Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

Riassunto e appunti dal libro "Storia degli Intellettuali in Italia" di U. Dotti, volume 3°

letteratura italiana



Riassunto e appunti dal libro "Storia degli Intellettuali in Italia" di U. Dotti, volume 3°.







Ascesa della borghesia.

Nel corso del '600 la borghesia si è già sviluppata in paesi come l'Olanda, Francia, Inghilterra.

E, nel corso del '700, si affermerà sempre di più.


In questo secolo si affermeranno le teorie spirate al liberismo, alle dottrine del laissez-faire e dell'individualismo economico, teorie economiche che avvantaggiano il ceto medio della popolazione a discapito degli Stati.


In questo periodo si diffonde il pensiero che il commercio, specie quello libero, è il vero fautore del progresso, della ricchezza e prosperità di un paese.

E per raggiungere questo progresso c'è bisogno di libera circolazione delle merci, e di uno stato che non s'intrometta nelle questioni dei privati.

Tuttavia, anche in queste idee ottimistiche c'erano delle contraddizioni;

la terra continuava ad essere la principale fonte di ricchezza sebbene se ne cominciasse a delineare anche un'altra: l'industria, naturale sviluppo tecnologico del tradizionale artigianato.


Definizione:

Teoria del Liberismo: (laissez-faire; individualismo economico)



Queste sono teorie che favoriscono l'impresa del privato; si diffondono sempre più nel settecento grazie all'Illuminismo, che fu per la maggior parte propagandato da borghesi e intellettuali (ceto medio).



La borghesia è quella classe sociale che aveva saputo affermarsi salendo dal nulla grazie alle proprie forze e qualità di merito e intelligenza.

Si cominciava in questo periodo a diffondersi una prospettiva economica basata su questa concezione della borghesia.


Tornando alla diffusione delle fabbriche , queste dettero il via alla Rivoluzione Industriale, le cui caratteristiche principali furono:

industrializzazione

urbanizzazione

Rivoluzione agricola

Transizione demografica

Capitalismo




Un veloce sviluppo industriale tuttavia si ebbe solo in Inghilterra, venendo a verificarsi un certo squilibrio rispetto agli altri paesi europei. L'Italia soprattutto era lo stato rimasto più indietro.

In questo periodo il commercio era visto come il mezzo grazie al quale lo stato poteva avere i beni che non è in grado di produrre, e allo stesso momento migliorare i propri manufatti grazie alla "divisione del lavoro" (cioè: ogni operaio deve occuparsi solo di una specifica fase della produzione, specializzandosi in questa).

La verità era tuttavia che l'operaio non era padrone di se stesso ma poco più di uno schiavo; ma i problemi della classe operaia non suscitavano l'interesse degli illuministi.

Questi infatti si preoccupavano solo di agevolare l'iniziativa imprenditoriale, permettendo ala grande borghesia di arrivare sempre più al potere politico, necessario per affermarsi sempre più dal punto di vista economico.

Insomma, la battaglia degli illuministi è rivolta alle vecchie teorie mercantilistiche, e alla vecchia legislazione di tipo feudale.


Il mercantilismo tradizionalmente aveva come sue caratteristiche:

il bullionismo, la bilancia commerciale favorevole, il monopolio dei trasporti marittimi.

La borghesia è così "contraria allo Stato", ma solo per esigenze riformatrici e non rivoluzionarie.


Con l'ascesa della borghesia comincia l'età moderna, caratterizzata dall'avanzata impetuosa di questa in tutti i settori della società e non sol nell'economia e politica, ma anche nei campi del sapere questa afferma sempre più le sue tesi:

laicizzazione del sapere ( opposizione alla Chiesa)

analisi critica della storia


In politica, inoltre si distingueva per la ribellione allo stato assoluto e per l'aspirazione a governarsi da sola.





Stato Assoluto.

E' lo stato moderno che nasce nel 1600.

Questo instaura un ordine giuridico-amministrativo uniforme, sottomettendo le forze feudali e riuscendo a creare un'alleanza fra classe borghese e stato, che però funzionò solo nel '600,

perché nel '700 la borghesia era già troppo sviluppata e comincia a nutrire l'ambizione di governarsi da sola.

Nel 1688, infatti, in Inghilterra la borghesia (quella alta) arriva alla direzione dello stato tramite la seconda rivoluzione industriale, nel quadro di una moderna libertà costituzionale.

Anche in Francia ci fu la rivoluzione, ma la frattura con lo stato fu più radicale.

(Voltaire precisa nei suoi scritti "Lettere Inglesi" l'ideale da realizzare in Francia)


Secondo gli Inglesi, la società deve basarsi sul commercio, che è per questi coraggio, tenacia, obiettivi.

Al centro di tutto questo c'è l'uomo, che non riceve la sua fortuna da un Dio,ma grazie alla propria ragione.

Le posizioni illuministiche si sono finalmente liberate dalla mentalità feudale.












Concezione della storia secondo gli illuministi.

Dall'Illuminismo in poi la storia comincia ad essere letta in modo diverso:

perde il suo carattere "mitico" per incontrare un metodo di analisi più critico.

Fino ad allora era sempre stata considerata come un "ammonimento per il presente", specie nel Medioevo e Umanesimo.

L'illuminismo invece supera questa concezione, venendo però accusato di antistoricismo per via della celebrazione della ragione.

Invece il culto della ragione applicato alla storiografia serviva a respingere le spiegazioni troppo semplicistiche e dogmatiche nei problemi etico-politici, applicando alla storia il più rigoroso spirito critico.

Questo è il programma etico da Voltaire in poi, e diventa lo strumento ideologico della borghesia aspirante ad un presente migliore.


Secondo Ernst Cassirer, l'evoluzione dal punto di vista illuministico è una rivisitazione della storia al fine di individuare errori ed imparare da essi.

Secondo cassirer anche gli errori hanno un lato umano da fare emergere, che è la ragione, ed anche secondo Voltaire gli uomini possono progredire imparando dagli errori commessi nella storia.
la storia ci mostra così il lento ma progressivo elaborarsi della ragione attraverso il tempo o le sue ricadute nell'errore della superstizione.

Voltaire, come Cicerone e seneca, denuncia il pervertimento delle passioni, che porta alle guerre:

l'unica arma contro di questa è la ragione.

Questo conduce sulla storia un'analisi psicologica implacabile, introducendovi tuttavia troppo il proprio ideale filosofico.


L'illuminismo inoltre riflette anche sulle leggi ingiuste.

Queste sono ingiuste perché sono state create sulla base di bisogni momentanei, e non sulla base di un progetto razionale, che volesse il benessere dell'umanità intera.

Così la storia viene smitizzata nella speranza di fare emergere la ragione riformatrice, diventando un vero e proprio strumento ideologico nelle mani della borghesia.

Inoltre nella storiografia illuministica, alcuni periodi storici vengono particolarmente condannati: il medioevo, ad esempio, con la sua carica di oscurantismo promosso e prodotto dalla religione rivelata (il Cristianesimo), che con il suo irrazionalismo è nemico numero uno dell'Illuminismo.


Nel '700 invece l'uomo "ritorna" al centro dell'universo, dopo che nel '600 c'era stata la disantropomorfizzazione.

Riprendendo anche le conquiste filosofico-scientifiche del '600 (Galilei, Cartesio, Newton, Leibniz).

La "battaglia" contro i secoli bui del Medioevo viene giustificata dalla presenza di epoche di luce, come la Grecia di Pericle, la Roma di Augusto, la Firenze rinascimentale.


La smitizzazione della storia diventa un vero e proprio strumento ideologico nelle mani della borghesia;

la ragione, applicata alla storia, rappresenta lo strumento essenziale dell'elevazione dell'umanità, esaltando la fede nella possibilità di migliorare radicalmente la situazione dell'uomo.





Nella condanna della storia e cultura medievale era ovviamente presente la critica alla religione rivelata, quella cristiana, che era in antitesi con la sensibilità illuministica, così incline e disposta alla tolleranza, allo spirito di razionalità cosmopolitica e al senso del fare(agire per superare le barriere dei pregiudizi e contribuire allo svolgimento del processo sociale, esaltando lo spirito "borghese" dell'uomo, il contrario cioè del nobile e dell'ecclesiastico.


Inoltre. Dopo che il sapere scientifico del '600 aveva dato il via all'importante processo ideologico della disantropomorfizzazione e aveva abbattuto la credenza dogmatica che l'uomo fosse stato collocato al centro dell'universo, era venuto il momento di ridargli una piena dignità facendolo diventare il protagonista e l'artefice del proprio destino.

Tuttavia, nel suo proposito di smitizzare la storia non c'è dubbio che la cultura illuministica sia incorsa in errori, ciò nonostante fu una tappa decisiva nello sviluppo della cultura moderna.

La stessa 2sinistra hegeliana" si inspirò ai filosofi illuministi per rinnovare a fondo le concezioni hegeliane.

L'illuminismo fonda così l'idea di un'antropologia universale, una scienza filosofica dell'uomo.








Diritto, Stato, religione.


Già nel seicento era cominciata la modernizzazione della cultura grazie alla rivoluzione copernicana.

Nel 1700 invece non si viene a ripetere una così grande originalità speculativa  (Cartesio, leibniz, newton, galilei), ma è la molla propulsiva del distaccarsi definitivo dal pensiero medievale; e ciò spinge la crescita borghese, specie in politica.


Cominciano nel '700 le speculazioni illuministiche intorno alle tematiche del diritto.:

in particolar modo non è dipendente da Dio, né dallo Stato, ma nasce stesso con l'uomo, come dice Ugo Grozio, pensatore olandese nel 1625 nel "De jure belli ac pace".

Questo è un testo decisivo per la cultura giuridica illuministica, e dichiara che i diritti fondamentali sono inalienabili.


Viene combattuta la concezione teocratica che tutto dipende da Dio.

Successivamente, secondo Voltaire, esistono leggi naturali "universali" che ricorrono in tutte le culture, e l'istinto e i sentimenti umani sono le prime leggi della società umana

Per tutti gli illuministi il concetto di libertà coincide con il concetto dei diritti umani:per Voltaire essere liberi equivale a conoscere i diritti.




Diderot: appoggia il diritto naturale e la morale che è naturalmente presente nell'uomo; non quella che gli viene dettata dal di fuori.

Quella naturale è più efficace.

Inoltre, se l'uomo realizzasse il diritto naturale sarebbe felice.









Polemica Illuministica contro TEOLOGIA E RELIGIONE.


Diderot in "Elementi di filosofia" dice che le società sono nate per motivi puramente umani e la religione non ha avuto nessun ruolo nella sua formazione.

Piuttosto, è la filosofia che guida l'uomo nella società.


La dottrina dei Diritti Naturali ispirava il rinnovamento morale e la riforma politico-sociale che si voleva all'epoca.


Esempi ne furono:

la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo nello Stato libero di virginia del 12 giugno 1776.


La Dichiarazione dei diritti del

l'Uomo e del cittadino: costituente di Parigi 1789.






Stati Assoluti


Hobbes nel '600 appoggiava e teorizzava gli stati Assoluti.

All'epoca infatti si riteneva che lo Stato non fosse altro che espressione di una volontà che racchiude le singole volontà individuali.

Egli nega la teoria del contratto sociale. Ovvero: c'è bisogno di una parte di uomini che domini e di un'altra parte che si pieghi.

L'illuminismo rifiuta questo invece, riproponendo il contratto sociale, che per Rousseau deve essere fondato sull'etica, libertà e su una volontà unanime degli individui.



Passaggio dallo stato di natura allo stato civile.


Questo passaggio avviene quando la giustizia prende finalmente il posto dell'Istinto.

Questo passo rende le azioni umane finalmente morali.

Solo così si puo sviluppare la ragione e l'anima elevarsi.

Con lo stato civile l'uomo passa da animale stupido e limitato ad essere intelligente ed uomo.

Acquista inoltre la libertà morale, cioè di scegliere.

E' proprio questa libertà di scegliere che ci dimostra come il pensare degli Illuministi non fu solo teorico ma anche molto pratico, per via del loro desiderio di riforme in tutti i campi della vita quotidiana: legislazione, amministrazione del diritto, pene, ecc.




Dogma = è il nemico più pericoloso del sapere

Generato dalla religione





Si invece a :

idea della tolleranza

libertà di fede

equivalenza ideale di tutte le religioni positive



L'uomo è colui che deve plasmare la sua religiosità con libertà interiore.





La ripresa economica e culturale Italiana.

Ritornare in Europa.


Il settecento si apre con la guerra per la successione di Spagna e questa generò in Europa una condizione di equilibrio. In Italia termina il dominio spagnolo, mentre va riordinandosi la sua situazione interna.

Dopo i trattati europei di Vienna e Aquisgrana, il diretto possesso dell'Austria in Italia era del solo Milanese, mentre Carlo e Filippo di Borbone divennero re di Napoli.

Il sud tornò ad essere indipendente anche se sotto una dinastia francese;

la presenza dell'Austria in Lombardia apportò molti vantaggi nei campi dell'amministrazione, della politica viaria;

lo Stato Pontificio venne ridimensionato, con conseguente regressione dell'idea della "repubblica cristiana".

I sovrani cominciarono a sottomettere i vescovi e a limitare i privilegi del clero.

L'Italia è in ripresa, tuttavia non influiva culturalmente sull'Europa ma la consapevolezza di questo fece reagire: l'ambiente culturale italiano comincia a piccoli passi a prendere contatti con altri scrittori Europei, e ad interessarsi alle loro idee: quelle illuministiche.

Questi traducono libri, nascono riviste letterarie, si favoriscono viaggi e scambi culturali.

Si diffondono il cartesianesimo, il gassendismo, l'empirismo, il giusnaturalismo e le teorie fisiocratiche.

Si diffondono anche tutte le polemiche sulla libertà religiosa, che trova comunque molti ostacoli nella diffusione, specie per la presenza della cultura arcadica, retorica.


Vi fu inoltre una ripresa demografica: un fenomeno di carattere europeo; però con tassi di crescita inferiori a quelli del resto d'Europa.


A questo si lega la ripresa economica, pur restando sempre un produttore di materie  prime agricole, trovandosi così in una condizione di netta inferiorità; vedendosi così sempre più emarginata da quel ruolo attivo all'interno del mercato europeo che l'aveva caratterizzata in passato.

Tutto questo contemporaneamente alla pesante eredità lasciata dalla dominazione spagnola.




I fattori che causano il ritardo italiano sono:

- tecniche arretrate

- scarsità d'industria

- stato disastroso delle comunicazioni.


In questo momento comincia il divario fra nord e sud, tra città e campagna.

L'Italia si risolleva in questo periodo grazie all'aumento dei prezzi dei cereali di cui è produttrice, tuttavia l'agricoltura s'industrializzerà solo alle soglie del '900.

Egemonia e freno della nobiltà.


La ripresa italiana è frenata dalla presenza della classe nobiliare, che continua ad essere la classe dirigente per tutto il settecento, più tutta l'età napoleonica.

Nel settecento non ci fu nessun ricambio di classe dirigente, né la borghesia seppe sostituirsi alla nobiltà, tuttavia cercò d'integrarsi in essa, creando una nuova classe mista di proprietari.


Nell'Italia del nord solo l'1% della popolazione era composto da nobili, ed erano loro i proprietari terrieri. Questa egemonia nobiliare si curava ben poco dell'illuminismo o del sovrano, poiché la maggior parte di loro erano gli illuministi stessi, bloccando così l'ascesa dei nuovi ceti borghesi, spesso inglobandoli.


Secondo Scipione Maffei, la nobiltà doveva trovare un accordo con gli altri ceti sociali, decidendo se collaborare con l'attività centrale, rinunciando alle proprie prerogative, o resistere al nuovo modello illuminista.

Quest'ultimo propugnava una maggiore razionalità amministrativa.

In particolare gli Austriaci nel nord cercarono di ridimensionare l'egemonia dei nobili, purtroppo non riuscendovi.

Questi volevano creare un nuovo ceto, più sensibili ai valori civili, che fosse anche più competente.

Al sud invece l'illuminismo riapre la questione della Chiesa, con una forte polemica antibaronale, senza molto successo.

Anche qui i nobili sono visti come dei parassiti.

(confronta: Parini: "Dialogo sulla nobiltà").


Il Parini era di origini borghesi e avverte il grande divario tra classi dirigenti e singoli individui.

Crede nella meritocrazia. Ciò che ha ispirato il poema "Il Giorno" furono gli anni trascorsi a Palazzo Serbelloni (il conte Sobrio era una figura vacua e reazionaria).





Il ruolo degli intellettuali nella coscienza dello stato.


Roma: la curia è soffocante: impedisce di crescere

I gesuiti sono bersaglio polemico.


Questo perché la chiesa controlla troppo l'istruzione e si censura tutto ciò che proviene dai paesi protestanti.




Cambiamenti culturali: si comincia a rifiutare il Barocco, e anche il naturalismo rinascimentale

Gravina avvia un'analisi sulla poesia, studiandone i problemi storico-politici.

Omero e Dante sono visti come coloro che nell'arte hanno rispecchiato i drammi dei loro tempi.

In questo periodo in Italia c'è l'attività organizzatova di Maffei e Muratori, il quale applica una nuova metodologia ai nuovi campi del sapere.

In particolare, queste sono le nuove idee:

collaborare con gli altri intellettuali

creare una repubblica neo-umanistica

studiare il medioevo

rivalutare l'opera dei longobardi (che avevano instaurato una società indipendente dalla Chiesa).




Muratori è autore di "Della pubblica felicità"

Qui difende l'educazione dei giovani e riflette sui doveri del regnante e dei suoi ministri.

In particolare vuole conciliare il cristianesimo con l'illuminismo, ed auspica ad un principe che sia consapevole nei confronti del popolo, come Machiavelli e Grozio.






Giurisdizionalismo:

revisione dei diritti della Chiesa. Pietro Giannone ne fu un grande studioso in   "Storia civile del Regno di Napoli".

Il motivo centrale dell'opera di Giannone è l'usurpazione compiuta dalla curia romana a danno del potere civile.

Egli discute di tutta la storia dello stato, articolandola contemporaneamente su quattro piani:

antropologico, filosofico, teologico e storico.

E' un'opera che risale alle origini stesse del potere ecclesiastico.



Giuseppe Ricuperati.

Questi non condivide il giusnaturalismo di Giannone.

Per lui l'Italia deve seguire una linea più moderata e non abiurare completamente il cattolicesimo, almeno non quello illuminato.

In sostanza, nel quadro del primo pensiero illuministico italiano abbiamo due punti di riferimento essenziali:

-il radicalismo giurisdizionalistico storico e religioso (che si rifà al giacobinismo di Robespierre)    caratterizzato da nessuna volontà di compromesso con la Chiesa.


una "via cattolica all'illuminismo" (quella promossa da Muratori).

E' quella che spera in un compromesso, speranza in una principe che sia un vero cristiano e quindi illuminato.




Privacy




Articolo informazione


Hits: 2792
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024