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Gli strumenti utilizzati per l'analisi - Confronto tra i brani

letteratura



INDICE






















Introduzione


Gli strumenti utilizzati per l'analisi

Gli autori

Italo Calvino

Syd Field


Confronto tra i brani

Il momento della scelta

Due modi differenti e complementari di iniziare

IL rapporto tra struttura e sceneggiatura

La struttura

Possibili problemi in una sceneggiatura


Conclusione


Riferimenti bibliografici

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INTRODUZIONE



La questione attorno alla quale si sviluppa la ricerca, riguarda i problemi che si affrontano nel momento in cui ci si accinge a scrivere una sceneggiatura. Una delle difficoltà è, infatti, il punto di partenza: non si ha mai la più pallida idea di come iniziare.

Colui che si cimenta a scrivere, sviluppa un processo creativo lungo e difficoltoso, vuole dare corpo ad un'idea, e per questo si trova a dover percorrere numerose fasi prima di giungere ad una vera e propria sceneggiatura. Inizialmente si hanno a disposizione numerosi fogli bianchi che bisogna riempire di immagini, dialoghi, descrizioni di luoghi e di personaggi che si muovono in un determinato ambiente storico.

E' necessario sviluppare una trama, ma ancor prima di iniziare, dobbiamo avere un argomento definito, un'azione e un personaggio. L'inizio è un momento decisivo, cruciale per lo scrittore, è il momento della scelta, quasi un rito canonico.

Le istruzioni per cominciare nel modo migliore il progetto, sono differenti da autore a autore; a questo proposito, ne sono stati selezionati due, i quali hanno contribuito in modo rilevante a chiarire il panorama. Si tratta di Italo Calvino e Syd Field, che hanno proposto differenti suggerimenti, e hanno messo a disposizione gli strumenti necessari per tutti coloro che si cimentano per la prima volta nella difficile mansione di scrivere una sceneggiatura valida e coerente.

Dei due autori, ho scelto di confrontare dei brani tratti da libri degli stessi, in modo da poter analizzare sullo stesso piano i due differenti stili, seppure sotto alcuni aspetti uguali.










GLI STRUMENTI UTILIZZATI PER L'ANALISI



Gli autori


Analizzando il modo più efficace per scrivere una buona sceneggiatura, ho preso in esame i suggerimenti di due autori, che, seppure di idee differenti per quanto riguarda lo sviluppo di una storia, concordano pienamente sull'impostazione iniziale da dare alla sceneggiatura. Nonostante abbiano lavorato in due contesti socio - culturali e storico - economici differenti, sotto alcuni aspetti della questione, hanno le medesime idee e questo può costituire un supporto utile a qualsiasi giovane autore-sceneggiatore che si accosta alla scrittura, poiché così ha la possibilità di confrontare due stili diversi e allo stesso tempo simili.



Italo Calvino


Italo Calvino Nacque nel 1923 a Cuba. Si trasferì successivamente in Italia con la famiglia, dalla quale ricevette un'educazione laica ed un forte interesse per la scienza, che lo indirizzò verso la facoltà di Agraria, a Torino. Pochi anni dopo, però, passò alla facoltà di Lettere, nella quale si laureò nel 1947. A Torino, inoltre, negli anni '50 ebbe l'opportunità di collaborare con la casa editrice Einaudi.

Negli anni '60 si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con la cultura francese e si accostò allo strutturalismo. Nel frattempo la sua fama si diffondeva in tutto il mondo e nonostante fosse "lontano", seguiva sempre con interesse le vicende italiane.

Nel 1980 tornò a Roma. Nel 1985 scrisse il suo ultimo lavoro, Lezioni americane. Sono i testi di sei conferenze che l'autore avrebbe dovuto tenere all'Università di Harvard, e sono dedicate a delineare, nella letteratura di tutti i tempi, la presenza di alcune categorie: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità.




1.1.2. Syd Field


Syd Field è uno sceneggiatore americano, e un'insegnante di scrittura creativa. Scrisse il saggio La sceneggiatura, il film di carta[1], nel quale propone l'utilizzo del paradigma strutturato, ovvero uno strumento che rispetta la classica tripartizione in tre atti e teorizza l'esistenza di altri tre punti fondamentali all'interno del secondo atto, il quale per la sua maggiore lunghezza rispetto agli altri due, può essere suddiviso ulteriormente.

Il suo obiettivo e di creare una storia sempre viva, nella quale le azioni e i nessi causali spingano sempre in avanti.

Secondo Field vi sono due momenti topici che rendono possibile il passaggio da un atto all'altro, e sono rispettivamente il primo e secondo colpo di scena (Field 1984: 21, 22).





















CONFRONTO TRA I BRANI



2.1 Il momento della scelta


Numerose sono le occasioni nelle quali ci si è trovati a dover scrivere un discorso importante, oppure a dover stendere un tema, a elaborare una ricerca.In ognuna di queste situazioni, il momento cruciale sarà sicuramente stato l'inizio, ci si sarà chiesti: "Come posso iniziare?" Oppure: "Cosa scrivo.?" Non è affatto insolito che questo sia un momento delicato e importante. Esso costituisce, infatti, il biglietto da visita dell'autore, il mezzo attraverso cui questi si presenta al suo pubblico e pertanto dovrà dimostrarsi elegante, sobrio, affidabile.conquistare il lettore sarà l'obiettivo primario da raggiungere al fine dell'ottenere successo, di essere riconosciuti all'interno di un panorama letterario vasto. L'inizio è il momento nel quale ci viene offerta la possibilità di dire tutto ciò che si desidera in assoluta libertà, ma in realtà è piuttosto difficile operare una scelta sicura, adatta, quella che ci conduca a parlare di una cosa fra tante, in particolare.

Il punto di partenza è dunque decisivo per lo scrittore, è l'ingresso nel mondo verbale. L'inizio è il luogo letterario per eccellenza perché il mondo di fuori per definizione è continuo, non ha limiti visibili.

L'individuo che scrive esprime la necessità di identificarsi: deve selezionare una storia all'interno di un universo piuttosto vasto e generale, indifferenziato e affollato, e deve impegnarsi per mettere in evidenza che, come sostiene Diderot, "quello che si legge non è vita ma racconto scritto, deciso li per li dall'autore."

Si parla pertanto di atto di individuazione come rito canonico per iniziare un romanzo, momento delicato che dipende dalla strategia messa in atto da ogni scrittore. Vi sono autori, infatti, i quali isolano la storia che scelgono di narrare dal contesto più generale nel quale è inserita, rispetto ad altri che preferiscono ritardare l'ingresso in argomento. A questi si accostano coloro che dedicano tutta la propria attenzione all'elaborazione di una singola storia curando i minimi particolari, in modo scrupoloso e dettagliato, come per esempio Robert Musil ne L'uomo senza qualità.


Si possono raccontare un'infinità di storie possibili, che si rifanno ad un'infinità di vissuti possibili ed è l'unicità del racconto che inizia a rendere le nostre giornate uniche, come tutto che ciò che noi viviamo quotidianamente.

E' nel momento del risveglio che noi prendiamo le distanze dal mondo che abbiamo vissuto mentre dormivamo, dalle esperienze fatte durante il sonno. Non a caso, ogni narratore fa appello alla sua memoria quando, fin da bambino, gli venivano raccontate delle storie e lui, affascinato, le ascoltava quasi incredulo. Ora, infatti, racconta perché ricorda, e come lui si identificava nei personaggi delle vicende che udiva, adesso vuole che anche i suoi lettori abbiano la possibilità di attuare questo riconoscimento, rifacendosi alle proprie esperienze personali.

Analizzando la questione da un punto di vista narrativo, si riconosce un preciso genere letterario: la novella, che per definizione nasce dalla narrativa orale e punta, per l'appunto, sull'individuazione nella sua forma più estesa. A questo tema numerosi sono stati gli studi svolti, e ogni autore ha individuato caratteristiche differenti per definire il narratore. Vi è chi lo definisce colui che trasmetteva esperienza; che attinge a un anonimo patrimonio di memoria trasmesso oralmente, in cui l'evento, isolato nella sua singolarità, ci dice qualcosa del "senso della vita"[2]. Poi vi è chi sostiene che per scrivere una buona novella occorre mettere in luce uno dei tanti eventi, cercando di descriverlo attraverso i suoi presupposti fondamentali, affinché questo sia rappresentativo di quell'abbondanza infinita .

Entrambi gli autori offrono due definizioni del racconto: mentre per Auerbach il racconto è definito dalla cornice, per Benjiamin la narrativa orale ne è l'essenza, una specie di cornice sott'intesa.










2.2. Due modi differenti e complementari di iniziare


Al fine di compiere un'analisi corretta ed efficace, è utile mettere a fuoco le strategie utilizzate dagli autori persi in esame per operare un confronto sulla strategie più adatta da adottare quando ci si accinge a scrivere.

Nella stesura della ricerca sono stati esaminate alcune pagine significative tratte da due libri piuttosto noti di Italo Calvino e Syd Field. Entrambi gli autori si sono occupati di scrivere alcuni "suggerimenti" per aiutare coloro che vogliono scrivere nel modo migliore e più preciso possibile ed hanno deciso di sviluppare l'argomento proprio partendo dall'inizio, dal momento in cui ci so trova di fronte ad una risma di pagine bianche che vanno riempite di parole, frasi, concetti, descrizioni, domande.

I due concordano nel sostenere che è fondamentale avere chiaro in mente l'argomento di cui si vuole parlare, altrimenti si rischia di scrivere un'infinità di frasi sconnesse una dall'altra. Infatti, come sostiene Field, se si parte dal "Chi", dal "Che cosa" o dal "Dove", il risultato sarà una storiella banale, scontata. Allo stesso tempo, sarebbe limitato partire anche da un'idea, poiché questa non costituisce nulla di preciso e certo. Un consiglio utile è quello di prendere spunto dalla propria memoria, risalendo alle esperienze vissute, in modo tale da iniziare a raccontare la storia particolare per esemplificare una situazione generale. Creare un personaggio e una situazione all'interno della quale esso si trova ad agire, potrebbe essere una soluzione possibile.



2.2.1. Il rapporto tra struttura e sceneggiatura


Uno dei dubbi principali è la scelta tra il soggetto o la struttura, e a questo proposito, Field suggerisce che per iniziare è necessario avere un argomento definito, un'azione e un personaggio. Egli, in tutti i suoi corsi di sceneggiatura, sottolinea ai suoi studenti che scrivere una sceneggiatura costituisce un processo lungo e non ben definito, un'operazione graduale che si sviluppa per stadi, partendo dal soggetto, descrivendo la personalità del personaggio, trovando poi un argomento sul quale strutturare un'idea e dalla quale si può poi procedere a scrivere il primo atto, poi il secondo e così via. .

Precisa che inizialmente nessuno ha la più vaga idea di cosa scrivere, ed è per questo che bisogna essere precisi, e solo dopo qualche settimana di lavoro si può mettere a fuoco un personaggio, un'azione.

A tal fine, la strategia migliore è quella di avere ben chiara la direzione da prendere ed essere sicuri di ciò che si sta facendo poiché è molto facile perdersi durante l'elaborazione della sceneggiatura. Dunque la parola d'ordine è definire e articolare l'argomento, ciò che la storia racconta, definire il protagonista e l'azione, che cosa accade. E' fondamentale sapere ciò che si sta scrivendo: per descrivere il soggetto, Field consiglia di sintetizzare l'idea che si intenzione di scrivere, 'buttando giù' poche frasi che fungono poi da giuda durante la fase di elaborazione.

La sceneggiatura, inoltre, è caratterizzata da uno sviluppo che procede sempre in avanti, si basa su una struttura rigida, sicura ed efficace, ogni particolare della storia deve essere fondamentale per lo sviluppo della vicenda e deve costituire un elemento insostituibile, come un pezzetto di puzzle.

Field paragona il processo di scrittura alla scalata di una montagna poiché, come in questa avventura sportiva, anche durante il processo di stesura di una sceneggiatura non si riesce mia a capire dove si sta andando. Il punto è che si deve sapere che storia si sta scrivendo, ma prima ancora di iniziare a scrivere, bisogna prendere una decisione che sia creativa pensando più volte all'idea in modo da trovare la direzione giusta della propria storia.

Nel momento in cui si struttura l'azione e il personaggio, l'argomento è la traccia da seguire, si inizia a scrivere dal soggetto e dalla struttura.



2.2.2. La struttura


Come un essere vivente ha bisogno dello scheletro che lo sorregga e gli permetta di mantenersi eretto e muoversi, insomma di una struttura che gli consenta movimenti rapidi e disinvolti, anche la sceneggiatura, per essere coerente e fluida, necessita di una forza che tiene unito il tutto, una sorta di spina dorsale, una vera e propria STRUTTURA, che si trova inserita nella storia in modo così perfetto che il lettore non deve nemmeno riuscire a vederla. Qualsiasi sceneggiatura sprovvista di struttura non possiede neppure uno svolgimento, non funziona, risulta noiosa perché non prevede alcun tipo di sviluppo, non ha alcun senso.

La struttura può dunque essere definita come uno strumento che ci aiuta a modellare la nostra sceneggiatura aggiungendo valore e attribuendo senso alla storia. Allo stesso tempo è molto semplice, tanto che pure Field la paragona ad un cubetto di ghiaccio rispetto all'acqua o al fuoco rispetto al suo calore.

Dal punto di vista linguistico si può offrire un'ulteriore definizione di struttura, dove la radice "struct" deriva dal latino struhere, "costruire": la struttura è il rapporto tra le parti e il tutto.

Una storia, infatti, è composta di parti, personaggi, ambienti, azioni, dialoghi, descrizioni, che vengono modellate in tutt'uno, in una forma definita da una parte iniziale, una centrale ed una finale.

La struttura serve a tenere insieme la storia come il contesto fissa un contenuto; ed è così importante perché aiuta a costruire una storia in forma drammatica: è il punto iniziale del processo di scrittura.
























2.3. Possibili problemi in una sceneggiatura


Scrivere una sceneggiatura, come si è potuto osservare, è un'operazione piuttosto lunga e laboriosa, che richiede numerose settimane di lavoro minuzioso e di controllo continuo. Come si è visto, bisogna osservare che tutti i tasselli che compongono la storia siano coerenti uno con l'altro e che nell'insieme diano vivacità e senso alla storia, rendendola avvincente, interessante e coerente. Al fine di raggiungere questo obiettivo, però, ci vuole esperienza, bisogna possedere capacità e abilità che si acquisiscono solo con il tempo, attraverso continui miglioramenti, mettendosi alla prova di volta in volta, imparando dagli errori per migliorarsi.

Durante la stesura di una sceneggiatura, sicuramente avremmo controllato più volte ciò che abbiamo scritto, se di volta in volta, dopo la stesura di ogni atto, per esempio, il tutto era coeso o meno, ma è alla fine di tutto il lavoro che si riserva un momento per controllare il senso del lavoro completo, la relazione tra ogni elemento della storia.

Syd Field, nel capitolo diciottesimo del suo libro "Come risolvere i problemi di sceneggiatura" pubblicato nel 2001, stila un elenco di consigli utili a tutti coloro che si cimentano in questo lavoro, mettendo a disposizione la sua esperienza, proponendo consigli e suggerimenti. Un aspetto essenziale per risolvere possibili problemi, dice, è quello di impostare i vari tasselli della storia, scegliere tra i numerosi elementi quelli che più funzionano per uno sviluppo coerente, che maggiormente si adattano al contesto generale, poiché sono proprio questi che fanno la differenza tra una sceneggiatura buona da una mediocre.

Si tratta dunque di risolvere un problema di struttura piuttosto delicato, articolato in differenti momenti:

Innanzitutto, nel set-up, ovvero nella presentazione, dobbiamo mettere a disposizione del lettore tutti gli elementi che mettono in moto l'azione, la cui dislocazione è decisiva nell'attribuire spessore alla storia. Si tratta di presentare di cosa parla la storia.

In secondo luogo, va ricordato che anche i personaggi devono essere presentati con le loro caratteristiche sia fisiche che comportamentali, poiché è fondamentale enfatizzare la componente drammatica della vicenda, qualunque essa sia.

Oltre a questi, si aggiungono altri elementi, oggetti specifici, fondamentali dal punto di vista narrativo che vanno seminati in punti strategici della storia.

Quindi per compiere un buon processo di risoluzione del problema è utile comprendere come impostare oggetti, personaggi, situazioni e dare un pay-off .

Talvolta, si ha un'idea vaga e poco chiara dei personaggi, della storia che si vuole raccontare, degli elementi da inserire e della rispettiva posizione nel racconto e questa carenza è poi una tra le cause principali dei problemi che può aver una sceneggiatura. Questa, non a caso, perde impeto e il concetto centrale si disperde come alla ricerca di una guida, di un filo conduttore. E' utile pertanto, rivedere il proprio lavoro poiché si ha l'opportunità di controllare che tutti gli elementi siano stati impostati nel modo corretto rispetto al contesto, se necessario è consigliabile dare maggiore rilievo ad un punto di plot in particolare, o a un personaggio o un oggetto; ed emerge anche l'importanza di disporre il set-up e il pay-off della sceneggiatura, poiché entrambi i punti guidano la lettura dello spettatore, dall'inizio sino alla fine.

A volte accade inoltre che i vari punti di plot vengano introdotti ma poi lasciati in sospeso creando così un'azione che si sbiadisce in modo progressivo, una storia priva di spessore, suspance, per nulla interessante. E' necessario che tutto sia ben collegato, che ciò che viene introdotto prima, sia anche risolto poi, altrimenti qualsiasi cosa abbiate introdotto non avrà alcun senso. Tutto sta nell'impostazione (.): per ogni azione ci deve essere un'azione uguale e contraria.


















CONCLUSIONE


Dall'analisi svolta sui brani tratti dai tre libri presi in considerazione, è emerso che il mestiere di scrivere è piuttosto complesso, richiede grandi abilità e precisione, capacità di rivedere in continuazione il proprio lavoro, e di sapersi mettere in discussione. E' un lavoro che non ha orari, ma si sviluppa un poco alla volta, segue l'umore dell'autore, i suoi stati d'animo, le sue emozioni, tanto che questi aspetti si possono poi riconoscere all'interno delle centinaia di pagine scritte.

Si individuano inoltre momenti decisivi nel processo di scrittura di una sceneggiatura, tra i quali il più delicato è l'inizio poiché all'inizio non si riesce a mettere giù più di due frasi al giorno, poiché le storie arrivano all'improvviso e quindi, se non le fermi se ne vanno via. Poi, per "incontrare" un personaggio il momento migliore è quando si sta per scivolare nel sonno, e bisogna ascoltarlo.

La scrittura è dunque fatta di fatica, di segnali da catturare e da decifrare, di strategie che si possono mettere in atto solo attraverso l'esperienza maturata nel tempo, strategie che ci permettono di superare ostacoli apparentemente insormontabili; ma allo stesso tempo è fatta anche di sapienza, di abilità e precisione, di cura nel disporre tutti gli elementi in modo coerente e ragionevole, senza rendere mediocre in un batter d'occhio, un lavoro lungo a faticoso.

Dallo studio dei brani è emerso che tutti i particolari, come pure gli aspetti centrali della narrazione devono essere disposti chiaramente, impostati coerentemente, come pure i personaggi devono essere costruiti curando i minimi dettagli, in relazione anche al contesto nel quale agiscono.










RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI



Calvino Italo

"Cominciare e finire" in Lezioni americane, Milano, Mondadori, pp. 137 - 156.


Field Syd

"Da dove si comincia a scrivere" e "La struttura" in The screenwriter's workbook. Dell Publkishing Co. New York - Usa (trad. it. La sceneggiatura, il film sulla carta Milano, Lupetti e Co. Editore)


"Set up e pay off" in Come risolvere i problemi di sceneggiatura, Roma, Dino Audino Editore, pp. 148 - 157



Il testo utilizzato per lo svolgimento dell'elaborato è l'edizione del 1984, edita a New York da Dell Publiushing Co. L'edizione italiana è del 1991, edita a Milano da Lupetti e Co.

Benjiamin, Il narratore



Erich Auerbach, Zur Technikk der Fruhrenaissancenovelle in Italien und Frankreich.




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