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Bohr, Niels Henrik David - Libero arbitrio e indeterminismo

chimica



Bohr, Niels Henrik David (Copenaghen 1885-1962), fisico danese. Figlio di un professore di fisiologia, studiò all'Università di Copenaghen, dove si laureò nel 1911. Si recò poi all'Università di Cambridge per studiare fisica nucleare sotto la guida di Joseph John Thomson, ma ben presto si trasferì a Manchester dove iniziò a collaborare con Ernest Rutherford.

La teoria della struttura atomica di Bohr, per la quale fu insignito del premio Nobel per la fisica nel 1922, venne formulata in tre me 858e44i morie pubblicate tra il 1913 e il 1915. I suoi studi erano basati sul modello atomico di Rutherford, secondo il quale l'atomo è costituito da un nucleo compatto circondato da elettroni, molto più leggeri. Il modello proposto da Bohr prevede che gli elettroni siano disposti intorno al nucleo su orbite stabili, corrispondenti a livelli energetici ben definiti, e che l'emissione o l'assorbimento di radiazione elettromagnetica si verifichi a seguito di transizioni elettroniche tra livelli quantici diversi. Inoltre, le proprietà chimiche dell'atomo sono determinate dal numero di elettroni che occupano il livello energetico più esterno.

Nel 1916 Bohr tornò all'Università di Copenaghen in qualità di professore di fisica, e nel 1920 divenne direttore dell'Istituto di fisica teorica. Qui si dedicò allo studio dei fondamenti della meccanica quantistica, ponendo alla base del suo lavoro il cosiddetto principio di corrispondenza, secondo cui la teoria dei quanti deve fornire gli stessi risultati della fisica classica per sistemi di dimensioni macroscopiche.

Nel 1939, durante una conferenza scientifica tenutasi negli Stati Uniti, Bohr convinse i fisici americani dell'importanza degli esperimenti sulla fissione (vedi Energia nucleare) condotti dagli scienziati tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann. Successivamente dimostrò che l'isotopo 235 dell'uranio decade per fissione nucleare.



Fece ritorno in Danimarca, ma quando il paese venne occupato dai tedeschi, si rifugiò in Svezia e da qui, con la famiglia, si recò in Inghilterra, per stabilirsi infine negli Stati Uniti, dove collaborò allo sviluppo della bomba atomica a Los Alamos (New Mexico), fino alla prima esplosione di quest'ultima (1945). Si oppose tuttavia al mantenimento del segreto sul progetto, temendo le conseguenze degli sviluppi di questa nuova e inquietante arma, della quale auspicava un controllo a livello internazionale. Nel 1945 Bohr tornò a insegnare all'Università di Copenaghen, dove si impegnò per promuovere lo sfruttamento pacifico dell'energia atomica.

Libero arbitrio e indeterminismo

Per illustrare l'argomento possiamo in breve richiamare il vecchio problema del libero arbitrio. Da quanto è già stato detto risulta evidente che il termine volontà è indispensabile a una descrizione completa dei fenomeni psichici, ma il problema è di stabilire fino a che punto è possibile parlare di libertà di agire in rapporto alle nostre possibilità. Finché ci si attiene a rigidi principi deterministici, l'idea di una simile libertà è evidentemente esclusa. Tuttavia la lezione generale della fisica atomica e, in particolare, la portata limitata della descrizione meccanicistica dei fenomeni biologici suggeriscono che la capacità dell'organismo di adattarsi all'ambiente include il potere di scegliere il modo piú adatto al raggiungimento di questo scopo. Poiché è impossibile giudicare della questione su una base puramente fisica, è della massima importanza riconoscere che l'esperienza psicologica può offrire informazioni piú pertinenti su questi problemi. Il punto decisivo è che, se tentiamo di predire che cosa un'altra persona deciderà di fare in una data situazione, non solo dobbiamo cercare di conoscere tutto di lui, compresa la storia della sua vita per ciò che può aver contribuito alla formazione del suo carattere, ma dobbiamo renderci conto che ciò cui noi tendiamo in fondo è di mettere noi stessi al suo posto. Naturalmente è impossibile dire se una persona vuole fare una cosa perché crede di potere, o se può perché lo vuole; ma non credo ci siano dubbi che ognuno di noi ha la sensazione di potere, per cosí dire, decidere per il meglio in ogni circostanza. Dal punto di vista della descrizione oggettiva non si può aggiungere o togliere nulla, e in questo senso possiamo, sia in senso pratico che logico, parlare di libertà di volere in termini che lascino adito a parole come responsabilità e speranza, che, come altre parole indispensabili al colloquio umano, non sono di per sé suscettibili di definizione separata.
Queste considerazioni ci riportano alle implicazioni epistemologiche della lezione che ci è derivata dagli sviluppi della fisica circa la nostra posizione di fronte al problema dell'osservazione. In cambio della nostra rinuncia a quanto solitamente si pretende dall'interpretazione di tipo classico, acquistiamo mezzi logici atti a comprendere campi piú vasti di esperienza, richiedenti un'attenzione particolare sulla scelta del punto di separazione tra oggetto e soggetto. Poiché nella letteratura filosofica si fa spesso riferimento a diversi gradi di oggettività o soggettività o anche di realtà, si osservi che la nozione di soggetto ultimo e concezioni come quelle del realismo e dell'idealismo non trovano posto nella descrizione oggettiva, quale noi l'abbiamo definita; ma questa circostanza ovviamente non implica alcuna limitazione per l'indagine che ci siamo prefissa.



[da Niels Bohr, I quanti e la vita, Boringhieri, Torino, 1974, pagg. 69-73]







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