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MARCO PORCIO CATONE - LE ORIGINES

letteratura latina



MARCO PORCIO CATONE


Nacque a Tusculum (Tuscolo, presso Frascati) nel 234 a.C. da famiglia plebea: trascorse l'adolescenza lavorando la terra ereditata dal padre. Combatté nella seconda guerra punica e in seguito iniziò il "cursus honorum" ( la carriera politica ) diventando console nel 195 a.C. ; si mostrò avversario della famiglia degli scipioni, di cui Publio Corne 929c22j lio Scipione Africano, il vincitore di Cartagine, era l'esponente più rappresentativa delle tendenze elleniche. Catone infatti avvertiva il rischio di mutamenti in atto nella società romana capaci di modificare il "mos maiorum" ( la tradizione di Padri o Antenati ). Catone promosse contro Scipione e suo fratello Lucio Cornelio Flacco una serie di processi al termine delle guerre contro Antioco di Siria (189 a.C. ), allo scopo di chiedere il resoconto degli ammanchi a proposito dell'enorme somma di denaro versate dal re siriano a titolo dell'indennità di guerra.

Alla fine l'Africano, pur essendo sfuggito ad una condanna, grazie al prestigio di cui godeva, fu costretto a ritirarsi in esilio nella sua villa di Literno, dove morì nel 183 a.C.

Nel 184 Catone diventò censore e mostrò un rigore estremo contro il desiderio di lusso dell'aristocrazia romana, condannando la corruzione e richiamando continuamente i Romani ai costumi della tradizione degli avi. Poiché diede in moglie a suo figlio Marco la figlia di Lucio Emilio Paolo, Terzia, (padre del futuro Scipione l'Emiliano) dimostrò un certo avvicinamento all'aristocrazia. La sua ostilità verso i greci continuò :

nel 161 un decreto del senato ( per suo suggerimento ) proibiva la residenza a Roma di filosofi e retori greci.



Nel 155 pronunciò in senato un'accusa contro tre filosofi venuti in delegazione da Atene accusandoli di ave pronunciato discorsi scandalosi e in particolare uno di loro, un certo Carneade, aveva parlato con spregiudicata indifferenza, a difesa e contro la giustizia.


LE ORIGINES


Sono giunti soltanto frammenti, ma ne piano compositivo ci dà notizie Cornelio Nipote, in una biografia su Catone. L'opera è formata da 7 libri:

periodo delle origini di Roma e le gesta dei re; ( I libro )

le origini delle principali città italiche e le notizie geo-etnografiche sui liguri, gli Etruschi, i Veneti, gli Osci, i Latini e i Galli ( libri II-III )

avvenimenti della storia di Roma fino alla sua morte (libri IV - VII)


LE NOVITA' DELLE ORIGINES


A differenza dei primi annalisti ( Fabio Pittore e Cincio Alimento ) Catone scrive in latino.    ( Essendo Roma padrona del Mediterraneo, prevale questa lingua sul greco, essendosi affievolite le ragioni diplomatiche e propagandistiche che avevano spinto i primi annalisti a usare il greco). Anche l'elemento geo-etnografico, in cui ruotava Roma e i popoli della penisola diventava per Catone l'oggetto d'indagine della loro storia, dei loro usi e costumi.

Catone rifiuta di celebrare condottieri o uomini politici illustri ( a dimostrazione di ciò egli li indica con il nome generico di "console" o "tribuno" ) : al contrario Catone rappresenta una storia in cui il popolo romano è il vero protagonista ( con il contributo di tanti anonimi ). La crescita della sua potenza è il risultato di uno sforzo complessivo di tanti individui nelle cui mani è consegnato il destino della patria comune, cioè Roma.

Non manca però l'esaltazione da parte di Catone di un tribuno militare, Quinto Cedicio che nel 258 a.C. in Sicilia si offre al suo console di guidare una spedizione disperata pur di consentire alle legioni romane di uscire da una posizione sfavorevole e rinchiusa.

CATONE E L'ATTIVITA' ORATORIA


L'oratore è il "vir bonus dicendi peritus" ( il cittadino onesto , in quanto impegnato in politica non per il suo interesse personale, ma per il bene della comunità, deve essere capace di esprimersi efficacemente ). Catone rappresenta perciò il legame tra l'arte della parola ( eloquenza e l'attività politica, soprattutto nei "negozia" ( trattative nella vita pubblica di Roma ).

Le sue orazioni, ricche di elementi della retorica greca di cui Catone era a conoscenza, erano connesse con l'impegno politico a Roma.

Catone sosteneva che deve esserci un rapporto tra contenuto e stile (" sii padrone dell'argomento, le parole verranno da sé").

Dai frammenti emerge il popolo morale e civile di Catone: l'orgoglio della sua origine contadina, del duro lavoro su una terra ingrata e pietosa.

Egli scrisse l'opera intitolata  "libri ad Marcum Filium" : una specie di enciclopedia delle artes utili alla formazione di suo figlio Marco, ma destinata a tutti i giovani Romani futuri buoni cittadini, attivi nello stato e per lo stato l'opera, conosciuta dagli antichi con il titolo di "Praecepta" doveva contenere soprattutto una serie di prescrizioni di carattere pratico.







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