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IL RINASCIMENTO

letteratura



IL RINASCIMENTO


Con la scoperta dell'America (1492), gli storici generalmente considerano chiuso il periodo del Medioevo.

Come abbiamo detto il periodo nuovo che si apre si differenzia soprattutto per una diversa concezione della politica, dello Stato e del modo di pensare e ragionare, per il fiorire delle manifestazioni del pensiero e dell'arte e per il rinnovamento delle usanze e dei costumi. Il Rinascimento (così viene ch 747c24h iamato questo profondo rinnovamento culturale) fiorì nella seconda metà del Quattrocento in Italia e si sviluppò in seguito in Europa nei secoli XV e XVI.

Il moto rinascimentale trovò un importante riscontro soprattutto nelle arti: i temi degli artisti medievali, che rappresentavano con rigide e immobili figure le Virtù, i Vizi, la bruttezza del peccato, l'orrore della morte e le pene dell'inferno, subirono un profondo rinnovamento durante il Rinascimento.

Uno dei caratteri fondamentali fu infatti la maggior aderenza alla realtà; non a caso fu proprio di questi anni la scoperta della prospettiva, cioè dell'arte di rappresentare gli oggetti dando il senso della profondità, così come noi nella realtà li vediamo.



Agli inizi del '500 vennero elaborate prospettive etiche, politiche e storiche da studiosi come Erasmo da Rotterdam, Pietro Pomponazzi e Niccolò Machiavelli. Erasmo da Rotterdam nel suo celebre Elogio della pazzia riconfermò la necessità di un Cristianesimo fondato sull'esperienza morale e non sulla superstizione e sulla pedanteria; mentre Pomponazzi, nel suo scritto sull'immortalità dell'anima risolve il problema morale con la sola azione dell'uomo, che trova in se stesso la forza di agire; Machiavelli infine, attraverso il concetto di natura, ricostruì quelle particolarità dell'uomo senza dover ricorrere a concetti metafisici.

Pian piano dalle città scomparvero le altere torri feudali, le stanze dei palazzi divennero sempre più grandi e luminose, mentre i castelli nelle campagne persero il loro bellicoso aspetto per trasformarsi in serene ville signorili.

Molti artisti del Rinascimento eccelsero in più campi dell'arte e della cultura, come Leonardo da Vinci, che non fu solo il pittore della Gioconda, ma anche un profondo studioso della natura e delle sue leggi (dall'anatomia alla fisica) e un grande scienziato e matematico.


L'UMANESIMO


Il movimento intellettuale che precedette e contribuì alla nascita e allo sviluppo del Rinascimento fu l'Umanesimo, iniziato attorno alla metà del XIV secolo. Il termine stesso indica una nuova valorizzazione degli studi delle humanae litterae, cioè di quelle espressioni filosofiche e letterarie già maturate nell'antichità classica, epoca durante la quale gli uomini seppero esprimere un alto livello di capacità intellettuali e spirituali.

Uno dei caratteri fondamentali di questo movimento fu la riscoperta dei testi classici (greci e latini), in quanto esempi di una cultura che aveva come modello l'uomo. Importante in tal senso fu l'opera dei dotti bizantini, che fuggendo da Costantinopoli, conquistata nel 1453 dai Turchi, portarono con sé preziosi manoscritti delle opere di poeti e filosofi, ed arrivati in Europa iniziarono ad insegnare la lingua greca nelle corti signorili. L'interesse degli umanisti non fu solamente rivolto agli scritti degli antichi ma, con la nascita dell'archeologia, anche agli scavi che riportarono alla luce statue, monumenti ed altre forme d'arte dell'epoca classica. Ciò che più avvicinò gli umanisti alle opere dei classici, fu la concezione che questi ultimi avevano di una civiltà antropocentrica, in cui l'uomo non era completamente subordinato a Dio, ma era in grado di sfruttare appieno le proprie capacità.



Lo sviluppo dell'Umanesimo fu facilitato anche dalle mutate condizioni politiche e sociali. La vita cittadina aveva conosciuto un grande sviluppo e le due istituzioni che avevano dominato la vita medioevale, il papato e l'impero, erano ormai in crisi. Di fronte a questa nuova situazione si fecero sempre più vive le aspirazioni a un rinnovamento in tutti i campi.

I nuovi movimenti religiosi, avevano testimoniato che in Occidente era fortemente diffuso un sentimento di insoddisfazione e di inquietudine, una aspirazione ad intendere il Cristianesimo in maniera diversa, un desiderio di cambiare la propria vita e il proprio modo di pensare.

L'aumento della prosperità economica, aveva accresciuto negli uomini la sete del conoscere, dello sperimentare e dell'esplorare il mondo e la natura. Da tutto questo insieme di nuove esigenze dell'uomo ebbe inizio l'Umanesimo, che non a caso si sviluppò a Firenze, principale centro di rinnovamento in quel periodo.

Il movimento umanistico fu rappresentato inizialmente da studiosi laici, tenaci riscopritori di testi classici dimenticati nelle biblioteche dei conventi. Fra i promotori di questa ricerca si evidenziarono, per le loro capacità, nel '300, il Petrarca - precursore del movimento - e il toscano Coluccio Salutati; mentre nel '400, dopo la rapida espansione dell'Umanesimo, si distinsero Angelo Poliziano, che visse alla corte di Lorenzo de' Medici in Firenze, e il romano Lorenzo Valla, il quale riuscì a dimostrare la falsità dell'Atto di donazione di Costantino, documento che la Chiesa di Roma utilizzava per far valere i propri diritti sui territori dell'Italia centrale







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