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R. Quintini Giornalista TV - I segreti del mestiere, 1984 casa editirice Arnoldo Mondadori

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R. Quintini Giornalista TV - I segreti del mestiere, 1984 casa editirice Arnoldo Mondadori




La televisione che informa



Il libro di Roberto Quintini e' un vero e proprio manuale sulla televisione che informa, ovvero, su "quel settore specifico delle telecomunicazioni identificabile attraverso trasmissioni che abbiano alla base il lavoro giornalistico e come scopo quello di portare il telespettatore sul luogo dell'evento". Una guida rivolta a quelli che fanno televisione senza rendersi conto di cosa sia veramente la Tv, a quelli che la vorrebbero fare e a quelli che si limitano a guardarla. Attraverso un'analisi dei cinque elementi che caratterizzano la produzione televisiva, l'autore cerca di fare chiarezza sul concetto di informazione televisiva, definita testimonianza diretta e in diretta: "tutto il resto - dice Quintini - non e' informazione, e' storia". La differenza con la carta stampata e' tutta qui: la comunicazione televisiva e' immediata, il telespettatore viene proiettato nel luogo dell'evento, puo' assistere in diretta alla notizia in corso e per questo puo' formulare giudizi propri, verificando cosa sta realmente accadendo. Questo processo di comunicazione, sempre piu' veloce e inarrestabile, ha alimentato il nostro bisogno ogni giorno piu' forte di essere informati, influenzando i nostri ritmi di apprendimento delle notizie e degli imput che riceviamo. Partendo da questi presupposti fondamentali, l'autore traccia una prima differenza fra il modo di fare televisione in Italia, quello che in 737d35h questo libro viene realmente esaminato, e il metodo utilizzato negli Stati Uniti. In Italia la televisione si adatta agli informatori, e' un canale spesso troppo vicino a quello della carta stampata, in America, al contrario, e' informazione diretta.



Per analizzare l'informazione televisiva, Quintini divide il suo libro in cinque parti. Comincia con l'identificare chi lavora nella "tv che informa", si sofferma a spiegare i termini tecnici utilizzati, analizza, quindi, il lavoro di un giornalista televisivo e di un produttore (figure chiavi nella comunicazione televisiva), presenta uno strumento fondamentale per la televisione, qual e' la telecamera e il suo utilizzo, indica chi in Italia e nel mondo informa. Quest'ultima parte e' una sorta di indirizzario. In questo capitolo, infatti, sono indicate tutte le maggiori testate televisive del mondo, il loro indirizzo e numeri di telefono e fax.





I mestieri della televisione


Nel panorama televisivo italiano, l'autore avverte, la classificazione del personale televisivo e la descrizione del loro lavoro e' impresa ardua. Al contrario degli Stati Uniti, infatti, dove le job description sono precise e puntali, nel nostro Paese si e' soliti andare a spanne, indicando con titoli approssimativi i differenti ruoli professionali. L'autore evidenzia 48 diversi professionisti che lavorano ad un programma d'informazione televisiva, si va da chi sta dietro le telecamere, come l'aiuto operatore, a chi conduce un telegiornale, il giornalista conduttore.

Fra le tante figure esaminate, due sono le più importanti al fine di confenzionare un buon contenitore di informazione. Si tratta del giornalista e del produttore della trasmissione.

Vi sono 5 diverse tipologie di giornalisti:

Il giornalista conduttore, detto anche "anchor man". E' la figura più importante del processo di comunicazione televisiva. A lui spetta il compito di guidare il programma in cui appare, presentando le notizie che verranno sviluppate nei servizi, introducendo il contributo di inviati e corrispondenti, intervistando gli ospiti.

Il giornalista corrispondente, svolge il suo lavoro da una località esterna riferendo alla redazione in diretta o in differita.

Il giornalista inviato, quello che viene comunemente chiamato reporter. Raccoglie le notizie sul campo, recandosi dove sta accadendo qualcosa e riferendone. Spesso non compare in video e riferisce ciò che sta accadendo direttamente al redattore.

Il giornalista redattore, lavora dietro le telecamere, preparando i testi delle notizie che verranno poi lette dal conduttore. Per far ciò si avvale di fonti proprie, dispacci di agenzie o dei contributi dei corrispondenti e degli inviati.

Il giornalista telecronista, speaker, generalmente si tratta di giornalisti che seguono la cronaca sportiva. Il loro lavoro consiste nel commentare direttamente dal vivo un avvenimento. Il telecronista ha spesso la qualifica di inviato.


Altra figura essenziale per la realizzazione di un programma televisivo e' il produttore. Il produttore, sottolinea l'autore, e' "la mamma di un programma". E' colui che segue un programma in ogni sua fase di realizzazione, dall'inizio alla fine.  Si preoccupa che tutto funzioni a dovere, che vengano rispettati i tempi e le spese, pianifica un programma da un punto di vista finanziario, organizzativo e realizzativo.

Vi sono poi tante altre figure professionali che rendono possibile la realizzazione di un programma d'informazione televisiva. I più noti sono i cameramen che azionano le telecamere e che hanno il compito di riprendere gli eventi, e gli addetti al montaggio che hanno il compito di rivedere il materiale grezzo e trasformarlo in prodotto televisivo.

Come comunicare


Un telegiornalista, spiega Quintini, deve abituarsi a vedere il risultato del proprio lavoro con gli occhi di chi guarderà il prodotto finito stando comodamente seduto in poltrona. Per ciò deve tenere conto sia della fruizione passiva del messaggio da parte del telespettatore, ma deve, anche, ricordarsi di osservare norme particolari che riguardano soltanto il mezzo televisivo. Come per un giornalista della carta stampata cosi anche per il telegiornalista e' importante utilizzare un linguaggio chiaro e corretto. Il linguaggio da utilizzare in televisione e' quello parlato, una prosa finta ed artificiosa che sovverte le classiche regole letterarie ma che non ha nulla di approssimativo come avviene nel vero parlato, anzi richiede particolare attenzione alla grammatica ed alla sintassi "perché - sottolinea l'autore - l'informazione detta deve essere capita al volo dal telespettatore". Sono, inoltre, da evitare abbreviazioni che rendono più difficile il messaggio che si sta trasmettendo e l'utilizzo di numeri o dati, inutili se non supportati da grafici o tabelle. Bisogna anche supportare un servizio giornalistico di informazioni essenziali come la città da cui si trasmette una notizia, disegni o mappe che rendono più comprensibile ciò di cui si parla.

La cosa più importante nell'informazione televisiva sono, senza dubbio, le immagini.  Quando e' possibile, bisogna quindi lasciare che siano le immagini e il suono originale a dare notizia, senza commentare ciò che si trasmette. Il testo deve integrare le immagini, le parole devono abbinarsi a ciò che si manda in onda. Ricopre un ruolo importante anche il suono, anzi e' il terzo elemento costitutivo della notizia stessa. Il giornalista televisivo per realizzare un buon servizio, deve, in ordine, tenere conto di immagine-parola-suono.

Sono 19 le regole a cui deve attenersi un giornalista per informare al meglio i telespettatori ed utilizzare un perfetto linguaggio parlato.


Queste sono:


Utilizzare parole semplici. l'informazione deve essere immediata, quindi, bisogna evitare di usare termini tecnici o troppo complicati.

Usare espressioni semplici, e' inutile utilizzare epiteti o espressioni non comuni alla maggior parte dei telespettatori.

Evitare terminologie professionali, bisogna tradurre il linguaggio di sindacalisti, magistrati o politici in frasi e termini semplici e comuni.

Evitare i luoghi comuni, ovvero, quelle formule o frasi che si ripetono quando ci si riferisce ad un avvenimento (es. Gorbaciov, il padre della perestroika o i dinosauri di Jurassic Park.

Evitare l'utilizzo di vocaboli stranieri, rendono più difficile la comprensione di una notizia.

Scrivere in stile colloquiale, ovvero, essere precisi ma informali.

Scrivere in modo coinciso e diretto, andare dritto alla notizia evitando preamboli inutili.

Raccontare con frasi brevi e di semplice costruzione. Vanno evitate le relative e gli incisivi, rallentano il ritmo del discorso e rendono meno comprensibile la notizia.

Non utilizzare dichiarazioni virgolettate come attacco. In questo caso, infatti, il telespettatore e' costretto ad attendere la seconda parte della frase per capire

Preferire il discorso indiretto. Utilizzando il discorso indiretto il racconto risulta più fluido

Limitare l'uso di aggettivi. La scelta di un aggettivo e' soggettiva, e' meglio fornire, invece, maggiori informazioni.

Evitare la ricerca ossessiva di sinonimi. A volte e' meglio utilizzare una ripetizione, enfatizza il testo.

Non usare pronomi. Meglio ripetere un nome proprio.

Non enfatizzare, ne' sminuire. Bisogna riferire il fatto cosi come lo si e' visto.

Non comunicare opinioni. Ogni singolo telespettatore ha il diritto di giudicare un avvenimento secondo le proprie regole.

Non dare per scontato che il telespettatore sappia. Bisogna sempre riferire, per sommi capi, tutti i fatti, anche se si tratta di episodi di cui si parla da mesi.

Non mettere tutte le notizie nelle prime righe. Un telegiornalista deve raccontare, precisare il come avviene un episodio e sprecare anche qualche riga in più per fornire informazioni più corrette.

Non scrivere prima di avere visionato le immagini. E' la regola fondamentale, bisogna sempre verificare cosa sia stato realmente ripreso.

Rileggere il testo ad alta voce. Aiuta a verificare quanto ciò che e' stato scritto e' di facile comprensione e di facile lettura.




Il lavoro del produttore


Il lavoro del produttore può essere diviso in tre fasi distinte: a) pre-produzione o preparazione; b) produzione; c) post produzione o edizione, ognuna di queste fasi e' essenziale per realizzare un perfetto contenitore d'informazione.

La pre-produzione

E' la fase in cui bisogna pianificare il lavoro. Un produttore deve prevedere le spese, assegnare gli incarichi, stendere la scaletta. Sempre in questa fase bisogna definire la scenografia, scegliere le inquadrature e la grafica di un programma. Se ogni cosa viene pianificata a dovere in fase di produzione tutto sarà più semplice.





La produzione

In questa fase il produttore ha due compiti essenziali: deve occuparsi del lavoro delle telecamere e controllare che il personale tecnico rispetti quanto previsto in fase di pre-produzione. Spetta sempre al produttore, modificare, quando e' necessario, in corsa la scaletta stilata.


La post-produzione

E' la fase conclusiva del lavoro. Consiste essenzialmente nel montaggio delle immagini e nella successiva elaborazione. Compito del produttore e' seguire il montaggio dei servizi, controllare e cronometrare il materiale pronto per la messa in onda, controllare la qualità.



La telecamera


E' lo strumento indispensabile per fare informazione televisiva. E' quello che traduce in immagini le parole, che proietta il telespettatore nell'evento. Essendo un'apparecchiatura ha bisogno del supporto umano per raggiungere una perfetta qualità di prestazione.

L'effetto più spettacolare e più conosciuto di questa moderna ed essenziale attrezzatura è lo zoom, ciò che consente di allontanare o avvicinare l'oggetto che si sta inquadrando. Questo effetto si ottiene con un obiettivo che ha lunghezza focale variabile: tanto quanto più si stringe l'inquadratura tanto più diminuisce l'angolo di ripresa e la profondità di campo. Quanto più si allarga, tanto più e; ampio l'angolo di ripresa e profondo il campo. L'angolo di ripresa massimo raggiunge i 50 gradi e, dunque, molto inferiore rispetto alla capacità visiva dell'occhio umano (che raggiunge i 130 gradi). E' importante ricordare questo particolare, perché vista la ridotta capacità di mostrare le immagini per raccontare tutta una storia e' necessario prevedere un numero ampio di riprese da angolature diverse.

Per evitare inconvenienti e fornire un'adeguata informazione, e' necessario pianificare. Prima di girare immagini e preparare un servizio e' necessario informarsi adeguatamente sulla natura, lo sviluppo e sulla durata dell'avvenimento che si preparano a documentare. In questo modo, una volta giunti al posto dove si svolgerà l'evento, potranno concordare il posizionamento delle telecamere, delle luci e dei microfoni.

Quando e' possibile, e' necessario effettuare un sopralluogo. Utile per una migliore qualità del servizio e' lo story-board, una scaletta che tenga conto delle immagini. Una pagina di story board e' divisa in due parti, a sinistra vengono disegnate le immagini che si intende filmare, a destra il testo che verrà letto sulle immagini.




L'intervista:

L'intervista e' certamente il momento più significativo del lavoro giornalistico. In questa sezione, l'autore non vuole fornire elementi per effettuare una buona intervista da un punto di vista editoriale ma analizza questa in rapporto alle immagini.

Vi sono tre tipi di interviste possibili:


Intervista con una telecamera

Prevede l'inquadratura insieme dell'intervistato e del giornalista, posti uno di fronte all'altro, quindi di profilo rispetto alle telecamere. Questa inquadratura, rischia però di fare sentire escluso il telespettatore. E' preferibile, dunque, piazzare la telecamera in modo tale da avere l'intervistato a faccia piena. Grazie allo zoom e' possibile fare apparire la spalla del giornalista e presentare, sempre grazie a primi piani mirati, una volta l'intervistato ed un'altra l'intervistatore.

Le zoomate frequenti rischiano, però, di distrarre lo spettatore e possono creare problemi in fase di montaggio.


Intervista con due telecamere

I problemi presentati nel primo caso vengono semplificati e superati nel caso in cui si possiedano due telecamere. Bisogna però piazzare le telecamere in modo che abbiano entrambe la stessa inquadratura.


Intervista con personaggio straniero

Nel caso di un ospite straniero, bisogna pianificare al meglio la scaletta di un'intervista. Si possono verificare tre casi: a) l'intervistatore parla correttamente la lingua dell'intervistato. In questo caso la prima domanda verrà posta in italiano, l'intervistato sarà stato informato dal giornalista sul contenuto del quesito, le restanti domande saranno nella lingua del personaggio ospite che dovrà attendere qualche secondo per dare la possibilità all'ospite di spiegare ai telespettatori l'argomento trattato; b) l'intervistatore si rivolge all'intervistato in una lingua diversa dalla sua ma che entrambi conoscono. Valgono le regole precedentemente dette, bisogna, comunque, definire fin nei minimi particolari il tema dell'intervista, stabilendo precisamente domande e risposte; c) l'intervistatore parla soltanto l'italiano. In questo caso bisogna affidarsi ad un interprete-traduttore, se l'intervista non e' in diretta e' preferibile che - in fase di montaggio - sia lo stesso giornalista a doppiare l'ospite.




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