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Confronto tra Orlando furioso e Gerusalemme liberata - Il genere

letteratura italiana



Confronto tra Orlando furioso e Gerusalemme liberata

Il genere

Il poema di Ariosto è di genere epico-cavalleresco, scritto in ottave e volto a celebrare la casa d'Este. Questo genere presenta una forma aperta (le vicende si snodano le una dalle altre e l'autore decide di porre fine alle avventure, anche se potrebbero continuare all'infinito) e priva di schemi 737j95h precostituiti, dominata dalle azioni e dai comportamenti umani soprattutto soggetta alla casualità e imprevedibilità degli eventi. Attribuisce pari importanza alle avventure cavalleresche e alle passioni amorose, mette in risalto i valori individuali e soggettivi, presentando più punti di vista. L'epico-tradizionale di Tasso, anch'esso in ottave, propone una struttura chiusa e, diversamente dal primo, appare regolata dal precise direttive, alla soggettività romanzesca subentra l'oggettività e i valori individuali non contano quanto quelli collettivi.

Il meraviglioso

Tasso abbandona il modello ariostesco, ritenuto troppo libero ed irregolare, rivolgendosi alla storia, l'unica che possa garantire la verosimiglianza richiesta (riservando anche un margine di finzione). Questi respinge il meraviglioso fiabesco e fantastico del romanzo cavalleresco e propone come soluzione il meraviglioso cristiano, dove gli interventi soprannaturali sono tutti derivanti dalle potenze paradisiache ed infernali.



I modelli

I modelli ariosteschi sono i poemi cavallereschi medievali e i cantari popolari. L'Orlando furioso, però, presenta reminescenze classiche: in base al principio d'imitazione umanistico rinascimentale, egli trae per intero episodi da autori come Virgilio ed Ovidio, questi sono mitologici e sono riportanti anche alcuni versi delle opere originali, presentando come risultato un'opera che assume un rivestimento di forme classiche rielaborate secondo la visione della vita rinascimentale. Ariosto, inoltre non creò un'opera del tutto originale, ma un continuazione dell'Orlando innamorato, opera interrotta di Boiardo. Tasso utilizza come modello l'epica classica dell'Iliade e dell'Eneide.

Gli scopi

Ariosto pare aver scelto il poema cavalleresco aveva come scopo l'intrattenimento del pubblico e mirava ad un successo rapido e ad una facile conquista della corte, ma la sua è stata anche una scelta basata su ragioni più profonde e per fini artistici: questo genere gli permetteva di soddisfare le sue esigenze di narrativa avventurosa e molteplice e la disponibilità inesauribile di intrecci. Tasso, oltre allo scopo dell'intrattenimento, presenta quello dell'insegnamento morale; questi presenta, inoltre, una volontà di totale conformazione ai codici dominanti dell'epoca sia a livello di contenuti, sia di forme. Con la sua opera desidera creare il perfetto poema cristiano, secondo i canoni controriformistici, ma anche il perfetto poema epico, in obbedienza alle direttive di Aristotele.

Il proemio

Il proemio tassesco presenta una struttura somigliante a quello di Ariosto, da cui proprio prende spunto. Questo presenta l'argomento dell'opera, l'invocazione delle muse e la dedica al signore. Tra le differenze, il Tasso si mostra fortemente legato al mondo classico, mentre Ariosto si rifà anche al poema cavalleresco. Il primo non presenta tipi differenti di linguaggio come nel proemio ariostesco, che desidera indicare chiaramente i riferimenti al mondo cavalleresco e a quello classico, rispettivamente con un linguaggio semplice e uno più curato ed elaborato.

L'aspetto formale

Unità d'azione

Tasso rispetta il l'unità d'azione aristotelica (tempo, luogo ed azione): tutta l'organizzazione e l'intreccio è basata sull'assedio di Gerusalemme e sulla conquista del Santo Sepolcro. Ogni avventura secondaria è comunque sempre dominata dall'azione principale; vi è un unico eroe principale, Goffredo di Buglione. Ariosto propone, invece, tre filoni narrativi: la guerra dei mori contro Carlo Magno, l'amore di Orlando per Angelica e la sua successiva pazzia e la storia tra Ruggero e Bradamante. Nell'Orlando furioso di Ariosto viene a crearsi un pluralismo prospettico (vari voci portatrici di varie prospettive); esso possiede i caratteri formali tipici della narrazione polifonica. Tasso invece respinge il modello ariostesco al fine di non compromettere il principio dell'unità dell'opera, ma d'altro lato egli riconosce che la varietà è indispensabile per il diletto. Questi ritiene che la varietà e l'unità possano conciliarsi, quindi, il poema epico deve essere come il mondo che presenta una grande varietà di aspetti, ma che rimane uno nella sua forma.

Lo straniamento

Questo procedimento impedisce l'immedesimazione emotiva del lettore costringendolo a guardare i personaggi con atteggiamento critico. Ariosto interviene all'inizio di ogni canto interrompendo la narrazione, Tasso conserva un andamento più impersonale, evitando di intervenire nella narrazione.

Spazio e tempo

L'organizzazione spaziale di Ariosto è del tutto orizzontale, in quanto il movimento dei cavalieri avviene in una dimensione puramente terrena, il bifrontismo di Tasso si riflette nella struttura spaziale dell'opera, presentando uno spazio orizzontale, teatro dello scontro tra cristiani e pagani, che si va ad intersecare con uno spazio verticale, diviso tra cielo ed inferno.  Il tempo ariostesco non è lineare, ma labirintico, poiché torna costantemente su se stesso; al contrario Tasso presenta una linearità temporale nella quale si inseriscono solo brevi flash-back.

Lo stile

Ariosto crea un'immagine di ordine armonico ed equilibrato attraverso la lingua e la metrica. Egli propone un nuovo stile percorso da tensioni interne, ricco di colore e musicalità, che rispecchi il complesso mondo interiore. Lo stile è medio, tendente al realistico, quotidiano e comico.

Tasso caratterizza la propria poesia con una perenne compresenza di contrasti: il livello stilistico riflette anch'esso il bifrontismo tassesco, il suo criterio linguistico è ispirato ad un'idea di classicistica di uniformità, compostezza ed equilibrio. Lo stile è sublime.

Le tematiche

La tematica principale ariostesca è quella amorosa, a cui però anche integrata quella della follia (per amore), la sua opera si basa sulle leggende carolingie. Tasso, al contrario celebra la chiesa, l'eroismo guerresco e le identità religiose. Materia dell'Orlando è la guerra tra Carlo Magno e i Saraceni, la Gerusalemme narra la conquista di Gerusalemme e la liberazione del Santo Sepolcro, durante le prima crociata. Questa non è una storia leggendaria, ma si basa su fatti storici realmente accaduti in un tempo lontano, al fine di poter inserire fantasia e finzione. L'episodio trattato da Tasso è attuale, dato l'avanzamento turco nel Mediterraneo.

La guerra

La guerra di Ariosto fa da sfondo e ha funzione strutturale di controbilanciare gli avvenimenti dei cavalieri. È una guerra cavalleresca, che segue i valori cortigiani della generosità, dell'onore e della fedeltà al signore. L'autore ingentilisce la guerra, rendendola poetica e cavalleresca, i duelli sono poco descritti nell'Orlando, vi è un maggior interesse per la trama, in quest'opera si combattono più guerre (contro i mori e per la conquista di Angelica, tra follia ragione). Tasso la presenta vera e violenta, i duelli sono molto dettagliati, realistici e cruenti ed è proposto il forte conflitto tra anima e corpo. Nella guerra ariostesca gli eroi sono motivati soltanto dai propri amori e desideri, è una battaglia ideale governata dai valori cortesi anche se Ariosto riconosce la loro caduta e ne propone, quindi, un abbassamento. La guerra di Tasso si presenta, invece, come il motore di tutto, è il motivo reale degli eroi. Vi è anche una diversa concezione della guerra tra i pagani e cristiani di Tasso. I primi credono che la vittoria sia dono del cielo e vi è la contestazione della glorificazione mondana, i secondo sono animati a combattere per l'onore personale. Questa si configura come una battaglia non tra cristiani e pagani, ma come uno scontro tra i valori rinascimentali (i pagani) e quelli controriformistici (i cristiani).

La visione dell'amore

Ariosto si ricollega alla tradizione cavalleresca: Orlando è un perfetto amante cortese, questi idealizza Angelica, trasformandola in creatura di assoluto perfezione, da adorare e servire con umiltà devota. La follia del protagonista, però, rovescia le concezioni cortesi presentando l'amore non come l'innalzamento spirituale dell'uomo, ma l'abbassamento ad una condizione animale. Tasso presenta come dominante il progetto dell'impresa militare, comprimendo ogni altro valore. L'amore è mostrato come una forza essenzialmente negativa, che si oppone al compito eroico dei guerrieri.

La religione

Ariosto ha una visione abbastanza positiva del mondo e da buon rinascimentale vedeva nell'uomo e nella religione la capacità di capire il mondo e la natura e la possibilità di piegare quest'ultima al proprio volere. La fede in Ariosto non è fondamentale, essa è solo un dato storico che ha visto contrapposti Mori e francesi; quella narrata non è una guerra santa ma una guerra territoriale. Per Tasso la fede è l'argomento centrale del poema, questa dirige le azioni dei personaggi. Questi vede nella religione e nella fede la vera interpretazione del mondo, gli unici valori ideali da seguire erano quelli religiosi e non quelli rinascimentali; quelli cristiani obbligavano l'uomo all'eterna fedeltà, mentre i valori classici, legati alla materialità, lasciavano l'uomo libero di decidere ed agire secondo la propria volontà. Questi valori si rispecchiano nelle due opere: in Ariosto vi sono molti eroi, mentre Tasso ne presenta uno solo.

I personaggi

Il protagonista dell'Orlando è Orlando, ma questo non è storicamente il più importante. Il protagonista, invece, più storicamente importante della Gerusalemme è Goffredo. Ariosto non presenta per nessun personaggio un complesso sviluppo psicologico individuale, poiché l'autore intendeva creare figure che riflettessero solo un aspetto della natura umana. Egli si limita ad abbassare la dignità epica ed eroica dei personaggi, portandoli ad un livello familiare, facendo emergere al di sotto delle apparenze i limiti e gli errori. Tasso, al contrario, apre una nuova dimensione psicologica. Ariosto presenta anche i pagani come nobili d'animo, mentre Tasso attribuisce le qualità umane solo ai cristiani, mentre quelle pagane sono animalesche.




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