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- La poetica del Decadentismo

letteratura



IL DECADENTISMO

Nasce il 26 maggio 1883 quando Paul Verlaine pubblicò un sonetto che descriveva la stanchezza e la noia che dominavano la società di quel tempo.

Il nome fu dato in modo dispregiativo da alcuni critici che non apprezzavano la visione della realtà di questo movimento letterario. I decadenti ne rovesciarono il significato individuando in questo termine un privilegio spirituale.

Uno dei più importanti manifesti di questa era fu il romanzo "A ritroso" di Huysmans (1884) che fu di ispirazione a D'Annunzio nel "Piacere" e a Wilde nel "Ritratto di Dorian Gray".

Il Decadentismo ha un problema terminologico, poiché alcuni studiosi indicano con qu 424h74e esto termine un movimento definito e con un programma ben specifico, altri come un'intera corrente letteraria.

Questo movimento si contrappone al Positivismo e non ne comprende la razionalità e la visione strettamente scientifica.

Gli artisti decadenti si manifestano in modi, a volta, molto differenti, tuttavia conservano dei denominatori comuni come l'uso ossessivo del simbolo o l'esaltazione dell'Io (D'Annunzio).

E' di estrema importanza, quindi, l'uso del simbolo, infatti, per un decadente un oggetto comune non ha solamente un significato oggettivo, ma, se osservato con attenzione, racchiude in sé un qualcosa di molto più profondo che può concepire solo la percezione di chi lo, osserva.

Baudlaire scrisse, a questo proposito, che la natura è una foresta di simboli che ti guardano con occhi famigliari.



La visione decadente propone un legame tra il soggetto e l'oggetto e l'unione tra i due avviene grazie all'inconscio.

Tutta la cultura decadente si basa su questa dimensione. Gli artisti cercavano di lasciarsi dominare dal proprio io per poter scoprire una realtà diversa, a loro avviso migliore.

Nasce così il bisogno di ricorrere alle droghe per farsi sovrastare dal proprio inconscio e per provare esperienze diverse.

Alcuni decadenti utilizzavano altre forme di estasi come la ricerca ossessiva di una vita raffinata, volta all'eccesso (Panismo). Ne è un grande esponente D'Annunzio che, per esempio, cavalcava nudo su una spiaggia all'alba il suo destriero.

Altri artisti si rivedevano nel concetto di epifanie dove un particolare qualunque della realtà assume improvvisamente un intensissimo significato.


- La poetica del Decadentismo

I decadenti esaltarono moltissimo il valore dell'arte.

Essi assumevano come valori della propria vita il bello e non i valori morali come il bene e il male. Questo modo di vivere portava all'esaltazione della persona e alla estrema raffinatezza della vita, ricordando in alcuni casi il barocco. Tutto ciò ha dato origine al fenomeno dell'estetismo.

Nascono così i dandy (primi fra tutti D'Annunzio e Wilde) che cercavano di trasformare la loro vita in un'opera d'arte, cercando in modo ossessivo l'originalità delle azioni quotidiane e associando a tutto ciò che vedevano un'opera artistica.

Anche la poesia non poteva più avere lo stesso significato. Infatti, i versi dovevano rappresentare il veicolo verso qualcosa di profondamente mistico, illogico, irrazionale.

Per arrivare a tal fine era obbligatorio l'uso smoderato del simbolo che, al contrario della metafora, era soggettivo e non vi si poteva dare una traduzione comune per tutti, e della sinestesia che aveva il compito di fondere le sensazioni.

Molto importante era anche la musicalità del sonetto, poiché, per i decadenti, la musica era l'arte suprema poiché rispetto alle altre è più indefinita.


D'ANNUNZIO

Nasce a Pescara nel 1863 da una benestante famiglia borghese.

Studiò in una delle migliori scuole italiane del tempo ed esordì giovanissimo con un libretto di versi intitolato "Primo vere". Per pubblicizzare la sua opera spedì ad un giornale l'annuncio che il giovane promettente D'Annunzio era morto cadendo da cavallo qualche giorno prima della presentazione della sua prima opera.

All'età di 18 anni si trasferì a Roma per frequentare l'università, ma preferì a questa i salotti mondani e le redazioni dei giornali. Acquista, così, in questi anni, molta notorietà per la sua condotta esagerata di vita che portava spesso allo scandalo.

Negli anni '90, dopo una crisi dell'esteta, l'autore trova un altro soluzione di vita: quella del superuomo ispirato alla filosofia di Nietzsche.

In questo modo D'Annunzio cerca di creare l'immagine di una vita eccezionale, inimitabile e a creargli intorno un alone di mito contribuiscono i suoi numerosi amori, a volte anche con donne molto famose.

Nel 1887 tentò un'avventura parlamentare legato all'estrema destra, ma non ebbe molta fortuna.

Cercando così un mezzo di comunicazione molto forte cominciò a interagire con il mondo teatrale.

A causa degli ingenti debiti fu costretto a scappare dall'Italia ed a rifugiarsi in Francia, dove scrisse alcune opere anche in francese.

Allo scoppio della prima guerra mondiale tornò in Italia dove spinse per un intervento immediato nel conflitto.

Si arruolò, ma la sua guerra non fu combattuta nel fango delle trincee, ma nei cieli, grazie alle nuove armi aeree. Finita la guerra capeggiò una marcia su Fiume, dove instaurò un dominio personale sfidando lo Stato italiano.

Questo dominio non ebbe alcuna fortuna e, tornato in Italia, si propose come duce, ma fu scalzato da Mussolini.

Morì nel 1938


- I versi degli anni ottanta

I versi di D'Annunzio sono tratti dalla letteratura.

Sono, infatti, ricchi di echi letterari che provenivano dai poeti classici e da alcuni contemporanei.

Il protagonista delle sue opere è l'esteta Andrea Sperelli, ritratto autobiografico del poeta.

Questo personaggio è una risposta ideologica ai processi sociali che vi erano in quel periodo ci portavano a declassare l'arte e i suoi fautori.

Ovviamente D'Annunzio non si rassegnava ad essere schiacciato in questo modo, ma tentò in tutti i modi di combattere.

Inoltre la ricerca di condurre una vita come quella del suo protagonista lo porta a pubblicizzare molto i suoi libri e se stesso, guadagnando, così, molto denaro che in ogni caso non copriva le sue incessanti spese.

Dopo qualche anno vi è una crisi dell'estetismo e il poeta si rifugia in un altro fenomeno, nato dalla filosofia di Nietzsche: il superuomo.

Questo fenomeno è caratterizzato da un rifiuto del conformismo borghese, che spinge al livellamento di tutte le persone ed esalta appunto lo spirito gioioso e creativo dell'artista.




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