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L'uomo come agente modellatore del paesaggio

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L'uomo come agente modellatore del paesaggio.


Per molto tempo l'uomo fu costretto ad adattarsi all'ambiente circostante anche perché non aveva i mezzi per modificarli alle sue esigenze. In seguito la sua capacità di intervenire sull'ambiente, inizialmente limitata alle pratiche agricole, aumentò molto velocemente modificando in misura sensibile interi paesaggi.Con il passare del tempo l'uomo ha continuato a sfruttare le risorse della Terra come per esempio il legname e quindi il disboscamento che ancor oggi continua mettendo a rischio intere foreste come la foresta Amazzonica; oppure continua imperterrito ad inquinare l'ari 535g66f a, che oltre a rendere l'aria quasi irrespirabile in certe città, fa allargare il famosissimo buco dell'ozono.

Anche nel Biellese sono visibili le trasformazioni  che l'uomo ha apportato nel paesaggio.Ad esempio l'intensa edificazione nella valle di Mosso.Per oltre un secolo gli abitanti della zona hanno costruito ovunque case, fabbriche, strade e ponti.Quando nel novembre del 1968 il Biellese fu investito da un'ondata eccezionale di maltempo, la pioggia che continuò a cadere per giorni e giorni fece ingrossare i torrenti che quando uscirono dagli argini si trovarono la strada sbarrata dalle costruzioni dell'uomo.E gli effetti furono disastrosi: la furia delle acque spazzò via intere fabbriche,case,negozi.Ci furono più di 40 morti.Propio di questo terribile evento ho trovato in biblioteca un libro del fotografo Franco Antonacci: "Vallestrona 2 novembre" che documenta la tragedia accaduta nel Biellese oltre trent'anni fa'.



Ma sui disastri causati dagli interventi avventati dell'uomo ho trovato nella raccolta delle prime pagine del quotidiano La  Stampa le testimonianze della tragedia del Vajont: era il 1963 quando una frana staccatasi dal Monte Toc geologicamente instabile finì nel bacino della diga costruita poco più a valle; l'ondata che ne seguì travolse interi paesi causando 3 mila morti.

Ma non tutti i cambiamenti hanno causato disastri: ho scoperto leggendo un libro sulla storia del santuario di Oropa (Storia del Santuario di Oropa di Mario Trompetto, 1974) che per costruire la Chiesa Nuova fu deviato il corso del torrente che scorre lì vicino (rif. pag. 438 paragrafo 261). Quelle stesse modifiche delle vallate del Biellese con la costruzione di case e fabbriche hanno fatto la fortuna del Biellese, ritenuto ancora oggi la capitale mondiale dei tessuti di alta qualità. Certo dal punto di vista ambientale il territorio ha una certa fragilità: ho a casa una mappa del Biellese fotografato dal satellite che evidenzia le profonde trasformazioni. L'urbanizzazione del comprensorio è stata molto elevata: case, strade, fabbriche viste dallo spazio sembrano un'unica grande macchia bianca che è appena sotto l'arco delle montagne. Si vede il vecchio corso del torrente Cervo che prima scorreva intorno a Benna e ora è sprofondato nella Baraggia. Per questo mi ha fatto piacere leggere su alcuni quotidiani che si comincia a parlare di <sviluppo sostenibile>. Cioè quando si costruisce una grande fabbrica o un grande ospedale, come quello che dovrebbe presto avere anche Biella, si deve prevedere l'impatto ambientale provocato dalla costruzione e prevenirne gli effetti. E questo dovrebbe consentire in futuro di mettere in armonia sviluppo economico e ambiente.

Le grandi modifiche operate dall'uomo interessano soprattutto due delle grandi sfere della Terra: la litosfera e l'idrosfera.Una prima, grande modifica antropica del paesaggio consistono in: deforestazione ( i rischi ambientali derivati da un'eccessiva deforestazione sono fortissimi, infatti oltre a contribuire alla produzione di ossigeno, le foreste svolgono un ruolo indispensabile nel ciclo dell'acqua: con la loro evapotraspirazione reimmettono gran parte delle piogge che cadono nelle aree boschive.)

Le praterie (vedi foto del Deserto di Atacama, in Cile) rappresentano, tra gli spazi trasformati dall'uomo, quelli che più assomigliano ai paesaggi naturali, anche perché le praterie vengono utilizzate dall'uomo per la pastorizia e l'allevamento estensivo e quindi non provocano danni al paesaggio.



Un altro tipo di paesaggio è il paesaggio rurale ( vedi foto di Machu Picchu) che se viene ripreso dall'alto assomiglia ad un mosaico anche se non può essere considerato un paesaggio naturale poiché la vegetazione è stata completamente sostituita dalle colture, ma anche per la presenza di numerosi segni della presenza umana come canali per l'irrigazione , abitazioni, strade e magazzini.

I paesaggi urbani (vedi foto di Manhattan) invece sono privi di un qualsiasi elemento naturale, anche le forme del terreno sono state modificate per venire incontro alle esigenze umane.L'uomo oltre a poter realizzare bacini artificiali, saper eliminare laghi naturali sa anche costruire canali artificiali che deviano i fiumi e li rendono navigabili.I canali artificiali (vedi foto del canale imperiale Hangzhou, in Cina) sono nati per esigenze diverse come: per convogliare l'acqua di fiumi in zone povere di risorse idriche, nuove vie di comunicazione.In Italia citiamo uno dei tanti canali costruiti fin dal Medioevo come il Naviglio che ha permesso di irrigare molti terreni aridi.











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