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SCHEMA RIASSUNTIVO - LETTERATURA DEL 1800 - Neoclassicismo, Preromanticismo

letteratura



SCHEMA RIASSUNTIVO - LETTERATURA DEL 1800


Neoclassicismo

Il neoclassicismo letterario fu connesso con le teorie del Winckelmann e con i nuovi orientamenti delle arti figurative e dell'architettura; tuttavia è difficile porre una netta linea di demarcazione con la corrente classicheggiante e sensistica svoltasi dall'età dell'Arcadia all'Illuminismo.

In poesia, valendosi di una più approfondita conoscenza dei modelli antichi e ispirandosi al mito della bellezza ideale, il neoclassicismo portò a ridurre l'elemento realistico, presente nella cultura del Settecento, per trasfigurare e comporre la realtà dentro linee armoniche e semplici e depurare il linguaggio da tutto quanto implicasse un riferimento troppo diretto al vero.

[Si è perciò voluto vedere un'adesione alla poetica neoclassica nell'opera stessa del Parini. Si fece infatti sempre più esplicita negli anni maturi l'adesione del Parini alla poetica del "bello" e del "buono", una delle più alte aspirazioni del neoclassicismo]



Vale per il neoclassicismo il motto di André de Chénier: "Con pensieri nuovi facciamo versi antichi"


Preromanticismo

Termine usato nella critica letteraria per designare tendenze di gusto e di sensibilità presenti nella cultura del   XVIII sec. e non riportabili alle poetiche di tipo razionalistico.


Le origini del preromanticismo sono da collocare in correnti platonizzanti inglesi del principio del Settecento (Addison, Shaftesbury), che posero l'accento su temi estranei al razionalismo instauratosi nel Seicento, quali l'ideale di bellezza che si trova nella natura selvaggia e la sensibilità malinconica.

Ma con l'affermarsi della filosofia illuministica il preromanticismo venne sempre meglio chiarendosi come un filone della nuova cultura. Certa sfiducia verso la scienza fondata sulla matematica e la difesa delle scienze naturali, volte a una libera sperimentazione e alla conoscenza della realtà fisica e psichica nella sua inesauribile ricchezza possono dare ragione dell'ideologia sottesa al filone preromantico.

I testi più rappresentativi del preromanticismo appartengono alle letterature inglese e tedesca, e ricordiamo:

Elegia scritta in un cimitero di campagna di Gray,

Notti di Young,

Canti di Ossian (poemi) di Macpherson,

la varia produzione degli "Stürmer und Dränger",


In Italia, dove ancora più che in Francia la tradizione classicistica costituì un forte ostacolo contro la nuova letteratura e i suoi miti, l'adesione alla sensibilità preromantica si attuò innanzi tutto come ripresa di filoni platonizzanti e come opposizione alle precettistiche e alle poetiche di stampo aristotelico: così nell'Entusiasmo delle belle arti (1769) pur ponendo come suo ideale una perfetta conciliazione della spontaneità e dell'arte, il Bettinelli dimostrava di sapere ben comprendere e apprezzare i poeti tutto istinto e passione: Omero, Dante, Corneille, Milton. E posizioni affini a quelle del Bettinelli assunsero gli scrittori del Caffè, e in particolare Alessandro Verri.

Il fenomeno più originale del preromanticismo italiano fu peraltro rappresentato dall'opera dei traduttori, i quali cercarono di conciliare le novità del linguaggio dei preromantici inglesi e tedeschi con i modi della lingua poetica di origine petrarchesca, cristallizzatasi ormai nelle forme melodrammatiche e canzonettistiche dell'Arcadia.


Meglio che l'epiteto di preromantico si addice quello di "protoromantico", coniato da Benedetto Croce, per designare la prima fase di una sensibilità e di un gusto ormai decisamente romantici anche se non pervasi da quel brivido del mistero e da quel senso religioso della vita e della morte che furono del vero e proprio Romanticismo.

Romanticismo,

Movimento letterario, filosofico, artistico e politico sviluppatosi in Europa tra la fine del XVIII sec. e i primi decenni del   XIX sec., caratterizzato prevalentemente dal ripudio delle regole e degli schemi in nome della spontaneità e della libera creatività dell'individuo, dall'esaltazione del sentimento e dell'istinto, dalla rivalutazione delle religioni positive, dal culto della tradizione e delle peculiarità nazionali. (In senso stretto il termine si scrive in genere con la maiuscola.)


Filos. Romanticismo filosofico, espressione usata per designare nel suo complesso l'idealismo classico tedesco, e in particolare il pensiero di Fichte, di Schelling e di Hegel, caratterizzato dalla pretesa di svolgere il "vero" significato della rivoluzione kantiana, dalla consacrazione filosofica della tradizione e della storia e dalla concezione almeno tendenzialmente monistica della realtà.

Mus. Nella storiografia musicale, periodo compreso tra la fine del classicismo viennese e la nascita (Ottocento - primi decenni del Novecento) di movimenti e correnti che direttamente preludono alla musica contemporanea (impressionismo, espressionismo, neoclassicismo, ecc.).


In letteratura


L'aggettivo romantic, già in uso nell'inglese della fine del  XVII sec. con il significato di "relativo al romance*", ovvero di "romanzesco", cominciò fin dal XVIII sec. nella stessa Inghilterra ad assumere il significato di medievale, gotico, in contrapposizione con classico, antico.

Passato nella lingua tedesca, fu assunto da Herder come sinonimo di "medievale" e divenne il simbolo della battaglia per una nuova cultura, che affondasse le sue radici appunto in tale momento di ogni singola storia nazionale.

La difficoltà di fissare con nettezza i limiti temporali del movimento e l'inevitabile scoperta di anticipazioni e di persistenze del gusto e della concezione romantica della vita hanno reso necessaria l'introduzione di nozioni come "preromanticismo", "protoromanticismo", "tardo romanticismo", "romanticismo decadente", le quali peraltro non vengono applicate con il solo scopo di ben periodizzare il lungo arco storico.

Il Romanticismo si presenta come erede legittimo della cultura del Settecento e, in particolare, della sua innegabile passione per la ricerca storica (Hume, Robertson, Gibbon).

Certo, la rivalutazione del passato e la pietas per le tradizioni, il privilegio attribuito alla coscienza popolare di essere depositaria di un'antica e sotterranea sapienza, la rivendicazione del sentimento contro la ragione, la riscoperta dei valori religiosi al di là della sbrigativa liquidazione "libertina" e razionalistica, l'esaltazione della fantasia contro il freddo e impotente intellettualismo, l'affermata superiorità della poesia come illuminazione sull'arido e improduttivo raziocinare della prosa sono atteggiamenti intellettuali e morali che sembrano giustificare la concezione semplificatrice del Romanticismo come rovesciamento delle più tipiche posizioni illuministiche. Ma non si deve mai perdere di vista il fatto che "il nuovo modo di sentire la vita" (l'espressione è di Baudelaire) è tutto intessuto di atteggiamenti contraddittori, nei quali passato e presente, restaurazione e rivoluzione, malinconia sepolcrale e "titanico" amore della vita, utopismo avveniristico e nostalgia di mondi remoti (la primitività barbarica, gaelica o germanica, e più ancora il medioevo), coscienza della funzione sociale dell'uomo di lettere e isolamento aristocratico e sprezzante coesistono in un provvisorio e tormentato equilibrio. Il rapporto di continuità-opposizione col "secolo dei lumi" risulta d'altronde evidente in molte manifestazioni del gusto e dell'ideologia romantica.


Sul piano del gusto letterario e artistico, alla freddezza neoclassica vennero polemicamente contrapposte la libera fantasia, l'immediatezza del sentimento e la spontaneità naturale del "genio". Se il nuovo modo di sentire ebbe a condizionare e investire tutte le forme e le manifestazioni della civiltà (la politica, la filosofia, la vita morale, il costume, ecc.), esso emerse tuttavia originariamente come mutamento del gusto e della sensibilità e non del tutto arbitrariamente perciò la data d'inizio della rivoluzione romantica può essere segnata in ciascuna delle grandi culture europee da un avvenimento letterario: in Germania dall'uscita della rivista dei fratelli Schlegel Athenäum(1798); in Inghilterra dalla pubblicazione (1798) delle Ballate liriche di W. Wordsworth e S. T. Coleridge; in Francia dalla traduzione (1813) del Corso di letteratura drammatica di A. W. Schlegel; in Italia dalla polemica suscitata dall'articolo di Madame de Staël Sull'utilità delle traduzioni, uscito sulla Biblioteca Italiana nel 1816.



In Germania

Il Romanticismo ebbe il suo più fervido centro di elaborazione in Germania da dove successivamente mosse alla conquista del resto dell'Europa. Il Romanticismo tedesco era stato preparato dalla polemica di Bodmer e Breitinger contro il classicismo francese. Fu nei seguaci dello "Sturm und Drang"(= tempesa ed impeto)  che si vennero organizzando in poetica e in programma di vita alcuni dei motivi essenziali del Romanticismo. Dall'Inghilterra erano venute la poesia sepolcrale del Gray, l'epica dei bardi nella libera mediazione del Macpherson e le ballate popolari raccolte dal Percy. La lettura di Rousseau insegnava a privilegiare il sentimento, le passioni e la spontaneità naturale.

I giovani "Stürmer" attuarono un ideale di vita non condizionata da legami e da pregiudizi e propugnarono un'arte in cui il "genio" non conoscesse altro maestro oltre la propria sconfinata libertà.

Goethe maturò il ribellismo giovanile nella conquista di una superiore armonia dell'io con il mondo e nella realizzazione di una nuova "classicità". La filosofia postkantiana tradusse la nozione immediata dell'infinita libertà dell'io in una organica e complessa visione del mondo. Infine, dopo le prime infatuazioni per la Rivoluzione francese, la passione politica cedette in molti il posto alle meno compromettenti cure della "libertà interiore".


Testimone e portatore dell'infinito, il romantico sentiva ogni momento della propria vita come un nodo di risonanze misteriose e di legami universali. Le realizzazioni dell'io risultano sempre parziali e provvisorie e il poeta si innalza con distacco sopra la perenne inadeguatezza delle sue creature (ironia romantica - sentimento titanico). Entro un tale orizzonte si esplicò l'attività di letterati, poeti e filosofi come Novalis, Tieck, i fratelli Schlegel, Schleiermacher, Schelling, ecc. che costituirono il cosiddetto "Cenacolo di Jena", la prima scuola romantica vera e propria.


In Inghilterra

Il  Romanticismo inglese assorbì da un lato gli elementi dottrinari di quello tedesco, e dall'altro influenzò tutto il movimento romantico europeo con alcuni suoi apporti tipici, come la poesia sepolcrale (Young, Blair, Gray), il primitivismo epico dei canti di Ossian, il gusto per l'esotico, l'esempio esaltante dell'unità di vita e di poesia offerto dal Byron.

Come Byron, anche Shelley fu un modello dal fascino straordinario, non solo con i suoi versi, ma anche con la sua predilezione per le esperienze eccezionali (la magia, l'occultismo, l'alchimia, ecc.), con la vita vissuta come un breve "Grand Tour" nell'incanto esotico del Mediterraneo, con la morte prematura e misteriosa.

Fermenti romantici alimentarono ancora l'idealismo dell'età vittoriana e non si esaurirono del tutto, pur complicandosi in senso decadentistico, nemmeno con gli scrittori delle generazioni successive, fino a Stevenson e Conrad.


In Francia

La  pubblicazione (1810) della Germania di Madame de Staël contribuì a creare un "mito del Nord", un'immagine affascinante della Germania come luogo ribollente di vita intellettuale, nella quale si raggiungevano intensità e profondità ignote alla corriva superficialità mediterranea e latina.

Su di un piano più strettamente letterario ebbe anche un'importanza decisiva, nell'orientare la formazione del gusto romantico in Francia, la pubblicazione (1813) della traduzione francese del Corso di letteratura drammatica di F. W. Schlegel. Ma quasi tutti i temi della rivoluzione romantica erano già affiorati autonomamente nella cultura francese, come quello del primato del sentimento e della natura (Rousseau), quello dell'unità di arte e vita (Diderot), quello della letteratura come riflesso della vita nazionale (il saggio della Staël Della letteratura considerata nei suoi rapporti con le istituzioni sociali uscì nel 1800). D'altra parte la Rivoluzione e l'Impero avevano rovesciato e messo in crisi, insieme con l'ordine politico, anche la tradizione letteraria: gli emigrati come Chateaubriand e gli esiliati come la Staël non solo erano venuti a contatto con mondi culturali diversi, ma erano stati anche sospinti dalla loro condizione di "sradicati" in attesa a trovare compensazioni nel ripiegamento su se stessi e nella compiaciuta e sofferta esperienza del "male del secolo".

Victor Hugo appare, almeno per certi aspetti più vistosi della sua personalità, la figura esemplare del poeta-vate, nel cui verso l'anima popolare si esprime e prende coscienza di sé.

In seguito all'avvento di Luigi Filippo il Romanticismo si affermò da un lato come letteratura di opposizione alla "monarchia borghese" e toccò dall'altro le sue vette più alte nella poesia, nel teatro e nella narrativa. Accanto a opere scritte secondo la moda del romanzo storico alla Scott (come il Cinq-Mars di Vigny, Notre-Dame di Parigi di Hugo e le popolari creazioni di Dumas padre) videro la luce i grandi romanzi di Stendhal e di Balzac.


In Italia

Nell'estetica  e nella filosofia del Vico si trovano le anticipazioni dirette della sensibilità e del pensiero romantici, e non per caso la Scienza nuova fu letta e interpretata al principio dell'Ottocento con partecipazione e intelligenza quali prima non è dato di constatare.

D'altra parte la fedeltà alla tradizione classica era stata e rimaneva una delle costanti della storia culturale della penisola. La posizione così particolare di grandi personalità come il Foscolo e il Leopardi, ascrivibili con criteri formalistici e di "scuola" alla schiera dei classicisti conservatori, è anche un riflesso di tale ambivalenza non risolta della civiltà letteraria italiana.

La polemica, occasionata dalla pubblicazione (1816) dell'articolo della Staël Sull'utilità delle traduzioni, trovò le formulazioni più persuasive del punto di vista romantico nella Lettera semiseria di Grisostomodel Berchet (1816). Il gruppo romantico ebbe come proprio organo la rivista Il Conciliatore (1818-1819), di cui era redattore capo Silvio Pellico.

La discussione fu alimentata dall'intransigenza di classicisti autorevoli, come il Giordani e il Monti: il Sermone sulla mitologia (1825) di quest'ultimo ebbe la funzione di un vero e proprio manifesto antiromantico. Tuttavia la lettura degli autori romantici stranieri (la Staël, Sismondi, i fratelli Schlegel, Byron, Scott, Chateaubriand, ecc.), l'esperienza di nuovi mondi sentimentali e morali e il sincero fervore di rinnovamento non produssero in un primo momento risultati poetici e concettuali di grande rilievo.

Solo col Manzoni e col De Sanctis il Romanticismo raggiunse in Italia la pienezza di un'elaborazione autonoma e realmente innovatrice. Del primo, oltre al romanzo, si devono ricordare gli scritti teorici, incentrati sul tema della popolarità e verità della poesia e sulla questione della lingua; del secondo, la concezione della storia letteraria come storia degli ideali e della vita morale di un popolo e l'estetica della "forma", capitolo fondamentale dell'estetica moderna. [ricordiamo: principio generale del Romanticismo secondo Manzoni dalla Lettera sul Romanticismo ".che la poesia e la letteratura in genere debba proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo."


Paesi slavi e scandinavi

Il Romanticismo promosse e accompagnò la rinascita nazionale dei popoli slavi, in particolare dei Cèchi e dei Polacchi. In Russia il moto di rinnovamento, divenuto più impetuoso dopo la vittoria su Napoleone e i conseguenti meno sporadici contatti con l'Occidente, ebbe il suo vertice letterario nella grande poesia di Puskin.

Nei paesi scandinavi il movimento romantico mosse dalla Danimarca e si propagò in Svezia e in Norvegia. Sotto la suggestione del Romanticismo tedesco si svilupparono la ricerca appassionata delle tradizioni nazionali, l'interesse per l'antica mitologia nordica e il culto della trinità romantica di popolo, sentimento e naturaLa fiaba di Andersen nacque sul terreno del gusto romantico per il favoloso e per i prodotti del libero gioco della fantasia. Il rinnovamento della coscienza religiosa stimolò la potente personalità filosofica di Kierkegaard, il cui pensiero tuttavia, destinato a influenzare profondamente la filosofia del XX sec., oltrepassa i confini storici del Romanticismo propriamente detto.




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