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Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi (ed. Adelphi)

letteratura



Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi (ed. Adelphi)

Azar Nafisi torna in Iran dopo diciassette anni di assenza, trascorsi studiando in Inghilterra e Stati Uniti, e trova ad accoglierla all'aeroporto i ritratti dell'ayatollah Khomeini e le scritte sui muri contro l'America. E' il 1979: durante la sua assenza il regime filo-americano d 515j92f ello scià Reza Pahlavi è stato rovesciato dalla Rivoluzione islamica.

Nel nuovo clima di odio per l'Occidente l'autrice deve ricoprire il difficile ruolo di insegnante di Letteratura Inglese all'Università "Allameh Tabatabai" di Teheran.

Il futuro si allontana dall'Iran e soprattutto dalle donne, rinchiuse dai fondamentalisti islamici nel velo, nelle case, nel passato. Le madri delle studentesse dell'autrice, le donne della sua generazione e di quella precedente, hanno studiato, hanno partecipato attivamente alla vita culturale e politica del paese (Nehzat, la madre dell'autrice è stata la prima donna eletta nel Parlamento iraniano).

Inizialmente la scrittrice cede al crescendo di violenza e tensione, alla progressiva riduzione della libertà; ma fuori dall'Università e dalle manifestazioni, a casa colleziona scrupolosamente le foto ritagliate dai giornali dei dissidenti sterminati, dei giovani morti nella guerra contro l'Iraq, quasi in un'ossessione tramite la memoria dei morti cerca di imporre un controllo ad una realtà terribile cui rischia di soccombere. Nel 1981 però si rifiuta insieme a due colleghe di indossare il velo islamico e viene espulsa dall'Università, vi farà ritorno sei anni dopo per dimettersi definitivamente nel 1995. Non è più possibile per chi ama la letteratura insegnare quando rettori e docenti sono interessati solo al rispetto delle norme in materia di abbigliamento e censurano Hemingway per la parola "vino", Emily Brontë per la sua poca moralità. E proprio la letteratura offre un rifugio alla scrittrice e a sette scelte tra le sue più brillanti studentesse: "Il mio soggiorno si trasformò per tutte noi nel regno della libertà più assoluta. Un vero paese delle meraviglie. Sedute intorno al tavolino, coperto di mazzi di fiori, entravamo e uscivamo dai nostri romanzi." La realtà esterna, coercitiva e caotica, è del tutto esclusa dal loro seminario privato, nel soggiorno dell'autrice danno le spalle alla finestra e tutto ciò che vedono sono i monti, in lontananza, dell'antica Persia.



Attraverso i romanzi l'autrice e le sue allieve non evadono dal momento presente ma lo reinventano ("Avremmo scoperto come il banale ciottolo della vita quotidiana, se guardato attraverso l'occhio magico della letteratura, possa trasformarsi in pietra preziosa.") e resistono a "quelli là", che chiudono le librerie, confiscano le opere narrative occidentali, epurano le università dai professori scomodi. Nella loro lettura Lolita diviene così la metaforica condanna di ogni totalitarismo, Il grande Gatsby "parla di come i sogni si corrompano quando si trasformano nella cruda realtà." Anche la Rivoluzione islamica è la realizzazione del sogno di qualcuno, che però sprofonda l'Iran in una realtà che -dice all'autrice- somiglia alla finzione, eppure non lo è.

Azar Nafisi e la maggior parte delle sue studentesse emigrano in Europa o America: del soggiorno magico non restano che poche foto, dell'Iran ormai lontano, invece, un incubo fin troppo concreto."Era questo il vostro sogno, il sogno della rivoluzione? Chi pagherà per tutti i fantasmi che infestano i miei ricordi? Chi pagherà per le fotografie dei giustiziati che nascondevamo nelle scarpe? [.] che dobbiamo farne di tutti i cadaveri di cui siamo responsabili?"



In Leggere Lolita a Teheran letteratura e libertà si coniugano: "Ogni fiaba offre la possibilità di trascendere i limiti del presente e dunque, in un certo senso, ci permette alcune libertà che la vita ci nega." Per la scrittrice e le sue studentesse leggere non è un compito a casa, ma significa affermare la propria indipendenza e dignità nel momento in cui il regime islamico sopprime le donne come persone.

Azar Nafisi si appella alla comprensione del lettore: "Contro la tirannia del tempo e della politica, cerca di immaginarci come a volte neppure noi osavamo fare: nei momenti più riservati e intimi, nelle più straordinariamente normali circostanze della vita, mentre ascoltiamo un po' di musica, ci innamoriamo, camminiamo per strade ombrose, o leggiamo Lolita a Teheran. E prova a ripensare a noi dopo che quelle cose ci sono state confiscate diventando una volta per tutte un piacere proibito."






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