' intera storia universale nei suoi momenti decisivi . Contro il parere prevalente dei filosofi antichi , Agostino ritiene che la storia abbia una durata limitata e che la sua epoca , in cui il mondo é ormai vecchio ( senectus mundi ) , sia vicina alla fine . Egli rifiuta la dottrina ciclica dell' eterno ritorno , propria soprattutto degli stoici ; se così fosse , egli obietta , non sarebbe possibile essere felici in modo stabile e duraturo . La vicenda storica ha invece un andamento lineare , il quale sfocia in un evento finale ultraterreno , che dà senso a tutto quanto procede . E' questa la prospettiva escatologica di Agostino , ma avendo abbandonato la credenza in possibilità umane autonome e riconosciuto il peso determinante della grazia divina nell' economia della salvezza , egli non può ammettere la concezione di un progresso lineare ininterrotto verso la beatitudine finale . Il filo rosso della storia é dato invece dalla lotta tra il bene e il male , che si costituiscono in 2 regni , dei quali Agostino indaga l' origine , la durata e la fine . In tal modo , egli riprende alcuni aspetti del suo manicheismo giovanile ; ma distingue anche la storia sacra da quella profana , pur riconoscendo che prima dell' evento finale , i due regni coesistono , intrecciati e confusi tra loro . Agostino distingue tra due città : la città di Dio , ovvero la città celeste , retta dall' amore di Dio , e la città terrena , dominata dall' amore in sè . La prima é costituita dagli uomini giusti , che vivono secondo lo spirito ; la seconda invece dagli ingiusti , angeli ribelli , diavolo e uomini , che vivono secondo la carne . La lotta tra le 2 città ritma il corso della storia e prende il sopravvento sullo schema della successione delle età del mondo . Sin dalla caduta di Adamo la razza umana é stata divisa in due città : l' appartenenza a ciascuna delle due dipende solo dalla grazia divina . Già prima di Cristo infatti alcuni uomini facevano parte della città di Dio . Il termine città , civitas , indica la comunità dei cittadini , il corpo al quale essi appartengono e nel quale trovano la propria identità . Coniando la nozione di città celeste , agostino dava ai suoi fedeli il senso e la certezza di essere popolo di Dio , rafforzandone i legami interni di solidarietà di fronte a un mondo ostile . Un popolo , infatti , si definisce in relazione a ciò che ama : sulla base di ciò che ama esso fonda la propria unità e costruisce rapporti di subordinazione e obbidienza . Pertanto la città terrena non deve essere identificata con lo Stato ; essa é piuttosto la società che venera gli " dei falsi e bugiardi " , come li definisce Dante , dei demoni e perciò non vive secondo i veri valori . Nasce di qui la " libido dominandi " , il desiderio del potere , su cui si fonda la città del diavolo , ossia gli imperi umani , che coltivano i culti pagani . I membri della città terrena rifiutano , infatti , di considerare effimero ciò che essi hanno creato e in tal modo sconvolgono l' ordine delle cose . Quest' ordine é costituito dalle relazioni naturali di dipendenza tra le varie parti che lo compongono : il rispetto di queste relazioni si caratterizza come obbedienza delle parti inferiori verso quelle superiori nell' ordine gerarchico . Agostino ammette la liceità del dominio di un uomo su un altro uomo ; anch' esso , infatti , diventa necessario come conseguenza della caduta di Adamo nel peccato . L' autorità e l' obbedienza sono quindi necessarie per impedire violenze reciproche , non a caso Agostino ravvisa in Caino il capostipite della città terrena . La politica si configura allora come mezzo per garantire la sicurezza e impedire la violenza . Negli ultimi decenni della sua vita , Agostino tende a scorgere nello Stato una sorta di braccio secolare della Chiesa , ma ciò non lo conduce alla tesi che la Chiesa come istituzione visibile debba esercitare il dominio sulla città terrena , come sarà poi sostenuto durante la lotta tra il papato e l' impero nell' età medioevale . La città di Dio é la Chiesa di quanti vivono secondo Dio . Essa non coincide numericamente con tutti quanti fanno parte della Chiesa visibile ; non a tutti , infatti , Dio elargisce la sua grazie . Il criterio in base a cui Agostino distingue tra la Chiesa visibile e la Chiesa vera é dato dall' evento che emergerà alla fine della storia . La Chiesa sarà di puri soltanto nel giorno del giudizio finale . Prima di allora il membro della città di Dio é solo peregrinus , cioè uno straniero in terra . Per lui si tratta di vivere nel mondo , dove si trova " come un' oliva pressata in un frantoio " , ma distaccato dal mondo , in attesa di ritornare alla sua terra . In questo mondo non potrà mai realizzare il desiderio umano fondamentale : il desiderio di pace . Nella città terrena e nella stessa vicenda storica , nella quale bene e male coesistono intrecciati e in perenne conflitto , non é possibile la realizzazione della vera pace , la pace raggiunta in terra é soltanto strumentale ed effimera . Solo la resurrezione finale apporterà la risoluzione di ogni tensione e di ogni conflitto , tra carne e spirito e tra uomo e uomo . Allora si realizzeranno pienamente la vera pace e la vera libertà di non poter peccare : il bene trionferà completamente soltanto alla scomparsa della storia .









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