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Robot NDR 113 di Isaac Asimov e Robert Silverberg

letteratura



Robot NDR 113

di Isaac Asimov e Robert Silverberg


Riassunto:


La storia di NDR-113 è la storia di un robot come l'autore stesso lo definisce "stile patetico" ossia quelle sue storie in cui i robot assumono, più che nelle altre, forti connotazioni umane. NDR-113 è un robot della U.S. Robots and Mechanical Man che viene acquistato, agli albori dell'era robotica sulla terra, dalla famiglia Martin come governante. NDR-113 o come diverrà in seguito, per analogia con la sua sigla, Andrew Martin, è un robot particolare con capacità e caratteristiche molto peculiari, se non addirittura anomale. Nella complessità della realizzazione dei cervelli positronici infatti sono previsti alcuni margini di imprevedibilità dei risultati e alcuni di questi infinitesimali margini hanno conferito a Andrew straordinarie capacità artistiche come quella della lavorazione del legno o della scultura. Insieme a queste però non tardano a presentarsi in lui parametri non previsti nella sua progettazione: la creatività, l'emotività, il senso dei sentimenti e, più insolito di tutti, il valore di essere uomo.



Isaac Asimov

 
Andrew Martin, per questo si distingue da tutti gli altri robot suoi simili: Andrew comprende il valore della libertà che i robot non possiedono e in qualche modo è capace di inibire gli stimoli delle tre leggi della robotica che lo governano. Per questo motivo, Andrew, pur essendo per quasi duecento anni il robot della famiglia Martin, acquisterà sempre più indipendenza e autonomia.

Come in una nuova lotta per i diritti, NDR-113 ripercorrerà tutte le fasi del cammino che porta verso la libertà: la presa di coscienza della dignità, la lotta per i diritti fondamentali e infine le battaglie per il pieno riconoscimento del proprio ruolo nella società. Durante questo cammino, Andrew si sforzerà sempre di più di somigliare a un essere umano, fino a progettarsi pezzo per pezzo un perfetto corpo androide, un miracolo di bio-tecnologia, che lo renderà quasi a tutti gli effetti uomo. Il cammino di Andrew sarà ostacolato da tutti i pregiudizi e le ostilità che da sempre gli uomini covano nei confronti del diverso. Davanti all'ultimo ostacolo sulla via che porta all' "umanità" Andrew sarà costretto a un gesto disperato che gli varrà tuttavia il pieno titolo di uomo.


Commento:

Robot NDR-113 è un classico robot in senso asimoviano. I robot di Asimov hanno tutti in comune alcune caratteristiche che, grazie alla loro ricorrenza, hanno permesso al "padre della fantascienza" di raggiungere quegli altissimi livelli di produttività che lo caratterizzano (quasi 2.000.000 di parole di fantascienza come afferma lui stesso scherzando nell'introduzione di una sua famosa raccolta italiana dei suoi racconti tra i più significativi.). I suoi robot sono sempre animati da cervelli postronici (che Asimov chiamò così per la velocità con cui nascono e muoiono i positroni, particelle sub atomiche che suggerivano ad Asimov l'idea di pensiero) e obbediscono alle celeberrime e incontrovertibili Tre leggi della Robotica che costituiscono il perno di tutta la produzione robotica asimoviana.

Robot NDR-113 è pesantemente ispirato a un precedente racconto del 1976, "The Bicentennial Man" (l'uomo bicentenario" che costituisce una delle due apoteosi nella produzione robotica di Asimov. Il racconto, insieme a un altro del 1974 ,"Che tu te ne prenda cura", fa parte dell'ultimo periodo di sviluppo della robotica sulla terra ipotizzato da Asimov.

Ad Asimov è sempre piaciuto pensare il suo lavoro di scrittore di fantascienza come un lavoro di "previsione" del futuro e in molti casi si è vantato di alcune "previsioni" da lui realizzate a distanza di anni e poi azzeccate. Non ci stupisce quindi ritrovare, leggendo dagli esordi la sua produzione in materia, un certo filo narratore del quale il racconto "Robot NDR-113" costituisce la parte terminale.

Del suo racconto Asimov scrive:


" Sono i racconti lunghi[S1]  più recenti che ho scritto sui robot e in ognuno cerco di immaginare i progressi futuri della robotica, fino agli ultimi sviluppi. Così ho compiuto un giro completo... perché, per quanto rispetti rigorosamente le Tre Leggi, il primo racconto, Che tu te ne prenda cura, appartiene chiaramente al genere "robot come minaccia", mentre il secondo, L'uomo bicentenario, appartiene, ancora più chiaramente, al genere "robot stile patetico".

Di tutti i racconti di robot che ho scritto, L'uomo bicentenario è il mio preferito e, credo, il migliore. Anzi ho l'orribile sensazione che potrei non avere mai più la voglia di superarlo, per cui penso che non mi cimenterò mai più in un'altra storia seria di robot. Ma non è detto. Non sono una persona eccessivamente prevedibile."


Quando Asimov afferma di considerare il migliore, il racconto Robot NDR-113 credo lo faccia a ragione, vista anche la sua tendenza a non esprimere esplicitamente giudizi sui propri racconti. Questo racconto infatti, oltre a toccare uno dei punti fondamentali dell'evoluzione dei robot, e a costituire un ottimo finale per il ciclo dei racconti destinato da Asimov ai robot, contiene altri significati importanti e fondamentali.

Primo fra tutti, questo racconto è un vero e proprio monito alla tolleranza della diversità di tutti, anche di coloro che sembrano essere stati progettati per eseguire gli ordini come Andrew. Inoltre, Asimov lancia in questo racconto un appello al valore dell'essere umano e della libertà.

Il robot Andrew rinuncia a tutto, all'efficienza di un corpo robotico, alla facilità di una vita di robot e addirittura alla sua immortalità robotica pur di acquistare i diritti ma soprattutto la dignità che porta con sé una vita umana. Quando gran parte del lavoro è stato fatto da Andrew, quando ha vinto molte delle sue battaglie, quando molto del prezzo è stato pagato e il suo corpo è ormai quello di un uomo,  solo una scelta gli rimane davanti: una eterna vita da macchina o pochi istanti di vita umana. La sua scelta è un insegnamento per l'intero genere umano e ci dà, nella finzione del racconto, un incredibile senso del valore che può avere l'essere un uomo.



Si sta riferendo a "L'uomo bicentenario" e a "Che tu te ne prenda cura".


 [S1]




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