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Samuel Beckett "Aspettando Godot"

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Samuel Beckett

"Aspettando Godot"


"Aspettando Godot", l'opera in due atti più nota di Beckett, al suo apparire (1952) venne molto discussa, ma oggi è ritenuta una tappa fondamentale del teatro contemporaneo. Si tratta di un'opera estremamente lineare: in aperta campagna due mendicanti, Vladimiro e Estragone, sono in attesa di un certo Godot, che sperano possa fornir loro una certa sistemazione. Il guaio è che tutti e due non hanno alcuna idea di questo Godot, non l'hanno mai visto, e 242h77c non sono nemmeno sicuri delle data e del luogo dell'appuntamento. Sembra ad un certo punto che l'atteso stia arrivando, ma si tratta di un enigmatico personaggio, un mercante che porta al guinzaglio un servitore, che dopo un po' di chiacchiere con i due riparte. Finalmente mentre i due continuano ad attendere arriva un ragazzo che comunica che Godot arriverà l'indomani. Così si conclude il primo atto. Il secondo lo ripete in maniera quasi identica: i due mendicanti aspettano, un ragazzo annunzia che Godot arriverà l'indomani. E sui due mendicanti che continuano ad attendere cala il sipario.


Osservazioni di Piergiorgio Belloccio

Beckett è probabilmente l'erede più legittimo di Joyce e Kafka, fondendo e sviluppando con assoluta originalità nella sua ricerca l'ossessione linguistico-espressiva del primo e la dimensione problematica allegorica e grottesca del secondo. Se l'opera di questi maestri esprimeva la crisi dei valori e delle forme esplosa con il primo conflitto europeo, Beckett prende atto della fine di una civiltà che ha concluso il suo ciclo con Auschwitz e Hiroshima. L'operazione dissolutrice di Beckett condotta direttamente sul linguaggio, contro le leggi della comunicazione , contro la letteratura, anzi la cultura nel suo complesso. Tra i bersagli più centrati, la filosofia esistenzialista. Categorie quali la personalità, l'autenticità, la scelta, sono sottoposte ad un sottile e feroce procedimento parodistico che le svuota di significato smascherandole come menzogne consolatorie: l'aut-aut, la scelta, è tra "crepare o crepare". Questo rifiuto di ogni illusione umanistica o scappatoia metafisica sembra sfociare in un disperato nichilismo. Ma la sua mancanza di prospettiva, il suo no al futuro, significano il rifiuto della perpetuazione di un presente intollerabile, di una vita che è peggiore della morte. Solo una negazione così radicale, totale, è adeguata alla negatività sociale. Essa "grida senza suono che deve essere diversamente".




Vita di Beckett

Beckett è nato vicino a Dublino nel 1906. ha esordito come critico letterario-un saggio del 1929 su Joyce (di cui ha sposato la figlia) e uno del 1931 su Proust-, ma in seguito, trasferitosi a Parigi nel 1938, si è dedicato alla narrativa e al teatro: in inglese ha scritto il romanzo "Watt", in francese un corpus unitario costituito da "Molloy" (1951), "Malone muore" (1952), "L'innominabile" (1953). Più che dalla narrativa la fama gli è derivata dalle opere teatrali, che comunque si rifanno a temi e situazioni dei romanzi: "Aspettando Godot", "Finale di partita", "Giorni felici", sono tra le più significative. Nel 1969 gli è stato conferito il Premio Nobel. E' morto il 22 dicembre 1989.



Arthur Miller

"Morte di un commesso viaggiatore"

Il dramma "Morte di un commesso viaggiatore" (1949) è centrato sulle vicende familiari di Willy Loman, un commesso viaggiatore che ormai non più giovane, di affari non riesce a concluderne molti e quindi fatica a star dietro a tutte le spese relative alle necessità familiari. La moglie Linda che si è resa conto del declino di Willy, gli è vicina come sempre e cerca di dargli fiducia con la sua amorevole assistenza. Per i due figli Biff e Moppy il commesso viaggiatore ha concepito grandi speranze che alla prova dei fatti sono andate deluse: i due, ormai adulti, vivono di espedienti e continuano a sognare velleitariamente sempre nuove attività. Nel suo dramma, costituito da due atti e da un requiem, Miller mette a fuoco gli affetti e i rancori, le speranze e le delusioni da cui questa famiglia, campione della famiglia piccolo-borghese americana, è percorsa sino al tragico epilogo.


Gerardo Guerrieri illustra il tema centrale del dramma di Miller

Miller scoprì nel rapporto tra un padre e un figlio e nella ricerca del proprio rapporto con gli altri da parte di un figlio i temi di "All my sons" (Tutti figli miei) e "Death of a Salesman" (Morte di un commesso viaggiatore). "All my sons" è un dramma sovraccarico, ma mostra la tendenza di Miller a costruire macchine emotive di una certa efficacia, anche se la costruzione è discutibile. "Death of a Salesman" diede a Miller fama nazionale e mondiale: il suo tema è la fallacia del sogno americano visto da chi l'ha provato sulla propria pelle, e ci ha meditato per venti anni. Anche questo è il bilancio della vita di un uomo. La forma è diversa. Miller fa tesoro dell'esperienza del dramma precedente, costruito sul modello della "piece bien faite" e del naturalismo ibseniano: qui cerca nella direzione del dramma espressionistico tedesco. Mentre "All my sons" era dedicato per metà a ricostruire il passato, qui passato e presente sono contemporanei, e c'è continuo conflitto tra il tentativo di capire e quello di fuggire. Il conflitto tra padre e figlio, ricondotto alla scoperta da parte di quest'ultimo di una relazione adulterina del padre, è implacabile e impastoiato di bugie evasioni e reticenze. Il padre, Willy Loman, è in consapevole dei motivi del proprio fallimento, ma sa una sola cosa: che la propria vita non vale più nulla, e quando si accorge che il figlio Biff lo ama, è spinto a lasciargli qualcosa in eredità: e cioè la propria vita, che nel non valere nulla vale qualcosa solo come assicurazione su se stessa: vale solo in morte. E in questa morte riacquista la propria dignità e utilità. Rivalendosi ironicamente sul sistema che l'ha ucciso, con una specie di macabra rivincita:"m'hai ammazzato, e ora pagami".




Vita di Arthur Miller

Nato a New York nel 1915 Miller, dopo aver esercitato svariati mestieri, si è dedicato alla letteratura. Raggiunta una certa notorietà col romanzo "Focus", è diventato celebre in tutto il mondo col dramma "Morte di un commesso viaggiatore" del 1949. del 1953 è il dramma "Il crogiolo", che per il tema (i processi per stregoneria a Salem nel Massachussetts nel 1692) aveva un chiaro riferimento alle inchieste anticomuniste patrocinate in America negli anni Cinquanta dal senatore Mc Carthy. Anche Miller venne sospettato di attività antiamericane e sottoposto a processo. Altri drammi: "Uno sguardo dal ponte" (1955), ambientato tra gli scaricatori italoamericani di Brooklyn, e "Ricordo di due lunedì" (1955), una vicenda di gente comune, colta nel momento caratteristico della sua realtà quotidiana che in esso quasi si esaurisce: il mometo del lavoro; è il lavoro della grande maggioranza degli uomini, quella che che vive per lavorare e lavora per vivere: forse la sua opera più autentica. In "Dopo la caduta" (1964) il precedente impegno politico cede il posto a evidenti allusioni alle vicende coniugali dell'autore, per alcuni anni marito dell'attrice Marilyn Monroe.


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