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LA POESIA LIRICA

letteratura



LA POESIA LIRICA


Definizione: la poesia lirica è ogni testo scritto in versi che non sia chiaramente qualcos'altro.


Chi ha usato per la prima volta questo termine?

I Greci usarono il termine "lirica" per indicare la poesia che si accompagnava al suono della lira.


Cosa successe poi?

Con il passare dei secoli le cose cambiarono: si continuavano a scrivere, prima in latino, poi in volgare a partire dell'XI-XII sec. testi che noi definiamo "lirici" e che in quei tempi venivano indicati in base alla struttura delle strofe e dei versi.


Quando si cominciò a usare il termine "lirica" per indicare un genere letterario particolare o uno specifico modo di fare poesia?

Quest'uso cominciò nel 1500, quando la letteratura occidentale aveva già prodotto alcuni dei grandi capolavori della lirica ("Poesie d'amore" dei Provenzali, il dolce stilnovo, il "Canzoniere" di Petrarca). Gli studiosi del Rinascimento individuarono nella lirica un genere letterario al quale erano collegati alcuni tipi di versi e certe organizzazioni di strofe che davano origine a composizioni quali il sonetto, la canzone, la ballata, il madrigale.




A noi queste spiegazioni bastano?

Per noi comporre liriche, fare poesia rimanda a un modo di scrittura "ispirato" che dipende direttamente dai sentimenti, dalle emozioni, dagli stati d'animo dell'autore. Questo cambiamento si ebbe con il Romanticismo: l'attenzione principale si spostò dagli elementi formali dell'opera d'arte al significato emotivo e sentimentale, alla capacità di un testo di esprimere e comunicare significati e sensazioni. Da allora si considerò la lirica come espressione dell'Io che si fa poeta e rappresenta sé stesso attraverso la musicalità del verso. Per noi la lirica è più un linguaggio particolare dei sentimenti che un genere letterario.


In cosa consistono la libertà e la sincerità del poeta?

Per Leopardi il genere lirico è "il più nobile e puro d'ogni altro; vera e pura poesia in tutta la sua estensione...espressione libera e schietta di qualunque affetto vivo e ben sentito dell'uomo".


La poesia deve allora sgorgare direttamente del cuore?

Leopardi afferma che nel momento in cui il poeta prova il sentimento che lo ispira "non è in grado di scrivere" perchè l'emozione, troppo violenta, forma un groviglio di sensazioni che non sanno trasformarsi in parole. La scrittura è quindi frutto del ripensamento e del ricordo. La libertà e la sincerità del poeta stanno nella sua capacità di creare un testo in cui tutto concorre all'espressione artistica dell'idea che lo ispira. Quando un poeta vuole esprimere un proprio sentimento e sceglie di compiere una canzone non intende per niente rinunciare alla sua libertà: egli decide di usare quel tipo di verso e di strofe perchè nella sua sensibilità quella particolare forma corrisponde perfettemante al suo ideale di espressione artistica e poetica. Versi, strofe, rime...non sono una gabbia entro cui il poeta si sforza di comprimere il suo sentire, ma l'unica possibilità che in quel momento gli sembra di avere per fare poesia. La prova si ha nella storia della lirica: quando dall'800 le forme tradizionali non furono più sentite come indispensabili o adeguate, i poeti le cambiarono e le trasformarono.


Dove e quando nasce la lirica nell'Europa medievale? E in Italia?

La lirica nasce nell'Europa medievale in Provenza nel XII secolo per opera di poeti che scrivevano sia i testi che le musiche che avrebbero accompagnato le poesie.

In Italia la prima manifestazione di lirica avviene con la scuola siciliana tra il 1230 e il 1250.







Qual è la novità del dolce stilnovo?

Al centro delle liriche c'è la donna, che viene rappresentata come una figura angelica e al di fuori del tempo; l'attenzione è concentrata con più rigore sull'interiorità dell'amante.

Per quanto riguarda lo stile, a livello fonico non ci sono suoni aspri, a livello metrico non vi sono rime rare o difficili, a livello lessicale e sintattico i termini e le proposizioni sono semplici, a livello retorico non vi sono molte figure retoriche.



Costruisci un confronto fra Dante e Petrarca e il diverso retroterra storico-culturale dei due poeti, ordinando in un discorso logico e coerente di 10-12 righe intere, gli elementi che ti vengono indicati alla rinfusa: epidemia di peste, sede papale a Roma, crisi del '300, realtà comunale, cultura teocentrica, Signorie, crisi dell'autorità imperiale ed ecclesiastica, certezze salde, amore per i classici, pieno Medioevo, trasferimento della sede papale ad Avignone, disagio esistenziale, cultura pagana, precise gerarchie di valori, tormento interiore, affermazione delle monarchie nazionali, spiritualità medioevali, autunno del Medioevo, attrazione verso i valori terreni (gloria, amore e ricchezza), dubbio.


Sia in Dante che in Petrarca si manifesta subito un certo amore per i classici.

Dante visse in pieno Medioevo, quando la sede papale era ancora a Roma, al tempo della crisi del '300, della crisi dell'autorità imperiale ed ecclesiastica e della realtà comunale. In lui si sviluppò una cultura teocentrica e una spiccata fede.

Petrarca visse nell'autunno del Medioevo, quando la sede papale fu trasferita ad Avignone, al tempo dell'affermazione delle monarchie nazionali dopo il periodo delle Signorie. Egli era molto attratto dai valori terreni (gloria, amore e ricchezza), perciò in lui nacquero un tormento interiore e un disagio esistenziale dal bisogno di conciliare questi valori con la fede. La sua opera più importante è il "Canzoniere" scritto in volgare e dedicato alla sua amata Laura, morta per l'epidemia di peste.

Petrarca non disprezza la cultura pagana, in quanto non Cristiana, ma sostiene che la saggezza che si trova nei libri antichi non è altro che l'anticipazione di quelle verità consacrate dal Cristianesimo.


Cos'è il "Secretum"? In quale lingua è scritto? Quale struttura ha l'opera? Perchè è importante?

Il "Secretum" è un'opera di meditazione religiosa e morale nella quale lo scrittore è alla continua ricerca della Verità e della pace interiore attraverso un esame di coscienza.

Il "Secretum" è scritto in latino.

L'opera, divisa in tre libri, è strutturata come un dialogo tra Petrarca e Agostino. Il dialogo si svolge in tre giorni alla presenza di una donna bellissima, che rappresenta la Verità, e che non prende mai parola.


Con quale titolo è nota la raccolta di liriche del Petrarca?

Il "Canzoniere".


Come fu intitolata dal poeta? Cosa significa?

L'opera fu intitolata "Rerum vulgarium fragmenta", che significa "Frammenti di cose in volgare".


In quante parti si divide tradizionalmente l'opera? Perchè?

Poiché il "Canzoniere" narra la vita di Laura, l'opera si divide in due parti: le "rime in vita" prima della morte di Laura e le "rime in morte" dopo la morte di Laura.


Come si chiama la donna celebrata dal Petrarca?

Il nome della donna celebrata è Laura.


Spesso il poeta allude alla donna amata attraverso un artificio linguistico chiamato "senhal"; dove è trovato per la prima volta questo artificio e in cosa consiste?

La prima apparizione del senhal è nella lirica provenzale.

Il senhal è un'indicazione allusiva, un "nome in codice" dato dal poeta per celare il nome dell'amata: "l'aura" = "l'aria".




È una "donna angelicata" come quelle cantate dagli stilnovisti? (leggere T68)

È più vaga o più definita sul piano della fisicità? Viene cristallizzata in un eterno presente? È un'immagine reale?

Indubbiamente la donna celebrata in Petrarca è "umana", a differenza della "donna angelicata" degli stilnovisti. La sua fisicità è molto vaga, non ci sono descrizioni precise. La donna viene collocata nel corso del tempo; anche per questo motivo, è reale e differisce dai canoni stilnovisti, che invece collocano la donna-miracolo al di fuori del tempo.


Quali sono le tematiche principali del "Canzoniere", così come anticipa il sonetto proemiale "Voi ch'ascoltate in rime sparse l'sono"?

Le tematiche principali sono il volgersi indietro del poeta per fare un bilancio dell'esperienza amorosa e della produzione artistica di quel periodo. Il poeta si analizza e ne trae un bilancio negativo, poichè in quel periodo era in balia di un oscillare incoerente fra "speranze" e "dolore". Petrarca si vergogna del suo comportamento e spera di trovare nei lettori perdono, pietà e compassione.











































DANTE ALIGHIERI vs FRANCESCO PETRARCA


DANTE


Nasce nel 1265

È un intellettuale municipale fiorentino


Subisce il passaggio obbligato da intellettuale municipale a intellettuale cortigiano a causa dell'esilio

Raggiunge faticosamente prestigio



Ha difficoltà economiche

Manca di un riconoscimento ufficiale (non ebbe mai l'onore di essere riconosciuto sommo poeta a Firenze)

Privilegia il volgare

Il filosofo a cui si ispira è S. Tommaso

La sua filosofia è scolastica-aristotelica e teoretica

Si sposta nelle corti dell'Italia centro-settentrionale perchè necessitato dalla condizione di esiliato
































PETRARCA


Nasce nel 1304

È un intellettuale cosmopolita "italiano" in senso culturale e letterale

È un intellettuale cortigiano



Ha grande prestigio per il mutato clima culturale (la letteratura è considerata la più elevata manifestazione dello spirito umano)

È autonomo grazie alle rendite ecclesiastiche

È incoronato sommo poeta a Roma nel 1341



Privilegia il latino

Il filosofo a cui si ispira è Sant'Agostino

La sua filosofia è morale


Viaggia per l'Europa spinto dalla curiosità e dall'irrequietudine interiore




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