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Francesco Petrarca : Una personalità inquieta - L'Umanista

letteratura italiana



Francesco Petrarca : Una personalità inquieta


Nessuno scrittore medievale ha avuto come Petrarca una coscienza così acuta della propria individualità, un'attenzione così insistente, così ossessiva, per la propr 111d37b ia interiorità. Il suo vasto epistolario latino è come un autoritratto continuato della sua vita, e il secretum è un intero libro dedicato all'analisi di sé. L'autoritratto è ricco di sfaccettature e di contraddizioni: da un lato presenta una figura di saggio dedito agli studi e distaccato dalle passioni, dall'altro mostra una personalità tormentata, instabile, afflitta dall' "accidia" (così come la definivano i medievali), ossessionata dalla fuga del tempo e dall'incombere della morte.

Petrarca è il poeta della solitudine, e questa sua caratteristica traspare in alcune sue opere, come il secretum, un dialogo immaginario con S. Agostino. Qui Petrarca si dichiara "accidioso", mai soddisfatto dei suoi risultati. Nella medievalità, l'accidia veniva identificata in modo diverso, infatti la malinconia era considerata una malattia patologica (l'accidia del chierico che è preda dell' "ansia di cedere alle tentazioni"). Queste malinconie verranno ritrovate negli atteggiamenti tipici degli intellettuali (Sehnsucht).




L'Umanista

L'attività di Petrarca come studioso e uomo di cultura, rispecchiata nella sua vasta produzione in prosa latina, ebbe al suo tempo un'influenza maggiore che l'opera poetica in volgare, e ne fece il padre riconosciuto di quel grande movimento culturale detto "umanesimo". La sua opera è ricca di motivi propri dell'umanesimo: lo sforzo appassionato per ricostruire il patrimonio letterario classico, l'idealizzazione del colloquio con i grandi spiriti antichi, la polemica contro la filosofia aristotelica medievale, il culto dell' "eloquenza" (cioè dell'eleganza letteraria come segno di finezza spirituale). In tutto questo è presente una concezione aristocratica della cultura, che lo porta a prendere le distanze da Dante ed a considerare inferiori le "scienze della natura" e delle attività utili o "meccaniche".


Il Politico

Per tutta la vita Petrarca fu presente sulla scena politica del suo tempo: ebbe incarichi diplomatici elevatissimi presso le coorti in cui era ospitato, e intervenne anche in prima persona con lettera a carattere pubblico (come quella in cui esortava Carlo IV a scendere in Italia per ristabilirvi l'ordine, o ad esortare i Papi a riportare la sede Pontificia da Avignone a Roma). Sono significativi per le concezioni del poeta, gli interventi a favore di Cola di Rienzo, e per la pace degli stati italiani.


Le Prose Latine

Petrarca ebbe sempre la penna in mano e compose una gran massa di opere in latino, che continuamente rielaborava e ritoccava. Tra quelle in prosa, la parte più cospicua è costituita dalle epistole (più di 500): l'autore curò così, su esempio dell'epistolario di Cicerone, da lui stesso ritrovato, il Rerum Familiarium Libri ("lettere agli amici"). Gran parte di queste lettere furono realmente spedite, ma non tutte: ce ne una Posteritate, cioè rivolta ai posteri, e ce ne sono indirizzate ai grandi scrittori dell'antichità; in ogni caso assunsero il carattere di opera letteraria o  saggistica rivolta al pubblico. Le opere più lette dagli immediati posteri furono i trattati di argomento ascetico e quelli di cultura classica. Fra i trattati spicca per la modernità dell'introspezione il Secretum.






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