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POESIA - Funzione sociale del Poeta

letteratura



POESIA


La poesia non ha lo scopo di razionalizzare, ma di esprimere in versi sentimenti e idee, dare sensazioni, richiamare quel qualcosa d'estremamente intimo e personale. E' una forma di comunicazioni intransitiva, dove sono secondari gli scopo pratici (informazioni, insegnamenti) propri della prosa: il testo poetico esercita la sua funzione nel farsi leggere, ricordare, meditare (citare, se si vuole); invita il lettore a soffermarvisi, ed a far viaggiare l'immaginazione sulla spinta delle emozioni, delle immagini che suscita. Per ogni testo poetico sono possibili svariate interpretazioni, e potenzialmente infinite sono le reazioni che può suscitare in lettori diversi.


Funzione sociale del Poeta


Il poeta antico era il custode della memoria storica e mitica collettiva, In epoca romana la poesia si orienta ad una ristretta cerchia d'intellettuali in grado di comprenderne i significati, e la varietà di tecniche costruttive impiegata dal poeta. La poesia diviene anche un veicolo di riflessione intellettuale e filosofica che vuo 414j99e l trasmettere insegnamenti, Nel medioevo Dante l trasforma in un alto messaggio di valore universale (diviene così una forma totale di intervento in tutti i campi della realtà creando la figura del poeta-teologo). Petrarca la trasforma in canale di espressione dei sentimenti individuali (passione amorosa), rivolta ad un pubblico d'èlite. Questo tipo di poesia non incide direttamente nella vita pubblica. In epoca decadentista la poesia diviene "simbolista" ovvero solo ad alcuni eletti è consentita la percezione di ciò che veramente si celava dietro la realtà, composta solo di apparenze, di convenzioni: solo il poeta, con la sua spiccata sensibilità può riuscire a stracciare questo velo ingannatore e rivelare il vero "reale" delle cose, decodificare un mondo ormai alieno, nel quale i simbolisti non si riconoscono più. La poesia nasce dal sogno come viatico dominante, percorso analogico e simbolico, assoluta mancanza di separazione tra IO e realtà esterna (per esprimere la complessità di rapporto tra realtà esterna e realtà interiore, nulla vi è di meglio che la poesia) Non esiste più sintonia con la società, non vi è più l'antico ruolo sociale di "anello mancante" tra il popolo ed i potenti, di colui che trasmette le leggende, i miti, il credo, le ideologie; si stanno affermando le masse, i grandi partiti, i sindacati che divengono interlocutori diretti della classe dirigente, è finito il bisogno di mediatori. Per i poeti simbolisti non vi è più la necessita, quindi, di scrivere per trasmettere qualcosa ad una massa di lettori, di essere compresi, ma la creazione poetica diviene la scoperta di un mondo parallelo, un'esperienza assolutamente personale da condividere con i pochi "intimi" che sono a conoscenza dei segreti codici di decifrazione della realtà (per ogni scrittore simbolico esiste un codice molto riservato), che riescono ad entrare in sintonia con le esperienze del poeta con le sue sensazioni. Oggi la poesia è relegata alla fruizione da parte degli addetti ai lavori, in quanto la società odierna, grazie alla comunicazione di massa, preferisce altri generi letterari e audiovisivi.




Elementi della poesia


Presenza di una finalità espressiva: manifestazione di sentimenti ed idee

Presenza del verso, porzione definita di un testo poetico, caratterizzata da un certo numero di sillabe dopo le quali si va a capo. Ogni riga è un verso

Scelta di parole spesso non comuni

Abilità nel collegare le parole tra loro, suscitando accostamenti inconsueti (uso di figure retoriche)

Forte legame che si stabilisce nel testo fra le unità linguistiche impiegate


Quindi il testo poetico deriva dall'unione di tutti questi elementi, quando "mette in risalto quel che dice grazie a come lo dice": le parole si caricano di significati aggiuntivi rispetto alla lingua comune, e stimolano l'immaginazione. Inoltre il significato è inseparabile dalle parole e dal modo in cui le parole sono poste, in quanto, cambiandole o spostandole, si perde il significato poetico.


Tecniche della scrittura poetica


Il Verso


E' l'unità costitutiva della poesia, ogni riga è un verso. Il verso ha due unità


il numero di sillabe che lo compongono. Il verso italiano ha moltissime possibilità di costruzione per ciò che riguarda le sillabe, comunque le forme più usate sono:

Settenario )sette sillabe)

Endecasillabo (undici sillabe)

Per il computo corretto del numero di sillabe la voce finale di una parola e quella iniziale della seguente rifondono e si contano come una sola sillaba. Per costruire l'endecasillabo si possono usare "licenze", come l'elisione, la dieresi (spezzare in due una sillaba) l'enjambement, ovvero un tipo di collegamento che si ha quando il lettore deve considerare insieme elementi che appartengono a versi separati per ottenere un senso compiuto.


il Ritmo.  Il ritmo è una particolare cadenza che fa sì che nel verso sia dato più risalto a determinati accenti. Il ritmo è dato dalla frequenza della rima, dalla punteggiatura, dalle consonanze/assonanze, dal numero di sillabe,dagli accenti presenti (es. l'endecasillabo ha un accento ritmico obbligato sulla decima sillaba). Il ritmo è anche definito un'alternanza di sillabe toniche e sillabe atone. Nei versi lunghi, la voce tende a fare una pausa (dopo la settima sillaba) che può anche coincidere con una pausa sintattica (,). Tale pausa si chiama cesura e divide il verso in due gruppo più piccoli, detti emistichi, anche la cesura determina un ritmo. Nelle poesie straniere tradotte raramente si può avvertire il ritmo.


La Strofa


Unità superiore al verso. E' l'insieme di due o più versi formanti un periodo ritmico unitario (una frase poetica)


La Rima


Caratteristica essenziale della strofa (almeno sino all'inizio del 1900), serve a collegare fra loro singoli versi vicini o distanziati all'interno del testo; praticamente si mettono in rapporto parole di suono simile a partire dalla sillaba accentata. A fine verso si hanno:


a)  rima baciata - lega due versi consecutivi coppia a coppia (AA);

b) rima alternata - quando il primo verso rima con il terso, il secondo con il quarto ecc. (ABAB);

c) rima  incrociata - quando il primo verso rima con il quarto, il secondo con il terso ecc. (ABBA);

d) rima  incatenata - sviluppo di rima alternata: il secondo verso di ogni gruppo di tre, rima con il primo verso del gruppo successivo (ABABCB).


Ogni tipo di strofa assume nomi diversi secondo il numero di versi che la compongono e dal modo in cui questi vengono collegati. I più usati nella letteratura italiana sono:


Distico coppia di versi, rima baciata

Terzina endecasillabi, rima incatenata

Quartina endecasillabi o settenari, rima baciata, alternata o incrociata

Sestina endecasillabi, quinari o settenari. Se endecasillabi rima alternata per i primi quattro e rima baciata per gli ultimi due

Ottava endecasillabi di cui i primi sei a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata

Strofa Libera né numero di versi né ordine di rime fissi. Può essere a: verso sciolto formato da endecasillabi senza rime fisse né strofe; verso libero con versi di lunghezza diversa e senza schemi rigidi d'accento o rima.


Il Metro


E' l'unità d'organizzazione dei versi più alta, ovvero è il componimento nel suo complesso secondo modalità proprie di una certa tradizione letteraria. I tipi di metro più usati nella letteratura italiana sono:


La Ballata

Il Sonetto - metro inventato da Jacopo da Lentini e proposto per la prima volta alla corte di Federico II. E' formato da quattordici versi endecasillabi suddivisi in quattro strofe: due quartine e due terzine, schema di rima più diffuso 1^ e 2^ quartina rima incrociata ABBA, 1^ terzina schema CDE, 2^ terzina schema EDC.

La Canzone - ha origini nella Francia Provenzale del XII e XIII sec., con i trovatori, che componevano e suonavano le loro poesie nelle corti nobiliari, Ripreso in Italia da Dante che ne fa il metro più elevato di composizione poetica sui si addicono argomenti sublimi (tragici per Dante) e unità di pensiero. Petrarca separa definitivamente il testo dalla musica e lo intende come puro esercizio letterario, E' la forma più classica della poesia italiana, formata da endecasillabi e settenari.

La Canzone Libera - è un'importantissima variante della canzone nata nel 1400, ma ripresa e fatta grande da leopardi, che la svincola d regole e schemi. Formata da endecasillabi e settenari, senza più numero fisso di strofe, di versi e sostegno di rima regolare, La canzone libera affida così il suo ritmo solo al suo svolgimento interno, alla trama libera dei rimandi che verso dopo verso il poeta viene tessendo.






Figure Retoriche


Sono giochi di parole (accostamenti) tali da dare un significato particolare ad un verso o ad un elemento del testo.

Si possono dividere in: figure di significato e figure di ritmo. Le figure di significato implicano spostamenti nel senso della parola. Le più usate sono:


a) Metafora - trasferimento del valore di un segno su un elemento (persona - cosa) da esso di solito distinto, estraneo. E' un accostamento di parole eterogenee (cioè apparentemente distanti tra loro nel significato) da cui un elemento assume un nuovo aspetto diverso dal linguaggio quotidiano (Gianni è un leone).

b) Metonimia - trasferimento di senso, ma questa volta verso un dato vicino all'area d'uso del segno utilizzato. Si sostituisce la causa all'affetto (le sudate carte), il contenuto al contenente (bere un bicchiere), il concreto all'astratto, il luogo di produzione o origine al prodotto (bere un chianti).

c) Sinestesia - accostamento di parole che trasmettono una sensazione attraverso due diversi sensi (sento l'odore di fragole rosse).

d) Analogia - figura retorica che consiste nel mettere in relazione due o più termini omettendo gli opportuni nessi logici

e) Ossimoro - figura retorica con cui si affiancano termini d significato opposto, facendo con ciò risaltare il concetto che si vuole esprimere (meno lo vedo e più sono contento)


Le figure di ritmo più uste sono:


a)  Allitterazione - ripetizione ravvicinata di uno stesso suono ovvero assonanza (gioco di vocali) o consonanza (gioco di consonanti)

b) Onomatopea - costruzione di parole che simulano suoni estranei alla lingua, ma aderenti, per esempio, ai rumori della natura (gre-gre di raganelle)
















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