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Vita dei Campi - CAVALLERIA RUSTICANA

lettere



Vita dei Campi


Cavalleria Rusticana

La Lupa

Rosso Malpelo

L'amante di Gramigna

Guerra dei Santi



Pentolaccia

Appendice: il come, il quando ed il perché



La raccolta vita dei campi uscì nel 1880 presso l'editore 858j91i Treves e comprendeva 8 novelle che erano gia state pubblicate nei due anni precedenti su rivista. L'opera si fonda su un opposizione, tra un personaggio diverso rispetto alla norma collettiva arcaico-rurale di cui si fa portavoce il narratore anonimo; ed il mondo è quello arcaico della Sicilia più povera e sottomessa, dei braccianti, dei pescatori e dei cavatori. È un mondo rimasto fuori dalla storia e legato a meccanismi di sopraffazione, che sembrano esistere per legge naturale e per la lotta alla sopravvivenza Sono comunque presenti sentmenti e valori autentici, tant'è che molti protagonisti sono così lontani dall'ordinarietà che appaiono quasi mitici e destinati a tragici esiti.




CAVALLERIA RUSTICANA


Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, tornò da fare il soldato e si pavoneggiava per il paese, tutte le ragazze lo guardavano estasiate, ma Lola di massaro Angelo non si fece vedere perché si sarebbe sposata con uno di Licodia, Alfio, che faceva il  carrettiere ed aveva quattro muli di Sortino in stalla. Inizialmente Turiddu avrebbe voluto uccidere lo sposo ma poi si limitò ad andare sotto la casa della bella a cantare tutte le canzoni di sdegno che conosceva.

I vicini iniziavano ad infastidirsi di tale comportamento, ma poi un giorno Tariddu incontrò Lola e le chiese se fosse vero del matrimonio, lei era rincresciuta nel vederlo talmente rattristato, ma non voleva lusingarlo con parole di conforto, tantè che gli chiese di lasciarla in pace per non suscitare chiacchere nel paese. Tariddu dal canto suo non potè fare altro che salutare Lola con chiara nostalgia dei tempi trascorsi insieme alla finestra a parlare prima che lui partisse per la leva.

Lola sposò Alfio e ricevete molti anelli d'oro dal marito.

Tariddu voleva far la pagare a Lola e decise di iniziare a frequentare la casa del vignaiolo Cola che aveva una figlia ed era ricco a quanto dicevano in paese. Così Tariddu iniziò a dir parole dolci a Santa e seppur inizialmente la ragazza sembrava non volerne sapere, poco tempo passò prima che il padre cacciò fuori di casa Turiddu e Santa gli apriva la finestra per parlarci.

Un giorno Turiddu e Lola s'incontrarono e inziarono a frequentarsi ora che Alfio era in giro per le fiere con i suoi muli. Ritornato dalla fiera, Alfio portò una bel vestito alla moglie e Santa non esitò a dire allo sposato che la moglie mentre lui era in viaggio per lavoro, si vedeva di notte con Tariddu; così un giorno Alfio andò a cercare Turiddu alla locanda ed i due si diedero appuntamento per l'alba seguente.

Andando all'appuntamento Turiddu confessò al rivale la sua colpevolezza ma anche la sua volontà di ucciderlo per l'amore della madre che a casa lo aspettava. Durante il duello Turiddu iniziò la lotta con colpì forti e che andarono a colpire il bersaglio all'addome, ma poi, Alfio, da terra prese della polvere e la tirò sugli occhi al nemico che annaspando all'indietro ricevette tre coltellate, l'ultima alla gola che lo costrinse a gettarsi a terra tra un rivolo di sangue.



Primavera


I personaggi di questa novella sono Paolo e la Principessa.

Paolo era giunto a Milano per far fortuna mettendo alla prova le sue capacità artistiche e musicali.

Era solito uscire la sera e andare a fare due passi, e un giorno incontro la bella Principessa, che sorrideva le prime volte che lo vedeva. Un giorno poi iniziò a piovere durante la passeggiate che entrambi stavano percorrendo e la donna si mise sotto l'ombrello di Paolo. Così i due iniziarono a parlare ed a conoscersi. Lei non voleva farsi accompagnare fino alla porta di casa, e in realtà non era una vera e propria principessa, il padre aveva un incarico nelle ferrovie e la madre cuciva, anche se negli ultimi tempi la vista andava peggiorando.

Entrambi si indebitarono per sentirsi più a loro agio con l'altro, ma nessuno sapeva dei problemi economici dell'altro. Un giorno approfittando dell'assenza del padre di lei, i due amanti si allontanano da casa per un viaggio che durerà due giorni.

Paolo, ottiene un lavoro ben retribuito lontano da casa per suonare in alcuni locali, e questo rattrista molto la dolce principessa, che decide di raccontare a Paolo la sua storia passata con un altro uomo. Usciti dal ristorante dove erano andati i due amanti trascorrono l'ultima sera insieme, rivisitando i posti dove avevano condiviso i primi momenti.

L'indomani Paolo parte col treno e la Principessa lo accompagna alla stazione, ed una volta sentito il fischio del treno in partenza che porterà l'amante lontano da sè, la donna riflette sul dolore che l'avvolge; e l'autore sembra rimproverare Paolo, che abbandona l'amata per un lavoro ben retribuito, per un pasto sicuro al giorno, e gli propone al suo ritorno, in un futuro lontano, di non ricordare alla Principessa i bei tempi passati insieme, a lei che probabilmente non sarà più bella come ora.


LA LUPA


La gnà Pina viene aveva un seno fermo e vigoroso da bruna ma era bianca, quasi avesse la malaria e veniva chiamata La Lupa dagli abitanti del villaggio, perché non si accontentava mai di niente conquistava tutti gli uomini, mariti, figli. La figlia della Lupa, Maricchia,  possedeva le sue doti, ma nessuno fino ad ora si era proposto per prenderla in sposa, a causa della madre. Un giorno la madre si innamorò di una ragazzo appena tornato dalla leva, che lavorava con lei nei campi. Nanni, più di una volta chiese a gnà Pina cosa desiderasse, poiché ben presto si rese conto delle sue attenzioni, ed un giorno di giugno lei rispose affermando la sua volontà di possederlo, ma Nanni sorridendo controbatte dicendo che lui desiderava la figlia. Gnà Pina, non si fece più veder sino ad Ottobre, al momento della raccolta delle olive, quando poi rivide Nanni.

Una sera la Lupa disse alla figlia di prendere il sacco delle olive e la portò da Nanni che stava lavorando per macinare le olive. La Lupa chiese a Nanni se volesse ancora Maricchia e lui dopo aver sentito che era disposta a lasciargli anche la casa oltre che ai doni ereditati dal padre, in cambio di un giaciglio dove dormire, non esitò.

Marucchia non voleva sposarlo ma la madre la minacciò di morte, ed il matrimonio ebbe luogo.

La Lupa, nonostante il matrimonio della figlia tentò molte volte Nanni sino ad ottenere ciò che voleva, e non solo una volta. Marucchia si accorse di ciò ed andò addirittura dal brigadiere che richiamò Nanni, il quale chiese di essere ucciso o messo in galera per sfuggire alla tentazione della suocera, e mentre supplicava il brigadiere fu assalito da un collasso. Vicino alla morte fu obbligato a stare a letto e il parroco gli portò l'unzione solo quando La Lupa se ne andò di casa. Ma ritornò e Nanni non voleva averne a che fare, tant'è che era stato vicino alla morte e oramai tutto il paese sapeva dell'accaduto. Nanni chiese aiuto al parroco e al brigadiere, ed un giorno mentre era a lavoro la Lupa andò a cercarlo, lui gli promise che l'avrebbe uccisa ciò fosse accaduto nuovamente.

L'indomani Nanni vide la suocera avvicinarsi da lontano, e avvicinandosi la maledice e la uccide.

Qua alla fine c'è un forte richiamo al personaggio romantico, che si afferma con la morte e con il sacrificio di sé.




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