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La luna e i falò - Scheda di lettura

letteratura



"La luna e i falò"


Scheda di lettura


Autore: Cesare Pavese

Titolo: La luna e i falò

Prima pubblicazione

Casa editrice: Einaudi, Torino

Data dell'edizione





Significato del titolo:

Il titolo riassume i simboli della campagna e dell'infanzia a cui si sono sovrapposte drammaticamente le condizioni attuali dei contadini e le vicende storiche della guerra.

1) Intreccio:

Anguilla, un trovatello delle Langhe, che ha fatto fortuna in America torna nel paese dove è cresciuto, per ritrovare le sue radici. Rivede i luoghi dell'infanzia e richiama alla mente i suoi ricordi: il periodo vissuto con la Virgilia e il Padrino, una coppia di contadini che lo aveva accolto in casa alla Gaminella. Il protagonista sul 959c22j le colline incontra l'amico di un tempo, Nuto che non ha mai lasciato il suo paese e ha vissuto e sofferto le vicende della sua gente. Nei dialoghi con l'amico rievoca gli anni trascorsi alla Mora, il cascinale dove aveva guadagnato il suo primo salario. Riemergono nella memoria le figure di Irene, Silvia, le figlie del proprietario, di cui il garzone Anguilla era stato segretamente innamorato. Santa, che a quei tempi era una bambina, era ben presto diventata una donna seguendo l'esempio delle sorelle. I luoghi mitici dell'infanzia sono devastati dalla furia omicida del Valino, il nuovo abitante della casupola di Gaminella, che uccide la cognata e la suocera bruciandole e tenta di uccidere anche il figlio zoppo Cinto. Fortunatamente Cinto riesce a salvarsi e va ad avvertire Anguilla e Nuto, che trovano la cascina incendiata e il Valino impiccato. La storia si conclude con il racconto di Nuto sulla fine di Santa, la quale durante il tempo di guerra era diventata una doppiogiochista tra i fascisti ed i partigiani, che infine avevano dovuto ucciderla e bruciarla come si fa con le spie.


2) Spazio narrativo:

Lo spazio del racconto è reale: le colline delle Langhe e la vita dei mezzadri e dei proprietari del  luogo; al mondo campagnolo si contrappone l'ambiente cittadino di Genova e quello americano. Il primo reale ed il secondo fantastico perché soltanto immaginato dall'autore. Il mondo della campagna assume dei connotati simbolici, poiché coincide con il mondo dell'infanzia.


3) Tempo:

EPOCA STORICA

La vicenda è ambientata nel periodo del secondo dopo-guerra.

DURATA COMPLESSIVA:

La vicenda narrata si protrae per la durata di alcuni mesi.

RIFLESSIONE SUI RAPPORTI SU TEMPO REALE E TEMPO NARRATIVO:

Gran parte della narrazione è costituita da flashback connessi con le rievocazioni della memoria di Anguilla. Il tempo narrativo è più lungo del tempo reale quando le vicende raccontate incidono sull'emozione del protagonista.


4) Personaggi:

PROTAGONISTA: Anguilla, uomo di quarant'anni, trovatello abbandonato sulle scale del duomo di Alba. Dopo aver fatto fortuna in America il protagonista ritorna al suo paese per ritrovare i luoghi dell'infanzia, le sue radici e le sue credenze. Crede nella giustizia, è contro la dittatura, il fascismo, la mancanza di libertà, ma non riesce ad avere fiducia nella vita e a far parte di una comunità e a aderirvi.

PERSONAGGI PRINCIPALI:

Nuto: E' il migliore amico di Anguilla, un uomo maturo, radicato nelle tradizioni, capace di scelte autentiche. Viene ammirato da Anguilla per essere rimasto sempre nel suo paese con la capacità di aderire e credere nella vita.

Cinto: E' un ragazzo zoppo, maltrattato dal padre, nel quale Anguilla si identifica per la sua   qualità di escluso dalla vita che sogna di trasformarla.

Valino: E' il padre di Cinto, un mezzadro povero, che reagisce con rabbia e violenza ad una situazione di sfruttamento sociale.

Silvia: E' la figlia del proprietario della Mora, una bella ragazza che Anguilla ammirava. Silvia, piuttosto ribelle, conduceva una vita libera e rimasta incinta decide per l'aborto, che però le costa la vita.

Irene: E' la sorella di Silvia, più docile e tranquilla, amava la musica e talvolta seguiva Silvia nelle sue compagnie. Finirà con lo sposare un uomo che la renderà infelice. Di lei Anguilla aveva avvertito il fascino.

Santa: E' la più giovane delle sorelle, Anguilla la ricorda bambina. Divenuta adulta farà la spia dei fascisti e dei partigiani contemporaneamente. Finirà fucilata e il suo corpo verrà arso con un falò dagli antifascisti.


Narratore:

Il  narratore è interno alla fiction e coincide con il protagonista, partecipa quindi emotivamente alle vicende che viene a mano a mano scoprendo nel corso del ritorno al paese. Esprime giudizi, rievoca tramite flashback, per associazioni di pensiero che lo inducono ad accostare presente e passato. Tutta la narrazione consiste, infatti, nell'accostamento del mondo del ricordo e della giovinezza al mondo storico e attuale.


Principali temi trattati:

Il principale tema trattato è quello del rapporto tra i miti dell'infanzia, ai quali Anguilla spera di poter ancora credere per trovare un punto di riferimento nella vita.

La luna e i falò sono un simbolo dell'esistenza semplice e immediata radicata nelle antiche credenze contadine, nella vita della campagna, a cui ancora si sentono legati uomini, come ad esempio Nuto. Quel mondo intatto e innocente sembra perduto; la realtà è ben diversa, come si può vedere dalla devastazione delle vite di alcuni personaggi: Valino, Cinto, Silvia, Irene e soprattutto Santa. Ai falò che con le loro ceneri fanno risvegliare la terra si sovrappone l'incendio che il Valino compie della sua casupola e delle due donne che vi abitano. La furia omicida nasce dalla disperazione e dalla rabbia di una vita di stenti e di sfruttamento sociale.

Ma l'opera si conclude significativamente con il falò del corpo di Santa, come a voler simboleggiare la speranza di una rinascita e di una possibilità di ritorno all'innocenza dei miti dopo gli odi e le violenze della guerra.


7) Struttura sintattica:

La struttura sintattica è piuttosto semplice e prevale l'uso della paratassi. Es. "Ci andai, feci un mese di fame e, quando uscii di prigione, ero al punto che invidiavo i cinesi."


8) Lessico:

Il lessico è comune, piuttosto popolare, che solo a tratti risente di modi dialettali. Es. "-La Mora era come il mondo,- dissi- era un'America, un porto di mare. Chi andava, chi veniva si lavorava e si parlava."




9) Stile:

Lo stile è essenziale molto incisivo, talvolta discorsivo. L'autore sceglie questa forma di narrazione per esprimere più efficacemente le sue emozioni e coinvolgere maggiormente il lettore.


10) Osservazioni personali:

Il libro mi è piaciuto molto perché sembra esprimere l'esigenza del ritorno al mondo mitico dell'infanzia, cui tutti aspirano a tornare, ma insieme individua le difficoltà e la speranza di poterlo ritrovare per trovare un punto fermo nella propria vita. Non mi ha lasciato indifferente nemmeno la sofferenza del protagonista e dei personaggi principali del romanzo, condivido l'ammirazione e insieme l'invidia di Anguilla per l'amico Nuto, saggio e capace di resistere alle avversità della vita, radicato nel suo mondo dal quale non sente il bisogno di fuggire.


CITAZIONE:

C'è una ragione perché sono tornato in questo paese e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba . Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra, né delle ossa ch'io possa dire <<Ecco cos'ero prima di nascere>>. Non so se vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia dei padroni di un palazzo, oppure mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia due povere dove da Monticello, da Neive o perché no da Cravanzana.

Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si equivalgono, ma è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri qualcosa di più che un comune giro di stagioni.


Ho trovato molto efficace questo passo, che è poi l'inizio del libro, in quanto subito dà un senso di esclusione e la ricerca faticosa di una propria identità e di un luogo e un ambiente in cui potersi radicare.









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