Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

TERENZIO - VITA, OPERE, FONTI

letteratura latina



TERENZIO


VITA

Originario di Cartagine, Terenzio sarebbe nato nel 185/184 a.C.; è più probabile, tuttavia, una data di cira 10 anni anteriore. Sarebbe giunto a Roma come schiavo. Le fonti antiche sottolineano i suoi rapporti con Scipione Emiliano e Lelio. Terenzio sarebbe morto nel 159 a.C., nel corso di un viaggio in Grecia.




OPERE

La cronologia delle opere è attestata nelle didascalie alle singole commedie. Si tratta di sei commedie, integralmente tramandate: "Andria" (166 a.C.), "Hecyra" (165 a.C.), "Heautontimorumenos" (163 a.C.), "Eunuchus" (161 a.C.), "Phormio" (161 a.C.), "Adelphoe" (160 a.C.). I modelli greci utilizzati da Terenzio appartengono alla Commedia Nuova: Menandro, Difilo ed Apollodoro di Caristo.


FONTI

Il riferimento principale è la "Vita Terenti", nel "De Viris Illustribus" di Svetonio (100 d.C.). Il commento di Donato, inoltre, è una delle migliori opere del genere.


LO SFONDO STORICO

Le notizie biografiche antiche inseriscono Terenzio al centro dell'età degli Scipioni.

Il genere comico era stato, con Plauto, un momento d'intrattenimento popolare. Il teatro di Terenzio accetta l'inquadramento convenzionale e ripetitivo delle trame, ma la dominante di Terenzio è l'interesse per i significati. Il tentativo di Terenzio è quello di usare un genere popolare per comunicare sensibilità ed interessi nuovi: le difficoltà incontrate da Terenzio nel suo rapporto con il pubblico si possono ricondurre a questa tensione innovativa.

L'"Hecyra" ebbe una sorte esemplarmente infelice: alla prima rappresentazione, nel 165 a.C., il pubblico le preferì uno spettacolo di funamboli; alla seconda, nel 160 a.C., tutti se ne andarono ad uno spettacolo di gladiatori.

Le vicende delle commedie terenziane sono sintomatiche del declino del teatro popolare latino e del divaricarsi dei gusti del pubblico di massa e dell'élite colta. Il teatro di Terenzio mette in scena gli ideali di rinnovamento culturale dell'aristocrazia scipionica; all'autore interessa l'approfondimento psicologico dei personaggi, pertanto egli rinuncia all'esuberanza comico-fantastica.


"Andria". Modello greco è l'""Andria" di Menandro, contaminata con la "Perinq.a" dello stesso autore. La ragazza di Andro è Glicerio, abbandonata nella fanciullezza ed allevata da una cortigiana. Di lei s'innamora Panfilo, fidanzato con Filumena, figlia di Cremete. Quest'ultimo, informato della relazione, manda a monte le nozze. La situazione si complica per i tentativi di Davo, servo di Panfilo, di aiutare il padroncino. L'intreccio si scioglie con l'agnizione finale: Glicerio è figlia di Cremete.

"Hecyra". Terenzio rielabora una commedia dallo stesso titolo di Apollodoro di Caristo, commediografo greco del III secolo a.C., contaminandola con gli "'Epitrspontej" di Menandro. La trama ruota attorno al personaggio di Sostrata, madre di Panfilo e suocera di Filumena. Filumena, prima del matrimonio, è stata messa incinta da uno sconosciuto,d durante una festa notturna; alla fine risulta che lo sconosciuto è lo stesso Panfilo. Questi si riconcilia con Filumena, rinunciando all'amore per la cortigiana Bacchide.

"Heautontimorumenos". Terenzio rielabora un'omonima commedia di Menandro. Protagonista è il vecchio Menedemo che, per punirsi di aver spinto il figlio Clinia ad arruolarsi in Asia, ostacolandone le nozze con una ragazza di umili origini, si è autocondannato a lavorare duramente la terra. Al suo ritorno, Clinia riesce a sposare la ragazza, che si è rivelata figlia di Cremete, amico di Menedemo.

"Eunuchus". Terenzio rielabora una commedia dallo stesso titolo di Menandro, traendo alcune situazioni dal "KÒlax". L'etera Taide, concubina del soldato Trasone, è innamorata del gioveane Fedria. Trasone riporta a Taide la giovane Panfila, che era stata venduta. Il fratello di Fedria, Cherea, innamoratosi di Panfila, si traveste da eunuco per farsi consegnare in custodia la ragazza. Trasone vorrebbe riprendere Panfila con la forza. Il falso eunuco viene smascherato, ma Panfila viene scoperta cittadina ateniese ed egli può sposarla; Taide si tiene Fedria come amico del cuore.

"Phormio". Modello è l'"`EpidikazÒmenoj" di Apollodoro di Caristo. Il parassita Formione riesce ad aiutare due cugini, Fedria ed Antifone, a sposare le ragazze di cui sono innamorati. Fanio, la ragazza amata da Antifone, ceduta orfana, in realtà è figlia illegittima di Cremete, padre di Fedria e zio dello stesso Antifone.

"Adelphoe". Rielabora la commedia omonima di Menandro, traendo una scena dei "SunapoqnÇskontej" di Difilo. Demea ha allevato con rigore il figlio Ctesifonte, mentre ha concesso in adozione l'altro figlio, Eschino, al fratello Micione, che lo ha educato nella più grande libertà.


Gli intrecci terenziani sono quelli consueti della Commedia Nuova e della Palliata. La scelta innovativa di Terenzio è l'approfondimento della psicologia del personaggio: spesso Terenzio, tuttavia, più che alla rappresentazione prsicologica dell'individuo, sembra interessato a quella del "tipo". I personaggi terenziani sono spesso anticonvenzionali. L'approfondimento psicologico comportava una riduzione della comicità, che contribuì allo scarso successo di Terenzio presso il pubblico di massa.


STILE E LINGUA IN TERENZIO

I personaggi "bassi" della palliata non portano sulla scena la loro carica linguistica: alla luce di Plauto, sembra che la materia linguistica sia stata censurata. Acquistano spazio, invece, le parole astratte.

Lo stile medio e pacato di Terenzio è più "quotidiano" di quello plautino: l'impressione è quella di una conversazione quotidiana. L'elemento che distingue Terenzio è la sua preoccupazione per il verosimile.

È, tuttavia, una lingua settoriale, quella parlata dalle classi urbane di buona educazione e cultura. Il più celebre giudizio critico su Terenzio, dovuto a Giulio Cesare, insiste su questa tendenza idealizzante dello stile di Terenzio, definito puri sermonis amator. La restrizione e selezione del lessico ha il suo corrispettivo nella riduzione della varietà metrica: sono scarse le parti liriche e molto contenuta è l'estensione dei cantica in rapporto ai deverbia.


I PROLOGHI DI TERENZIO: POETICA E RAPPORTO CON I MODELLI

Terenzio è uno dei letterati latini più consapevoli degli aspetti tecnici del proprio lavoro. L'interesse di Terenzio per la Commedia Nuova, in particolare per Menandro, mostra la coesistenza di questi due aspetti: Menandro offriva sia un modello culturale, collegato all'interesse di Terenzio per valori come l'humanitas, sia un modello letterario.

Terenzio cura la coerenza e l'impermeabilità dell'illusione scenica: lo sviluppo dell'azione non prevede mai sviluppi metateatrali. La palliata di Terenzio non apre al suo interno nessuno spazio di autocoscienza: questi momenti di riflessione vengono concentrati nello spazio del prologo. L'importanza data al prologo come istituzione letteraria è la principale innovazione tecnica di Terenzio.

Terenzio adopera i prologhi come prese di posizione dell'autore: chiarisce il rapporto con i modelli greci e risponde alle critiche dei suoi avversari su questioni di poetica. Questo nuovo tipo di prologo presuppone un pubblico ristretto e selezionato.

Il principale avversario di Terenzio ci è noto come Luscio di Lanuvio. Nel prologo dell'"Andria", Terenzio ribatte all'accusa di contaminare fabulas e sottolinea che Nevio, Plauto ed Ennio non fecero diversamente con i loro modelli greci. Il concetto ritorna nel prologo dell'"Heautontimorumenos", dove Terenzio contrappone un tipo di commedia "statica" (stataria) ad una commedia piena di effettacci e con azione movimentata (motoria); quel che viene rifiutato è la farsa popolare di tipo plautino.

Terenzio opponeva a questo stile sanguigno un ideale di arte più riflessiva ed attenta alle sfumature, anche più "verosimile", tale che fondasse l'azione drammatica sul dialogo. Terenzio si attiene alle linee degli intrecci menandrei, senza rinunciare ad approfondire gli interessi che più lo toccano.


TEMI E FORTUNA DELLE COMMEDIE DI TERENZIO

Terenzio sacrifica la ricchezza dell'inventiva verbale e delle trovate comiche estemporanee. Viene approfondito, invece, il carattere dei personaggi: l'"Hecyra", ad esempio, mette in scena una cortigiana generosa e disposta al sacrificio; l'"Heautontimorumenos" parla di un uomo che si punisce e si emargina per le incomprensioni nate dal rapporto con il figlio; gli "Adelphoe" approfondiscono il rapporto padre-figlio attraverso il contrasto fra due educatori. I rapporti diventano rapporti umani, sentiti con serietà problematica. Questo approfondimento risente di un'adesione al modello di Menandro e della circolazione di ideali "umanistici" di origine greca nelle cerchie evolute della Roma contemporanea. A questo si deve l'apparizione del concetto-chiave dell'humanitas, in sintonia con la cultura dell'età scipionica.

La commedia terenziana di maggior successo, l'"Eunuchus" è quella in cui meno si affacciano questi temi psicologici ed umanistici. Si tratta di un tentativo di Terenzio in direzione della comicità plautina.

Non tutte le commedie di Terenzio ebbero successo di fronte all'impaziente pubblico del suo tempo. Terenzio, tuttavia, ebbe il favore dei critici più colti e sensibili, che apprezzarono la purezza della sua lingua (la lungua urbana dei ceti colti) e la raffinatezza del suo stile. Cicerone attribuisce a Terenzio un linguaggio scelto (lecto sermone) insieme ad urbanità (come loquens) e dolcezza del dire (omnia dulcia dicens). Cesare pone Terenzio tra i comici sommi e lo definisce puri sermonis amator: tuttavia, giudicò il comico latino come un "Menandro dimezzato" (dimidiatus Menander) per mancanza di vis, che sminuisce la sua virtus comica.

Moderazione dei sentimenti, valori etici e purezza di lungua introdussero le commedie terenziane nella scuola. Con la scuola vennero i commenti, come quello del grammatico Elio Donato (IV secolo d.C.).

Nel X secolo d.C., Roswitha, monaca di Gandersheim, compose sei commedie in prosa rimata, modellate sulle commedie di Terenzio. Il Medioevo dedicò commenti a Terenzio; Dante cita versi terenziani; il Rinascimento rinnova l'interesse per il teatro di Terenzio con volgarizzamenti e adattamenti poetici; si è conservata la traduzione dell'"Andria" di Machiavelli. Molière fu ammiratore ed imitatore di Terenzio. Dal '600 ad oggi, molte sono state le traduzioni delle commedie terenziane.




Privacy




Articolo informazione


Hits: 7321
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024