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Petronio - Il Satyricon

letteratura latina



Petronio

Su Petronio abbiamo pochissime notizie sia relativamente all'opera, di cui ci sono pervenuti solamente due libri, sia riguardo alla sua vita. Probabilmente Petronio era un console appartenente alla ristretta cerchia di amici di Nerone suicidatosi nel 66 d.C. per l'accusa di aver partecipato alla congiura pisoniana. Le cause delle poche notizie che abbiamo e dei soli due libri sono da ricercare nell'argomento trattato, considerato troppo volgare, in disaccordo c 141i83b on i valori del mos maiorum e per l'utilizzo di un sermo plebeius.


Il Satyricon

Ci sono molte incertezze relative al nome di quest'opera perché oltre a Satyricon, genitivo plurale greco, usato in diversi manoscritti ritroviamo anche i nomi: Satirarum libri, Satyri fragmentae. Il nome rimanda alla satira menippea, misto di prosa e versi, della tradizione greca e alla figura dei satiri famosi per la loro lascivia. Del romanzo ci sono pervenuti solo frammenti del XIV, XV, XVI, per cui non è possibile fare una considerazione riguardo alla probabile intera dimensione dell'opera, sicuramente di dimensioni superiori ai 16 libri. Probabilmente fu scritto negli anni 60-65 d.C. durante il principato di Nerone, questo è intuibile da:



Le tematiche vicine a quelle dell'età augustea (l'ammirazione della cultura, dell'arte e dell'oratoria della Grecia antica, la crisi dell'oratoria moderna e la presa in giro dei toni "solenni" di essa).

La presenza di numerose allusioni a personaggi ed eventi di quel periodo.

La lingua vicina a quella di Seneca.

L'imitazione della Pharsalia di Lucano.

L'opera presenta tratti di notevole originalità sul piano narrativo, linguistico, e compositivo. Dal punto di vista compositivo il romanzo è caratterizzato da momenti di narrazione incalzante e da altri di stasi dell'azione durante i quali i protagonisti raccontano storie o s'imbattono in discussioni. La satira menippea utilizzata viene trasformata in un genere aperto dove si intrecciano diversi generi letterari, tra cui la poesia epica i cui versi sono citati dal vecchio Eumolpo. L'alternanza di parti in versi e parti in prosa è detta prosimetrum, in una parte di esso c'è una parodia della epica con il racconto in toni profetici delle parole pronunciate dalla Sorte che ha confuso cronologico degli eventi. Questo nuovo genere aperto di Petronio riprende da questi generi letterari:

  • Satire.
  • Storiografia (aneddoti, leggende, biografie).
  • Epica (narrazioni di miti).
  • Epistolografia (lettere di Cicerone).
  • Letteratura orientale e tardo-ellenistica.

Dal punto di vista narrativo invece le tematiche sono riprese dal romanzo greco: la trama, densa di avventure (sullo schema: l'innamoramento, la separazione, le peripezie, il ritrovamento); i personaggi, una coppia di giovani innamorati; l'ambiente, il Mediterraneo grecizzato.



Tuttavia la parodia del romanzo greco porta ad un ribaltamento di questi elementi:

  • La coppia di innamorati sono due omosessuali: Encolpio e Gitone. A quesi si affiancano il giovane Ascilto e il vecchio poeta Eumolpo.
  • Le loro peripezie sono causate non dal Dio dell'amore, ma dal Dio della fertilità Priapo.
  • Le avventure sono narrate non in terza persona ma in prima da Encolpio.
  • I personaggi non sono né illustri né leggendari ma persone comuni.

Tutto è narrato con grande realismo e lo scenario muta continuamente: da una città greca, ad una nave e infine a Crotone. Si alternano spazi aperti e chiusi (dove i personaggi hanno avventure amorose o discutono su argomenti come l'eloquenza e le arti o sono presenti digressioni narrative e descrittive). La narrazione inizia dalla scuola di retorica dove Encolpio ha una discussione con Agamennone, il maestro della scuola, sulla corruzione dell'eloquenza. Per distrarsi Encolpio si reca in pinacoteca dove però rimane turbato dai quadri sul tema dell'amore e qui incontra Eumolpo.

La scena più famosa del libro è la cena a casa i Trimalcione, un ricco liberto affrancato, in cui durante il pasto i commensali raccontano storie e aneddoti a cui si alternano digressioni descrittive; questa scena è importante per il realistico quadro che ci offre della ricca società romana del tempo. Le novelle raccontate si intrecciano con la trama del romanzo con cui ci sono elementi di connessione.

Tra i personaggi importanti sono anche quelli femminili per la prima volta non mitizzate o angelicate, infatti sono autoritarie, disinibite, autonome, molto simili ad Agrippina e Messalina, dalle descrizioni fatte da diversi autori del tempo.


L'intento narrativo e i livelli linguistici

Nel raccontare Petronio vuole rendere un'immagine realistica del suo periodo, soffermandosi in particolare sulla decadenza dei valori del mos maiorum e sulla crisi culturale. Non esiste un fine etico nella sua narrazione in cui vediamo un sapiente uso di differenti registri linguistici adeguati ai vari personaggi e l'utilizzo della lingua parlata dai Romani con i suoi volgarismi e modi di dire.






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