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Riassunti di linguistica Sintassi elementare - Introduzione:la sintassi

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Riassunti di linguistica Sintassi elementare


Introduzione:la sintassi

La lingua è uno strumento attraverso il quale i membri di una comunità si esprimono e comunicano fra loro. Si può pensare ad essa anche come a un sistema formale di mani 424f55e polazione di simboli ovvero a una grammatica.. Da questo punto di vista viene vista come l'interazione di quattro componenti:il lessico(un insieme di simboli ovvero parole), una sintassi(che li combina), una semantica(che da loro significato) e una fonologia (che assegna loro un suono).

Le proprietà che condividono tutte le lingue del mondo(universali linguistici) sono relativi alla sintassi. La sintassi è una componente autonoma della grammatica che corrisponde a qualcosa di reale nella conoscenza che ogni parlante ha della propria lingua.é autonoma in quanto anche per una frase come "i gorponi smionarono le fibe"priva di significato possiamo riconoscere un valore sintattico, poiché esiste un soggetto, un verbo etc.

La sintassi è generativa e ricorsiva. Conoscere la sintassi di una lingua significa saper utilizzare delle regole in grado di generare un numero potenzialmente infinito di frasi , anche senza significato. Una conseguenza di questa generatività può essere la ricorsività, che consiste nella possibilità di includere una frase nell'altra, iterando questo procedimento teoricamente all'infinito. La sintassi è inconsapevole.Quello che sappiamo della nostra lingua infatti, la nostra competenza sintattica, è in gran parte implicita



Le parole

In nessuna lingua si parla con parole separate.Anche adoperando gli strumenti di misurazione acustica più sofisticati la conclusione rimane la stessa:le parole almeno fisicamente non esistono.

Si potrebbe pensare che almeno nella scrittura però la distinzione delle parole esiste ma si viene subito smentiti quando si nota che la divisione grafica delle parole non è la norma delle tradizioni di scrittura del mondo. Alcuni linguisti sono giunti alla conclusione che le parole non esistono ma sono solo un costrutto astratto e artificiale creato dai linguisti e dal nostro mondo occidentale di scrivere gli enunciati. E' certo però che la sintassi opera su queste unità dette parole combinandole in unità più ampie dette frasi. Se esiste quindi un'entità linguistica che corrisponde alla nostra idea di parola non c'è un massimo di suoni che consente di parlare di parola e anche il suo significato è estremamente variabile. In mancanza di una definizione possiamo tuttavia accontentarci di criteri operativi. Gli unici criteri non variabili su cui possiamo basarci sono quelli sintattici. Il primo criterio è l'ininterrompibilità, mentre si può inserire del materiale tra una parola e l'altra non si può interrompere una parola inserendo qualcosa al suo interno. Il secondo criterio è quello della mobilità. E' una parola se può occupare posizioni diverse a seconda del tipo di frase. La parola non costituisce come abbiamo detto ne un unità fonetica ne semantica ma puramente sintattica. Esistono tuttavia dei fenomeni fonologici e morfologici che individuano le parole. Di solito una parola è caratterizzata dal fatto di contenere sempre un accento principale detto primario. Poi ci sono dei fenomeni fonologici che si applicano all'interno della parola(come la sonorizzazione della s intervocalica nell'Italia del nord) Anche la componente morfologica marca in qualche modo le parole, in particolari, i morfemi flessivi , che segnano sempre il confine esterno di una parola (capistazione) anche se incontra dei contrasti con la sintassi che vede capistazione come un'unica parola. In conclusione possiamo dire che la parola esiste soltanto come realtà mentale e che la sintassi le assembla componendo delle frasi.

Le parti del discorso

In tutte le lingue naturali le parole sono divise in categorie o parti del discorso che si possono associare solo secondo certi ordini e non altri .Questo fa parte della conoscenza implicita di tutti i parlanti ovvero nella loro competenza. Le parti del discorso sono nove:nome, verbo, preposizione, aggettivo, avverbio, articolo, pronome, congiunzione, interiezione. Non si tratta di un repertorio universale poiché in non tutte le lingue ad esempio sono presenti gli articoli. Per definire le varie parti del discorso si ricorre ai criteri distributivi.

Due parole hanno identica distribuzione quando possono occupare le stesse posizioni nell'ordine lineare.

I sintagmi

La frase non è soltanto una collana di parole ma qualcosa di più complesso in cui le parole sono raccolte in gruppi, detti sintagmi o costituenti. Oltre alla dimensione lineare, le parole vengono ordinate anche su un'altra dimensione strutturale che non coincide con l'ordine lineare in cui concretamente le parole si susseguono. I gruppi che stanno insieme in questa dimensione vengono detti sintagmi o anche costituenti. La posizione delle parti del discorso va quindi definita strutturalmente in base al modo in cui si raggruppano le parole in costituenti. Quindi la definizione di distribuzione identica cambia:

Due parole hanno distribuzione identica quando possono occupare le stesse posizioni strutturali

E' ovvio ce le parole non si susseguono in una stringa ma sono ordinate in gruppi che abbiamo chiamato costituenti o sintagmi. Una sequenza di parole è effettivamente un sintagma se svolge queste operazioni:

-Scissione Si spezza la frase, isolando la sequenza da enfatizzare introducendola col verbo essere e separandola dal resto della frase con la congiunzione che.

Una sequenza x nella frase F è un costituente se si può dire E' x che (F senza x)

-Isolabilità Solo i sintagmi possono essere utilizzati staccati dal resto della frase, per esempio per rispondere brevemente a una domanda senza ripetersi

Una sequenza x nella frase F è un costituente se si può enunciare in isolamento

-ininterrompibilità Si può costituire un test sfruttando una caratteristica degli avverbi, quella di poter stare in posizioni diverse.



Una sequenza x nella frase F è un costituente se è in interrompibile

-coordinazione i sintagmi possono comparire uniti dalla congiunzione "e" o dalla disgiunzione "o". Ogni sintagma ha una parola più importante delle altre chiamata "testa" ed è questa parola che deve essere della stessa categoria nella coordinazione di due costituenti.

Due sintagmi "x" e "y" possono essere coordinati se hanno una testa della stessa categoria

La testa di un sintagma non si limita a determinare le sue possibilità di coordinazione ma tutta la distribuzione del sintagma dipende dalla sua testa. I sintagmi che hanno come testa un nome si chiamano sintagmi nominali, di seguito saranno sintagmi verbali, aggettivali , preposizionali e cosi via.

La testa inoltre possiede un'altra caratteristica molto importante, quella di determinare il numero di elementi del suo sintagma. La capacità della testa di determinare la composizione del proprio sintagma viene detta valenza. Tutti gli elementi che la testa richiede per formare il sintagma vengono chiamati argomenti. La valenza quindi è una proprietà di tutte le parole che hanno la capacità di diventare testa di un sintagma e di determinare la composizione. La testa non si limita a determinare in base alla valenza il numero degli argomenti da includere nel proprio sintagma me ne determina anche la categoria sintattica(quella dei propri argomenti) La testa determina anche il modo in cui i suoi argomenti si integrano nell'interpretazione della frase(selezione semantica). Si parla per questo di ruoli tematici che ogni testa assegna ai suoi argomenti. A questo punto possiamo concludere che la sintassi è governata dal lessico poiché sono le caratteristiche delle parole a determinare il modo in cui sono assemblate(la categoria, la valenza e la selezione determinano la distribuzione, la struttura e il contenuto del sintagma)

La rappresentazione della struttura

A lungo i linguisti si sono posti il problema di rappresentare la struttura gerarchica delle frasi. Essi hanno posto vari sistemi grafici che chiameremo indicatori sintagmatici visto che la loro funzione è proprio quella di esplicitare i sintagmi. Il più noto e diffuso è quello "ad albero". La struttura in costituenti viene rappresentata come una sorta di albero alla rovescia, dove ogni nodo corrisponde a una testa o a un sintagma etichettati con le sigle seguenti (P = preposizione, D = determinante, N = nome, V = verbo, A = aggettivo AVV = avverbio, Q = quantificatore).Questo schema ha la lo scopo di tradurre in relazioni geometriche tra le parole. Il nodo che rappresenta il costituente più grande è più in alto dei nodi che rappresentano i costituenti più piccoli. Un nodo domina altri nodi se è più in alto nell'albero ed è collegato solo tramite rami discendenti. Due nodi si chiamano fratelli(nodi immediati) quando sono dominati immediatamente dallo stesso nodo. Un nodo è detto ramificante se da esso si dipartiscono dei rami. I nodi che non dominano altri nodi si chiamano nodi terminali e rappresentano la categoria sintattica della parola corrispondente.

C-comando

Un nodo δ C-comanda un nodo β se e solo se:

  1. nessuno dei due domina l'altro
  2. il primo nodo ramificante che domina  δ domina anche β

Sempre sulla base di questo diagramma si dice infine che un sintagma è la proiezione della propria testa (SN è la proiezione di un nome)

Esiste un altro tipo di rappresentazione quella detta a parentesi etichettate. Il principio è quello di chiudere tra parentesi quadre ogni testa e ogni sintagma e di etichettare ogni parentesi con la sigla del costituente corrispondente. Le parentesi esterne corrispondono ai nodi che stanno più in alto nel diagramma ad albero.

Tutti i sintagmi hanno la stessa struttura, questa struttura è sempre asimmetrica. Un modo per rappresentare questa ipotesi in forma succinta è lo schema x-barra.






Questo schema vale per qualsiasi sintagma SX (dove x può essere N, P, V, A, D) e di assegnarvi una struttura asimmetrica (cioè caratterizzata da un nodo intermedio x-barra). Di fatto afferma che qualunque parola lessicale appartenente a qualunque categoria x può formare un sintagma SX disponendo i propri argomenti in maniera asimmetrica come indicato nello schema. Le due posizioni disponibili per i due eventuali argomenti(quello esterno e quello interno) sono chiamate specificatore e complemento.

Naturalmente la presenza di sintagmi in queste posizioni dipenderà dalla valenza della testa. (guardare esempi libro)

Oltre agli argomenti si può inserire nelle frasi un numero arbitrariamente grande di altri sintagmi. Questi sintagmi che non saturano nessuna valenza ma danno informazioni accessorie sono comunissimi nelle frasi e si chiamano circostanziali o aggiunti.

La frase

La grammatica tradizionale identifica generalmente la frase con un insieme di parole che formano un senso compiuto. Ma è troppo ampia perché di fatto finisce per identificarsi con l'enunciato. L'enunciato è una qualsiasi sequenza finita di parole emesse concretamente da un parlante. Ma tutti gli enunciato possono essere di senso compiuto, quindi bisogna distinguere tra frase ed enunciato. L'enunciato appartiene alla dimensione concreta dell'uso linguistico. Lo si studia nell'ambito della pragmatica. Riguarda l'esecuzione non la competenza. La frase quindi in modo puramente sintattico si afferma come una forma privilegiata che assumono i costituenti quando si combinano in un unità complessa che suona naturale ai parlanti. In un primo momento questa costruzione particolarmente naturale potrebbe sembrare la il sintagma verbale. In realtà però non è così poiché la frase ha una struttura più complessa. Esistono infatti due tipi di elementi che ricorrono facilmente in una frase, ma che non hanno posto nella struttura se si assume che si tratti di un semplice sintagma verbale: gli ausiliari(che non sono verbi e bisogna trovare quindi un nodo in cui collocarli) e gli espletivi( in certe lingue il soggetto è obbligatorio anche quando non è richiesto dal verbo e non riceve un ruolo tematico). Abbiamo poi individuato l'esistenza di una relazione tra vero e soggetto, quella di accordo (il verbo deve assumere una forma compatibile con il numero e la persona del SN che svolge funzione di soggetto)che non ricade in nessuna delle relazioni previste da quello che sappiamo sulla struttura del sintagma verbale. L'ausiliare non ha un ruolo nella struttura argomentale della frase ma può dare informazioni importanti per l'interpretazione della frase: può specificarne il tempo, il modo e l'aspetto. Si deve anche accordare obbligatoriamente con il soggetto. Tutte queste proprietà:accordo, tempo, modo, aspetto, possono essere raggruppate sotto il termine di flessione

Si identifica pertanto l'ausiliare con l categoria della flessione, e di conseguenza il sintagma di cui è testa con il sintagma della flessione (Sfless). La flessione però può esserci anche senza l'ausiliare (it rains). In italiano dove l'espletivo non c'è mai, i verbi zerovalenti devono cmq assumere una flessione. La caratteristica di queste fasi in italiano è quella di avere nella posizione di soggetto un pronome simile all'espletivo it/il dell'inglese e del francese e che tuttavia è privo di contenuto fonetico. Chiameremo questo elemento pro.

Questa differenza tra lle lingue riguardo alla realizzazione del soggetto è detta parametro del soggetto nullo

La frase quindi, non si identifica con il sintagma verbale ma con il sintagma della flessione.

Tipi di frasi

Esistono due tipi di frasi;frasi semplici (sintagma flessivo) e frasi complesse (costituite da più frasi semplici in base al principio della ricorsività)

Le frasi possono poi essere classificate secondo quattro dimensioni:la posizione, la modalità, la polarità, e la diatesi. Le frasi possono essere classificate secondo la loro posizione che determina sostanzialmente la distinzione tra fase principale e frase subordinata. La frase principale è la cosiddetta frase indipendente che non può essere contenuta ne può contenere altre frasi. Due frasi indipendenti possono essere coordinate quando sono concatenate da una congiunzione o disgiunzione. La frase subordinata invece è contenuta in un'altra frase, in quanto tale un subordinata può essere un argomento(frasi argomentali) o un aggiunto(quando non saturano la valenza di nessuna testa ma danno informazioni aggiuntive attorno ad un costituente) può essere anche complemento (frase completiva)o soggetto (frase soggettiva).(guardare libro soprattutto per capire esercizi)



Un'altra dimensione entro la quale vengono classificate le frasi riguarda la loro modalità. A questa dimensione appartengono le frasi (dichiarative, interrogative, imperative, esclamative). Le frasi vengono inoltre distinte per la polarità(frasi affermative e negative). La diatesi o voce è quella dimensione che oppone tradizionalmente le frasi attive da quelle passive.Fin'ora abbiamo visto solo esempi di frasi flesse, frasi in cui cioè la flessione è di modo finito. Un discordo a parte meritano le frasi infinitivali.

La caratteristica delle frasi infinitivali come quelle al congiuntivo, al participio e al gerundio, è di poter essere solo subordinate, infatti congiuntivo, gerundio e participio sono detti modi dipendenti. La seconda caratteristica è invece un'assoluta esclusiva delle frasi infinitivali: il loro soggetto deve essere sempre sottointeso. Infine l'ultima caratteristica peculiare dell'infinito è quella di essere privo di flessione, infatti queste frasi sono sempre prive di accordo e tempo.

Fin'ora avevamo concluso che la flessione richiede un soggetto nel suo specificatore anche quando questo non satura la valenza del verbo. Ma vale anche il contrario: il soggetto per poter essere espresso richiede la flessione con cu accordarsi. In sua assenza l'argomento esterno del verbo deve essere necessariamente sottointeso. Chiameremo questo elemento senza materiale fonetico PRO

Il movimento (da guardare sul libro)

Fin'ora abbiamo assunto che le relazioni tra gli elementi di una frase siano sempre traducibili in relazioni tra nodi di un indicatore sintagmatico. Questo principio funziona solo se le relazioni sintattiche sono relazioni locali. Esistono invece delle relazioni a distanza che non rispondono a questo criterio.

(chi pensi che nico dovrebbe incontrare?) l'elemento che satura insieme al soggetto la valenza del verbo è chi che però si trova lontano dal sintagma verbale. Ma le relazioni a distanza non si limitano soltanto alla saturazione della valenza ma esercitano anche le proprietà della selezione categoriale e semantica.

Esistono anche delle corrispondenze tra frasi diverse che i parlanti percepiscono in modo chiaro.un esempio è la corrispondenza tra frasi in cui emerge il confronto tra diatesi attiva e passiva(nico bacia emma, emma è baciata da nico). Un altro caso è quella tra frase dichiarativa e interrogativa (credi che nico abbia indicato emma, chi credi che nico abbia incontrato?) Per rendere conto allo stesso tempo delle relazioni a distanza e delle sistematiche corrispondenze osservabili tra queste relazioni a distanza e locali, alcuni linguisti hanno postulato che la sintassi non sia solamente combinatoria ma anche derivazionale o trasformazionale:ossia che oltre ad assemblare le parole possa anche spostarle nella struttura, trasformandola..

La sintassi e le altre componenti della grammatica

La sintassi intrattiene un rapporto con altri moduli grammaticali come: la fonologia, la semantica, la morfologia .La fonologia è una componente che determina la forma fonetica dei costituenti ed è sensibile alle strutture generate dalla sintassi. La fonologia traduce le strutture gerarchiche della sintassi in qualcosa che si possa pronunciare con l'apparato fonatorio e percepire con l'apparato uditivo: in qualcosa cioè accessibile alla fonetica. La fonologia inoltre è sensibile a un elemento astratto della sintassi come la traccia. La traccia per definizione non ha il contenuto fonetico, essendo il punto di una struttura in cui un dato costituente non viene pronunciato perché spostato. (comprerò una casa grande-ne comprerò una t grande). La sua presenza però viene lo stesso rilevata fonologicamente poiché blocca determinati processi fonologici che in sua assenza si realizzerebbero, come ad esempio l'elisione del determinante una davanti una vocale.(comprerò una casa enorme- ne comprerò una enorme). Naturalmente una frase non è solo una struttura generata dalla sintassi e tradotta in forma fonetica dalla fonologia. Una frase ha anche un'interpretazione. La semantica traduce la struttura in qualcosa di utilizzabile dal nostro sistema logico- concettuale. Il rapporto tra sintassi e morfologia invece sembra essere di tutt' altro tipo. La morfologia infatti non è come gli altri un sistema di interfaccia tra la grammatica e qualche altro sistema cognitivo, ma una componente tutta interna alla grammatica, come la sintassi. Si parla ad esempio di morfosintassi per descrivere molti fenomeni come l'accordo. Nel senso che la forma che assume una parola riflette le relazioni sintattiche che essa intrattiene nella frase.






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