Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

Le Satire

letteratura latina



Le Satire

Le Satire appartengono al momento satirico giovanile di O. Si tratta di due libri scritti tra il 41 e il 30 a.C. La Satira non aveva un corrispondente greco ma era un genere latino, di cui l'iniziatore era Lucilio. Alla riflessione sulle caratteristiche di questo genere O. dedica tre componimenti: le satira 4 e 10 del I libro e la 1 del secondo. O. pur riconoscendo Lucilio come fondatore del genere cerca di elevarlo ricollegandolo all'antica commedia greca, detta archaia.

I due generi avevano in comune:

L'onomastì komodèin, ovvero l'attacco personale dei viziosi chiamandoli per nome, e il moralismo; Tuttavi 818b18i a, a differenza della commedia stessa, lo scopo di O.era quello di concentrare l'attenzione più sui vizi che sui viziosi, che invece servono da esempio concreto;

Lo spirito,o spudoghèloion, ovvero la capacità di trattare temi impegnati in modo scherzoso e viceversa. Caratteristica questa, anche di un altro genere letterario, la diatriba, usata per la predicazione cinico-stoica. Tutto ciò allo scopo di rendere la lettura piacevole;



Lo stile molto vicino alla lingua parlata, motivo per cui O. definisce, rifacendosi anche a Lucilio, i propri componimenti sermoni propriora.

Le differenze tra i due generi erano relative invece:

Al metro (O. usa l'esametro come Lucilio);

All'impostazione soggettiva che O. conferisce alle proprie Satire, potendo esprimere così in modo diretto i propri pareri; Tale impostazione soggettiva non si traduce però in Orazio in qualcosa di autobiografico, ma si presenta come spunto per sviluppare poi i temi in modo più ampio;

Riguardo ai rapporti con gli altri generi letterari, O. a differenza del predecessore non deride né disdegna i generi elevati ma si limita a riconoscere la propria inadeguatezza a trattarli.

Inoltre critica la forma luciliana delle Satire, troppo poco curata secondo lui, affermando che Lucilio "scorreva fangoso", ed applica il principio del labor limae. Formalmente egli mantiene quindi il riferimento luciliano al sermo, ma ritiene necessaria una maggiore elaborazione artistica.

Essendo un alessandrino inoltre O. indica come pubblico delle sue opere solo pochi eletti, tra cui Virgilio e Mecenate ed altri scrittori e critici letterari.

I temi delle Satire sono temi quotidiani. E' possibile individuare due tipi di satire: discorsive e narrative.

Le satire narrative prendono spunto da un fatto. Di questo tipo sono:

La I, 5, nella quale si parla di un viaggio a Brindisi compiuto dal poeta nel 37 a. C. insieme a Mecenate e Virgilio. O. si rifà a Lucilio, che aveva raccontato di un viaggio in Sicilia. Il satirico qui ha funzione di spettatore e narratore;

La I, 9 racconta invece dello spiacevole inseguimento del poeta stesso da parte di un fanatico. O. ne approfitta per parlare del proprio equilibrato stile di vita in contrapposizione a quello del seccatore;

La I, 7 racconta di uno scontro in tribunale tra 2 personaggi poco noti;

La I, 8 compaiono invece le due streghe Canidia e Sàgana;

In queste ultime due satire il poeta non compare.

Le satire discorsive svolgono invece una serie di riflessioni. Presentano notevoli affinità con la diatriba: la commistione di serio e faceto, l'impiego frequente di esempi, l'introduzione di un interlocutore che porge la battuta al satirico, ecc.

La I, 1 parla dell'incontentabilità umana, l'avidità umana e la necessità di agire secondo misura;

La I, 2 svolge il tema sessuale e il poeta consiglia ai giovani,oltre ad essere equilibrati anche in questo campo, di non intraprendere relazioni con donne ricche e sposate;

La I, 3 parla dell'amicizia. Il poeta sostiene che i difetti degli amici debbano essere giudicati con buon senso a differenza del principio stoico secondo il quale tutte le colpe erano ugualmente gravi;

La I, 4 oltre a sviluppare le caratteristiche del genere satirico, rievoca anche l'infanzia del poeta che ringrazia il padre per avergli permesso di studiare;

La I, 6 tratta la superiorità del merito sulla nobiltà della nascita e l'accettazione della propria condizione di vita. Esempio concreto è lo stesso poeta;

Indipendentemente dall'adesione all'epicureismo, i principi ispiratori delle Satire hanno carattere universale e sono la metriotès e l'autàrkeia. La prima consisteva nel saper avere senso della misura in tutte le cose e si esprime nel detto est modus in rebus; la seconda invece consisteva nell'autolimitazione dai desideri per poter raggiungere la piena libertà interiore.

Queste convinzioni sono affidate al personaggio del satirico, in cui l'autore riflette la propria personalità. Egli si presenta non come un maestro che insegna la verità, ma che piuttosto la ricerca per sé stesso.


Nel II libro si riscontra la crisi del personaggio del satirico, pur permanendo i 2 principi ispiratori del primo.

In II, 6 prevale lo schema dialogico ed è di carattere soggettivo. O. ringrazia Mecenate per il dono di una villa in Sabina dove può dedicarsi in piena tranquillità alla poesia. Contrappone così la serenità della vita in campagna, luogo ideale dell'autarkèia, a quella affannosa della città;

Nel II libro è presente inoltre l'autoironia.


Lo stile non è elevato. L'andamento è apparentemente e volutamente casuale, ma in realtà è frutto di un'accurata elaborazione formale, in cui vige il principio della brevitas. Anche qui troviamo l'uso della callida iunctura.








Privacy




Articolo informazione


Hits: 2969
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024