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INVENTA UN MITO DI TIPO METAMORFICO PER SPIEGARE LA NASCITA DI UN FIORE

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INVENTA UN MITO DI TIPO METAMORFICO PER SPIEGARE LA NASCITA DI UN FIORE:


Gli spiriti degli alberi raccontano sempre, al viaggiatore impavido che si inoltra nel cuore del bosco per premiarlo del suo coraggio, la triste storia della giovane Bucaneve. Bucaneve era figlia di Enide, 131b18b vendicativa e infida ninfa e Ceceole, dio del fuoco.

Sin da piccola era sempre stata vivace, curiosa e disubbidiente, tanto che la madre,esasperata e stanca di rimproverarla per la sua testardaggine, all' età di soli tre anni l'aveva abbandonata nel grande Bosco dei Cuculi. Bucaneve era quindi cresciuta da sola, con l'unica compagnia di alberi e animali. Amava il suo bosco, che rappresentava insieme la sua famiglia, la sua casa e i suoi amici;insomma, era tutto ciò che lei aveva.

La perfida e snaturata ninfa Enide, evidentemente priva di amore materno, dopo aver abbandonato la figlia nel bosco non l'aveva mai cercata, al contrario del padre. Il povero Ceceole, invece, dopo averla trovata aveva cercato più volte, di convincerla ad abbandonare la vita che conduceva, che lui definiva cupamente "da selvaggia primitiva" per seguirlo sull' Olimpo, dove sarebbe stata onorata e colmata di cure e attenzioni. Ma la figlia, che col passare degli anni non era migliorata affatto ed anzi era diventata ancora più testarda e ribelle, aveva sempre rifiutato: mai e poi mai avrebbe abbandonato il suo bosco. Il padre, dopo aver per anni e anni cercato di dissuaderla, era tornato rabbioso e contrariato sull' Olimpo, e passava le giornate vegliando su di lei, meditando un modo per riuscire definitivamente ad avere Bucaneve con sè.



Intanto la giovane Bucaneve(che ormai aveva quindici anni)si godeva all' ombra delle querce una calda estate, spensierata e serena, come tutti i fanciulli nella dolce stagione. Ignorava, la giovane, che il padre non era affatto rassegnato come lei ingenuamente pensava, ma andava invece progettando un astuto piano per sradicarla dal suo bosco. Una notte Bucaneve fece uno strano ed inquietante sogno: il suo bosco era raso al suolo per opera di un mostro che sradicava alberi per nutrirsene. Subito dopo questa agghiacciante visione, le comparve una donna vestita di bianco, che disse di essere Enide, sua madre. La donna consigliò a Bucaneve di correre nella pianura Verde e pregare gli dei chiedendo la loro protezione appena fosse spuntata l' alba, solo così avrebbe salvato il suo bosco dalla furia distruttrice del terribile mostro. Bucaneve quindi si svegliò e convinta della veridicità del sogno premonitore salì sulla cima della quercia più vecchia per aspettare l' alba. In realtà il sogno era ad opera di Ceceole, che voleva indurre la figlia ad allontanarsi dal bosco per distruggerlo. Ma il fato volle che Bucaneve, probabilmente a causa della stanchezza e delle troppe preoccupazioni che l' avevano provata, si assopì e cadde dall' albero. La caduta era stata violenta e la giovane si era rotta una gamba, per cui non riuscì, nonostante avesse tentato in tutti i modi, a rialzarsi. Si era fatta ormai l' alba e il padre, convinto che Bucaneve fosse nella pianura Verde, sputò fiamme sul Bosco dei Cuculi. La leggenda non dice come abbia accolto la sua morte e quella del suo bosco la piccola Bucaneve, ma conoscendola si può star certi che abbia pianto tutte le lacrime che aveva in corpo, inerte e impotente, accasciata ai piedi della vecchia quercia arsa dalle fiamme. Quando Ceceole, non trovando la figlia in nessun luogo, seppe dagli uccelli cosa le era capitato si disperò e si strappò tutti i capelli urlando e piangendo. Anche gli dei parteciparono al lutto per la giovane Bucaneve e si riunirono sull' Olimpo , piangendo per una così triste fine. Diruso, il dio della neve, fratello di Ceceole, in onore della nipote fece nevicare sulla terra, ricoprendo il cadavere della piccola e il suo amato bosco di un soffice telo bianco. Così, per la prima volta nella storia, l' uomo vide nevicare in estate. Ceeole volle che la figlia fosse per sempre ricordata dagli dei e dall' umanità e dalle bianche ossa di Bucaneve nacquero dei piccoli, carnosi e candidi fiori bianchi, che ancor' oggi hanno il nome della piccola ribelle che morì per amore del bosco.















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